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Grande meraviglia (2023, Einaudi) è il romanzo della scrittrice napoletana Viola Ardone vincitore del premio Sila '49 per la Letteratura. Si racconta la storia dell'incontro tra il dottor Meraviglia ed Elba per poi allargare l'ascolto ad un insieme molto più vasto di voci nelle quali si sente, oltre tutte le difficoltà, un potentissimo amore per la vita. Abbiamo avuto l'onore e il piacere di intervistare l'autrice per entrare ancor di più dentro questo libro commovente e profondo che ha conquistato moltissimi lettori.

 "Grande meraviglia" chiude la cosiddetta "trilogia del Novecento" composta da "Il treno dei bambini" e "Olivia Denaro" basata sugli eventi del dopoguerra. Come è nata l'idea? Era un progetto ben definito sin dall'inizio o è maturato in corso d'opera?

Il progetto è nato strada facendo, non avevo voglia di scrivere un seguito del Treno dei bambini perché la storia che volevo raccontare per me finiva lì, ma il metodo che avevo inventato con quel libro mi sembrava ancora valido, ho pensato di andare avanti a esplorare la nostra storia recente e quindi gli anni Sessanta con Oliva Denaro e infine i primi anni Ottanta con Grande Meraviglia, che poi arriva fino ai giorni nostri.

Raccontare una storia che affronta insieme tanti temi delicati come la psichiatria, la vita nei manicomi, la genitorialità putativa, i diritti delle donne non era una sfida facile. Ci sono stati momenti in cui ha pensato di "limitare" o limare qualcosa?

Mi sembrava che tutti questi temi fossero collegati, l'uno dentro l'altro come delle scatole cinesi, d'altra parte i miei non sono romanzi "a tema" anche se sono innervati sulla realtà, piuttosto le storie che racconto mi portano su determinate tematiche, che poi sono quelle che mi stanno a cuore: i rapporti familiari, il rapporto tra passato e presente, la libertà del singolo e di una comunità, i diritti e le battaglie silenti o rumorose, la solidarietà.

Il personaggio di Fausto Meraviglia racchiude in sé idee e convinzioni nei confronti delle quali il lettore si trova a provare sentimenti contrastanti senza comunque poter fare a meno di continuare ad "ascoltarle". Si è rifatta a qualcuno per la costruzione di una figura così piena di sfaccettature?

Fausto Meraviglia sono io, o meglio è un concentrato dei miei difetti e di qualche mio pregio elevati a potenza. Ma è anche un uomo che rappresenta la sua epoca, in cui molte cose sembravano possibili, la rivoluzione a portata di mano, la speranza in un futuro più roseo del passato. La delusione sua è anche la mia, forse ogni fase della vita ha la sua senilità.

Nel romanzo tutti i personaggi cercano salvezza, ognuno, anche se con un background differente, cerca di raggiungere la stessa cosa e lei lo ricorda spesso: "Tu meriti salvezza", "Salvarsi non è una colpa". Cos'è per lei la salvezza? Cosa ha significato nella sua vita e cosa significa in questo libro?

Per me la salvezza consiste nell'avere la possibilità di scegliere. Quindi essere liberi, quindi non patire ristrettezze economiche, quindi potersi esprimere liberamente, quindi non avere condizionamenti o giudizi che impediscano di muoversi nel mondo. Salvarsi può significare anche tradire un maestro, la libertà può passare anche per il tradimento.

Ci sono tanti piccoli "insegnamenti" nel corso della lettura che impreziosiscono la narrazione, mi ha colpito soprattutto la frase "l'amore degli altri non dipende mai interamente da noi". Crede che per Elba fosse questa la lezione più importante da imparare?

Per me lo è stato, ho capito questa cosa: che essere amati non è un merito né una conquista, avviene in maniera misteriosa e imprevedibile, per questo l'amore si apparenta alla follia.

Il desiderio e la lotta per la libertà, perfettamente incarnate dalla storia e dal personaggio di Elba, sono centrali perché come scrive "La libertà è tutto ciò che dobbiamo a noi stessi." Essa però assume una valenza sociale; non si tratta più della libertà di una ragazza ma di quella di un'intera comunità che solo con la legge Basaglia vedrà finalmente cambiare qualcosa. Crede che il suo testo possa essere uno stimolo per tutte le battaglie che ancora oggi è necessario portare avanti?

Ci sono battaglie che oggi sembrano avere tempi lunghi ed esiti incerti. Parlo dello ius scholae, del fine vita, dei diritti dei figli delle coppie omosessuali, della possibilità per single e omosessuali di adottare. Un giorno queste battaglie saranno vinte, ci guarderemo indietro e penseremo: come eravamo arretrati!

Concludo con una curiosità: nel 2020 il suo collega Daniele Mencarelli ha scritto il romanzo "Tutto chiede salvezza" su tematiche simili a quelle che ha poi affrontato lei successivamente. Ha letto questo libro? L'ha in qualche modo ispirata?

Ho letto il libro di Daniele dopo aver scritto il mio, ne ero incuriosita ma non volevo che la sua storia mi influenzasse, e in effetti ho scoperto che si tratta di narrazioni molto differenti, la sua è tutta sul presente e centrata sul sé, sull'esperienza personale. Il mio è un racconto generazionale, in cui il tema della follia è lo scenario sul quale raccontare le vite di tante persone diverse.


(articolo a cura di Sveva Serra)

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