Martedì, 04 Novembre 2025

Febbraio 2017 - Fahrenheit 451

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13/02/2017 17:55 #29270 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Febbraio 2017 - Fahrenheit 451

guidocx84 ha scritto: Non è un processo alle intenzioni ma la curiosità di capire se la trama e la narrazione di un libro possono davvero avere un impatto tale da occultare gli spunti di discussione agli occhi del lettore. Agli altri capita? Vi è capitato con altri libri? Perché a me capita molte volte di pensare: "questo libro non mi è piaciuto ma se non altro mi ha dato qualche spunto di riflessione"... Ed in tal caso riesco comunque a ricordarlo anche per tale aspetto.



A mio parere, se è vero che in un Club del Libro dovrebbero essere privilegiate letture che offrono spunti di riflessione, è anche vero che non si può far passare in secondo piano il modo in cui questi spunti vengono posti. Altrimenti, più che un Libro, sarebbe meglio proporre un Articolo di Giornale del Mese.

Oltretutto, può uno spunto di riflessione animare una discussione, ove tutti la pensano allo stesso modo? Quando ho stilato quell’elenco sommario dei temi trattati o toccati da Bradbury, ho anche aggiunto che di questi ormai se ne dibatte un po’ ovunque da decenni, tanto da apparire oggi piuttosto scontati. A meno che non si scelga di assumere una posizione decisamente controcorrente e di ammettere di essere a nostra volta parte o vittima di un ingranaggio che aborriamo.

E invece tutti noi, pur ritenendo realistiche le "previsioni" di Bradbury, ci sentiamo super partes: parliamo di società alienata, frenetica, teledipendente, priva di valori e non pensante, ma come se noi fossimo immuni. Certo, tutti conoscono "qualcuno che …", ma resta sottinteso che noi tra questi non ci riconosciamo.

Ora, io non dubito che sia così. Ma bisognerà anche ammettere che noi non siamo gli unici sopravvissuti all’evoluzione della specie, così come ci viene dipinta in F451 e temiamo sia ormai diventata. E allora mi domando se davvero il futuro catastrofico immaginato da Bradbury si sia già avverato e se mai si avvererà. Certo, se evidenziamo ed ingigantiamo solo alcuni aspetti, occultandone magari altri, parrebbe di sì. Ma la realtà è che c’è sempre stato - e sempre ci sarà - chi non si accontenta di rimanere passivo, chi pensa con la propria testa e non si lascia omologare. Persino nel libro.

Ma poiché appunto qui si parla di libri, ecco che anche i post di chi si sofferma sull’aspetto stilistico, per quanto magari discutibili e criticabili, restano validi e interessanti, tanto quanto il contenuto. Oltretutto, come ha dimostrato il recente thread sull'importanza delle traduzioni, chi dice che non possano offrire spunti di riflessione e discussione? :)
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13/02/2017 19:04 - 13/02/2017 19:11 #29272 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Febbraio 2017 - Fahrenheit 451

Novel67 ha scritto:

guidocx84 ha scritto: Non è un processo alle intenzioni ma la curiosità di capire se la trama e la narrazione di un libro possono davvero avere un impatto tale da occultare gli spunti di discussione agli occhi del lettore. Agli altri capita? Vi è capitato con altri libri? Perché a me capita molte volte di pensare: "questo libro non mi è piaciuto ma se non altro mi ha dato qualche spunto di riflessione"... Ed in tal caso riesco comunque a ricordarlo anche per tale aspetto.



A mio parere, se è vero che in un Club del Libro dovrebbero essere privilegiate letture che offrono spunti di riflessione, è anche vero che non si può far passare in secondo piano il modo in cui questi spunti vengono posti. Altrimenti, più che un Libro, sarebbe meglio proporre un Articolo di Giornale del Mese.

Oltretutto, può uno spunto di riflessione animare una discussione, ove tutti la pensano allo stesso modo? Quando ho stilato quell’elenco sommario dei temi trattati o toccati da Bradbury, ho anche aggiunto che di questi ormai se ne dibatte un po’ ovunque da decenni, tanto da apparire oggi piuttosto scontati. A meno che non si scelga di assumere una posizione decisamente controcorrente e di ammettere di essere a nostra volta parte o vittima di un ingranaggio che aborriamo.

