Martedì, 04 Novembre 2025

"Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

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26/01/2021 20:11 #49907 da VFolgore72
Risposta da VFolgore72 al topic "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Ma i personaggi dei libri li crediamo sempre immortali, sopratutto a quei personaggi che più ci affezioniamo.

”NON RINNEGARE, NON RESTAURARE”

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05/02/2021 17:04 #50584 da Novel67
Do il mio contributo a questa discussione, con argomentazioni ch'io spero risultino - secondo la classificazione proposta dal saggio che ci sta illustrando Guido B) - di tipo A1 o perlomeno A2, ma che soprattutto vorrei evitare ricadessero in A3 :lol:

Ricordo che ancor prima di sfogliare l’ultima pagina del libro, avevo pensato: questo romanzo entrerà diretto nella mia personale top ten di tutti i tempi. Ed ora, terminata la lettura, confermo: bellissimo; sia per forma, sia per contenuto.

Ripercorrendo i commenti di chi m’ha preceduto m’è parso tuttavia di cogliere una mancanza. Chiarisco: non è che non sia d’accordo con tutto quanto è stato detto (la Sicilia, i siciliani, l’immobilismo, il cambiamento, il trasformismo, la nobiltà, il Gattopardo …), ma un tema – ch’io ho invece percepito come principale e fondamentale – sembra sia sfuggito.

Qual è il vero significato di un’opera – per molti versi singolare nel panorama della letteratura italiana - come Il Gattopardo? E’ solo un romanzo storico, come viene generalmente etichettato? E’ una denuncia sociale? E’ nostalgia di un passato mitizzato?

Leggendo, io mi sono persuaso di questo: che il libro altro non sia che una composta (e forse anche un po' commossa) elegia sulla precarietà dell’esistenza ed una meditata riflessione sul progressivo incedere di una fine cui tutto è soggetto.

Per quanto si possa essere inclini o refrattari al cambiamento, nulla dura per sempre. I Borboni, la monarchia, il casato, la terra, i palazzi, le stanze, gli arredi, i corredi, gli amori, il prestigio, gli affetti … e persino i ricordi (che da soli danno un senso a quell’ultimo capitolo): nulla sopravvive all'erosione del tempo.

Uomini, animali, cose e sentimenti: tutto passa; tutto è destinato a sgretolarsi, a perire. Non a caso la morte – o il pensiero della morte - è una presenza sempre incombente e ricorrente ad ogni pagina del romanzo, dalla prima ( Nunc et in hora mortis nostrae. Amen. ) all’’ultima riga ( Poi tutto trovò pace in un mucchietto di polvere livida ), che fanno quasi da iscrizioni sepolcrali all’intera vicenda.

Eppure, per quanto continua ed insistente, questa presenza non è mai troppo inquietante, e tanto meno disperante: il protagonista infatti - quasi fosse un innamorato - non la fugge, ma la cerca e (secondo la felice espressione di Tancredi) quasi la corteggia, in una sorta di cupio dissolvi che non ha in sé la promessa d’una vita futura, bensì un mero desiderio di sereno annullamento e/o di ricongiungimento con un’Eternità depurata da ogni riferimento religioso.

Ma forse sto divagando troppo. Resta comunque la sensazione di una magnifica lettura, suggestiva e profonda, che trova a mio avviso il suo corrispettivo in un altro grande romanzo del ‘900 europeo, I Buddenbrook di T. Mann, che in ultima analisi ripropone – pur attraverso la descrizione d’ambienti e ceti sociali diversi - lo stesso affascinante ed irrisolvibile dilemma: che ne sarà di noi?
I seguenti utenti hanno detto grazie : bibbagood, Bibi, mulaky, davpal3, nautilus, Margarethe

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24/03/2021 14:46 #51622 da porthosearamis
Risposta da porthosearamis al topic "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Novel67 ha scritto: Qual è il vero significato di un’opera – per molti versi singolare nel panorama della letteratura italiana - come Il Gattopardo? E’ solo un romanzo storico, come viene generalmente etichettato? E’ una denuncia sociale? E’ nostalgia di un passato mitizzato?

