
Approcciarsi alla lettura già in tenera età è fondamentale. Leggere, infatti, dà la possibilità al bambino di esplorare nuovi mondi, di conoscere nuove storie e realtà, gli permette di stimolare la sua immaginazione e la sua creatività, di sviluppare il proprio linguaggio. Pupipantù, scritto e illustrato da Anna Vita Valentina Belvedere ed edito dall'associazione culturale PAV Edizioni, è senz'altro un libro da leggere insieme ai nostri bambini. Le storie sono tutte raccontate in rime semplici, la struttura narrativa è sotto forma di filastrocca e, sebbene il pubblico di riferimento sia quello dei piccoli lettori, anche gli adulti troveranno spunti di riflessione più profondi.
L'autrice nasce a Paternò, in provincia di Catania. Dopo la laurea in Filologia moderna conseguita nel 2011, un master in editoria e collaborazioni con diverse associazioni culturali, oggi è un'insegnante di italiano, storia e geografia nella scuola secondaria di primo grado e di sostegno in quella di secondo grado. Il 22 aprile 2023, a Catania, ha presentato questo suo primo libro e abbiamo deciso di intervistarla.
Il Club del Libro: Ciao Anna, grazie per aver accettato questa intervista per Il Club del Libro. Ci racconti come è nata l'idea di creare un libro per bambini?
Anna V.V. Belvedere: Fin da bambina ho sempre adorato sfogliare i libri illustrati, mi incantavo nel guardare le illustrazioni e sognavo di poter scrivere e disegnare una storia tutta mia. Ho tenuto nel cassetto questo sogno fino a quando mi sono resa conto che, con un libro scritto e illustrato da me, potevo dare un esempio ai miei alunni. Volevo dimostrare che "se puoi sognarlo, puoi realizzarlo" grazie allo studio, alla pazienza, alla perseveranza e con un pizzico di coraggio! L'esempio è la forma di insegnamento più incisiva, secondo me, così ho deciso di dare il mio piccolo esempio, dalle parole sono passata ai fatti e con la mia esperienza ho pensato di motivare i miei alunni alla lettura, alla scrittura e a inseguire i propri sogni.
Pupipantù, il protagonista di queste storie, è un bambino sorridente, certe volte un po' monello e molto goloso di biscotti. È vestito di giallo, ha una toppa sui pantaloni, occhietti vispi, una testa grande e due piedi piccini. C'è un motivo se l'hai disegnato in questo modo?
Quando ho pensato a questo personaggio mi sono chiesta quali messaggi volevo trasmettere. Primo tra tutti l'ottimismo ed è per quello che lui sorride sempre! Ha una fiducia incrollabile e una inguaribile positività rappresentata dal colore giallo del suo vestito. Un altro messaggio da trasmettere era quello sulla diversità, rappresentata dall'occhietto con una spirale e richiamare così l'idea che tutti siamo diversi e uguali perché ciascuno di noi ha qualcosa di diverso che lo rende speciale! Ha una toppa sul vestito perché, affrontando la vita con grinta, non ponendosi limiti, prova e va incontro a molte esperienze, alcune positive altre meno. Spesso gli capita di cadere e sbagliare, ma non per questo si scoraggia, quando cadendo strappa il vestito non si dispera ma, con pazienza, lo ricuce, fa esperienza e con la sua toppa è pronto ad andare avanti! Ha dei piedini piccoli perché va avanti nella vita a piccoli passi, nonostante la grande testa che contiene una enormità di sogni, speranze, pensieri, desideri e voglia di fare. I suoi passetti sono piccoli ma incisivi ed è consapevole del fatto che le cose si costruiscono piano piano. Il suo fiore preferito è il girasole perché sa che "ai girasoli non importa quello che accade intorno a loro, si girano solo verso ciò che conta davvero". Mangia biscotti e ne mangia tanti perché a lui piacciono le "cose" dolci ed è con la dolcezza che plana sui problemi quotidiani della vita.
Chi o cosa rappresenta per te Pupipantù? E perché l'hai chiamato proprio così?
Pupipantù rappresenta lo spirito del fanciullo che vive in ciascuno di noi, nel suo nome ho fatto riferimento al termine "pupi" del dialetto siciliano e ho collegato la sua personalità a quella giocosa e complessa del dio Pan. Nel nome ho lasciato due iniziali in riferimento a due nomi An (il mio) Tu (l'amico con cui dialogare e riflettere) perché Pupipantù potresti essere anche tu!