E invece tutti noi, pur ritenendo realistiche le "previsioni" di Bradbury, ci sentiamo super partes: parliamo di società alienata, frenetica, teledipendente, priva di valori e non pensante, ma come se noi fossimo immuni. Certo, tutti conoscono "qualcuno che …", ma resta sottinteso che noi tra questi non ci riconosciamo.

Ora, io non dubito che sia così. Ma bisognerà anche ammettere che noi non siamo gli unici sopravvissuti all’evoluzione della specie, così come ci viene dipinta in F451 e temiamo sia ormai diventata. E allora mi domando se davvero il futuro catastrofico immaginato da Bradbury si sia già avverato e se mai si avvererà. Certo, se evidenziamo ed ingigantiamo solo alcuni aspetti, occultandone magari altri, parrebbe di sì. Ma la realtà è che c’è sempre stato - e sempre ci sarà - chi non si accontenta di rimanere passivo, chi pensa con la propria testa e non si lascia omologare. Persino nel libro.

Ma poiché appunto qui si parla di libri, ecco che anche i post di chi si sofferma sull’aspetto stilistico, per quanto magari discutibili e criticabili, restano validi e interessanti, tanto quanto il contenuto. Oltretutto, come ha dimostrato il recente thread sull'importanza delle traduzioni, chi dice che non possano offrire spunti di riflessione e discussione? :)



Lorenzo, come in tutte le cose, credo che l'approccio più giusto stia a metà ;)

E' ovvio che lo stile di scrittura non può passare in secondo piano rispetto agli spunti di riflessione offerti da un testo (anzi, è spesso la prima cosa che notiamo di un libro), ma mi risulta altrettanto difficile liquidare un libro come Fahrenheit 451 dicendo che è noioso ed inconcludente e chiudere lì la discussione, nonostante possa essere anche d'accordo con chi esprime tale parere. Mi sembra più un approccio da recensione/commento che da discussione sui contenuti di un libro... ripeto: non che questo sia sbagliato... semplicemente immaginavo qualcosa di diverso visti i contenuti del libro in questione... ma giustamente ognuno dice la sua. Questo è normale! ;) Non sto criticando nessuno in particolare ed è ovvio che tali commenti restano validi e interessanti... non c'è neanche bisogno di dirselo...

Tornando ai contenuti, difficile sentirsi "super partes": chi più, chi meno, siamo tutti risucchiati nel vortice della società alienata, frenetica, rimbecillita, intontita da TV e social, ecc. Io ad esempio non mi sento di certo di essere immune!! Tutt'altro! E voi?

Lavoro anche sedici ore al giorno; anche io tiro fuori lo smartphone a tavola ogni tanto; mi capita di perdere tempo su Facebook a cazzeggiare invece di prendere e andare a fare una bella passeggiata; a cena mi capita di guardare la TV in silenzio invece di fare due chiacchiere con chi ho accanto; mi rendo conto di dedicare più tempo a questo club del libro che ai miei cari, ecc.

Ma cosa faccio per cambiare?

Mi cullo nella magra consolazione del fatto di credere che sono padrone di tutto questo. Che sia veramente io a decidere quando e come comportarmi.

Nel senso che, quando non ho voluto lavorare sedici ore, non l'ho fatto; quando mi sono reso conto di essere a tavola con persone e non considerarle per via dello smartphone, l'ho riposto; quando mi sono imposto di non utilizzare Facebook per almeno un mese, ci sono riuscito senza strapparmi i capelli; quando ho deciso che non era il caso di guardare la TV ma di parlare un po', l'ho fatto. Sulle ore dedicate al club del libro mi dico: vabbè, è un hobby... però nel frattempo la moglie è di là che mi aspetta... :laugh: :laugh: :laugh: :whistle: :whistle: :whistle:

L'esempio dello smartphone a tavola sembra una "bischerata" ma se ci pensate è calzante. Anche perché ormai lo si vede tutti i giorni, quindi è facile attivare due ragionamenti...

