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William Shakespeare, famosissimo drammaturgo e poeta inglese, nacque nell'aprile del 1564 a Stratford-upon-Avon e morì il 23 aprile 1616. Dai registri sappiamo che fu battezzato il 26 aprile, ma non conosciamo con certezza quale sia il vero giorno di nascita quindi, per tradizione, viene fatto coincidere con il giorno di san Giorgio, patrono dell'Inghilterra. Shakespeare è sepolto nella chiesa della Santa Trinità di Stratford-upon-Avon e, sempre qui, si trova la sua casa natale, divenuta museo e ricostruita interamente a metà dell'Ottocento in stile Tudor.

Pochi sono i documenti, giunti fino a noi, relativi alla vita di William Shakespeare e alcuni sono anche andati perduti. Per questo motivo, non sono poche le teorie e le speculazioni sulle sue origini: alcuni studiosi, infatti, pensano che i natali di Shakespeare siano italiani e quindi non inglesi; altri studiosi, invece, sostengono che fu un prestanome di un altro drammaturgo.
Quello che forse alcuni non sanno è che non abbiamo un suo vero e autentico ritratto fatto in vita: molti dipinti, infatti, sono stati realizzati dopo la sua morte da artisti che, presumibilmente, non l'avevano mai visto; altre raffigurazioni, invece, sono pervenute a noi abbastanza modificate. Seppur postuma, gli studiosi ritengono attendibile l'incisione che troviamo nel First Folio, cioè la prima pubblicazione delle opere del Bardo, perché si ritiene sia stata commissionata e accettata dagli amici di Shakespeare.

Ancora oggi si dibatte sulla cronologia delle sue opere e la paternità di alcune di esse, in linea di massima le sue opere sono state scritte tra il 1588 e il 1613. I successi teatrali di Shakespeare iniziano verso la fine del Cinquecento sotto il regno della regina Elisabetta I e, successivamente, anche sotto re Giacomo I Stuart. A Londra, la compagnia teatrale di Shakespeare metteva in scena gli spettacoli nel proprio teatro, il Globe Theatre, che venne poi distrutto. Nel 1997 venne ricostruito in stile elisabettiano e, oltre ad essere meta di turismo, lo Shakespeare's Globe propone tuttora spettacoli teatrali basati sulle opere del Bardo, che il pubblico vede in piedi proprio come si faceva nel XVI secolo.
Possiamo senz'altro dire che le opere di William Shakespeare sono immortali perché, nonostante siano passati molti secoli, ci parlano ancora oggi e, infatti, numerose sono le rappresentazioni teatrali e le trasposizioni cinematografiche.

Il Club del Libro vi consiglia di leggere queste opere:

Amleto è forse la tragedia più famosa di Shakespeare. Narra del principe Amleto che si ritrova diviso in due: il dolore per la perdita dell'amato padre e la delusione per la madre che ha sposato il proprio cognato. Amleto scoprirà, parlando con il fantasma del padre, che la morte è stata causata proprio da suo zio, il quale è così diventato re di Danimarca. E poi c'è la dolce e fragile Ofelia, vittima dell'azione degli uomini. I personaggi sono complessi, ma predomina nettamente la figura di Amleto già nel potentissimo monologo: «Essere o non essere, questo è il problema. È forse più nobile soffrire, nell'intimo del proprio spirito, le pietre e i dardi scagliati dall'oltraggiosa fortuna, o imbracciar l'armi, invece, contro il mare delle afflizioni e combattendo contro di essere metter loro una fine? Morire per dormire. Nient'altro. E con quel sonno poter calmare i dolorosi battiti del cuore, e le mille offese naturali di cui è erede la carne!».

Otello è la tragedia della gelosia ed è quanto mai attuale. A dispetto del titolo, colui che muove tutto è Iago. Invidioso per non aver ricevuto una promozione e sospettoso di un presunto flirt della sua Emilia con Otello, induce quest'ultimo a sospettare della bella Desdemona, sua moglie, instillandogli il dubbio che l'abbia tradito con Cassio. Iago è un manipolatore ed è macchinoso, ogni parola e ogni pausa sono calcolate proprio per infondere il sospetto nella mente dei suoi interlocutori. Otello, il Moro di Venezia, cade nell'inganno letale di Iago e si fa accecare completamente dalla gelosia, con esiti drammatici. «Ah, guardatevi dalla gelosia, il mostro dagli occhi verdi che irride il cibo di cui si nutre. Il cornuto vive beato se, sicuro del suo fato, non ama colei che lo tradisce. Ma ah, come conta i minuti del suo tormento chi ama, dubita e sospetta e insieme spasima d'amore!».

