guidocx84 ha scritto: 
guidocx84 ha scritto: 
bibbagood ha scritto: Spesso le vere vittime di una guerra non sono tanto coloro che cadono in battaglia, quanto coloro che “sopravvivono” e sono costretti a vivere una vita che non ha più senso chiamarla tale. Ed è probabilmente anche la sofferenza più grande di coloro che gli stanno attorno.
Sono d'accordo con te relativamente al fatto che quelli che "sopravvivono" lo fanno con i ricordi di qualcosa che credo sia indelebile. E ciò rende la cosa difficile. Ma in fin dei conti ritengo che i sopravvissuti siano fortunati perché hanno la possibilità di tentare di ricominciare a vivere, dimenticando l'orrore della guerra. Ovviamente, a seconda delle esperienze vissute, può non essere semplice (o addirittura non essere possibile) dimenticare. Ma da vivi almeno un tentativo lo si può sempre fare  
Mio cognato è statunitense, arruolatosi nei marine per pagarsi gli studi universitari. Ha combattuto per quattro anni in Afghanistan e mia sorella mi ha detto più volte di cercare di non entrare nell'argomento con lui per evitargli ricordi spiacevoli. Seppur credo che sia necessaria un'attitudine a fare certe cose, deve comunque aver visto e fatto cose inimmaginabili, tant'è che mia sorella mi dice che capita che lui si svegli la notte con gli incubi. Ecco, detto questo, lui comunque adesso è sposato, è felice e ha rimesso la sua vita in carreggiata. Questa credo sia la fortuna del sopravvissuto alla guerra.
guidocx84 ha scritto: 
bibbagood ha scritto: Non ho esperienze personali fortunatamente, ma spesso mi ritrovo a sentire direttamente o a leggere di quanto il conforto che la persona morta adesso non soffra più, aiuti la sua famiglia ad andare avanti,mentre suppongo che dover avere davanti agli occhi, tutti i giorni, le sofferenze che quella persona ha vissuto e che deve continuare a provare per il resto della vita sia molto più difficile da affrontare per coloro che gli stanno accanto.
Relativamente alla morte rispetto alla sofferenza, il discorso che fai è altrettanto vero ma nel comportamento delle persone di cui parli a volte ci vedo anche il rischio di incappare nei ragionamenti "egoistici" tipici dell'essere umano. In quei casi il soggetto non dovrebbe essere mai chi vede soffrire qualcuno, bensì chi soffre. E' per questo che, ad esempio, sono contrario all'eutanasia. Perché credo che ciascuno debba essere libero di decidere della sua vita, anche solo per evitare quel caso su un milione (così tanti?) in cui si "spaccia" un ragionamento che sembrerebbe basato sull'empatia (mi metto nei tuoi panni, soffri troppo, stacco la spina) per un ragionamento basato sull'egoismo (stacco perché non voglio più soffrire vedendoti soffrire) che potrebbe essere troppo frettoloso. Argomento tosto... e sono le 1:00... vado a letto... e spero di dormire. Comunque l'associazione GUERRA=MORTE viene automatica. Questo è indubbio.  
  
Hai fatto bene a condividere l´esperienza di tuo cognato, che è poi quella che vivono la maggior parte dei protagonisti del libro una volta terminata la missione. Ovvero tornare cambiati e vedere tutto in un modo diverso,sembrare di vivere un´altra vita. Ma il personaggio a cui noi ci riferiamo negli spoiler è uno di quelli che non solo mentalmente è stato cambiato in modo indelebile,ma anche fisicamente, non avendo quindi la possibilità che dici tu di provare a ricostruirsi una nuova vita. E su questo è anche il secondo discorso dell´empatia; condivido a metà con te il discorso dell´eutanasia,ma cmq qua mi riferivo semplicemente alla sofferenza che si prova a dover vivere tutta la vita con un figlio o un marito o una persona vicina cui sono state tolte improvvisamente le possibilità di una vita normale in modo estremo e dover avere davanti agli occhi tutti i giorni,prendendosi cura di questa persona, le sofferenze che prova e il ricordo di come era prima. Non dico che i parenti allora preferiscano che muoia,dico semplicemente che il dolore forse può essere più grande rispetto a dover affrontare un periodo terribile di lutto e poi rielaborarlo convincendosi che almeno la persona deceduta stia meglio.
Comunque, anche se non sono entusiata come Bibi, comunque anche io sono riuscita a vederci qualcosa di più in questo libro di una semplice storia piatta. Secondo me Giordano è invece riuscito perfettamente nell´intento di parlare di un argomento affrontato tante volte dandogli un taglio più originale. Come abbiamo fatto presente tutti, il punto centrale del libro sono i personaggi, con i loro pensieri, e non le descrizioni della guerra o la narrazione di susseguirsi di fatti (per quello spesso si ha l´impressione che la storia id sto libro non inizierà mai  

 ); e in questo Giordano ci è riuscito bene secondo me, ci sono alcune sterotipizazzioni (mi ritrovo sugli stereotipi sulle donne,anche se forse io l´avevo inteso più in modo ironico prima di leggere i vostri commenti; ma tipo sul sud invece non ho visto critiche, anzi, prende in giro anche Belluno dicendo che è un posto di montagna sperduto che manco si sa in che punto di Italia si trovi  

 ); ma secondo me è riuscito nell´intento di descrivere personalità diverse, con vite alle spalle diverse e tutte a dover affrontare improvvisamente la stessa quotidianità e doversi adeguare agli altri. Secondo me in quest´ottica il libro non è cosi male