Vado a cena fuori. Accanto a noi c'è un tavolo con madre, padre e figlia di circa 8 anni. La mamma e la figlia parlano del più e del meno. Il padre, spalle appoggiate al muro, smanetta sul tablet. E lo fa per tutta la durata della cena. Addirittura, quando gli arriva la pizza, la taglia e la mangia a tranci mentre continua a leggere cavolate sul tablet con quel risolino inebetito tipico di chi ha perso il capo! :laugh: :laugh:

La differenza per me sta tra chi passa la serata con amici a tavola a guardare lo smartphone e non se ne rende neanche conto, chi lo fa e se ne rende conto e chi non lo fa proprio.

Non che il secondo caso sia meno grave del primo ma se non altro mi lascia la speranza di immaginare che, rendendosi conto della situazione, si possa arrivare a pensare: ma che sto facendo? Come dicono? L'accettazione è il primo passo per il cambiamento?

Ecco, la moglie di Montag fa parte del primo caso. Totalmente alienata. Convinta del suo modo di agire. Non accetta un diverso modo di vivere. Un caso perso probabilmente.
Montag invece balla sul filo del rasoio. E' vero, non è convinto di reagire come il protagonista di 1984 ma è sulla buona strada per farlo perché qualcosa cambia in lui. E già questo è apprezzabile. Ovviamente non basta! Ma è un buon punto di inizio. O almeno spero... proseguo la lettura... :laugh: :laugh: :laugh:

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14/02/2017 11:23 - 14/02/2017 11:24 #29277 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Febbraio 2017 - Fahrenheit 451
Il libro di Bradbury si apre con una citazione di Juan Ramon Jimenez "Se vi danno un foglio con le righe già tracciate, scrivete dall'altra parte."

Questa apertura fulminante di Fahrenheit 451 ne condensa lo spirito e la lettera.

Non siate conformi, ci dice Bradbury, non seguite l'onda, non scegliete le cose che ci vengono date per "facilitarci" la vita (le righe) o non lo fate per forza "scrivete dall'altra parte".

Neil Gaiman nell'introduzione (edizione Oscar Mondadori con la nuova traduzione di Giuseppe Lippi) dice che il libro a suo parere non vuol essere profetico. Cioè non è stato scritto per i posteri. Perché nessuno scrive per i posteri. Vuol essere un monito: attenti rischiamo questo.

Nella prima parte del libro (denominata "Il focolare e la salamandra") questa società viene abbozzata, descritta solo per cenni, i libri si bruciano e i pompieri sono addetti a questo tipo di incendi, e sappiamo che ripercussione ha nell'animo del protagonista Montag (prima) e in sua moglie Mildred (dopo). C'è anche Clarisse, nipote del vicino di casa di Montag che chiarisce che non tutti sono parte di quella società: "Ho diciassette anni e sono pazza.".

Ecco un'altra frase chiave "...sono pazza". Si capirà ben presto perché dice di essere pazza: "Mi piace odorare, guardare le cose, a volte stare alzata e camminare tutta la notte aspettando che sorga il sole". Per questo motivo è obbligata a farsi seguire da uno psichiatra.

Mildred invece è alienata a livelli parossistici, dipendente dalle sue pillole per dormire. Avvelenata. E del tutto compenetrata nelle tre pareti-schermo attravero le quali conduce la sua esistenza. Vorrebbe una quarta parete così il coinvolgimento sarebbe completo, totale.

Montag vive male il confronto tra Clarissa e Mildred. Inizia a pensare, riflettere, dubitare.

Vuole leggere, capire cosa c'è scritto in quei libri che per venti anni non ha fatto altro che incenerire. Il conflitto interiore di Montag esplode in modo parossistico. Non vuole più andare a lavorare. Fa finta di ammalarsi. Il capitano Beatty lo va a trovare per un improbabile visita di cortesia e gli fa un quadro della loro società, gli spiega il perché i libri non siano più né letti né cercati.