Macbeth, generale dell'esercito, è fedele al re di Scozia, ma non esita ad ucciderlo quando gli viene predetto un futuro da re dalle Weird sisters (le sorelle del destino) e sotto le insistenze della moglie. Inizia una scia di sangue, l'unico che sospetterà di lui sarà il nobile Macduff. In questa tragedia mistica e con vari elementi soprannaturali, è molto interessante la figura di Lady Macbeth, donna ambiziosa e spietata che, però, sarà oppressa dal senso di colpa fino a diventare pazza. Il marito, invece, non è un personaggio machiavellico come si potrebbe ipotizzare; è certamente un cattivo ma, al tempo stesso, ha delle qualità. Altro tema importante, oltre a quelli della natura malvagia dell'uomo e dell'ambizione che porta alla rovina, è la riflessione sull'esistenza o meno del fato, di un destino già scritto. «Vorresti essere grande, e non senza ambizione, ma senza la malizia che dovrebbe accompagnarla. Ciò che vuoi fortemente lo vuoi da onesto, non vorresti far torto eppure vuoi vincere a torto».

Romeo e Giulietta è una tragedia ambientata a Verona e narra dell'amore tra due giovani ragazzi, appartenenti a famiglie rivali, i Montecchi e i Capuleti. I due amanti decidono di sposarsi in segreto grazie a frate Lorenzo, che spera nella riappacificazione delle due famiglie. Purtroppo, l'epilogo di questo amore non potrà che essere tragico, a causa del ruolo delle famiglie e a sfortunati eventi. «È soltanto il tuo nome ad essermi nemico: tu saresti sempre te stesso, anche se non fossi un Montecchi. Che può mai significar la parola “Montecchi”? […] Che cosa c'è in un nome? Quel che noi chiamiamo col nome di rosa, anche se lo chiamassimo d'un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo».

I Sonetti furono pubblicati durante la vita di Shakespeare ma senza la sua autorizzazione, anche la dedica non è firmata dal poeta ma dal suo editore. I sonetti sono in tutto 154 e Shakespeare ne indirizzò la maggior parte a una figura maschile, esortandolo a prendere moglie e a fare figli, in modo da perpetuare la sua stirpe e la sua bellezza. Ci sono anche altri temi come la differenza sociale e di età, l'immortalità, la gelosia del poeta, il narcisismo. Gli ultimi ventisei sonetti sono, invece, rivolti a un personaggio femminile, una dark lady, e i temi riguardano gli aspetti dell'amore carnale. Tra i sonetti più famosi ricordiamo il numero 18 “Shall I compare thee to a Summer's day?” e l'intramontabile numero 116 “Let me not to the marriage of true minds”.

La dodicesima notte è una commedia degli equivoci e degli scambi di persona, in cui Shakespeare vuole ridicolizzare i ricchi e i presuntuosi. Siamo in Illiria, regione balcanica, e il duca Orsino ama Olivia, che però lo respinge perché ha deciso di non prendere marito per onorare il ricordo del fratello morto. Nel frattempo, sulla costa sbarca Viola che, a causa di un naufragio, pensa che il fratello gemello Sebastian sia morto e per questo motivo decide di fingersi un uomo di nome Cesario, diventando il paggio del duca. Le cose si complicano velocemente perché lei è innamorata del duca e, al contempo, Olivia si innamora di Cesario. La protagonista di questa commedia è Viola, ma Shakespeare rende centrali anche altre figure femminili e gli uomini sembrano un po' dei burattini nelle loro mani. «Poiché, ragazzo, nonostante tutte le nostre vanterie, i desideri degli uomini son più malcerti e mutevoli, più smaniosi e capricciosi, e son più presto smarriti e sopraffatti che non quelli delle donne».

Ultimo consiglio di lettura, ma non per questo meno importante, riguarda Sogno di una notte di mezza estate, una commedia popolata da fate e folletti, che verte sull'amore ricambiato e su quello non corrisposto. Ermia e Lisandro si amano, ma il padre di lei vuole che sposi Demetrio, altrimenti la farà condannare a morte o a una vita in convento. Elena è perdutamente innamorata di Demetrio, il quale non la degna più di uno sguardo perché infatuato di Ermia. Nel frattempo, si prepara il matrimonio tra Teseo e Ippolita ed è prevista una rappresentazione teatrale ad opera di artigiani un po' imbranati. Infine, c'è il bosco ed è qui che vivono creature magiche, i cui sovrani, Titania e Oberon, si contendono un paggetto ed è da questo disaccordo che partirà davvero la storia. Oberon, infatti, chiederà al folletto Puck di procurarsi un fiore, che ha il potere di far invaghire della prima creatura vista al proprio risveglio, e di instillare le sue gocce sugli occhi di Titania per farle uno scherzo e su quelli di Demetrio affinché ami Elena, ma Puck è un combinaguai. La commedia è divertente e frizzante (soprattutto leggendo le scene che riguardano gli attori), sono presenti anche dei colpi di scena e tutti i discorsi sull'amore sono ancora oggi attuali. «L'Amore non guarda con gli occhi, ma col sentimento, ed è per questo che l'alato Cupido vien dipinto bendato».

(articolo a cura di Giorgia Blue Gigliuto)

Bibliografia:
Masolino D'Amico, in "Shakespeare Sonetti", Einaudi 1965
Nemi D'Agostino, in "Macbeth", Garzanti 2019
Nemi D'Agostino, in "Otello", Garzanti 2019

Citazioni:
Nemi D'Agostino (traduttore) per "Otello" e "Macbeth", Garzanti 2019
Gabriele Baldini (traduttore) per le restanti opere, BUR 2010-2019

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