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Francis Scott Fitzgerald può essere considerato una vera e propria icona dell'età del Jazz. Si tratta degli anni che vanno dal 1918 al 1928, dalla fine della Prima guerra mondiale all'inizio della Grande Depressione, con il crollo della borsa di Wall street nell'ottobre del 1929. In questi anni si assiste alla migrazione degli afroamericani nelle grandi città del nord che portano con sé la loro musica, le cosiddette work song, canzoni cantate nelle piantagioni dagli schiavi. È proprio da queste musiche mescolate con altri stili come il gospel, il blues, il ragtime, nasce in America il Jazz.

La gioventù di Princeton

Nel 1918 Fitzgerald ha solo ventidue anni, ma già si è arruolato come volontario nell'esercito statunitense e mentre la sua unità è in Alabama, durante un ballo al Country Club di Montgomery, conosce Zelda Sayre. È amore a prima vista e i due si fidanzano.

Un anno dopo Fitzgerald viene congedato, inizia a lavorare per un'agenzia pubblicitaria e prova a pubblicare il suo primo romanzo, Di qua dal paradiso. Si tratta di un romanzo che ritrae la società dell'epoca e in particolare quella degli studenti universitari. Il protagonista è Amory, personaggio singolare e un po' narcisista, con una madre apprensiva, che decide di andare a Princeton, proprio come aveva fatto Fitzgerald, prima di abbandonare gli studi per arruolarsi nell'esercito.

Il manoscritto viene rifiutato dall'editore, e Zelda che non ha nessuna intenzione di sposare un uomo povero, rompe il fidanzamento. È un romanzo complicato, dove la narrativa, la poesia e il teatro si mischiano, i personaggi sono a volte incomprensibili, fallimentari e inconcludenti. Fitzgerald lavora alla riscrittura del manoscritto e riesce a pubblicarlo un anno dopo, raggiungendo così l'agiatezza economica che desiderava.


I ruggenti anni Venti

Nel 1920 sposa Zelda a New York. Quello stesso anno viaggiano per la prima volta in Europa, vivendo l'euforia dei ruggenti anni Venti, e diventando un simbolo assoluto di quella vita, tra cinema, letteratura e musica, alimentano vari scandali, partecipano alle feste e ai balli, godendo di quella rinascita fatta di arte, agiatezza e anche di puro sperpero.

E questa vita sconsiderata di feste e baldorie continua anche una volta tornati a New York. Qui si stabiliscono a Long Island, luogo dove sarà ambientato il terzo romanzo di Fitzgerald, quello che diventerà quasi una metafora di quegli anni, Il grande Gatsby. La vita di Gatsby è un po' la vita dello stesso autore in quegli anni: Fitzgerald dà continuamente grandiose feste mondane, ma a differenza di Gatsby spende molti più soldi di quelli che ha e si indebita continuamente. E allo sperpero si aggiunge il vizio dell'alcol a cui si lascia andare e i tradimenti sia da parte sua che di Zelda, che minano la stabilità della coppia, che nel frattempo ha avuto una figlia.

Ma non è ancora tempo per Il Grande Gatsby, che verrà dopo. In questo periodo Fitzgerald sembra proprio voler ritrarre quella società dissoluta, con tutte le sue contraddizioni, nel 1922 pubblica il romanzo Belli e Dannati e la raccolta Racconti dell'età del jazz dove è presente il famoso racconto da cui è stato tratto il film con Brad Pitt, Il curioso caso di Benjamin Button.


Fallimento e pazzia

Nel 1925 Fitzgerald con la famiglia va via da New York e si stabilisce a Parigi, ed è a quel punto che pubblica Il grande Gatsby, il suo terzo romanzo. L'opera però non ha un grande successo, viene anzi molto criticata. Su alcuni giornali si legge "L'ultimo disastro di F. Scott Fitzgerald". È triste dire che l'autore morirà nel 1940 senza conoscere il trionfo incredibile dell'opera, portata poi sul grande schermo da diversi registi, l'ultimo nel 2013 con protagonista Leonardo Di Caprio. Voleva ritrarre quella sfrenatezza dell'età dell'oro del 1922, ma la stessa società che lui descrive, lo rifiuta.

Nel 1926 Fitzgerald inizia la scrittura di un nuovo manoscritto, Tenera è la notte, ambientato in Costa Azzurra, che verrà pubblicato dopo nove anni e numerose versioni.

Se anche qui il suo romanzo sembra un ritratto della società, la trama ha una struttura molto solida e le tematiche della sua vita personale emergono chiaramente. Insieme alla frivolezza delle spiagge francesi è evidente il tema della pazzia, e il chiaro riferimento alla schizofrenia della moglie.

Un romanzo singolare, che racconta di un gruppo di personaggi, delle loro instabilità e le loro fragilità, molto realistici, profondamente contraddittori, in una cornice che appare quasi come il racconto di un sogno.

Da lì in poi, l'età del Jazz è un ricordo, spazzato via dal giovedì nero di Wall Street. Di quegli anni rimane la malattia sempre più grave di Zelda e il problema dell'alcolismo di Scott.

Un fuoco che si riaccende

L'ultimo romanzo che l'autore scrive è Gli ultimi fuochi, che non riesce a finire e viene quindi completato e pubblicato postumo dall'amico Edmund Wilson nel 1941.

E grazie a questo libro l'autore viene riscoperto, e così un anno dopo la morte, le sue opere vivono un nuovo successo.

I suoi personaggi oltre le righe, fuori posto, in contraddizione con un mondo dominato dalle regole del denaro, riprenderanno vita e rimarranno nella storia della letteratura. Ed è proprio questa la sua forza, che quei personaggi così realistici, così persi, sono il ritratto della fragilità umana.

Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo o isolato da nessuno. Tu appartieni.
- Francis Scott Fitzgerald -

(articolo a cura di Vanessa del Chiaro Tascon)

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