"Dobbiamo essere tutti uguali: non tutti nati liberi e uguali, come dice la Costituzione, ma tutti resi uguali. Ogni uomo deve essere l’immagine degli altri, perché allora tutti sono felici, non ci sono montagne che li fanno tremare, cime con cui devono confrontarsi. Ecco perché un libro è come un’arma carica nella casa del vicino. Brucialo, togli le munizioni dall’arma. Entra nella mente dell’individuo. Chi può dire quale sarà il bersaglio di un uomo colto? Io non riuscirei a sopportarne uno neanche per un secondo."

Inizia la seconda parte del libro "La sabbia e il setaccio". Incontra nel parco un uomo, Faber: "Io non parlo di cose, signore, Io parlo del significato delle cose. Siedo qui e so di essere vivo." Poi si incontrano a casa di Faber...

Non voglio raccontarvi tutto il libro...tranquilli!!!

Volevo solo rendervi partecipi della mia devozione laica verso questo capolavoro che con un linguaggio alto, lirico e onirico ci racconta nelle sue brevi tre parti il percorso di un uomo, abbozza una società alienante e la sua probabile nemesi.

Certo è un libro da leggere con attenzione, da rileggere con cura e farlo sedimentare dentro di noi.

Non credo che siamo oggi nella situazione descritta da Bradbury. Abbiamo degli anticorpi che ancora funzionano. Ma se domani lo fossimo come ce ne potremmo accorgere?

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
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14/02/2017 12:34 #29279 da porthosearamis
Risposta da porthosearamis al topic Febbraio 2017 - Fahrenheit 451
chiedo scusa ma non ho letto tutti i vostri messaggi...

dopo una rapida lettura però mi sembra che la riflessione abbia sviato un po' dalle tematiche del romanzo...
in Bradbury il problema non è tanto lo straniamento che la tecnologia provoca nella vita dell'uomo, quanto l'uso che il potere fa della comunicazione di massa per dirigere l'attenzione del popolo verso cose futili ed evitare che eserciti una qualche forma di controllo

in sintesi il mex è: una democrazia non è tale per definizione ma solo perché costantemente ci adoperiamo perché lo sia effettivamente

detto questo (per rispondere a Pier) mi sembra che la nostra situazione sia anche peggiore di quella prospettata da Bradbury e che i nostri anticorpi siano debolissimi. Ad esempio sarebbe interessante sapere quanto tempo è stato dedicato dai mezzi di comunicazione, nell'ultimo anno, al problema della crisi bancaria e quanto invece alla cronaca nera/rosa/gialla...oppure sarebbe interessante capire perché nell'ultimo anno la città di Roma è costantemente nelle notizie di apertura dei telegiornali, mentre nei venti anni precedenti il nulla o quasi

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14/02/2017 13:18 #29280 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Febbraio 2017 - Fahrenheit 451

porthosearamis ha scritto:
in sintesi il mex è: una democrazia non è tale per definizione ma solo perché costantemente ci adoperiamo perché lo sia effettivamente

detto questo (per rispondere a Pier) mi sembra che la nostra situazione sia anche peggiore di quella prospettata da Bradbury e che i nostri anticorpi siano debolissimi. Ad esempio sarebbe interessante sapere quanto tempo è stato dedicato dai mezzi di comunicazione, nell'ultimo anno, al problema della crisi bancaria e quanto invece alla cronaca nera/rosa/gialla...oppure sarebbe interessante capire perché nell'ultimo anno la città di Roma è costantemente nelle notizie di apertura dei telegiornali, mentre nei venti anni precedenti il nulla o quasi


Siamo sulla "buona" strada, non ci siamo ancora completamente dentro. Forse grazie anche a libri come "Fahrenheit 451" che ci ricordano del vento, del sole, delle farfalle e degli odori e dei libri!

Emi non so se hai colto il senso profondo della mia domanda: se ci fossimo già dentro...potremmo accorgecene?

Matrix...docet!

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14/02/2017 16:45 #29284 da Novel67
Risposta da Novel67 al topic Febbraio 2017 - Fahrenheit 451

porthosearamis ha scritto: in Bradbury il problema non è tanto lo straniamento che la tecnologia provoca nella vita dell'uomo, quanto l'uso che il potere fa della comunicazione di massa per dirigere l'attenzione del popolo verso cose futili ed evitare che eserciti una qualche forma di controllo


Secondo me, invece, tutto si riduce ad una riflessione sulla natura umana. Tecnologia, mezzi di comunicazione e potere politico non sono cose buone/cattive o giuste/sbagliate di per sé, ma solo in relazione all’uomo.

