ciao Frank 
 ...ho riletto l'intera discussione e mi spiego meglio:
la riflessione originale era di Elle ed era questa:
Io sono fermamente convinta nel principio che bisogna essere "bravi umani" o brave persone prima che "bravi figli" e follett credo mi dia ragione. lo vediamo in mack che non è un bravo fratello visto che scappa (un bravo fratello sarebbe rimasto per la sorella) ma si perdona perché è un buon umano, una brava persona.
come ho scritto, io non condivido questa riflessione sul libro, cioè non credo che Follet abbia voluto dare questo messaggio, ma semplicemente descrivere dei personaggi con sentimenti, aldilà del periodo storico in cui sono inseriti, per cui Lizzie, ad esempio, avrebbe potuto ribellarsi alle convenzioni sociali e difendere i più deboli e lasciare il suo arido marito anche nel XVIII secolo o nel XIX secolo ( a tale proposito c'è un'interessante riflessione di Eco nelle Postille a "Il nome della rosa")
detto questo....
...possiamo anche fare qualche riflessione di filosofia morale...ripeto però che secondo me Follet non aveva alcuna intenzione di fare questo tipo di discorso...in ogni caso
prendiamo l'affermazione di Elle che hai condiviso:
essere un bravo figlio è possibile solo in un rapporto bilaterale con un'altra persona che è un bravo genitore[/b].. e tutto rientra nell'essere una brava persona, cioè una persona che fa quello che è giusto per tutti
detto così mi dice poco...dovresti dirmi anche come giustifichi il "giusto e sbagliato", cioè cosa c'è alla base dei due concetti....
supponiamo che Follet abbia messo alla base dell'idea di "giusto" l'etica cristiana:
innanzitutto essere "bravo figlio" e "bravo umano" non potrebbero essere visti come alternativi e non vi sarebbe alcuna precedenza tra i due concetti
inoltre, in questa ottica, il libro è costellato di personaggi negativi
ad esempio, Lizzie è un'adultera, Jay è un adultero, Mack desidera la donna altrui,
salvo pentimenti o redenzioni che nel testo non ci sono
dunque non è questa la strada da seguire.....
supponiamo allora che Follet abbia posto alla base dell'idea di giusto una serie di imperativi categorici, percepiti come leggi universali, ai quali obbedire per senso del dovere:
in questo caso però sarebbe errata l'affermazione di Elle
un fratello con un forte senso della famiglia sarebbe rimasto lì con lei a fare quel lavoro di merda pensando: vorrei scappare ma ho anche mia sorella a cui pensare, peccato
perchè nella cd. etica kantiana si tiene conto esclusivamente delle intenzioni....e le intenzioni di Mack erano giuste, voleva salvare la sorella ma non ci è riuscito....
ma soprattutto non mi sembra che sia questa idea del giusto a muovere Lizzie e Mack...mi sembra che loro due inseguano la loro felicità...
dunque si potrebbe dire che il loro è un atteggiamento utilitaristico....
ma dato che la felicità universale non è raggiungibile, per un utilitarista un'azione giusta è quella che produce la massima felicità complessiva....allora sorgono alcuni dubbi
ad esempio....lieto fine/felicità = Lizzie e Mack cavalcano verso la loro libertà accompagnati da Peg e l'indiano: questo giustifica l'omicidio di Jay?
oppure...Jay ritrova Lizzie, la mette in cinta e prende l'eredità; Lizzie divorzia e passa il resto della vita con Mack: questo giustifica la tortura dell'indiano?
tralasciamo le teorie aristoteliche.....
secondo me, tutto questo dimostra che non è possibile ritrovare un messaggio morale nel testo di Follet
dunque se non c'è un discorso morale generale rimangono solo i concetti particolari di giusto e sbagliato
dunque la seconda parte della riflessione di Elle
lo vediamo in mack che non è un bravo fratello visto che scappa (un bravo fratello sarebbe rimasto per la sorella) ma si perdona perché è un buon umano, una brava persona. Mentre sir jamisson (pessimo umano) che si prende cura solo di robert e alla fine rovina tutti e due i figli, e robert che è un ottimo figlio diventa una pessima persona, jay è lo stesso un bravo figlio, pensate al suo rapporto con la madre, però pessimo umano. lizzie pessima figlia, ma ottima umana...
non la condivido perchè applica metri di giudizio contraddittori...
ad esempio, la famiglia nel Seicento era concepita in maniera radicalmente diversa, per cui quando afferma che Jay è un bravo figlio in realtà sta applicando uno schema mentale odierno...
l
a filosofia morale è piena di discussioni irrisolte quindi è abbastanza naturale non essere d'accordo...tu che ne pensi?
e poi limitatamente al libro
tu pensi, come Elle, che ci sia un messaggio morale oppure pensi, come me, che non ci sia?