L'idiota è stato il primo romanzo che ho letto e l'unico di cu non ricordo nulla per cui se facciamo una maratone "tutto Dostoevskij" ci sonoGià al capitolo VI sempre della seconda parte, Raskolnikof pensa di andarsi a costituire, esce di casa per questo motivo ma poi si perde per strada, ogni occasione gli serve per fermarsi, per esitare, per non andare a costituirsi.
La descrizione delle prostitute:
Attenzione: Spoiler!Esse parlavano ad alta voce, erano tutte vestite di cotonina e avevano delle scarpe di capretto, ed erano senza cappello. Parecchie avevano passato la quarantina, ma altre non potevano avere più di 17 anni: quasi tutte avevano gli occhi cerchiati di nero.
Tutto questo romanzo è pervaso dalla povertà più nera, dalla miseria morale, dalla corruzione sociale e psicologica.
Ho fatto l'errore di non sottolinearmi quelli che per me sono i punti salienti del romanzo, quindi non sono più in grado di ritrovarli e parlarne. Bello il finale prima dell'epilogo: quattro righe magistrali.
Attendo tuoi altri commenti, così interessanti.
Pensa rileggere i Karamazof? Ma prima voglio rivedere L'Idiota, io lo ricordo come una storia d'amore e con due uomini che si contendono una donna, insomma una storia d'amore, ma niente altro.
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Silvia ti sono infinitamente grata per il tuo commento e la parte riportata dal romanzo. E' un vero piacere leggere con te.silviArki post=61947 userid=6944PARTE VI – CAP 5-6
In questi due capitoli si delinea il vero pensiero di Raskòlnikov, il perché ha ucciso la vecchia usuraia. Non per soldi, non per poter permettere alla sorella di non sposare un vecchio uomo per salvare lui dalla povertà e permettergli di continuare gli studi come vuol far credere lo stesso Dostoevskij al lettore in un primo momento.
Attenzione: Spoiler!Si scopre che Raskòlnikov aveva scritto tempo prima un articolo, pubblicato a usa insaputa ma letto ed analizzato con attenzione dal commissario di polizia, in cui esprimeva il suo pensiero in merito al diritto di uccidere da parte di alcune persone: gli uomini straordinari, come lui stesso li definisce.
L’uomo straordinario è autorizzato a commettere un delitto per la pubblica utilità, che sarà manifesta dopo la morte dell’assassino stesso in molti casi, il superamento dei un “ostacolo” come viene definito l’essere che dovrà sacrificarsi.
iporto di seguito alcune parti importanti.
sostenevate che il compimento del delitto è sempre accompagnato da uno stato morboso. Molto, molto originale, ma... questa parte del vostro articoletto non è ciò che mi ha maggiormente interessato; m'ha interessato un certo pensiero che è alla fine dell'articolo, ma sul quale voi, purtroppo, vi fermate appena, esprimendovi poco chiaramente... Insomma, se ricordate, voi vorreste sostenere che vi sono in questo mondo alcune persone, le quali possono... cioè non solo possono, ma hanno tutto il diritto di commettere ogni sorta di sconcezze e di delitti, e che per quelle persone la legge, in un certo senso, non è stata scritta.
rispose Porfìrij. «Il nocciolo della questione è questo: nell'articolo del signor Raskòlnikov gli uomini sono in certo qual modo divisi in ordinari e straordinari. Gli ordinari debbono vivere nell'obbedienza e non hanno il diritto di violare la legge, dato che sono uomini ordinari. Gli esseri straordinari, invece, hanno il diritto di commettere qualsiasi delitto e di trasgredire in qualsiasi modo la legge, proprio perché sono straordinari.