Agli esempi negativi portati da Guido ed Emiliano potremmo infatti contrapporne altrettanti di senso positivo. Basterebbe ricordare che uno smartphone permette non solo di cazzeggiare, ma anche di accedere a questo forum (diventando così strumento di aggregazione, non di isolamento), per condividere e confrontare opinioni che altrimenti dovremmo tenere solo per noi :) ; oppure rammentare il ruolo che la TV ha avuto negli anni Sessanta nel processo di alfabetizzazione e di unificazione civile e sociale degli italiani. E anche allora controllo dell’informazione e politica erano strettamente legati.

Se la nostra situazione è peggiore (e per certi versi lo è), non è colpa di un potere che ci condiziona, o di una tecnologia che ci rende schiavi, ma delle nostre scelte, improntate spesso a superficialità ed egoismo. Perché noi non siamo Mildred, e non vorremmo essere Mildred, ma ogni tanto troviamo molto comodo vestire i panni di Mildred (che peraltro ha lo schermo Tv che tutti vorrebbero avere in casa :lol: ).

PS: Dalla bella disamina di Pier si potrebbe invece cogliere un diverso spunto di riflessione. Confessando una devozione laica nei confronti di questo libro (ma quanto è devoto, Pier? B) ), egli parla di “linguaggio alto, lirico e onirico”, laddove altri hanno parlato di noia e confusione anche a livello stilistico. Ora, è possibile ammettere una divergenza tanto evidente sullo stesso libro? Chi sbaglia? O è solo una questione di gusti personali, su cui non occorre disputare? Oppure è colpa (o merito) del traduttore? :)
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14/02/2017 18:18 #29286 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Febbraio 2017 - Fahrenheit 451
Lasciamo parlare Clarisse...

«Ma quello che mi piace di più» continuò la ragazza «è guardare la gente. A volte prendo la metro tutto il giorno per osservare e ascoltare i passeggeri. Cerco di immaginare chi sono, cosa vogliono, dove vanno. Qualche volta mi spingo fino ai Parchi dell’Evasione, o salgo a bordo delle macchine che corrono alla periferia della città a mezzanotte, tanto alla polizia non importa, basta che siano assicurate. Finché hanno tutti un’assicurazione da diecimila dollari, siamo a posto e felici. Mi piace infilarmi in metropolitana e ascoltare di soppiatto; o nei drugstore, vicino al distributore delle bibite gassate, e sai una cosa?»
«Dimmi.»
«La gente non parla di niente.»
«Ma diranno pure qualcosa!»
«No, niente. Nominano tante macchine, vestiti, piscine e dicono che bello! Il fatto è che sono sempre le stesse cose e nessuno dice mai niente di diverso. Nei bar hanno i joke-box che sparano per ore le stesse battute, o il music-muro che proietta figure colorate a ripetizione, ma sono soltanto colori e astrazioni. Sei mai stato in un museo? Tutto è astratto, ecco cosa è rimasto. Lo zio dice che una volta era diverso, parecchio tempo fa i quadri raccontavano cose e facevano vedere persone

Rispondendo a Novel67 (ahimè i nick) alias Lorenzo non penso di avere il monopolo della verità su questo libro di Bradubury. Ho riportato qui nel forum la mia personale esperienza. Tu chiedi se un libro che ci eleva nel pensiero possa essere così orrendo come alcuni di noi lo hanno considerato. Sinceramente non lo so. Forse siamo come il buon Montag che solo bruciando i libri e odiandoli pian piano li cerca, li desidera, li agogna.