Leggendo, io mi sono persuaso di questo: che il libro altro non sia che una composta (e forse anche un po' commossa) elegia sulla precarietà dell’esistenza ed una meditata riflessione sul progressivo incedere di una fine cui tutto è soggetto.

Per quanto si possa essere inclini o refrattari al cambiamento, nulla dura per sempre. I Borboni, la monarchia, il casato, la terra, i palazzi, le stanze, gli arredi, i corredi, gli amori, il prestigio, gli affetti … e persino i ricordi (che da soli danno un senso a quell’ultimo capitolo): nulla sopravvive all'erosione del tempo.



concordo pienamente...
in questo Tomasi di Lampedusa è ancora uno scrittore romantico ed è la ragione per cui molti hanno criticato Tomasi di Lampedusa, accusandolo di aver scritto un romanzo troppo vecchio nelle tematiche e nei contenuti

a riprova di quanto detto, associo sempre Il Gattopardo alla poesia Ozymandias, precedente di almeno cento anni:

"I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Novel67

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10/09/2022 10:41 - 10/09/2022 10:43 #60499 da Bibi
Finalmente qualche mese fa sono riuscita a recuperare questo libro che volevo leggere da tanto tempo.

L'ho trovato bellissimo, affascinante sia per il modo in cui è scritto, sia per l'ambientazione, le descrizioni, l'aria che si respira leggendolo sempre in bilico tra fasto e decadenza.
Il tema principale del libro, come è stato già detto, è il tramonto della nobiltà siciliana e l’alba della borghesia arricchita. Concordo con voi che il monologo del principe quando parla con Chavelly è la parte più bella e significativa del libro.
Indubbiamente è Fabrizio il protagonista del libro, che incarna proprio il tramonto della nobiltà siciliana e il carattere dei siciliani che ci rappresenta abbastanza bene anche oggi, (purtroppo o per fortuna, non lo so!  ), mentre Angelica è il ritratto della borghesia arricchita che ha bisogno di un cognome importante per affermare lo status della famiglia.

Da qui in poi metto tutto sotto spoiler per sicurezza.

Attenzione: Spoiler!


Una lettura davvero bellissima, che ho affrontato con la lentezza necessaria, pagina per pagina e capitolo per capitolo, ritrovandomi a rileggere per intero alcuni capitoli per due e tre volte consecutive. 

Che voglia di scoprire la storia della nobiltà siciliana!

Adesso vado a rileggere tutti i vostri commenti che dall'ultima volta che li ho letti è trascorso troppo tempo. 
Ultima Modifica 10/09/2022 10:43 da Bibi.

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12/09/2022 08:49 #60512 da Bibi
rileggendo ho trovato un errore, scusate, intendevo dire 
Attenzione: Spoiler!

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23/06/2025 18:11 #71287 da SerenaM
Ho iniziato l'altro ieri a leggere il formato cartaceo, e devo dire che l'introduzione mi ha scoraggiata non poco   l'ho trovata un po' noiosa, mi accodo a quanto avete scritto.
Ho cercato di compensare con l'audiolibro (su Storytel Il Gattopardo lo legge Toni Servillo), ma non sta funzionando granché neanche così   
Sarà che i romanzi storici non mi appassionano, sarà lo stile di scrittura, sarà che fin'ora la trama non è avanzata di nulla... Cercherò di portare a termine la lettura, ma per il momento non mi sta dicendo nulla 

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24/06/2025 20:06 - 24/06/2025 20:06 #71302 da SerenaM
Ho finito la prima parte e da poco ho iniziato la seconda. 
Ho letto qualcuno dei vostri commenti per capire se la storia si sarebbe evoluta (Sì, mi sono fatta auto-spoiler  ​​​​​​). 
Per il momento mi sembra più protagonista l'atmosfera decadente. Lo stile trasmette proprio l'idea di questa nobiltà sul viale del tramonto, che non si arrende al progresso ma che vede scivolare via le vecchie convenzioni sociali in modo inesorabile. 
Sono arrivata alla parte in cui 
Attenzione: Spoiler!

