“È più facile dominare chi non crede in niente”
La storia infinita, 1979
Dì la verità... sei a servizio del Nulla?

Ricorda: il libro è una cosa, il film è un'altra. Soprattutto in questo caso: Ende infatti criticò moltissimo il film di Petersen. Pare non ci dormisse la notte dal nervoso...

Detto questo, secondo me, se ritieni questo libro "al 100% per bambini", vuoi dire che o credi moltissimo nella capacità dei bambini di leggere oltre le righe (e questo ti rende onore), oppure che lo stai leggendo superficialmente, magari controvoglia, dato che come tu stessa affermi, non è il tuo genere. Non ti offendere è, mi raccomando. E' solo una sensazione che ho provato leggendo il tuo commento, così lontano da quello che invece sto provando io. Anni luce lontano.
Mi spiego: leggendo il libro con gli occhi dell'adulto, con l'esperienza che un adulto può avere rispetto ad un bambino ma soprattutto con il disincanto che da adulti (purtroppo) abbiamo rispetto a quando siamo bambini (ovviamente dipende molto anche in base alle esperienze di vita di ciascuno), è impossibile non notare aspetti interessanti e spunti di riflessione insiti nel libro. Aspetti che secondo me difficilmente un bambino potrebbe notare.
Se non ci riusciamo autonomamente, possiamo documentarci. In rete è facile trovare molte analisi del testo scritto da Ende, che smentiscono il fatto che il libro sia solo e soltanto una comune storiella per bambini.
Un articolo molto interessante ad esempio è
QUESTO
.
"Fantàsia è l’allegoria della creatività umana: un vero termometro delle capacità di sognare degli uomini, della loro tendenza a porsi obiettivi spirituali – prima ancora che materiali – all’apparenza impossibili ma che possono costituire il leitmotiv della loro stessa esistenza. In un mondo reale in cui più nessuno sogna, immagina o semplicemente idealizza, la rappresentazione fantastica dell’essere e qualsiasi proiezione ulteriore sono destinati a perire.
La grande intuizione sta proprio nella citazione di Gmork. L’essere al servizio del Nulla ha infatti la missione precipua di impedire a chiunque ci provi di ricostituire Fantàsia attraverso l’unico strumento possibile: l’immaginazione. Immaginare è la chiave di volta per la libertà e in un certo senso anche per la fede. La sua negazione è espressione di apatia, ignavia e, in sintesi finale, sottomissione."
Tralasciando lo stile della narrazione (De gustibus non est disputandum...), siamo davvero sicuri che La storia infinita non abbia anch'essa significati nascosti pronti per essere carpiti?
Secondo me sì! Tutto sta nell'avere la pazienza e la sensibilità di scovarli... 
Non capisco cosa c'entri il leggere superficialmente

Direi piuttosto il contrario, ovvero che bisogna veramente sforzarsi per cercare di vedere dei significati profondi nella storia narrata. In ogni libro si possono trovare "significati nascosti pronti per essere capiti", soprattutto se li si vuole trovare, ma quello che rende un libro più interessante rispetto ad un altro è la capacità dell'autore di esprimere tali significati con originalità, con sottigliezza. Qua sono tutte frasi ad effetto scontatissime e banalissime, mi riesce impossibile trovarci qualcosa di profondo dietro. Solamente nella MEZZA pagina dell'ultimo capitolo che ho letto appaiono le seguenti frasi:
"Quella sera la città di Amarganta celebrò la festa
più bella di tutta la sua storia."
"E a mezzanotte furono lanciati dei fuochi d'artificio tali che persino in Fantasia
non s'era mai visto l'uguale". Due frasi esagerate nel giro di poche righe, ma le espressioni "non si era mai visto prima", "uno spettacolo cosi unico che tutti se lo ricorderanno per sempre" vengono utilizzate praticamente in ogni pagine
Bastiano è uno dei protagonisti più brutti che mi sia capitato di leggere, ovviamente presupponendo che dovrebbe essere il protagonista di un libro adatto anche ad adulti. A mio parere la grandi verità che tira fuori ogni tre per due (tipo "Ma ci sono cose che non si possono capire con la riflessione, bisogna viverle"

) possono entusiasmare un bambino, e che abbia anche molta, molta fantasia e soprattutto manie di grandezza. Spero infatti che i bambini cui è rivolto questo libro non riescano a cogliere alcuni significati, che ho trovato quasi agghiaccianti. Questo desiderio assillante di dover essere bellissimo e prevalere sugli altri è sconfortante. E ho trovato molto triste il torneo: Bastiano, che dovrebbe raffigurare il personaggio buono della storia, si rivela un arrogante disonesto, dimostrando come si può vincere solamente barando, e non contando sulle proprie capacità. Scusami Guido ma l'ho trovato un messaggio veramente triste per un libro che leggono anche i bambini. Spero solo che loro leggano quest'opera ancora più superficialmente, cosi da non notare che il protagonista incarna tutte le qualità peggiori che si possono trovare in un bambino