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
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14/02/2017 19:39 #29287 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Febbraio 2017 - Fahrenheit 451

Novel67 ha scritto:

porthosearamis ha scritto: in Bradbury il problema non è tanto lo straniamento che la tecnologia provoca nella vita dell'uomo, quanto l'uso che il potere fa della comunicazione di massa per dirigere l'attenzione del popolo verso cose futili ed evitare che eserciti una qualche forma di controllo


Agli esempi negativi portati da Guido ed Emiliano potremmo infatti contrapporne altrettanti di senso positivo. Basterebbe ricordare che uno smartphone permette non solo di cazzeggiare, ma anche di accedere a questo forum (diventando così strumento di aggregazione, non di isolamento), per condividere e confrontare opinioni che altrimenti dovremmo tenere solo per noi :) ; oppure rammentare il ruolo che la TV ha avuto negli anni Sessanta nel processo di alfabetizzazione e di unificazione civile e sociale degli italiani. E anche allora controllo dell’informazione e politica erano strettamente legati.


Caro Lorenzo, il Prof. Scoglio ti avrebbe detto che il tuo esempio è un po' "ad minchiam" :laugh: :laugh: :laugh: Ovvio che lo smartphone non è il male (che poi, da ingegnere, figurati se avrei mai detto niente di simile...) :laugh: :laugh: :laugh: E neanche la TV lo è!

Questi oggetti in sé stessi non sono il problema. E' l'utilizzo che se ne fa il problema. Se tu fossi stato quel padre di famiglia, a tavola con mamma e figlia, e sul tablet avessi avuto il Forum de Il Club del Libro, avrei pensato comunque "Bada questo grullo!". ;)

Pier, grazie invece per il tuo contributo! E il dialogo di Clarisse? Io non riesco ancora a capacitarmi che questo libro sia stato scritto nel 1953... secondo me Bradbury è montato a bordo della DeLorean :woohoo: :woohoo: :woohoo: :woohoo:

Emi non è pessimista. E' realista. Inutile nasconderci dietro le cose positive della nostra società adducendola come scusa per non parlare delle cose negative. Se dobbiamo puntare al meglio, dobbiamo analizzare i nostri errori e ripartire da lì. Quello che è stato fatto di buono, è già buono. Bravi! Pacca sulla spalla e continuare così! :laugh: ;)

Relativamente alle divergenze nei giudizi espressi dai vari lettori, credo che nessuno sbagli in realtà. Come sempre i fattori in gioco sono moltissimi e tutti importanti. Questo però, come dice Pier, è un libro da leggere e rileggere, da analizzare a fondo. Se lo si legge frettolosamente, rimane probabilmente soltanto un libro mediocre di fantascienza...

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15/02/2017 09:50 - 15/02/2017 10:06 #29293 da Katya
Risposta da Katya al topic Febbraio 2017 - Fahrenheit 451
Eccomi qui, avevo abbandonato la lettura perché ho capito quanto sia impossibile leggere questo libro senza dedicargli la giusta attenzione e ho voluto finire Follett.
Adesso ho ripreso Bradbury iniziando a leggerlo nuovamente dall'inizio. Trovo sempre molto disturbante il suo stile che spesso mi crea problemi sulla reale comprensione del libro, non capisco se stia raccontando qualcosa di astratto o di reale e sono costretta a rileggere ma non posso dire che questo libro non è interessante sotto molti punti di vista.

Mi sono soffermata già alla citazione iniziale del libro

Se vi danno un foglio con le righe già tracciate, scrivete dall'altra parte. Juan Ramon Jimenz

Una frase carica di una verità forte e difficile da mettere in atto nel reale e che descrive a pieno ciò che Bradbury vuol dire e che voi avete riscontrato nei vostri commenti.

Al discorso riportato da Pier sono rimasta colpita anch'io ma volevo anche riportare quello fatto poco prima:

«Talvolta, sono antica. Ho paura dei ragazzini della mia età. Si uccidono a vicenda. Credete che sia sempre stato così? Lo zio dice di no. Sei amici miei sono morti d'arma da fuoco da un solo anno a questa parte. Dieci ne sono morti in incidenti automobilistici. Mi fanno paura e loro non mi hanno in simpatia perché ho paura. Lo zio dice che suo nonno si ricordava del tempo in cui i ragazzi non si ammazzavano a vicenda. Ma tutto ciò avveniva molto tempo fa, quando le cose erano diverse. La gente aveva il senso della responsabilità, dice lo zio. Sapete, io ce l'ho, il senso della responsabilità. Mi prendevano a sculacciate, quando dimostravo di averne bisogno, del senso della responsabilità, anni fa. E faccio la spesa e rigoverno la casa completamente a mano, senza elettrodomestici.»

