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Yoga della felicità. Semplici risposte della filosofia yoga ai problemi di tutti i giorni (Macro Edizioni) è un libro scritto a quattro mani da Sara Bigatti e John Kraijenbrink. Entrambi insegnanti di yoga, Sara e John esplorano anche gli aspetti meno conosciuti di questa filosofia e disciplina millenaria. Il libro è il frutto della loro ricerca ed esperienza come praticanti e insegnanti di yoga. Assieme gestiscono anche il progetto La Scimmia Yoga per la diffusione e la condivisione dello yoga online. Sara ha iniziato questo progetto nel 2012, aprendo l'omonimo canale YouTube, al quale poi è seguito il sito Internet, che con gli anni è diventato un punto di riferimento per molti yogi in Italia. Una delle caratteristiche del libro di Sara e John è sicuramente la sua scorrevolezza, la grafica molto piacevole e colorata unita alle molte citazioni che accompagnano il lettore fino all'ultima pagina lo rendono un testo estremamente semplice e gradevole da tenere sempre sul comodino. Ma non sveliamo oltre e lasciamo la parola a Sara e John nell'intervista che gli abbiamo proposto.

Yoga della felicità è un libro che attraverso una visione a 360 gradi dello yoga mostra una possibile strada per vivere in modo felice. Come è nata l'idea di scrivere questo libro?

La pratica fisica delle posture di yoga è ormai molto diffusa e finalmente accessibile ad un pubblico molto più ampio. Tuttavia essa non rappresenta il cuore dello yoga, ma solamente un piccolo pezzo di un puzzle molto più ampio. Il resto del puzzle è composto non solo da tecniche corporee, come il pranayama ad esempio, ma anche da una filosofia e da un sapere che fanno luce sul nostro essere. L'idea di questo libro è nata quindi proprio con l'intento di divulgare anche questa conoscenza e di farlo in modo che si cogliesse la sua praticità nella vita quotidiana.

Uno dei primi capitoli del libro si chiama "Lascia perdere il futuro" e qui troviamo un invito a vivere in modo vero il momento presente, come può la pratica yoga e la meditazione aiutarci in questo?

Viviamo sommersi dagli input. Nell'era di Internet e dei social media, la maggior parte delle persone riceve quotidianamente un volume di informazioni senza precedenti. Ogni informazione chiaramente va elaborata, come vanno anche elaborate le emozioni che suscita in noi. Il nostro corpo/mente non è abituato a questo carico di lavoro e necessita di due cose: disintossicazione e silenzio. In questo ci viene in aiuto lo yoga, sia con la pratica delle posizioni che con la meditazione. Con la pratica degli asana, le posizioni di yoga, insegniamo alla nostra mente a focalizzarsi su una cosa sola: il nostro corpo. Così facendo le diamo la possibilità avere un momento di pausa e rigenerazione. Inoltre, siccome le emozioni che viviamo sono "immagazzinate" nel nostro corpo, come spieghiamo nel libro, muovendolo con la pratica degli asana andiamo a sciogliere i blocchi emotivi. La meditazione dal canto suo, lavora anch'essa come disintossicazione, ma anche come momento di straordinario silenzio.

Nel libro viene scardinato un concetto che ci siamo sentiti ripetere molte volte, quanto sia incredibile e straordinario il nostro cervello. Non è così e perché?

Il nostro cervello, come tutto il resto del corpo, segue l'istinto primario della sopravvivenza. Molte sue reazioni servono ad esempio a risparmiare energia. Questo da una parte è chiaramente un bene ma dall'altra ci porta ad assumere dei comportamenti che non sempre si dimostrano efficaci o positivi per il nostro benessere psicofisico. Ad esempio, per risparmiare energia, il nostro cervello rende automatiche alcune reazioni. Quando ci troveremo in una determinata situazione, che abbiamo già vissuto in precedenza, invece di sprecare energia nell'analizzare la nuova situazione, il nostro cervello farà scattare subito la reazione memorizzata. Questo è positivo in termini di tempi di reazione ed energia usata ma se usiamo questo sistema per ogni cosa finiamo per chiudere la nostra mente. È chiaramente più facile pensare per schemi preconcetti, invece che dover ogni volta analizzare la realtà che sta di fronte ai nostri occhi. Questa pigrizia mentale ci porta a compiere sempre le stesse scelte e ad aver paura delle novità.

Una domanda per John, in questo libro racconti delle storie su di te, anche molto personali che aiutano il lettore a comprendere meglio il percorso che hai fatto fino ad oggi. Ogni persona ha un percorso diverso, lo yoga può essere una strada percorribile da tutti?

La cosa interessante dello yoga è che non si tratta di un dogma. Lo yoga è una scienza. Noi, con il nostro corpo, la mente e l'anima siamo i soggetti di questa scienza. Le tecniche e la filosofia dello yoga sono aperte a tutti perché partono già dal concetto che siamo tutti diversi. Così come l'Ayurveda (la scienza medica tradizionale indiana) anche lo yoga ci invita a scoprire la nostra natura e a onorarla e mantenerla. Non esiste il concetto di negativo e positivo. Tutto è una sfumatura di qualità, le une necessarie per l'esistenza della altre. Il raggiungimento dell'equilibrio è l'obiettivo finale. E per raggiungere l'equilibrio dobbiamo rispettare la nostra natura, qualunque essa sia.

Una domanda per Sara. La tua pagina web e i tuoi video-corsi hanno avuto una grande notorietà. A cosa pensi sia dovuto il tuo successo? Che consigli vuoi dare a chi cerca di inseguire la propria strada un po' come hai fatto tu?

Credo che oggi ci sia molta ricerca di benessere psicofisico, che dia radicamento e sicurezza. Questo credo che sia alla base del successo dello yoga nel mondo. Io in questi anni ho semplicemente cercato di condividere la mia pratica dello yoga. E l'ho fatto perché io per prima ero alla ricerca di questo benessere. A chi desidera inseguire la propria strada consiglio di seguire il proprio istinto e di non farsi frenare dai dubbi e dalle paure. Se davvero abbiamo un progetto nel nostro cuore, dobbiamo chiederci se a frenarci non sia solo la pigrizia, che crea nella nostra mente mille scuse per non buttarci.

Una rivelazione che si trova tra queste pagine è che nella nostra mente si ripetono ogni giorno gran parte degli stessi pensieri del giorno precedente. Come si fa uscire da questo "circolo vizioso"?

Per prima cosa bisogna prenderne consapevolezza. E poi è necessaria un po' di energia in più del solito. Perché per spezzare una vecchia abitudine dobbiamo coscientemente lavorare per cambiarla.

Le parole di Sara e John ci lasciano molti insegnamenti, non ci resta che ringraziarli per questa intervista. Nuovi propositi? Pensare sempre fuori dai preconcetti, cercare di cambiare le cattive abitudini, in modo da uscire dal circolo vizioso dei nostri pensieri ripetitivi. E senz'altro fare yoga!

(articolo a cura di Vanessa Del Chiaro Tascon)

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