
Il 22 febbraio di ogni anno cade lo S-connessi Day, una giornata in cui si rinuncia, per quanto possibile, a smartphone e internet: non si mandano messaggi vocali, non si scrolla sui social media, non si googla. L'obiettivo è dare la spinta a un comportamento che si spera diventi abitudine: non solo per un giorno all'anno, ma tutti i giorni (almeno) per un'ora al giorno spegnere lo smartphone.
Lo S-connessi Day nasce nel 2018, dopo l'uscita dell'omonimo film di Christian Marazziti, che evidenzia con ironia il problema della dipendenza da smartphone.
La dipendenza da smartphone è tanto recente quanto preoccupante e non riguarda solamente le generazioni più giovani. Patologie come la nomofobia, la paura di rimanere sconnessi, o la FOMO (fear of missing out), il timore di perdersi esperienze uniche, riguardano trasversalmente tutte le fasce d'età. Il tempo medio giornaliero di utilizzo dello smartphone è di circa 6 ore, mentre i medici consigliano di non superare le 3 ore, viste le conseguenze dannose sulla salute: danni agli occhi, mal di schiena, mal di testa, disturbi dell'attenzione, inibizione della produzione di melatonina con conseguenti disturbi del sonno e molto altro ancora.
Un digital detox è consigliabile e lo S-connessi Day può essere d'aiuto per iniziare: stabilire delle fasce orarie o dei momenti di utilizzo dello smartphone; disattivare quante più notifiche possibile; non portare lo smartphone a letto e spegnerlo di notte; stabilire un giorno libero dallo smartphone (idealmente nel fine settimana); sostituire funzioni dello smartphone con alternative analogiche: un'agenda, un orologio da polso (non uno smartwatch!), una sveglia sul comodino, un taccuino in cui prendere appunti, un blocco magnetico da attaccare al frigo per la lista della spesa. Bastano questi piccoli accorgimenti per migliorare la nostra qualità di vita.
Lo smartphone e internet hanno cambiato noi, la società, il mondo. Hanno vantaggi impagabili – noi che siamo un club del libro online lo sappiamo bene – ma devono (dovrebbero) essere usati con una certa consapevolezza. La consapevolezza, anche, di tutto ciò che abbiamo perso da quando sono entrati nelle nostre vite.
Qualche esempio? Ve ne diamo ben 100 (dal saggio: 100 cose che abbiamo perso per colpa di Internet di Pamela Paul, Il Saggiatore, 2022). Leggete questa lista, fatela agire su di voi navigando tra i ricordi… e decidete qual è la prima cosa che volete ritrovare!
1. La noia
2. Il punto
3. Quello che sa tutto
4. Perdersi
5. Perdere il biglietto
6. Trovare per caso l'anima gemella
7. Le foto venute male
8. Archiviare i documenti
9. Gli ex fidanzati
10. Essere in ritardo
11. La libertà di non avere i genitori sempre addosso
12. Il guidatore designato
13. La telefonata
14. I formulari sanitari
15. Non doversi preoccupare sempre di come ci vedono gli altri
16. La biblioteca scolastica
17. Scovare delle chicche nei mercatini delle pulci
18. Le rimpatriate del liceo
19. "Nessuno si è ricordato del mio compleanno"
20. Il telefono in cucina
21. Il pasto in famiglia
22. L'umiliazione privata
23. Il topo di biblioteca
24. Girare per vetrine
25. Rimanere soli con se stessi
26. La produttività
27. Le lettere del direttore
28. Immergersi in uno spettacolo
29. Il Rolodex
30. Affidarsi al dottore
31. Essere i primi
32. Essere gli unici
33. I biglietti di auguri di compleanno
34. Una buona notte di sonno
35. Conoscere a memoria i numeri di telefono
36. Il giornale
37. Le opinioni impopolari
38. I viaggi in solitario
39. Le scartoffie
40. Le telefonate perse
41. Il dizionario spagnolo-inglese
42. La pazienza
43. Ignorare le persone
44. Le schede didattiche
45. L'anzianità di servizio
46. Guardare fuori dal finestrino
47. La guida tv
48. La cortesia
49. Le receptionist
50. Le feste in famiglia
51. Lasciare un messaggio
52. Giochi e giocattoli
53. Le mappe
54. L'empatia
55. Le lettere scritte a mano
56. Le tecnologie superate
57. Vivere il momento
58. L'ortografia
59. I dischi
60. Non sapere che tempo farà
61. Leggere prima di addormentarsi
62. L'interruzione di chiamata
63. L'intervallo di attenzione
64. Il campo estivo
65. Il RSVP
66. I libri di testo
67. La vacanza
68. L'agenda
69. Guardare la gente negli occhi
70. Lavorare da soli
71. Le riviste patinate
72. Chiedere educatamente
73. Chiacchierare con gli sconosciuti sull'aereo
74. Il libretto degli assegni
75. Non sapere che vi siete persi
76. La calligrafia
77. "Mi scusi"
78. Le letterine di Natale
79. Ricordarsi chi è quell'attore
80. Passarsi i bigliettini
81. Il giorno di malattia
82. I segreti
83. Gli schedari a cassetti delle biblioteche
84. La lezione universitaria
85. La memoria
86. Le sale cinematografiche
87. Perdere il manuale delle istruzioni
88. L'appuntamento al buio
89. L'enciclopedia
90. Quello nuovo
91. Il panorama
92. Le tesserine dello Scarabeo
93. L'umiltà
94. I bignami
95. L'attenzione esclusiva di mamma e papà
96. La tastiera cieca
97. Gli album di foto
98. Dimenticare le cose
99. I segnali sociali
100. Mettere la parola fine
(articolo a cura di Elisa Kirsch)
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