Questa parte porta a pensare al bullismo, a quanto siano fragili e come stanno cambiati i ragazzi, quanto continueranno a mutare e dove tutto ciò ci porterà. Come molti sanno, io ho una bambina di quattro anni, cinque ad Aprile, e parlando con alcuni genitori mi capita spesso di dire che noi genitori siamo poco responsabili e ciò lo tramandiamo ai nostri figli, mi sento spesso rispondere che non è vero, che i tempi cambiano e cambiamo anche noi, ma non riescono ad afferrare dove sta il cambiamento e io credo che questa mancanza di responsabilità, nella paura dell'agire e lasciare agire, nell'essere troppo protettivi, sia un grande passo verso questo cambiamento anche se spesso l'opposto porta alle stesse conseguenze. Io vedo mamme che hanno la convinzione che i propri figli non riescano a vestirsi, a mangiare o fare molte cose da soli come il poter far usare le forbici adatte ai bambini, così da rimproverare la maestra quando le fa usare in classe seguendoli passo passo. Non responsabilizzare i propri figli, a qualsiasi età, causa un decadimento, in parte, in questa nostra società.

Per quanto riguarda la mancanza di curiosità nella società descritta, non rientra tanto nella nostra società visto che la TV propone in maggioranza cronaca rosa, con questi gossip impossibili e infiniti, anche se è diversa dalla curiosità provata da Clarisse nel rivolgere le domande a Montag, infatti non hanno la stessa finalità, quello di preoccuparsi sinceramente dell'altro.

Mi ha fatto anche riflettere quando Montag si accorge che le chiamate e queste scene di fuoco avvengano solo di notte e mai di giorno, prassi che porta a tentare di nascondere un qualcosa che non si può nasconde. Lo stesso che vale oggi nella politica e in tutte le cose losche che ormai sembrano non scioccarci più.

Triste il momento in cui Montag chiede a Mildred, dove e quando si fossero conosciuti e lei non solo non ricorda nulla ma da la colpa al tempo, quando invece erano
Solo dieci anni, in realtà. Solo dieci!

Mi sono anche chiesta se la concezione del tempo fosse così tanto mutata anche a causa de
il monotono scandire dell'orologio a voce del soffitto della caserma. ...Una e trentacinque del mattino, giovedì 4 novembre...una e trentasei...una e trentasette del mattino....
che Montag sta ascoltando una sera a lavoro. Una scena inquietante per me, mi sono chiesta se fossero sempre costretti a questa forma di scandimento dell'ora.

Il poco interesse di ricordare qualcosa di qualcuno con cui condividi la vita si contrappone alo troppo tempo passato a "dialogare" con la parete
non una parete soltanto, finora, ma tre! E piuttosto costose, anche! E gli zii, le zie, i cugini, i nipoti, maschi e femmine, che vivevano in quelle pareti, il cicalante squadrone di scimmie che non dicevano nulla, nulla, nulla, ma lo dicevano forte, forte, forte!
un'altra situazione che sembra assurda ma che può benissimo mettersi in atto nel nostro quotidiano.

Ho ancora letto poco, pian piano proseguo.

Un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Ultima Modifica 15/02/2017 10:06 da Katya.
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15/02/2017 10:10 - 15/02/2017 10:19 #29295 da Kira990
Risposta da Kira990 al topic Febbraio 2017 - Fahrenheit 451
Sono rimasta un pò indietro nella lettura, sono circa a metà. Non mi trovo però a condividere che il tema sia solo la censura. Certo è una parte che viene evidenziata dall'incendiare i libri e dal personalizzare a tal punto la televisione che i programmi parlano alla sig.ra X personalmente, così da far sembrare ancora più importante e giusto quello che trasmettono (è comunque una tecnica di marketing che viene insegnata in ogni corso di formazione ai venditori: parlare direttamente alla persona per catturare l'attenzione e farli sentire importanti)
E poi trovo tanto altro.
Non so bene se vado fuori tema ma in alcuni punti mi veniva da pensare ad una mia ex collega che è di origini bulgare e ha vissuto i suoi primi 20 anni in pieno regime comunista negli anni 70-80 (è venuta in Italia nell'89). Molte cose mi ricordavano alcuni suoi racconti.

