Margarethe ha scritto: Ho appena letto la lettera di copyright
e trovo già degli spunti di riflessione. Qui traspare secondo un me un rapporto un po' tormentato con il viaggio, che è sì divertimento e scoperta, avventura.. Però è anche solitudine. Lo scrittore esprime quest'agitazione che continua ad avere prima di ogni viaggio, nonostante viaggi da 20 anni. E forse è solo solitudine.
"Partire soli, attendere in un aeroporto, far passare il tempo tra una coincidenza e l'altra, distrarsi nel guardare le vetrine inutili per non pensare al fatto che si è soli e si sta partendo. Crogiolandosi, quando si è giovani, in una dimensione eroica: l'eroe non solo è giovane e bello, ma anche solo. Tutto per non ammettere che si sta soffrendo."
Che ne pensate? Avete mai viaggiato da soli? Avete mai provato questi sentimenti contrastanti partendo? Se sì, pensate che ne valga la pena?
Ho sottolineato la stessa frase anch’io e riflettuto su questa sensazione di cui parla l’autore, ovviamente pensando alle mie esperienze di viaggio e al mio modo di viaggiare.
Anche io, come lui, la notte prima di partire, difficilmente riesco a prendere sonno.
Però nel mio caso credo che siano altri i motivi: la grande aspettativa per il viaggio che sto per fare, l’agitazione provocata dal pensiero di dimenticarmi qualcosa, la frenesia e l’adrenalina dovute al fatto che dopo qualche ora inizierà quell’avventura che ho pianificato per mesi, la paura dell’imprevisto. Tutte sensazioni che compongono l’esperienza stessa del viaggio che, come su una montagna russa, si alternano generando in me emozioni contrastanti ma che rivivrei migliaia di volte!
Ammetto di non aver mai provato solitudine come l’autore, anche perché non ho mai viaggiato da solo (se non per andare ad un convegno o a sostenere un esame).
Ho sempre viaggiato con mia moglie (ho iniziato a viaggiare proprio con lei quando eravamo ancora minorenni) e con amici e parenti.
Però ammetto che, durante i miei viaggi in compagnia, sono capitati momenti in cui ho desiderato o immaginato essere solo, anche soltanto per mezz’ora, come se inconsciamente mi rendessi conto che la sensazione di trovarsi in un certo luogo da solo sarebbe stata diversa rispetto ad essere nello stesso luogo insieme a qualcun altro.
Un caso lampante è stato un trekking fatto in Scozia qualche anno fa.
Partiamo in 4 con 2 cani da Firenze, con un Fiat Ducato noleggiato all’aeroporto e, attraversando Italia, Francia e Inghilterra (passando per il canale della Manica), arriviamo in Scozia. Dopo quasi 10 giorni in compagnia (dei vantaggi e gli svantaggi di vivere un viaggio in compagnia avremo sicuramente modo di parlarne più avanti...), arriviamo nei pressi di Inverness per un trekking pianificato. Verso metà del percorso, i miei compagni di viaggio mollano e vorrebbero tornare indietro al parcheggio. Vedendo lo sconforto in me però mi dicono che se voglio continuare il trekking loro tornano indietro e mi aspettano alla macchina. Ci penso un po’ e alla fine decido: va bene! Proseguo da solo. Lascio loro e i cani e continuo il percorso.
Credo che quel trekking di due ore sulle scogliere, circondato da verde, pecore e mucche, sotto il sole ma con il volto lambito dal vento e cullato dal rumore del mare, mi abbia regalato una delle più belle sensazioni di quella vacanza. La solitudine mi ha dato modo di riflettere, di assorbire pienamente l’essenza del luogo (e di godermi maggiormente la presenza di esseri umani dopo essere stato per due ore senza vederne)
In più mi ha regalato una foto ricordo memorabile che ho affisso in salotto insieme alle altre foto di viaggio più belle che abbiamo fatto in quasi 20 anni di viaggi (prima fila alta, al centro)
Non so se ce la farei ad affrontare un viaggio solitario come quelli descritti da Aime più avanti ma ammetto di provare invidia per chi riesce ad affrontare esperienze del genere. E in questo caso non parlo solo del viaggio in solitaria quanto anche delle modalità di viaggio che contraddistinguono i racconti che troviamo più avanti nel libro e dei quali avremo sicuramente modo di parlare
Voi invece avete mai viaggiato soli? Sono curioso di sapere cosa avete provato nel trovarvi magari dall’altra parte del mondo da soli. Vi siete sentiti un po’ eroi come dice l’autore?