Martedì, 04 Novembre 2025

"Sensi di viaggio" di Marco Aime

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06/02/2021 08:56 #50611 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime
Quando vuoi Margarethe!!

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.”

(Francesco Petrarca)
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06/02/2021 12:41 - 06/02/2021 21:06 #50623 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime

Margarethe ha scritto: Interessante la questione non-luogo, quindi se Guccini si è ispirato per il non-momento, intende che il momento in aereo è neutro, non caratteristico di un paese, sterile, mentre se viaggi in altro modo riesci ad apprezzare le caratteristiche tipiche dei luoghi che stai attraversando.


Concordo! Davvero interessante! In questo senso mi tornerebbe quanto affermato da Guccini. Grazie del contributo ;)

Sto andando avanti con la lettura del libro e mi capita di sottolineare delle frasi o dei paragrafi che mi colpiscono. Uno in particolare mi ha colpito per la maestria e la poeticità di Aime nel raccontare le sensazioni provate di fronte ad una meraviglia della natura.

"Ci si starebbe tutto il giorno a guardare lo spettacolo delle cascate Vittoria. Tragicamente ipnotiche. L'acqua comincia a urlare dal profondo della fossa. Il fiume sembra gridare tutta la sua rabbia per essere stato tradito da quella crepa ingorda. Un inferno d'acqua che spezza la luce e pittura l'aria di mille arcobaleni che spuntano e scompaiono qui e là. Giochi d'acqua irrequieti, lievi, per nulla intimoriti dal tonfo pauroso del fiume che si schianta nella gola. Anche i visitatori sembrano intimoriti, scattano fotografie in silenzio, quasi nessuno parla. L'entusiasmo diventa sbigottimento. Sembra di essere in chiesa, c'è qualcosa di assoluto in questo spettacolo".

L'effetto che mi fa leggere questo genere di cose è: quando partiamo? :laugh:



Sono certo che questo percorso di approfondimento del tema "Letteratura di viaggio" ci regalerà tantissime emozioni come queste :)

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain
Ultima Modifica 06/02/2021 21:06 da guidocx84.
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07/02/2021 16:20 - 07/02/2021 16:25 #50675 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime

guidocx84 ha scritto: "Ci si starebbe tutto il giorno a guardare lo spettacolo delle cascate Vittoria. Tragicamente ipnotiche. L'acqua comincia a urlare dal profondo della fossa. Il fiume sembra gridare tutta la sua rabbia per essere stato tradito da quella crepa ingorda. Un inferno d'acqua che spezza la luce e pittura l'aria di mille arcobaleni che spuntano e scompaiono qui e là. Giochi d'acqua irrequieti, lievi, per nulla intimoriti dal tonfo pauroso del fiume che si schianta nella gola. Anche i visitatori sembrano intimoriti, scattano fotografie in silenzio, quasi nessuno parla. L'entusiasmo diventa sbigottimento. Sembra di essere in chiesa, c'è qualcosa di assoluto in questo spettacolo".


è riuscito a esprimere perfettamente la paura che fanno queste cascate, l'ho sempre pensato guardando immagini :unsure:

Leggendo I muezzin di Aleppo ho pensato a quanto mi piacerebbe sentire il canto dei muezzin! Ci penso spesso quando suonano le campane del campanile vicino a casa :pinch: le odio. Eppure quando ci si allontana dall'Italia la loro assenza si sente.. Qui in Bolivia i suoni sono molto diversi: i carretti della frutta e della verdura che passano nelle strade a tutte le ore urlando i nomi dei prodotti, il carretto della spazzatura che arriva con musica latina a palla, un campanellino e poi una voce che annuncia "ha llegado el basurero!", l'abbaiare e ululare dei cani liberi, i clacson suonati per qualsiasi cosa, petardi e urla per le elezioni comunali, e la musica latina sempre, soprattutto la domenica, negli incontri familiari. E poi allontanandosi dalla città i suoni e il silenzio delle Ande. Ogni luogo ha la propria colonna sonora :)

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

Ultima Modifica 07/02/2021 16:25 da Margarethe.

