Mercoledì, 31 Dicembre 2025

"Sensi di viaggio" di Marco Aime

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02/02/2021 19:41 - 02/02/2021 19:51 #50428 da Annadr87
Risposta da Annadr87 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime
Leggo i vostri commenti e davvero non vedo l'ora di cominciare questo libro.
Specie considerando l'argomento d'apertura che ha suscitato.
Io ho iniziato a viaggiare da sola nel 2012. Mamma che paura prima di partire, mi prefiguravo gli scenari peggiori. Due giorni dopo, in un villaggio nel cuore dell'Irlanda più gaelica, dopo che il giorno prima, con uno zaino pesante e più alto di me sulle spalle, avevo accettato che l'edicolante mi accompagnasse al b&b sperduto su in collina (all'arrivo mi chiese 50 euro e io
sbigottita - si era offerto lui di darmi un passaggio - gliele diedi sperando solo che il peggio fosse passato), sapevo che nonostante tutto non sarei più tornata indietro da quella scelta.
Così, eccetto brevi gite fuori porta, ho continuato sempre a viaggiare da sola.
Facendo riferimento a quello che dici tu, Margarethe, credo che l'idea di zona di comfort dipenda dal proprio carattere. Il viaggio in solitaria per me è la mia zona di comfort, mentre viaggiare con gli altri è un esercizio di stretching, in cui sento tutta quella dolenzia dello stiracchiamento di chi esce dalla sua struttura abituale.

Come te guidocx84, anche io sono stata una pianificatrice, roba da agenda alla mano ora per ora, poi ho smesso.(Sembra la presentazione della nuova arrivata nel gruppo degli alcolisti anonimi)
Mi rendevo conto di esserne stressata, di non lasciare spazio a quella che Hillman definirebbe "l'interferenza del mondo", così non mi lasciavo mai sorprendere dal luogo in cui ero. Invece ultimamente (un "pre-covid" ultimamente, s'intende) decido solo tre cose fondamentali da fare ogni giorno di viaggio. Nel resto del tempo, si fa un po' come viene. Devo dire che per me così funziona meglio, perché mi sento in armonia con le cose del posto che sto conoscendo e non con la mia idea preparata in anticipo su di esso.

Sono curiosa di leggere Aime. Innanzitutto mi piace il titolo, lievemente ambiguo. Sensi come i cinque sensi, sensi come direzioni.
In più ho avuto modo di leggere qualche suo articolo tempo fa, quando mi ero trovata a contatto con un ragazzino immigrato dal Mali e avevo appena idea di dove questo stato si trovasse. Così scoprii che Aime ne aveva fatto degli studi dal punto di vista antropologico e il suo contributo mi aveva aiutata a orientarmi meglio anche dal punto di vista relazionale.

Sono contenta della proposta di questo tema e di questo libro, che avrei comunque voluto
leggere. Un'anticipazione si può avere però prima che lo cominci? Cosa c'entra Guccini con Aime?
Ultima Modifica 02/02/2021 19:51 da Annadr87.

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02/02/2021 20:30 - 02/02/2021 20:31 #50430 da Bibi
Risposta da Bibi al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime
Ragazzi, vi ammiro da morire! Io da sola non sarei capace di andare nemmeno dal dentista, per dire! :laugh:

Ho votato questo tema proprio perché non sono una viaggiatrice e vorrei trovare il coraggio di diventarlo.
Sono una fifona, vivo solo ed esclusivamente nella mia zona di comfort, ogni cosa nuova mi fa paura e mi sto perdendo tutto.

Il primo e ultimo viaggio della mia vita (ad accezione delle gite fuori porta nelle mie zone vicine) risale al 2018, destinazione Roma e mi sono portata dietro mezza famiglia! Ahahaha

Come fate a non avere paura?! Sarà abitudine? Sarà che sono cresciuta troppo protetta? :(


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Ultima Modifica 02/02/2021 20:31 da Bibi.

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02/02/2021 21:21 #50433 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime

Bibi ha scritto: Ragazzi, vi ammiro da morire! Io da sola non sarei capace di andare nemmeno dal dentista, per dire! :laugh:

Ho votato questo tema proprio perché non sono una viaggiatrice e vorrei trovare il coraggio di diventarlo.
Sono una fifona, vivo solo ed esclusivamente nella mia zona di comfort, ogni cosa nuova mi fa paura e mi sto perdendo tutto.

