Margarethe ha scritto:
guidocx84 ha scritto: Il viaggio in completa solitudine come quelli raccontati da Aime e quelli a cui fai riferimento te non l'ho mai fatto... chi lo sa... magari quando sarò grande lo farò!

Non è mai troppo tardi o troppo presto
magari inizia con qualcosa di piccolo, un fine settimana in solitaria.. Quest'estate ho fatto un'escursione di 2 giorni in bici nella mia regione, sulla costa tra parchi naturali. Sola e felice ma comunque vicina a casa 
Ti pare facile?!
Sara è viaggiatrice quanto me! Non mi lascia mica andare da solo!
E poi non so se me la sentirei di affrontare un viaggio da solo...

Mi piace di più l'idea di ritagliarmi eventualmente dei momenti di solitudine in un viaggio in compagnia, come ho fatto appunto in Scozia
Margarethe ha scritto:
Ho notato che Aime non descrive dettagliatamente i luoghi che attraversa, piuttosto parla di come si sente e delle persone che incontra, ed è molto poetico. Sembra un po' un'anima in pena e in fuga.
Esatto! L'ho notato anche io! Sarei curioso di sapere se è poetico di natura quando scrive o se è il viaggio ad ispirargli tutto questo. Inoltre questi scritti che stiamo leggendo li avrà annotati durante i suoi viaggi, al ritorno, o a distanza di anni?
Io da sempre ho l'idea di portarmi un piccolo diario di viaggio in cui scrivere qualche memoria durante il viaggio affinché rimanga impressa ed indelebile nei miei ricordi. Lo dico sempre e non lo faccio mai...
Annadr87 ha scritto: Il viaggio in solitaria per me è la mia zona di comfort, mentre viaggiare con gli altri è un esercizio di stretching, in cui sento tutta quella dolenzia dello stiracchiamento di chi esce dalla sua struttura abituale.
Bello questo raffronto! "Esercizio di stretching" rende l'idea della difficoltà di viaggiare che ho provato quando ho viaggiato 15/20 giorni con altre persone, rischiando talvolta di compromettere delle amicizie
Annadr87 ha scritto: Come te guidocx84, anche io sono stata una pianificatrice, roba da agenda alla mano ora per ora, poi ho smesso.(Sembra la presentazione della nuova arrivata nel gruppo degli alcolisti anonimi)
Mi rendevo conto di esserne stressata, di non lasciare spazio a quella che Hillman definirebbe "l'interferenza del mondo", così non mi lasciavo mai sorprendere dal luogo in cui ero. Invece ultimamente (un "pre-covid" ultimamente, s'intende) decido solo tre cose fondamentali da fare ogni giorno di viaggio. Nel resto del tempo, si fa un po' come viene. Devo dire che per me così funziona meglio, perché mi sento in armonia con le cose del posto che sto conoscendo e non con la mia idea preparata in anticipo su di esso.
Io e mia moglie pianifichiamo (io più di lei). Però il livello di dettaglio della pianificazione varia a seconda del viaggio e del contesto. E comunque, come dici, anche noi definiamo indicativamente le tappe "must" della giornata e poi ci troviamo ad improvvisare come è giusto che sia.
Vi faccio due esempi estremi di pianificazione per farmi capire.
5 giorni a Siviglia -> livello di dettaglio MINIMO: elenco delle cose da vedere (obbligatorie), suddivise per giorno e poi massima improvvisazione. Fondamentalmente, un elenco di nomi.
20 giorni in Giappone -> livello di dettaglio MASSIMO (direi SMODATO per dirla come in
Balle Spaziali

): elenco delle cose da vedere (obbligatorie), suddivise per giorno e
orario di treni e metropolitane e minima improvvisazione.
Addirittura, sconvolto dal fatto che laggiù nessuno avrebbe parlato inglese (salvo rarissimi casi è stato davvero così) e che i cartelli che si trovano a giro sono scritti in giapponese, mi ero addirittura studiato a memoria un video trovato su YouTube in cui si vedeva come raggiungere l'ufficio postale aeroportuale a partire dalla hall degli arrivi, perché all'ufficio postale avrei ritirato la SIM con i giga che mi avrebbe connesso ad Internet e quindi al salvifico GOOGLE MAPS! E siccome avevo visto che l'ufficio postale avrebbe chiuso alle 19 e io sarei arrivato alle 18:30, non potevo perdermi nell'aeroporto per cercarlo