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07/02/2021 16:35 #50676 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime
Leggendo mi domando.. perché Aime é così malinconico? Il viaggio per lui sembra essere un'avventura che cela grandi vuoti e nostalgie, come addentare un dolce che lascia in bocca un retrogusto amaro, pungente. Anela la partenza eppure il suo si rivela un viaggio pieno di inquietudine, che gli ricorda probabilmente che il suo tentativo di fuggire é momentaneo e non si lascia mai davvero alle spalle i dispiaceri quotidiani o i dubbi esistenziali

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07/02/2021 16:40 #50677 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime
Sei in Bolivia Margarethe?

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
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07/02/2021 17:04 #50680 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime

Giami23 ha scritto: Leggendo mi domando.. perché Aime é così malinconico? Il viaggio per lui sembra essere un'avventura che cela grandi vuoti e nostalgie, come addentare un dolce che lascia in bocca un retrogusto amaro, pungente. Anela la partenza eppure il suo si rivela un viaggio pieno di inquietudine, che gli ricorda probabilmente che il suo tentativo di fuggire é momentaneo e non si lascia mai davvero alle spalle i dispiaceri quotidiani o i dubbi esistenziali


Esattamente quello che ho pensato io!

Giami23 ha scritto: Sei in Bolivia Margarethe?


;) viaggio nel viaggio

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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07/02/2021 17:24 #50681 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime
Che meraviglia!

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
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10/02/2021 15:15 - 10/02/2021 15:23 #50783 da Annadr87
Risposta da Annadr87 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime
Salut tout le monde! (Ho appena finito di leggere "Fabienne", così mi è partito il saluto francese, se me lo rappello bene!)

Allora, sono agli inizi e per il momento sono molto delusa. Cerco di spiegare il perché.

Innanzitutto trovo il libro editorialmente poco curato. L'ho comprato su Kindle (edizione 2016, se non sbaglio) e credevo che il problema fosse il formato ebook. Così passando in biblioteca per altri motivi, ne ho approfittato per acciuffare la copia cartacea (sempre Ponte alle grazie, ma edizione 2005, mancano alcuni racconti e manca Guccini), ma sono caduta dalla padella alla brace. Nell'edizione cartacea del 2005 manca un indice e l'impaginazione con la suddivisione in capitoli è ancora peggiore. La cosa che mi infastidisce in particolare è il terminare il "racconto" di un viaggio con il luogo e la data in corsivo (esempio "Torino, ottobre 1979"), seguiti da una spaziatura ampia e una ripresa del corsivo per una riflessione. E tu pensi: ma la data si riferisce solo al momento in cui ha scritto il racconto che la precedeva, o anche alla riflessione che la segue?! Opto per la prima ipotesi, ma comunque non è bello da vedere e lo trovo inutilmente confusionario.

Poi, si è detto nei commenti precedenti in questa discussione che l'espressione "non-momento" fosse stata scritta da Guccini. Non è così (e qui ritorno a incolpare la trascuratezza del lavoro editoriale). Le riflessioni in corsivo (almeno quelle incontrate fino alla fine di "Fabienne") sono di Aime, tanto che sono presenti in modo identico anche nella prima edizione, quella in cui Guccini non ci aveve ancora messo mano. Quindi non-momento è parola di Aime.

guido, sì credo che Aime si appuntasse le sue impressioni durante il viaggio. Nelle prime pagine si legge "le parole che cadevano sul foglio proprio come quella pioggia sottile di Inverness". Facendo una generalizzazione direi che un po' tutti i viaggiatori solitari, me inclusa, tengono un taccuino di viaggio. Specie in epoca pre-social, quando non si aveva l'opportunità di condividere (o esibire, a seconda delle attitudini) una frase o una foto a testimonianza dell'esperienza. Io in genere lo compro al momento dell'arrivo e poi lo riempio delle cose più indicibili (ne ho uno con una foglia -ormai secca- incollata, presa dal giardino botanico di Bucarest, dove c'era l'albero del tiglio che si dice abbia ispirato poesie e soprattuto il pezzone tamarro Dragonstea din tei, cioè L'amore sotto l'albero di tiglio... Va be', chiudo parentesi!)

