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Oliver Sacks, autore del Libro del Mese di Febbraio 2023 L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello, è stato neurologo di fama mondiale e autore di numerosi best seller che raccontano di persone affette da disturbi neurologici. Coniugare medicina e narrazione è senz’altro un obiettivo alto ed edificante, eppure il lavoro di Sacks ha suscitato dure reazioni della comunità scientifica.

Oliver Sacks nasce a Londra nel 1933 in una famiglia ebraica. I genitori sono entrambi medici e la madre è una tra le prime chirurghe inglesi. Gli anni della guerra non sono facili: la famiglia viene sfollata e Sacks viene affidato a un collegio, nel quale si trova a fare i conti con fame e violenza. Finita la guerra, Sacks riprende la scuola e si interessa in modo particolare alla chimica (come raccontato anche nel primo volume della sua autobiografia, Zio Tungsteno – memorie di un'infanzia chimica, trad. Isabella C. Blum, Adelphi) ma, quando è tempo si scegliere la facoltà universitaria, viene indirizzato dai genitori verso la carriera medica.
Dopo gli studi emigra in Canada e, successivamente, negli Stati Uniti, dove vivrà per il resto della sua vita. Qui lavora dapprima in un ospedale del Bronx: dalle esperienze con i pazienti sopravvissuti all'encefalite letargica nasce il suo libro Risvegli (trad. Andrea Salmaggi, Adelphi), dal quale sono stati tratti l'omonimo famosissimo film con Robin Williams e Robert De Niro e un documentario.
Lavora inoltre in diverse case di riposo e come consulente neurologico, diventa professore universitario di neurologia. In questi anni sperimenta l'uso di varie droghe su sé stesso, tra cui l'LSD, di cui racconterà in Allucinazioni, pubblicato solamente decenni dopo, nel 2012 (trad. Isabella C. Blum, Adelphi).
In altre opere racconta casi di persone affette da sordità (Vedere voci, trad. Carla Sborgi, Adelphi), dalla sindrome di Tourette, dalla malattia di Parkinson o dalla sindrome di Asperger (Un antropologo su Marte, trad. Isabella C. Blum, Adelphi).
L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello (trad. Clara Morena, Adelphi), nostro Libro del Mese di Febbraio 2023, racconta, in particolare, di un musicista affetto da agnosia, un disturbo della percezione dovuto a lesioni cerebrali che determina nel malato l'incapacità di riconoscere anche gli oggetti più familiari attraverso uno o più sensi.
Sacks ha anche studiato l'effetto della musica sul cervello e supportato la musicoterapia: anche in questo caso, dal suo lavoro è nato un libro, Musicofilia. Racconti sulla musica e il cervello (trad. Isabella C. Blum, Adelphi).
Sacks è riuscito ad aprire al grande pubblico questioni mediche molto complesse, narrando con umanità ed empatia e mescolando divulgazione contemporanea con una narrazione che si rifà ai clinical anecdotes della neuropsicologia del XIX secolo di Aleksandr Romanovič Lurija (la cui teoria cambiò radicalmente il concetto di sintomo, sostituendolo con la sindrome). Eppure, nonostante questo innegabile merito e nonostante i riconoscimenti ricevuti da numerose accademie di arte e scienza e l'assegnazione del suo nome a un asteroide (84928 Oliversacks), la comunità scientifica si è a più riprese schierata contro il lavoro di Sacks: da un lato, ad esempio, i casi raccontati in Risvegli sarebbero "uno studio alla cieca" e quindi di nessun valore scientifico, dall'altro ciò che gli viene rimproverato è di aver "sfruttato" i suoi pazienti. Se infatti il New York Times lo celebra come "poeta laureato della medicina contemporanea", l'accademico e attivista Tom Shakespeare lo definisce persino, nella sua recensione a Un antropologo su Marte, "l'uomo che confuse i suoi pazienti con la carriera letteraria" e marchia la sua attività letteraria come "show di un intellettuale fanatico".
Sacks stesso ha sofferto di alcune malattie, come la prosopagnosia, che causa difficoltà a riconoscere i visi delle persone, e un tumore all'occhio, che ha raccontato in L'occhio della mente (trad. Isabella C. Blum, Adelphi). Nel 2015 esce il secondo volume della sua autobiografia, In movimento (trad. Isabella C. Blum, Adelphi), e vengono pubblicati sul New York Times quattro articoli (poi pubblicati postumi col titolo Gratitudine, trad. Isabella C. Blum, Adelphi) in cui, tra l'altro, l'autore informa i suoi lettori di essere malato terminale. Oliver Sacks morirà poco tempo dopo di tumore al fegato. Si conclude così una vita passata a "cercare di cambiare la percezione delle malattie neurologiche" (così recita la sua biografia in Zio Tungsteno) e a scrivere le storie dei suoi pazienti.

(articolo a cura di Elisa Kirsch)

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