Una balena, una bambina e una cometa.
Arrivato a pagina cento e poco più, alla fine del decimo capitolo, ritorno indietro col pensiero al nutrimento maggiore e migliore che per me sono state le brevi ma dense storie legate appunto ad una balena prima, una bambina poi ed una cometa infine.
E veramente non so come reagirò alla crudezza di immagini cui avete fatto riferimento e che a quanto pare costituirà buona parte del libro tra un po' di pagine a questa parte.
Ma balena, bambina e cometa dicevo.
Pagina cinquantasette e riga tredici (circa l'inizio del capitolo 6 per i pigroni dei formati digitali.. tiè!!

), l'immagine personaggio di una balena viene splendidamente associata ai sogni.
《...
giaceva lì, desiderando il mare. L'immagine che riempiva la sua mente era un infinito cuore blu. Vivere nell'oceano era come sognare, un atto di fede senza il problema degli dei》.
Sono alcuni giorni e diverse ore che l'immagine di una balena, questa balena o una balena in generale, mi si è impressa nella mente quale ottima immagine rappresentativa della sfera onirica. Con tanto di subconscia resistenza ai dogmi e dettami della fede. Oh.. beh, quasi... Che la fede si che viene comunque citata, ma più in termini di fiducia secondo me. O cosi mi piace, preferisco.. pensare.
Anche perché poi si parla di "dei"! Quindi immagino si supponga una totale libertà da qualsiasi forma di credo, non solo cristiano cattolico.
Una balena spiaggiata insomma.
Che immagine potente e allo stesso tempo potenzialmente fragile.
Potente come potenti sono i sogni con tutta la loro subconscia intelligenza.
Immensamente fragile come altrettanto possono esserlo i sogni se l'inconscio si ammala e smette di manifestarsi, parlarci, esistere. Una forza, questa sfera onirica, che può sia solcare i più profondi e turbolenti oppure tranquilli mari, come anche può invece spiaggiarsi fino a morire. Fortuna che per l'uomo però, il desiderio ormai irrealizzabile della balena ormai spiaggiata verso il mare, i sogni e la vita.. è invece spesso realizzabile e recuperabile come dimensione umana.
Pagina novantatré invece e riga diciassette, a proposito della bambina. Circa all'inizio del capitolo dieci... Da una cena condivisa dal protagonista Milo con una donna ed appunto una bambina, due semplici frasi di quest'ultima nel contesto della cena appuntamento a tre. 《
Io odio i ragni》, e
《
Lo sai che alcuni scarafaggi possono volare?》. Ecco. Lette assieme alle altre frasi di questo pur breve passaggio del libro, queste due frasi mi hanno riportato in fila a una cassa alcuni giorni fa. Madre e figlia di provenienza nordica, la madre tra il pagare ed il riempire le buste, la figlia tutto a un tratto dice: 《
Ho fatto un brutto sogno》. La madre, il cassiere ed io sorridiamo affettivi e coinvolti:《
Che sogno?》se non ricordo male (l'ho sicuramente chiesto col pensiero anche io.. ma mi ha fregato il riserbo) chiede più diretto il cassiere. 《
Che rubavano i mobili a casa a Milano》. Purtroppo la forma precisa di certo mi sfugge. Ma la purezza, sanità, immediatezza e trasparenza di quella bambina sicuramente, con quella molto probabilmente buona madre (un brutto sogno può non riferirsi per forza all'ambito familiare, può forse anche riferirsi ad una brutta giornata di scuola..), mi sono rimaste dentro. E ritornate alla mente con le poche righe del libro di cui sopra, e queste mie ulteriori righe di cui adesso. Per cui grazie!
Michael Poore prima e naturalmente poi, Ale!!!

Ed eccoci infine alla cometa! Che più contemporanei non si potrebbe!!! Come?
Non sapete della 46P Wirtanen.. dal nome di un lontano scopritore..?? E per fortuna che qui da noi nella realtà è di solo passaggio, mica come nel libro...!!!

Comunque. Tra la malinconia e filo depressione della morte Suzie e di Milo, i due personaggi protagonisti in cerca di sé.. e questa cometa sempre più vicina e grande fino alla fine, mi è tornato in mente un ottimo per quanto controverso e sicuramente molto sperimentale film su un'altra fine del mondo. Melancholia... Di Lars von Trier. Anno 2011. Un film che non ricordo nella sua totalità e che pero, per quanto sicuramente cupo, nel mio ricordo non deve essere stato esente da una qualche forma di speranza o luce finali. Anche in questo film infatti si ha a che fare con una fine del mondo, come nel capitolo dieci. Non si tratta però di una cometa ma di un' altro pianeta. Tale, appunto.. Melancholia. Che nella sua minacciosa orbita intorno alla terra come esito orbitale finale coincide con la fine del capitolo suddetto.
Gli echi e gli argomenti di questa citazione cinematografica, tra malinconia varia e compagnia, documentandomi appena, sono decisamente tanti e profondi e preferisco, almeno per ora, fermarmi qui. Solo, o in parte.. mi sembra che l'inerzia, insoddisfazione, frustrazione e incapacità di direzione tra la morte Suzie e Milo, in alcuni passaggi, possano "sposare".. certe sequenze del film di cui sopra. Quasi quasi sono tentato di rivedermelo in "resistente" opposizione a tutta quella che sarà la programmazione audiovisiva natalizia...
Se non ci si rilegge prima, tanti auguri a tutti!!!