Vi giuro che arrivato a Tokyo, uscito dalla hall arrivi dell'aeroporto, ho raggiunto l'ufficio postale in meno di 3 minuti, come se quell'aeroporto fosse quello in cui lavoro!
E vi giuro che ancora oggi ricordo perfettamente a memoria dove si trova l'ufficio postale dell'aeroporto di Narita! Comunque se non ci credete... eccolo qua! L'ho ritrovato!
Ciononostante, dopo qualche giorno di assestamento, ci abbiamo preso la mano e via via ci siamo lasciati andare come è ovvio che sia... a Kyoto addirittura abbiamo finito un giorno prima le cose che volevamo vedere e quindi per un giorno intero abbiamo completamente improvvisato ed è stato bellissimo!
Ad ogni modo, il mio piano di viaggio in Giappone lo hanno utilizzato dopo di me altre tre fortuante coppie (una in viaggio di nozze) che ancora oggi mi ringraziano quando le sento... ci ho lavorato 2 mesi per farlo!
Ora però faccio un'osservazione che sarà utile anche a Bibi e Giami che a quanto ho capito non hanno mai viaggiato.
A Siviglia e in Giappone ci sono stato lo stesso anno (2018), dopo 15 anni di viaggi a giro per il mondo.
Credo dunque di aver acquisito con mia moglie una certa
maturità di viaggio, una complicità fatta anche solo di sguardi e un'esperienza che ad ogni viaggio ti fai gestendo gli immancabili imprevisti e che poi diventa un tuo bagaglio personale sia nella vita di tutti i giorni (perché il viaggio ti rafforza facendoti sconfiggere molte delle tue paure) che nei viaggi futuri.
Non me la sarei mai sentita di visitare il Giappone come primo viaggio della vita (e per anni abbiamo continuato a rimandarlo fino a quando, alla fine, ci siamo detti: si può fare!).
Probabilmente se Siviglia fosse stata il mio primo viaggio all'estero, l'avrei vissuta diversamente rispetto a come l'ho vissuta dopo 15 anni di viaggi e magari avrei pianificato molto di più.
Annadr87 ha ricordato l'Irlanda. Ci siamo stati 3 volte: 2009, 2010 e 2019. Il tempo dedicato a studiare le cose che avrei voluto vedere nel 2009 è stato sicuramente il triplo di quello che ho dedicato nel 2019. La paura che avevo nel 2009 di guidare per la prima volta nel senso opposto di marcia, era completamente svanita nel 2019 (infatti nel 2009 ho riportato la macchina in condizioni perfette e senza fare l'estensione completa dell'assicurazione mentre nel 2019 ho esteso l'assicurazione e gli ho riportato la macchina con la fiancata sinistra completamente distrutta... maledetti muretti bassi irlandesi...

).
Quindi Roby e Giami, come vi hanno suggerito, dovreste iniziare con piccoli viaggi per prendere confidenza secondo me.
Noi all'inizio andammo a Roma (come hai fatto te), poi a Milano, poi un'estate in Sicilia, poi a Parigi, Londra (anche per pochi giorni, bastano per iniziare a prendere confidenza con altre realtà).
Se posso consigliarvi, scegliete destinazioni a voi inizialmente più vicine, anche culturalmente (già la Sicilia è diversa dalla Lombardia

), per sentire meno il distacco sociale, nel cibo, nella lingua (o nella mancanza di essa come in Giappone

) e poi vivitelo a pieno!
Godrete anche degli imprevisti a posteriori (ne avrei a bizzeffe da raccontare che ancora oggi ci fanno ridere quando ne riparliamo e sono forse tra le cose che ricordiamo meglio dei viaggi perché restano impresse più di altre).
Bibi, per non avere paura, devi iniziare da piccole cose... esempio con il mostrarti in webcam durante i meeting
È normale avere paura ma se si desidera sconfiggerla, l'unico modo è cercare gradualmente di combattere la paura sfruttando la parte razionale della nostra testa e, a piccoli passi, prendere confidenza con noi stessi per capire che ce la possiamo fare
Giami23 ha scritto: Esperienze come quella del viaggio servono anche a scoprire quali limiti abbiamo e a come siamo capaci di superarli e anche a superare dei limiti che credevamo di avere ma che in realtà ci siamo imposti..ecco perché il viaggio è soprattutto interiore quando girovaghiamo per il mondo
Esattamente!
Sono contento che stiamo affrontando insieme la lettura di questo libro "di iniziazione" al nostro percorso di viaggio! I prossimi libri ci faranno conoscere mondi incredibili e anche molto lontani da noi. Però questa fase è importante perché, oltre a leggere un buon libro e a ragionare insieme sui "sensi di viaggio" e sulle sensazioni che il viaggio ci lascia, ci stiamo conoscendo, come si dovrebbe fare prima di partire per un lungo viaggio... altrimenti poi ci scanniamo!
E ora tutti a letto a leggere che domani è un altro giorno e la sveglia è puntata sulle 07:00! Vi voglio pimpanti e reattivi!