Il primo e ultimo viaggio della mia vita (ad accezione delle gite fuori porta nelle mie zone vicine) risale al 2018, destinazione Roma e mi sono portata dietro mezza famiglia! Ahahaha

Come fate a non avere paura?! Sarà abitudine? Sarà che sono cresciuta troppo protetta? :(


Bibi devo dirtelo non resisto...sei adorabile! Ahahah e non sai quanto ti capisco. Anche io sono sempre cresciuta molto protetta dalla mia famiglia e conosco poco il mondo. Ho approfittato dei viaggi con la scuola ( tranne di quelli fatti al solo scopo di fare baldoria, mi sono opposta con tutte le mie forze e il risultato è stato che loro sono partiti per Ibiza e io sono rimasta a scuola per protesta..che idiota ahahahah), e di quelli fatti in giro per l'Italia per concorsi. Non sono mai stata all'estero, ma il mio sogno è di viaggiare quindi è quello che farò. Non so se tutta sola ne sarei capace, però in due occasioni l'ho fatto e devo dire che resta una delle esperienze più belle che ho vissuto. Si ci sono tante ansie e paure ma sono comunque momenti magici e indimenticabili e tornando indietro rifarei la stessa scelta, perché sono attimi dedicati a noi e a noi soltanto, come a dire mi voglio bene.
Ovviamente è anche bello condividere . Io di solito viaggio con la mia dolce metà e in quelle occasioni che ero da sola pensavo spesso vorrei ci fosse lui con me. Queste emozioni contrastanti appartengono al viaggio..desideriamo la compagnia ma anche momenti solo per noi. Hanno ragione Margarethe e Guido si dovrebbe trovare una via di mezzo, nella stessa circostanza o in base al tipo di viaggio che si sceglie di fare o alla sua durata...
Per cominciare Bibi potremmo fare un viaggio insieme per sole fifone ahahah :P
Comunque a breve inizierò anche io il libro ma mi sono inserita già nella discussione perché non vedevo l'ora!!!

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.”

(Francesco Petrarca)

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02/02/2021 21:29 #50434 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime

Annadr87 ha scritto: Facendo riferimento a quello che dici tu, Margarethe, credo che l'idea di zona di comfort dipenda dal proprio carattere. Il viaggio in solitaria per me è la mia zona di comfort, mentre viaggiare con gli altri è un esercizio di stretching, in cui sento tutta quella dolenzia dello stiracchiamento di chi esce dalla sua struttura abituale.


Non avevo pensato a questo aspetto.. Anch'io mi sento più a mi agio da sola in effetti, però c'è un po' di paura quando scelgo modalità di viaggio o destinazioni sempre più "grandi" rispetto alla mia esperienza.

Annadr87 ha scritto: Come te guidocx84, anche io sono stata una pianificatrice, roba da agenda alla mano ora per ora, poi ho smesso.(Sembra la presentazione della nuova arrivata nel gruppo degli alcolisti anonimi)


Ahahah vero! Non so tu, ma io amo andare nei parchi delle città che visito, sedermi in un punto che mi piace e leggermi un libro. Mi dà come la sensazione di aver vissuto di più la città, che non visitare ogni museo..

Annadr87 ha scritto: Cosa c'entra Guccini con Aime?


Io non ne ho idea :blush:

Bibi ha scritto: Ho votato questo tema proprio perché non sono una viaggiatrice e vorrei trovare il coraggio di diventarlo.
Sono una fifona, vivo solo ed esclusivamente nella mia zona di comfort, ogni cosa nuova mi fa paura e mi sto perdendo tutto.


Bibi non è obbligatorio viaggiare, si può essere felici anche senza farlo. Però se ti senti una fifona e questo ti disturba, stai tranquilla perché è questione di abitudine! Ogni volta che si fa qualcosa di diverso si ha paura, è normale, quello che faccio io è chiedermi "la mia paura in questo caso è sensata? Ha una logica o è solo una scusa?" Se la risposta è no, faccio la cosa che mi fa paura. In questo modo si va sempre più in là e ci si ritrova un giorno a fare cose che in passato non avremmo mai fatto. Ho iniziato a fare così quando ho avuto un periodo di fifoneria qualche anno fa che riguardava il giudizio delle persone. Per esempio vivevo nel campus dell'Università e mi imbarazzava uscire con la spazzatura :laugh: cose stupide insomma. Allora ho iniziato ad affrontare queste piccole cose, ogni volta mi sentivo troppo bene, e poi ci ho preso gusto! Pensa che mi sono iscritta al raduno di quest'anno dopo pochi giorni sul forum, in passato non l'avrei fatto neanche morta :laugh:

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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02/02/2021 21:50 #50437 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime
Esperienze come quella del viaggio servono anche a scoprire quali limiti abbiamo e a come siamo capaci di superarli e anche a superare dei limiti che credevamo di avere ma che in realtà ci siamo imposti..ecco perché il viaggio è soprattutto interiore quando girovaghiamo per il mondo
Mi ritrovo un po' nelle parole di tutti voi e vedo che questo topic ci aprirà un mondo non solo geograficamente :laugh:
Credo che da persona insicura quale sono ascolterò i tuoi consigli Margarethe mi daranno di sicuro una mano :)

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02/02/2021 23:59 - 03/02/2021 00:02 #50442 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime

Margarethe ha scritto:

guidocx84 ha scritto: Il viaggio in completa solitudine come quelli raccontati da Aime e quelli a cui fai riferimento te non l'ho mai fatto... chi lo sa... magari quando sarò grande lo farò! :P :laugh: ;)


Non è mai troppo tardi o troppo presto ;) magari inizia con qualcosa di piccolo, un fine settimana in solitaria.. Quest'estate ho fatto un'escursione di 2 giorni in bici nella mia regione, sulla costa tra parchi naturali. Sola e felice ma comunque vicina a casa :)


Ti pare facile?! :laugh:

Sara è viaggiatrice quanto me! Non mi lascia mica andare da solo! :P

E poi non so se me la sentirei di affrontare un viaggio da solo... :dry:
Mi piace di più l'idea di ritagliarmi eventualmente dei momenti di solitudine in un viaggio in compagnia, come ho fatto appunto in Scozia :)

Margarethe ha scritto:
Ho notato che Aime non descrive dettagliatamente i luoghi che attraversa, piuttosto parla di come si sente e delle persone che incontra, ed è molto poetico. Sembra un po' un'anima in pena e in fuga.


Esatto! L'ho notato anche io! Sarei curioso di sapere se è poetico di natura quando scrive o se è il viaggio ad ispirargli tutto questo. Inoltre questi scritti che stiamo leggendo li avrà annotati durante i suoi viaggi, al ritorno, o a distanza di anni?
Io da sempre ho l'idea di portarmi un piccolo diario di viaggio in cui scrivere qualche memoria durante il viaggio affinché rimanga impressa ed indelebile nei miei ricordi. Lo dico sempre e non lo faccio mai... :(

Annadr87 ha scritto: Il viaggio in solitaria per me è la mia zona di comfort, mentre viaggiare con gli altri è un esercizio di stretching, in cui sento tutta quella dolenzia dello stiracchiamento di chi esce dalla sua struttura abituale.


Bello questo raffronto! "Esercizio di stretching" rende l'idea della difficoltà di viaggiare che ho provato quando ho viaggiato 15/20 giorni con altre persone, rischiando talvolta di compromettere delle amicizie :laugh: :laugh: :laugh:

Annadr87 ha scritto: Come te guidocx84, anche io sono stata una pianificatrice, roba da agenda alla mano ora per ora, poi ho smesso.(Sembra la presentazione della nuova arrivata nel gruppo degli alcolisti anonimi)
Mi rendevo conto di esserne stressata, di non lasciare spazio a quella che Hillman definirebbe "l'interferenza del mondo", così non mi lasciavo mai sorprendere dal luogo in cui ero. Invece ultimamente (un "pre-covid" ultimamente, s'intende) decido solo tre cose fondamentali da fare ogni giorno di viaggio. Nel resto del tempo, si fa un po' come viene. Devo dire che per me così funziona meglio, perché mi sento in armonia con le cose del posto che sto conoscendo e non con la mia idea preparata in anticipo su di esso.


Io e mia moglie pianifichiamo (io più di lei). Però il livello di dettaglio della pianificazione varia a seconda del viaggio e del contesto. E comunque, come dici, anche noi definiamo indicativamente le tappe "must" della giornata e poi ci troviamo ad improvvisare come è giusto che sia.

Vi faccio due esempi estremi di pianificazione per farmi capire.

5 giorni a Siviglia -> livello di dettaglio MINIMO: elenco delle cose da vedere (obbligatorie), suddivise per giorno e poi massima improvvisazione. Fondamentalmente, un elenco di nomi.