Noi dobbiamo essere tutti uguali. Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno vien fatto uguale.

VIEN FATTO UGUALE

e ancora

Gli esseri umani vogliono la felicità, non è vero? Non è quello che sentiamo dire da quando siamo al mondo? Vogliono un pò di felicità, dice la gente. Ebbene non l'hanno forse? Non li teniamo in continuo movimento, non diamo loro ininterrottamente svago?

NON LI TENIAMO come se le persone fossero dei bambini da accudire che non sanno quello che vogliono o quello che è giusto per loro

L'ambiente domestico può distruggere gran parte di quello che cerchi di costruire nella scuola

Lei mi raccontava che in pieno regime si era effettivamente tutti uguali, tutti vestiti allo stesso modo (divise a scuola e a lavoro) la religione assolutamente non esisteva e si doveva pensare solo ed esclusivamente come veniva insegnato a scuola. Guai a pensare diversamente o fuori dagli schemi. Non che tutto fosse negativo perchè comunque mi diceva di poter tranquillamente passeggiare in città alle 11 di sera senza aver paura perchè la criminalità quasi non esisteva, ma alla fine non poteva esprimersi anche solo con un taglio o colore di capelli diverso che venivi espulsa da scuola.

Anche un altro pezzo all'inizio dove Clarisse parla dei giovani che pongono fine alle loro vite mi ha dato una gran tristezza e una gran preoccupazione. Che senso di vuoto devono avere per non dare un valore alle loro vite. E deve anche mancare totalmente la presenza della famiglia e delle amicizie. Il punto forse più brutto è che non ci si rende conto di ciò perchè si è totalmente all'interno del tunnel.
Da lettore è facile capire che la felicità tanto decantata non è fatta di cose materiali e di svaghi ma di altro, ma se fossi una di loro lo capirei? e soprattutto: non è che sono già una di loro e non me ne rendo conto?

Non so se sono riuscita a spiegarmi completamente. Ho un gran miscuglio di pensieri in testa al momento e non riesco a sistemarli in modo adeguato da essere scritti in modo comprensibile.

Non si mette la vita nei libri, la si trova - Alan Bennett (la sovrana lettrice)
Ultima Modifica 15/02/2017 10:19 da Kira990.
I seguenti utenti hanno detto grazie : lettereminute

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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

Buongiorno! Se qualcuno avesse ancora problemi di login, dovete prima cancellare la cache del pc/smartphone, ricaricare la pagina, riaccettare i cookies e poi fare il login ;)

Avatar di bibbagood bibbagood - 27/10/2025 - 19:21

Ciao Cristina, in che senso? Oggi sei riuscita a scrivere sul forum :-/ scrivimi una mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) con l'errore che ti esce quando provi a fare cosa ;)

Avatar di Cri_cos Cri_cos - 27/10/2025 - 15:37

Ciao a tutti non riesco ad accedere al forum ne con pc ne con il cellulare :(

Avatar di mulaky mulaky - 27/10/2025 - 09:21

Siamo di nuovo ONLINEEEEEEE!!! :D

Avatar di guidocx84 guidocx84 - 20/10/2025 - 16:44

Ciao Marialuisa! Sezione "News & Eventi" del sito: ;)

Avatar di bibbagood bibbagood - 16/10/2025 - 21:24

Ciao!Sìsì lo abbiamo già pubblicato, trovi il link nell'ultimo numero della newsletter :) buona lettura!

Avatar di Marialuisa Marialuisa - 16/10/2025 - 17:22

Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

Buongiorno, sono un appassionato di cinema e romanzi di vario genere. Il mio autore preferito è John Fante, ultimamnete leggo molto i gialli di Manzini. Mi piace scrivere.

Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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