Io ho puramente e semplicemente espresso il pensiero che l'uomo straordinario ha il diritto... non già il diritto ufficiale, ma un diritto suo, d'autorizzare la propria coscienza a scavalcare... alcuni ostacoli, ma unicamente nel caso che l'attuazione della sua idea (salutare talvolta, forse per tutta l'umanità) lo esiga. (…) Secondo me, se le scoperte di Keplero e di Newton, a causa di qualsiasi circostanza, avessero avuto la possibilità di essere note agli uomini, soltanto mediante il sacrificio della vita di una persona, di dieci, di cento persone, e anche di un numero maggiore di persone, che a quelle scoperte si fossero opposte o che ne avessero ostacolato il progresso, Newton avrebbe avuto il diritto, l'obbligo anzi di sopprimere quelle dieci, quelle cento persone per far conoscere le sue scoperte a tutta l'umanità. Da questo però non bisogna dedurre che Newton avesse il diritto d'uccidere chiunque, a suo piacere, o di rubare ogni giorno al mercato. (…) Insomma io dimostro che tutti gli uomini, non solo i grandi, ma anche quelli che s'elevano appena appena al di sopra del livello comune, quelli che son capaci di dire qualcosa di nuovo, devono assolutamente, a causa della loro natura, essere dei delinquenti, più o meno, s'intende. Altrimenti sarebbe loro difficile uscire dalla carreggiata di tutti e a rimanervi, naturalmente, essi non possono acconsentire, sempre a causa della loro natura, e, secondo me, hanno il dovere di non acconsentire. (…) Credo soltanto nella parte essenziale del mio pensiero. Essa afferma che gli uomini, per legge di natura, si dividono, in generale, in due categorie: la categoria inferiore (quella degli uomini ordinari), che è, per così dire, composta di materiali che servono unicamente a procreare individui simili a loro, e quella degli uomini veri e propri, che hanno il dono o la capacità di dire nel loro ambiente una parola nuova. Le suddivisioni, s'intende, sono infinite, ma i tratti caratteristici delle due categorie sono abbastanza marcati: alla prima categoria, cioè a quella dei materiali, appartengono, in via di massima, gli uomini per natura loro conservatori, morigerati, che vivono nell'obbedienza e hanno piacere d'essere obbedienti. E, secondo me, hanno anche il dovere di esserlo, perché vi sono stati destinati, e, quindi, l'obbedienza non è una cosa umiliante per loro. La seconda categoria è composta di uomini che trasgrediscono la legge, di sovvertitori, o di individui inclini a diventar tali, a giudicare dalle loro attitudini. I delitti di questi uomini, s'intende, sono relativi e molto differenti; quasi tutti chiedono, in forme assai diverse, la distruzione del presente in nome d'un avvenire migliore. Ma se bisogna che uno di essi, per attuare la propria idea, passi, magari, oltre un cadavere, oltre il sangue, egli può, a parer mio, nell'animo suo, in coscienza, dare a se stesso l'autorizzazione di passare oltre il sangue - a seconda però dell'idea e della sua misura - notate queste parole. Soltanto in questo senso io parlo nel mio articolo del diritto a delinquere, che hanno taluni individui. Del resto non c'è ragione d'agitarsi tanto: la massa non riconosce loro quasi mai questo diritto, li punisce e li impicca (più o meno) e con ciò adempie in modo assolutamente giusto la sua missione conservatrice, ma poi, nelle generazioni successive, questa stessa massa colloca quelli, che una volta furono puniti, su un piedistallo e s'inchina dinanzi a loro (più o meno). La prima categoria è sempre padrona del presente, la seconda è padrona dell'avvenire. Gli uomini della prima conservano il mondo e lo aumentano numericamente; quelli della seconda muovono il mondo e lo conducono verso la meta.
Un'enorme massa di gente, i materiali - come li ho chiamati poc'anzi - vive su questa terra soltanto per generare, riunendo tutte le proprie forze, secondo un processo finora segreto, mediante un incrocio di stirpi e di razze, un uomo, magari un solo uomo su mille, che fosse un poco indipendente. Con maggior dose d'indipendenza ne nasce forse uno su diecimila; con una dose ancora più grande, uno su centomila. (Queste son cifre approssimative, che servono a provare la mia idea.) Su molti milioni di uomini comuni nasce forse un solo uomo geniale.
La sofferenza, il dolore sono l'inevitabile dovere di una coscienza generosa e d'un cuore profondo. Gli uomini veramente grandi, credo, debbono provare su questa terra una grande tristezza
Dopo il colloquio avvenuto con Porfirji; Raskòlnikov torna a casa e comincia il suo vero delirio, il senso d colpa sembra far breccia nel suo animo ma forse è soltanto un’impressione di pietà che Dostoevskij vuole farci provare verso il protagonista? Raskòlnikov pensa di aver agito correttamente nell’uccidere la vecchia, che lui stesso definisce un “pidocchio”, un essere inutile, tornando al concetto di uomo straordinario di cui sopra anche se lui non si sente tale.
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probabilmente fai riferimento agli incubi che fa nella bettola prima di suicidarsi. In realtà sul libro si dice "sogni uniti a ricordi" quindi non è ben chiaro se la ragazzina suicida che lui vede nella sua bara è frutto del dormiveglia o un ricordo. Però considerato che poi userà l'ultimo colpo della rivoltella per ammazzarsi mi verrebbe da pensare che i sensi di colpa per quello che ha fatto nella sua vita lo portino al gesto estremo e, quindi, quella ragazzina suicida era stata abusata da lui.Anch'io sono stata colpita dal personaggio Svidigajlov, ingigantito è il lato oscuro di Dostoevskij che lui porta in vita n ei suoi romanzi. in qualche parte della sue confessioni, si accenna a una ragazzina da lui abusata. non mi ricordo dove se ne accenna, ma c'è riportata più volte.
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Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori
Avete votato per il libro del mese di Settembre? Avete tempo fino al 16, vi aspetto qui!
Palermo a Settembre?
Non tutti insieme è... buahahahah!
Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller?
Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum
Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie
Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC
Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨
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