20 giorni in Giappone -> livello di dettaglio MASSIMO (direi SMODATO per dirla come in Balle Spaziali :laugh: :woohoo:): elenco delle cose da vedere (obbligatorie), suddivise per giorno e orario di treni e metropolitane e minima improvvisazione.
Addirittura, sconvolto dal fatto che laggiù nessuno avrebbe parlato inglese (salvo rarissimi casi è stato davvero così) e che i cartelli che si trovano a giro sono scritti in giapponese, mi ero addirittura studiato a memoria un video trovato su YouTube in cui si vedeva come raggiungere l'ufficio postale aeroportuale a partire dalla hall degli arrivi, perché all'ufficio postale avrei ritirato la SIM con i giga che mi avrebbe connesso ad Internet e quindi al salvifico GOOGLE MAPS! E siccome avevo visto che l'ufficio postale avrebbe chiuso alle 19 e io sarei arrivato alle 18:30, non potevo perdermi nell'aeroporto per cercarlo :laugh: :laugh: :laugh: :laugh:
Vi giuro che arrivato a Tokyo, uscito dalla hall arrivi dell'aeroporto, ho raggiunto l'ufficio postale in meno di 3 minuti, come se quell'aeroporto fosse quello in cui lavoro! :laugh: :laugh: :laugh:

E vi giuro che ancora oggi ricordo perfettamente a memoria dove si trova l'ufficio postale dell'aeroporto di Narita! Comunque se non ci credete... eccolo qua! L'ho ritrovato! :laugh: :P



Ciononostante, dopo qualche giorno di assestamento, ci abbiamo preso la mano e via via ci siamo lasciati andare come è ovvio che sia... a Kyoto addirittura abbiamo finito un giorno prima le cose che volevamo vedere e quindi per un giorno intero abbiamo completamente improvvisato ed è stato bellissimo!

Ad ogni modo, il mio piano di viaggio in Giappone lo hanno utilizzato dopo di me altre tre fortuante coppie (una in viaggio di nozze) che ancora oggi mi ringraziano quando le sento... ci ho lavorato 2 mesi per farlo! :laugh: :laugh: :laugh:

Ora però faccio un'osservazione che sarà utile anche a Bibi e Giami che a quanto ho capito non hanno mai viaggiato.

A Siviglia e in Giappone ci sono stato lo stesso anno (2018), dopo 15 anni di viaggi a giro per il mondo.

Credo dunque di aver acquisito con mia moglie una certa maturità di viaggio, una complicità fatta anche solo di sguardi e un'esperienza che ad ogni viaggio ti fai gestendo gli immancabili imprevisti e che poi diventa un tuo bagaglio personale sia nella vita di tutti i giorni (perché il viaggio ti rafforza facendoti sconfiggere molte delle tue paure) che nei viaggi futuri.

Non me la sarei mai sentita di visitare il Giappone come primo viaggio della vita (e per anni abbiamo continuato a rimandarlo fino a quando, alla fine, ci siamo detti: si può fare!).
Probabilmente se Siviglia fosse stata il mio primo viaggio all'estero, l'avrei vissuta diversamente rispetto a come l'ho vissuta dopo 15 anni di viaggi e magari avrei pianificato molto di più.

Annadr87 ha ricordato l'Irlanda. Ci siamo stati 3 volte: 2009, 2010 e 2019. Il tempo dedicato a studiare le cose che avrei voluto vedere nel 2009 è stato sicuramente il triplo di quello che ho dedicato nel 2019. La paura che avevo nel 2009 di guidare per la prima volta nel senso opposto di marcia, era completamente svanita nel 2019 (infatti nel 2009 ho riportato la macchina in condizioni perfette e senza fare l'estensione completa dell'assicurazione mentre nel 2019 ho esteso l'assicurazione e gli ho riportato la macchina con la fiancata sinistra completamente distrutta... maledetti muretti bassi irlandesi... :laugh: :laugh: :laugh: :laugh: :laugh: :laugh: :P).