Tuttavia, la cosa che mi sta piacendo meno è il modo in cui Aime racconta le sue esperienze. Alla faccia del lasciare il bagaglio culturale a casa! Lui, e la sua cultura -i libri che ha letto, il posto da cui viene, quello che sa in generale-, sono in primo piano nella sua narrazione. Lui è in primissimo piano nella narrazione. Il resto è una scusa, uno sfondo di passaggio, a cui "si aggrappa per raccontare una goccia della sua storia" (citazione modificata -pardon!- da fine primo racconto). Mi aspettavo una scrittura più documentaristica, come ad esempio quella di Giorgio Vasta in Absolutely Nothing - non so se qualcuno di voi l'ha presente o ne è interessato, è un libro che consiglio a chi è incuriosito dalle diverse modalità con cui si può raccontare un viaggio -, che avrei preferito.

Continuerò la lettura, e chissà, magari cambierò idea strada facendo.
Ultima Modifica 10/02/2021 15:23 da Annadr87.

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12/02/2021 21:03 #50852 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime

Annadr87 ha scritto: Tuttavia, la cosa che mi sta piacendo meno è il modo in cui Aime racconta le sue esperienze. Alla faccia del lasciare il bagaglio culturale a casa! Lui, e la sua cultura -i libri che ha letto, il posto da cui viene, quello che sa in generale-, sono in primo piano nella sua narrazione. Lui è in primissimo piano nella narrazione. Il resto è una scusa, uno sfondo di passaggio, a cui "si aggrappa per raccontare una goccia della sua storia" (citazione modificata -pardon!- da fine primo racconto).


Hai ragione, è una scrittura molto soggettiva, varia anche da racconto a racconto. Tipo Wasso Oteli è abbastanza descrittivo, mentre ce ne sono altri che contengono solo sensazioni. Penso comunque che sia in tema con il titolo e l'obiettivo del libro :)

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13/02/2021 12:35 #50863 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic "Sensi di viaggio" di Marco Aime

Margarethe ha scritto:

Annadr87 ha scritto: Tuttavia, la cosa che mi sta piacendo meno è il modo in cui Aime racconta le sue esperienze. Alla faccia del lasciare il bagaglio culturale a casa! Lui, e la sua cultura -i libri che ha letto, il posto da cui viene, quello che sa in generale-, sono in primo piano nella sua narrazione. Lui è in primissimo piano nella narrazione. Il resto è una scusa, uno sfondo di passaggio, a cui "si aggrappa per raccontare una goccia della sua storia" (citazione modificata -pardon!- da fine primo racconto).


Hai ragione, è una scrittura molto soggettiva, varia anche da racconto a racconto. Tipo Wasso Oteli è abbastanza descrittivo, mentre ce ne sono altri che contengono solo sensazioni. Penso comunque che sia in tema con il titolo e l'obiettivo del libro :)


Sì, esatto, sono d'accordo con Greta. Sotto questo punto di vista, sto leggendo esattamente ciò che mi aspettavo ed il titolo del libro credo sia coerente con il suo contenuto.
Non mi aspettavo una scrittura più documentaristica, come invece mi attendo da molti degli altri libri che abbiamo inserito nel percorso letterario proposto.

