Mercoledì, 05 Novembre 2025

"Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati

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02/02/2021 10:19 - 02/02/2021 10:19 #50355 da nautilus
Risposta da nautilus al topic "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati

Federico ha scritto: Mi piace la tua speranza finale, anche se il pianto potrebbe essere soltanto una resa.
In entrambi i casi si tratta di una presa di coscienza.

Sono ottimista per natura, ma anche la tua interpretazione ha molto senso.
Quando termino un libro ho bisogno di metabolizzarlo altrimenti mi sembra di non averlo letto, perchè poi nel tempo non ricordo la trama ma le sensazioni che mi ha lasciato.
Sono qui che rimugino e mi chiedo e vi chiedo, il sogno finale di Antonio, che lo ha reso così felice, non può essere la metafora di una nazione che sogna di rialzare la testa e prova l'ebbrezza di essere di nuovo libera?
E invece la violenza di Edoardo, ma anche la morte di Ermenelgildo, non è la metafora dell'essere umano che nonostante la conoscenza e il sapere perde la sua dignità se privato di ogni forma di libertà?

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Ultima Modifica 02/02/2021 10:19 da nautilus.

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02/02/2021 17:14 - 02/02/2021 17:21 #50398 da VFolgore72
Risposta da VFolgore72 al topic "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati
Ho letto i vostri commenti, alcuni condivisibili, altri meno. Ma sopratutto ho apprezzato la volontà di affrontare un tema così ostico senza per forza “abbandonare” il discorso, perché uno la pensa in modo diverso.

”NON RINNEGARE, NON RESTAURARE”
Ultima Modifica 02/02/2021 17:21 da VFolgore72.

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02/02/2021 18:54 - 02/02/2021 18:55 #50426 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati

Nautilus ha scritto: Come al solito Lorenzo i tuoi commenti sono molto belli e interessanti, però quello che scrivi mi getta nello sconforto.
Non posso credere che la mentalità in cui Edoardo e’ cresciuto sia stata determinante al compimento dell’infausto gesto di violenza. È come dire che a nulla serve ampliare i propri orizzonti attraverso la conoscenza, tanto si rimane lì, fermi al punto di partenza, senza alcuna evoluzione. Ho visto invece quell’evento riprovevole come un vero senso di smarrimento di Edoardo in un momento storico in cui non sapeva più a chi e a cosa credere, poiché anche la liberazione dal fascismo, tanto desiderata, lo ha deluso.
Un uomo senza più ideali, senza più sogni, senza più speranze, che ha subito un’involuzione a causa della privazione della libertà di pensiero e parola prima a causa dei fascisti e poi dei presunti liberatori, non è più un uomo e la violenza è l’ultimo gesto estremo di questo processo involutivo. Il pianto successivo e liberatorio forse segna la rinascita.

Allora: riconosco che la tua ipotesi potrebbe essere corretta; io stesso della mia non sono assolutamente convinto: è solo l'impressione che ho avuto :)

Rispondo però in merito alla prima parte del tuo discorso: cosa c'entra lo sconforto? :cheer: Io sono un sostenitore delle recensioni personali, ma non posso personalizzarle tanto da "inventarmi" il finale che avrei preferito. Soprattutto, cerco di evitare di "trasferire" i miei pensieri o le mie emozioni ai personaggi di un libro: piuttosto, tendo a riscontrare in me delle somiglianze. Che non sempre, peraltro, sono positive. Ecco perché l'essere ottimisti o pessimisti mi pare non serva a spiegare il comportamento di Antonio o Edoardo. Magari più opportuno sarebbe cercar di capire se ottimista o pessimista fosse l'Autore. Io ho avuto l'impressione non lo fosse: mi spiego così un finale che a me è parso particolarmente amaro e - questo sì - sconfortante (ma anche del tutto plausibile e realistico) ;)

PS: ti prego, non pensare ch'io per qualche motivo me la sia presa per quanto hai scritto e che t'abbia risposto per ripicca. Mi piace anzi vedere che questo libro dà modo di confrontarsi in maniera serena anche sul come ci approcciamo ad un testo :)
Ultima Modifica 02/02/2021 18:55 da Novel67.
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02/02/2021 23:18 #50440 da nautilus
Risposta da nautilus al topic "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati

Novel67 ha scritto: PS: ti prego, non pensare ch'io per qualche motivo me la sia presa per quanto hai scritto e che t'abbia risposto per ripicca. Mi piace anzi vedere che questo libro dà modo di confrontarsi in maniera serena anche sul come ci approcciamo ad un testo :)

Perchè mai dovrei pensare che tu mi abbia risposto per ripicca? Ci stiamo confrontando su una lettura e sulle impressioni che ne abbiamo avuto. Mi sono posta e vi ho posto degli interrogativi, a cui anzi mi fa molto piacere che tu abbia risposto, proprio perchè secondo me il finale può dar spazio a diverse interpretazioni. Non si tratta di inventare finali che più ci aggradano, si tratta di darne un'interpretazione ovviamente plausibile.
Il mio commento al tuo post quindi non era per dire che hai dato un'interpretazione errata del romanzo, anche perchè io non so qual è l'interpretazione esatta (potrebbe dircela solo Brancati). Noi qui facciamo supposizioni. Non sapremo mai se l'autore fosse ottimista o pessimista, però credo che in base al nostro sentire ed essere si possa interpretare un finale di un libro. A volte anche il momento che viviamo puo' farci interpretare in un senso piuttosto che in un altro. A me pare che le nostre interpretazioni siano entrambe plausibili. Tu hai visto il finale amaro, Federico ci ha visto la resa, io pur riconoscendo che il finale sia triste ho visto la speranza di Edoardo di poter tornare ad essere un uomo vero.
Credo che sia meraviglioso che un libro susciti tante riflessioni e visioni diverse.

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03/02/2021 06:59 #50446 da GiornieStorie
Risposta da GiornieStorie al topic "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati

mulaky ha scritto:

GiornieStorie ha scritto: Pure io lo ho letto tanti anni fa. Un libro bellissimo, che poi ho perso

Ciao GiornieStorie, ti ricordi che chiave di lettura hai dato al libro? Simile alla nostra o diversa? Come hai valutato Antonio e il cugino Edoardo? Se te lo ricordi, facci sapere ;)

Ciao. Purtroppo è passato troppo temp. Ricordo solo qualche tratto della storia, e un ricordo positivo. Bisogna che lo recuperi, lo leggerò di nuovo :)

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03/02/2021 09:31 - 03/02/2021 09:32 #50453 da Federico
Risposta da Federico al topic "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati

Nautilus ha scritto: Credo che sia meraviglioso che un libro susciti tante riflessioni e visioni diverse.


Sì e credo che questa discussione che stiamo avendo sia esemplare, come ha detto Vittorio. Nel massimo rispetto reciproco e senza inutili polemiche né risentimenti stiamo tutti facendo interventi interessantissimi e stimolanti. Anche quando spacchiamo il capello in quattro, cosa che generalemte porta scontri. Bravi tutti.

Detto questo, come una mucca ho ruminato per un paio di giorni tutte le impressioni che abbiamo espresso e vorrei aggiungere un paio di cose.

Interpretando a freddo le scelte stilistiche di Brancati non possono non lasciarmi perplesso due cose che abbiamo già evidenziato: il fatto che la storia cambi registro dal capitolo X in poi e il fatto che la storia corra troppo, con salti temporali assurdi.
Ho l'impressione che Brancati si sia troppo concentrato sul messaggio che voleva dare, a discapito dello stile narrativo e della fluidità della storia.
Ultima Modifica 03/02/2021 09:32 da Federico.

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03/02/2021 11:35 #50455 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati

GiornieStorie ha scritto: Ciao. Purtroppo è passato troppo temp. Ricordo solo qualche tratto della storia, e un ricordo positivo. Bisogna che lo recuperi, lo leggerò di nuovo :)

D'accordo ;)

Nautilus ha scritto: Sono qui che rimugino e mi chiedo e vi chiedo, il sogno finale di Antonio, che lo ha reso così felice, non può essere la metafora di una nazione che sogna di rialzare la testa e prova l'ebbrezza di essere di nuovo libera?
E invece la violenza di Edoardo, ma anche la morte di Ermenelgildo, non è la metafora dell'essere umano che nonostante la conoscenza e il sapere perde la sua dignità se privato di ogni forma di libertà?


La mia chiave di lettura è diversa, secondo me Brancati ha scritto un finale pessimista.
Attenzione: Spoiler!