Quindi Roby e Giami, come vi hanno suggerito, dovreste iniziare con piccoli viaggi per prendere confidenza secondo me.
Noi all'inizio andammo a Roma (come hai fatto te), poi a Milano, poi un'estate in Sicilia, poi a Parigi, Londra (anche per pochi giorni, bastano per iniziare a prendere confidenza con altre realtà).
Se posso consigliarvi, scegliete destinazioni a voi inizialmente più vicine, anche culturalmente (già la Sicilia è diversa dalla Lombardia :laugh:), per sentire meno il distacco sociale, nel cibo, nella lingua (o nella mancanza di essa come in Giappone :laugh:) e poi vivitelo a pieno!

Godrete anche degli imprevisti a posteriori (ne avrei a bizzeffe da raccontare che ancora oggi ci fanno ridere quando ne riparliamo e sono forse tra le cose che ricordiamo meglio dei viaggi perché restano impresse più di altre).

Bibi, per non avere paura, devi iniziare da piccole cose... esempio con il mostrarti in webcam durante i meeting :laugh: :laugh: :laugh: :laugh: :P

È normale avere paura ma se si desidera sconfiggerla, l'unico modo è cercare gradualmente di combattere la paura sfruttando la parte razionale della nostra testa e, a piccoli passi, prendere confidenza con noi stessi per capire che ce la possiamo fare ;)

Giami23 ha scritto: Esperienze come quella del viaggio servono anche a scoprire quali limiti abbiamo e a come siamo capaci di superarli e anche a superare dei limiti che credevamo di avere ma che in realtà ci siamo imposti..ecco perché il viaggio è soprattutto interiore quando girovaghiamo per il mondo


Esattamente! ;)

Sono contento che stiamo affrontando insieme la lettura di questo libro "di iniziazione" al nostro percorso di viaggio! I prossimi libri ci faranno conoscere mondi incredibili e anche molto lontani da noi. Però questa fase è importante perché, oltre a leggere un buon libro e a ragionare insieme sui "sensi di viaggio" e sulle sensazioni che il viaggio ci lascia, ci stiamo conoscendo, come si dovrebbe fare prima di partire per un lungo viaggio... altrimenti poi ci scanniamo! :laugh: :laugh: :laugh: ;)

E ora tutti a letto a leggere che domani è un altro giorno e la sveglia è puntata sulle 07:00! Vi voglio pimpanti e reattivi! :laugh: :P

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Ultima Modifica 03/02/2021 00:02 da guidocx84.
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03/02/2021 00:46 - 03/02/2021 00:47 #50444 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime
Guido mi permetto di non rispettare il coprifuoco da te imposto :laugh:

Se siete così ben assortiti anche in viaggio allora perché cambiare, al diavolo i viaggi in solitaria ;)

Guido ha scritto: Io da sempre ho l'idea di portarmi un piccolo diario di viaggio in cui scrivere qualche memoria durante il viaggio affinché rimanga impressa ed indelebile nei miei ricordi. Lo dico sempre e non lo faccio mai... :(


Io invece su questo sono morbosa, scrivo sempre in viaggio. Sia raccontando gli eventi e descrivendo il luogo, raccogliendo ricordi, così posso far leggere a chi ne ha voglia e leggere dopo anni, sia per i momenti di ispirazione poetica B)

(la storia del Giappone è un po' maniacale)

Oltre ai muretti irlandesi sono degne di nota anche le stradine a una corsia in mezzo alla brughiera :dry: però una sensazione unica quella di essere immersi in un paesaggio in cui l'unico segno umano è quella piccola stradina: per il resto niente cavi, recinti, solo brughiera violacea

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Ultima Modifica 03/02/2021 00:47 da Margarethe.
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03/02/2021 08:28 #50448 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime
È vero Guido sta diventando un'occasione per conoscerci prima di un lungo viaggio. Generoso da parte tua condividere le tue esperienze e i tuoi ricordi, traspare tutta la passione che hai per i viaggi e la gioia nel condividerli con tua moglie.
Farò tesoro di tutti i vostri consigli! Da persona insicura e succube dell'ansia per qualsiasi cosa mi si presta davanti, sto imparando pian a saltare gli ostacoli. Quando per due volte ho viaggiato da sola in Italia ho scoperto molte più cose su me stessa e ho acquistato sicurezza. Come hai detto tu a piccoli passi si prende confidenza con il nuovo. Ho tanta voglia di viaggiare per me è tra le cose che onorano la vita quindi tra le tante è quella che temo meno di affrontare, anche se sola.