Però relativamente alla poca cura dal punto di vista editoriale, effettivamente anche io ho provato un po' una sensazione di "confusione" leggendo il libro.
Nel senso che non è immediatamente chiaro quali siano i pensieri di Guccini e quali quelli di Aime (e infatti ci siamo confusi attribuendo a Guccini frasi scritte da Aime... :laugh:) e poi la data riportata in fondo al racconto effettivamente lascia adito ad interpretazioni. Anche io avrei preferito sicuramente una maggiore cura e "pulizia" editoriale.

Ad ogni modo, per quanto mi riguarda, questi aspetti non stanno assolutamente inficiando il piacere per la lettura del libro.

In alcuni frangenti i racconti di Aime mi risvegliano sensazioni ed emozioni che ho provato anche io in viaggio. In altri casi invece percepisco il suo modo di vivere il viaggio come lontano anni luce dal mio. Mi capita di provare anche un po' di invidia per come si approccia al viaggio. In altri casi invece penso che viaggiando si sia spinto in situazioni che io probabilmente non affronterò mai, anche per paura.
Insomma, questo libro racconta sensazioni che mi provocano emozioni contrastanti.

Nel racconto "La città rosa", Aime scrive:

"Sembra che l'essere entrato in queste vie mi abbia trasformato in un'altra persona, un po' meno turista, un po' più umano. La gente saluta, sorride. Mi viene difficile scrollarmi di dosso la diffidenza."

Questa sensazione ad esempio l'ho riconosciuta per averla vissuta anche io! Fa parte anche del mio "bagaglio di emozioni da viaggiatore". Ricordo di averla provata durante il mio viaggio a Cuba ma anche a Santo Domingo, luoghi in cui capita di entrare in contatto con la vera povertà, con il disagio.

Nel racconto "Beduini" invece, Aime scrive:

"<<Perché questa è una zona pericolosa, piena di beduini. Se qualcuno deve bere o fare pipì è meglio che lo faccia subito, perché fermarsi per strada è pericoloso!>> Non capisco fino a che punto quest'ossessione sia costruita o abbia fondamento. È difficile capire se tutti questi uomini girano armati per reale necessità oppure il mitra a spalla è divenuto oggetto di decorazione, come la jambia, simbolo di essere maschi in una società dove solo i maschi possono guardare il mondo senza il filtro nerastro di un velo ossessivo."

Queste sensazioni non solo non le ho mai provate ma avrei anche paura a provarle sinceramente! Ho sempre optato per destinazioni "sicure" (almeno apparentemente :laugh:) ma mi rendo conto che il lavoro dell'antropologo effettivamente imponga di fare altri tipi di viaggi rispetto a quelli che farei io per puro piacere di viaggiare e scoprire il mondo.

Nel racconto Timimoun invece:

"Dà sempre una sensazione di piacere vedere una meta lontana. La vedi, ma sai che ci vorranno ore per raggiungerla. Inizi ad assaporarla da lontano, a immaginare che per oggi il tuo camminare è finito. Forse ritorna a galla quella fatica del viaggio degli antichi descritta da Eric Leed ne La mente del viaggiatore. Travel in inglese significa viaggio e ha la stessa radice del francese travail, lavoro, e dell'italiano travaglio. Il viaggiare di Ulisse era fatica, non piacere. Fatica che noi, viaggiatori a piccole rate, andiamo a cercare in un ritaglio del nostro calendario annuale per sentirci meno automobilizzati. Per inventarci un po' avventurieri, lasciando a casa alcune delle nostre garanzie quotidiane".

Ho trovato molto bella ed interessante questa riflessione dello scrittore.
Mi ha fatto pensare a come il viaggio sia cambiato rispetto al passato.
Col tempo, viaggiare è divenuto sempre più alla portata di tutti e anche i motivi per i quali ci mettiamo in viaggio sono sicuramente diversi da quelli che spingevano a partire i nostri predecessori centinaia di anni fa.
Secondo voi, ci sono delle sensazioni di viaggio che possono aver provato tali viaggiatori centinaia di anni fa e che invece noi non potremo sicuramente provare in uno dei nostri viaggi?

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Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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