Valeria2416 ha scritto: Ho finito anche io di leggere Fahrenheit da qualche giorno e devo dire che per me non è stata per niente una lettura facile, come molti di voi ho trovato molta difficoltà nel rimanere concentrata a causa dello stile usato, alcuni passaggi li ho dovuti rileggere più volte. Il libro non è brutto solo che alcune cose rimangono non chiarite, mi sembra che manchi qualcosa... forse dovrei rileggerlo una seconda volta per capirlo meglio. Come già avete detto voi molti sono i temi trattati e gli spunti di riflessione, in particolare mi ha colpito questo passo: " la maggior parte di noi non può correre qua e là notte e giorno, parlare con tutti conoscere tutte le città della terra, non abbiamo tempo, denaro e nemmeno tanti amici. Le cose che voi cercate Montag sono su questa terra, ma il solo modo per cui l'uomo medio potrà vederne il novantanove per cento sarà un libro"
Questo passo mi è tornato in mente spesso in questi giorni perché è proprio questo che per me rappresenta un libro, leggere ti permette di evadere, pensare, conoscere realtà diverse, perfino viaggiare nel tempo ed è questo che più mi piace di un libro.
Il rapporto tra Montag e la moglie mi ha fatto provare davvero tristezza, e lo trovo molto realistico, anche oggi si vedono coppie che sono sposate, vivono insieme eppure ognuno è preso dai propri problemi, ci si ignora e non sia arriva neanche a ricordare perché si è insieme
Tutto sommato un libro che vale la pena di leggere, bisogna solo superare lo scoglio dello stile...
È lo stesso valore che do anche io ai libri, tramite la lettura non si acquisiscono solamente nozioni, ma si conoscono posti, tempi, usanze, si viene a contatto con modi di pensare diversi dal nostro, facendoci portare a riflessioni e considerazioni per le quali nella quotidianeitä di tutti i giorni magari non troveremmo sempre lo spunto. Ma purtroppo anche il tempo e i soldi per leggere tutto quel che sarebbe bello leggere non sono abbastanza  
  
La figura della moglie secondo me è molto ben riuscita, esprime al massimo la perdita di contatto con la realtà a cui stiamo andando sempre più incontro. La vita di tante persone è scandita da programmi televisi e dalle notizie sulle vite di chi fa parte di quel mondo, per i quali si prova molto più interesse di quello provato nelle persone reali, con cui si vive la vita di tutti i giorni. Programmi televisivi e cinema possono essere sicuramente un hobby o una passione come la lettura, ma spesso mi sembra sfoci in qualcosa di oltre, fino a perdere la percezione delle cose a cui bisognerebbe dare effettivamente importanza, a cui bisognerebbe forse dedicare effettivamente più tempo ed attenzioni.
Rispondendo a Guido, sì, forse l´autore voleva mettere le due figuere in contrapposizione, ma non so se ci è riuscito pienamente. Alla fine è la moglie ad essere quella determinata e sicura di quel che vuole: magari avrà il cervello spappolato, però è convinta, determinata a voler continuare a vivere quella vita; mentre Montag non è affatto sicuro di questo tentativo di ribellione che forse vuole intraprendere, si pente in più punti di quello che ha fatto, continua a trovare incredibile che si sia svolto tutto cosi velocemente, senza che se ne accorgesse, quasi senza che effettivamente l´avesse voluto; e spesso afferma come vorrebbe tornare indietro. In questo senso la figura di Winston di 1984 è molto più riuscita, incarna realmente la figura di colui che vuole ribellarsi al sistema, con convinzione e determinazione. Montag, come ribelle, lascia un po´ a desiderare  

 È guidato dall´instinto, gli sudano le mani, non ha il controllo sulle sue azioni, ma razionalmente non sembra consapevole di cosa voglia fare.