Si Margarethe la storia del Giappone fa venire un po' i brividi XD
Comunque quella di scrivere un diario di viaggio è una bellissima idea, che ovviamente d'ora in poi farò mia! :laugh:

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03/02/2021 18:15 #50462 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime

Margarethe ha scritto: (la storia del Giappone è un po' maniacale)


Lo so che può sembrare maniacale ma dovete considerare che la fase di pianificazione del viaggio, per me, fa parte dell'esperienza di viaggio stessa :)

Ad esempio, del viaggio in Irlanda del 2009, ricordo come se le avessi vissute ieri le giornate passate disteso per terra con la cartina dell'Irlanda aperta ed io che con lapis ed evidenziatore tracciavo il percorso che avrei fatto in macchina.
Quando racconto di quel viaggio, ho anche questo ricordo molto nitido (potrei dirvi l'esatta posizione della cartina sul pavimento della mia vecchia cameretta) perché come dicevo la pianificazione è parte integrante dell'esperienza. Non la vivo come una cosa pesante o un'imposizione, né rappresenta una reazione alla paura del viaggio che affronterò... anzi! :)
È vero che uno degli obiettivi della pianificazione è ridurre al minimo gli imprevisti ma è anche vero che mi diverto molto a studiare le destinazioni e a pianificare il viaggio cercando consigli sulle varie guide e in rete, quindi è come se la pianificazione estendesse il godimento per il viaggio anche alle fasi precedenti alla partenza ;)

Volevo confrontarmi con voi su una frase di Guccini (anche io non ho idea di come si siano conosciuti con Aime...) che ho trovato all'inizio del libro:

"Oggi l'aereo ha trasformato il viaggio, lo spostamento in un tempo vuoto di emozioni, un non-momento. Quasi non c'è percezione dello spostamento, del movimento. È il transitare, lentamente, a darci l'idea di una terra. L'attraversarla, magari a piedi".

Cosa ne pensate di questa affermazione? Io sono di parte dato che lavoro negli aeroporti :laugh:

Premesso che personalmente ritengo che il viaggio in aereo sia, a tratti, anche piacevole (mi riferisco soprattutto al decollo e alla mezz'ora precedente alla fase di atterraggio, quando l'aereo vola sufficientemente basso per permetterci di pregustare dall'alto la terra che si avvicina) e che quindi non lo definirei un non-momento, direi che comunque l'osservazione non regge. Mi appare parecchio tirata, troppo forte anche per chi come me adora viaggiare e troppo forte anche per un libro in cui si parla di sensi di viaggio. Mettendomi nei panni di chi non ha mai viaggiato ad esempio penserei: "Esagerato Guccini! Esagerato!" :laugh: :laugh: :P

Penso ai grandi viaggi (come ad esempio la traversata dell'Atlantico per visitare gli Stati Uniti partendo dall'Europa). Per attraversare l'Atlantico su una nave da crociera (che impiega meno tempo di una nave cargo per la traversata) ci vogliono circa 7-8 giorni ai giorni nostri (a differenza delle 7-8 ore che si impiegano con l'aereo per andare ad esempio da Roma a Miami). Quindi ben venga l'aereo! :laugh:
Quando non c'era il caro aereo, non si viaggiava proprio o lo facevano soltanto famiglie molto ricche che potevano permetterselo.

Poi, che affrontare il Cammino di Santiago sia più bello che farsi un Roma - Miami in aereo, penso che nessuno possa metterlo in dubbio. Ma da qui a dire che il viaggio in aereo è tempo vuoto di emozioni e che non si ha la percezione dello spostamento... mah... forse Guccini se la dorme di brutto in aereo? :laugh: :laugh: :laugh: :P

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03/02/2021 19:32 #50463 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime
Guido sono d'accordo con te sulla questione spostamenti, secondo me dipende da come la vive ognuno. C'è chi in aereo sta incollato al telefono e non si gusta il panorama, non vive l'esperienza del viaggio, ma questo vale in ogni situazione. Se uno si fa il cammino di Santiago ma sta tutto il tempo con lo schermo davanti per fare video e foto e mandarle agli amici e non si immerge nel paesaggio è la stessa cosa..

Personalmente trovo che comunque un viaggio di 27 ore per arrivare in Sud America sia piuttosto lunghetto e non ci sia bisogno della nave :laugh:
Trovo che però i viaggi lenti siano più affascinanti: cammini, giri del mondo in bicicletta, in barca a vela.. Naturalmente in questo caso lo scopo è il viaggio e non la meta finale, e non tutti possono permettersi di stare via mesi.

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