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

Otello - William Shakespeare
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03/02/2021 17:35 #50459 da nautilus
Risposta da nautilus al topic "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati

Federico ha scritto: Detto questo, come una mucca ho ruminato per un paio di giorni tutte le impressioni che abbiamo espresso e vorrei aggiungere un paio di cose.

Interpretando a freddo le scelte stilistiche di Brancati non possono non lasciarmi perplesso due cose che abbiamo già evidenziato: il fatto che la storia cambi registro dal capitolo X in poi e il fatto che la storia corra troppo, con salti temporali assurdi.
Ho l'impressione che Brancati si sia troppo concentrato sul messaggio che voleva dare, a discapito dello stile narrativo e della fluidità della storia.

A me non è piaciuto particolarmente lo stile di Brancati, non tanto per i salti temporali, quanto piuttosto per la mancanza di fluidità, sopratutto nei dialoghi. Poi come è stato notato da molti, negli ultimi capitoli si perde l'ironia che, invece da quanto ho letto è tipica della scrittura dell'autore, e questo è un peccato. Probabilmente il cambio di passo è stato determinato dal fatto che nell'ultima parte si sono affrontati gli eventi più drammatici, la guerra, il bombardamento di Catania.

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04/02/2021 12:32 - 04/02/2021 12:34 #50485 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati

mulaky ha scritto: La mia chiave di lettura è diversa, secondo me Brancati ha scritto un finale pessimista.


Concordo pienamente con l'analisi di Giorgia.

Riporto anche questa citazione, perché potrebbe chiarire i dubbi circa il pessimismo di fondo dell'autore, che travalicherebbe peraltro i confini dell'esperienza fascista: "Brancati s'inserisce nella tradizione letteraria siciliana con una carica di pessimismo esistenziale che, attraverso De Roberto, si collega a Leopardi".

Non so quale "autorità" abbia chi ha scritto questa frase (presumo però sia un critico di letteratura italiana), ma in rete si trovano comunque parecchi altri riferimenti al riguardo. E proprio l’ascendenza leopardiana lascerebbe supporre il pessimismo brancatiano sia più simile a quello di Ermengildo, che a quello di Edoardo.

Per quanto poi concerne lo stile, sì: è evidente la frattura tra i primi e gli ultimi capitoli. Anche in questo caso ho trovato però una "spiegazione" che in qualche modo si collega al discorso sopra riportato e che potrebbe giustificare questa discrepanza.

In sostanza, la struttura narrativa del libro corrisponde grosso modo ai tre tipi d'impotenza ivi trattati: fisiologica (Antonio), politica (Edoardo), esistenziale (Ermenegildo). A ciascuna viene riservato un certo numero di capitoli che vengono trattati secondo punti di vista differenti. Ecco perché - man mano che si sfogliano le pagine - la figura d'Antonio pare diventare sempre più scialba, mentre progressivamente emergono quella dello zio e del cugino. I cui "dialoghi" con Antonio sono in realtà dei monologhi. Il fatto è che non c'è possibilità di comunicazione: troppo limitato il pensiero di Antonio, tutto concentrato su se stesso; un poco più ampi gli orizzonti politici di Edoardo; inarrivabili, per gli altri due, le riflessioni sulla vita e sulla morte di Ermenegildo. Le differenze "stilistiche" da noi riscontrate potrebbero dunque riflettere questa incomunicabilità?
Ultima Modifica 04/02/2021 12:34 da Novel67.
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04/02/2021 13:26 #50488 da nautilus
Risposta da nautilus al topic "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati

Novel67 ha scritto: Riporto anche questa citazione, perché potrebbe chiarire i dubbi circa il pessimismo di fondo dell'autore, che travalicherebbe peraltro i confini dell'esperienza fascista: "Brancati s'inserisce nella tradizione letteraria siciliana con una carica di pessimismo esistenziale che, attraverso De Roberto, si collega a Leopardi".

Non so quale "autorità" abbia chi ha scritto questa frase (presumo però sia un critico di letteratura italiana), ma in rete si trovano comunque parecchi altri riferimenti al riguardo. E proprio l’ascendenza leopardiana lascerebbe supporre il pessimismo brancatiano sia più simile a quello di Ermengildo, che a quello di Edoardo.

Effettivamente Brancati potrebbe identificarsi con Ermenelgildo visto che è a lui che fa esprimere il pensiero sulla filosofia di Croce di cui l'autore era un fautore

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