Appena terminato, libro francamente eccezionale per molti motivi.
Anzitutto, relativamente allo stile, fa impressione alternare letture contemporanee ai classici. Mi viene da chiedermi se si tratti in entrambi i casi di letteratura, se scritti dal contenuto e dalla ricchezza così diversi possano davvero compararli. In una qualsiasi pagina del Gattopardo c'è un lessico, una sintassi, una profondità di riflessioni e concetti che spesso non si trovano in interi libri contemporanei, pure di successo.

Quanto al contenuto, nel Gattopardo, come nei grandi romanzi, c'è tutto: storia, politica, amore, filosofia, persino un po' di erotismo. Meravigliosamente completo. 

Credo anche che una parte del mio giudizio sia influenzata dalla mia origine siciliana. Alcuni passaggi, come ha osservato Serena, colpiscono con grande forza. Io sono stato impressionato da uno (tra tanti) “paesaggistico”: “l’aspetto vero della Sicilia, quello nei cui riguardi città barocche ed aranceti non sono che fronzoli trascurabili. L’aspetto di un’aridità ondulante all’infinito, in groppe sopra groppe, sconfortate e irrazionali, delle quali la mente non poteva afferrare le linee principali, concepite in una fase delirante della creazione”.

Leggendolo, mi vengono perfettamente in mente alcune zone della Sicilia.  Avevo letto questo libro in parte al liceo, a scuola. Sinceramente penso che questo, come molti altri, non sia molto adatto alla scuola, almeno quanto al contenuto. Troppe sono le sfumature e troppi sono i riferimenti che si colgono solo crescendo.