La musica ha un suo ruolo in questo libro. Le filastrocche, infatti, grazie alle rime semplici e alle ripetizioni di parole, hanno un evidente uso pedagogico e rendono la lettura gioiosa. Anche per Pupipantù la musica è importante quando si sente triste. Ci racconti questo episodio del libro e il suo messaggio?
Pupipantù è un amante della musica e ho scelto la rima per far ballare le parole tra loro. Il movimento delle parole genera un suono come le note su un pentagramma, di cui un musicista già ad una prima occhiata riesce a sentire il ritmo solo guardando lo spartito. È il ritmo che alleggerisce la lettura e in questo caso la rende soffice. Quando il protagonista è triste prova ad alleggerire la tristezza con un po' di musica, non scaccia via la tristezza ma si ferma con lei, prova ad ascoltarla e tramite le note tristi prova a comprendere il significato dell'intero messaggio. In una melodia di solito preferiamo le parti più belle ed emozionanti, tuttavia è il parametro di ciò che non ci piace che ci dà la misura di ciò che ci piace; è la tristezza che ci permette di apprezzare la felicità; è il buio che ci fa apprezzare la luce. Lui non scaccia via la tristezza, ma la affronta. Il pericolo di scacciare la tristezza è quello di restare sempre gli stessi, di non capire ciò che succede attorno a noi e può condurre alla confusione o al panico. Il prefisso pan- dal greco significa "tutto" e, in effetti, quando veniamo colti da un attacco di panico tutto ci fa paura! Ecco allora che la musica può ristabilire il giusto ritmo, ripartendo dal rumore del nostro respiro, dai battiti del nostro cuore, ascoltandoli/ascoltandoci, rimettiamo un po' di ordine e riprendiamo la nostra danza quotidiana.
Ho trovato davvero belle e quanto mai attuali le due storielle che riguardano la guerra: in una Pupipantù apre l'ombrellino della pace per allontanare la guerra; nell'altra storia, invece, per proteggersi da essa, il nostro piccolo protagonista ci invita a cucire nella nostra mente un paracadute fatto di parole amorevoli come, ad esempio, Fede, Speranza, Empatia, Affetto, Dolcezza e Pazienza. Quanto è importante parlare di questi temi, anche drammatici come la guerra, ai bambini?
Ritengo che ogni giorno dobbiamo provare ad affrontare le sfide della vita in maniera corretta. L'odio, la guerra, la violenza, la vendetta sono sempre in agguato e non è semplice liberarsi di quel furore che scatenava il dio Pan quando viene disturbato. Un grande filosofo diceva: «Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te». Per quello penso possa essere utile un ombrello di parole per proteggersi dalla profondità del male. È importante parlare e spiegare ai bambini temi difficili come questi e dare loro la possibilità di conoscere il male, perché solo la conoscenza darà modo di potere e sapere distinguere le luci dalle ombre e il bene dal male.
Sono tante le storielline che mi sono piaciute molto e per motivi diversi. Ad esempio, quella sul palloncino della felicità perché ci invita a stringerlo un po' di più quando stiamo vivendo tempi brutti; quella del "è sempre giusta l'ora" per fare la pace, chiedere scusa, fare una coccola; ho trovato adorabile il pasticcio con il gelato perché, oltre alla condivisione, "Il bello del gelato sai qual è? Che ci appiccichiamo io e te!"; e, ancora, quella sulle onde del mare che ci invita ad ascoltare la nostra voce interiore. Qual è la storia che a te piace di più o a cui ti senti più legata tra tutte quelle del tuo libro?
Forse quella che amo di più in questo momento è quella legata al mare e alle sue onde. A me piacciono molto gli aforismi e le citazioni perché in breve sintetizzano concetti complessi e regalano immagini poetiche potenti, ecco perché voglio citarti Carl Gustav Jung che disse: "Il mare è come la musica: contiene e suscita tutti i sogni dell'anima".
Hai altri progetti editoriali in corso o che vorresti sviluppare in futuro? Magari un secondo volume di Pupipantù?
Ho in mente diversi progetti, tante storie, tutte diverse tra loro e contemporaneamente voglio continuare le storie di Pupipantù. In futuro voglio far uscire altri sogni dai miei cassetti che, come puoi immaginare, sono pieni come di biscotti le tasche di Pupipantù!
(articolo a cura di Giorgia Blue Gigliuto)
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