 
Ultima Modifica 24/06/2025 20:06 da SerenaM.
I seguenti utenti hanno detto grazie : mulaky, Sax2787

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26/06/2025 10:57 #71319 da Sax2787
Ho appena iniziato a leggere e purtroppo non mi sta prendendo molto, lo trovi un po' "lento" confido cmq che la situazione migliorerà! Ho letto solo alcuni commenti per evitare spoiler e concordo con quanto scritto da SerenaM sull'atmosfera decade.

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01/07/2025 23:04 #71375 da SerenaM
Ciao forum!
Sono rimasta impantanata alla parte seconda ... non è veramente il mio genere! 
Mi sembra che sia tutto eccessivamente statico. Ho colto perfettamente il punto di vita dell'autore, ma lo trovo forse eccessivamente ridondante. L'unica cosa che ha solleticato il mio interesse è stata la vicenda Angelica-Tancredi-Concetta, che ha poco a che fare con la storia e molto con le passioni umane 
Cercherò di sforzarmi per terminare la lettura, ma non prometto miracoli! 

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07/07/2025 15:27 #71419 da SerenaM
Sono miracolosamente riuscita ad andare avanti! Sono alla parte sesta 
Mi accodo a coloro che hanno detto che il discorso tra Chevalley e don Fabrizio, nella parte quarta, è forse la parte centrale dell'intero romanzo.
I punti centrali, quelli che mi hanno colpita di più, sono stati: 

Non nego che alcuni Siciliani trasportati fuori dall'isola possano riuscire a smagarsi; bisogna però farli partire quando sono molto, molto giovani; a vent'anni è già tardi; la crosta è già fatta, dopo: rimarranno convinti che il loro è un paese come tutti gli altri, scelleratamente calunniato; che la normalità civilizzata è qui, la stramberia fuori.

Io che vivo in Sicilia da sempre mi sono bloccata di fronte alle parole di don Fabrizio, perché è la pura verità: io non vedo che con gli occhi di chi conosce questa sola realtà; è solo quando mi interfaccio con chi è abituato a tutt'altro contesto che mi rendo conto che ciò che per me è normalità è un disservizio, una bruttura, un qualcosa che non avrebbe dovuto essere fatto a quel modo. 

Chevalley pensava: "Questo stato di cose non durerà; la nostra amministrazione, nuova, agile, moderna cambierà tutto". Il Principe era depresso: "Tutto questo" pensava, "non dovrebbe poter durare; però durerà, sempre; il sempre umano, beninteso, un secolo, due secoli ...; e dopo sarà diverso, ma peggiore".

Qui ho sentito Verga, "munnu ha statu e munnu è". Quante volte abbiamo sentito questo esatto scambio alla vigilia delle nuove elezioni, ai referendum, in fila per le urne, durante i comizi politici? Questo alternarsi di speranze di trasformazione, di un futuro diverso, migliore; e di amare constatazioni che nulla cambierà, perché nulla è mai cambiato, e ci sono abissi ben più oscuri entro cui è possibile cadere. C'è infine un passaggio che mi ha colpita molto per l'estrema attualità: 

"Lei non lo sa ancora, ma da noi si può dire che nevica fuoco, come sulle città maledette della Bibbia; in ognuno di quei mesi se un Siciliano lavorasse sul serio spenderebbe l'energia che dovrebbe essere sufficiente per tre; e poi l'acqua che non c'è o che bisogna trasportare da tanto lontano che ogni sua goccia è pagata da una goccia di sudore; e dopo ancora, le piogge, sempre tempestose che fanno impazzire i torrenti asciutti, che annegano le bestie e gli uomini proprio lì dove una settimana prima le une e gli altri crepavano di sete. 

Mi ha stupita la precisione di questa descrizione: in Sicilia abbiamo ancora siccità estreme ed estreme piogge; certe zone del catanese e dell'ennese, e quasi tutto il palermitano, restano senz'acqua per lunghi periodi durante il periodo estivo. "Nevica fuoco" è un'espressione così eloquente che mi ha colpita dritta al cuore.  
Da un romanzo che fino a questo momento era filato liscio, senza scossoni, non mi sarei mai aspettata di ritrovarci la mia terra così profondamente. 

Chiudo il commento dicendo che la parte quinta su Padre Pirrone mi è piaciuta molto! Ho adorato la saggezza del prete di campagna che dirime la querelle 

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Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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