solamente ha scritto:

Io non vedo l'ora di iniziare questa lettura ma al momento sono a metà di un altro libro (Il Palazzo degli Specchi di Ghosh Amitav) e devo ammettere che non sono mai riuscita a portare avanti più letture contemporaneamente, anche se probabilmente sono l'unica appartenente a questo Club del Libro con questo "blocco".
Il fatto è che mi calo così profondamente nei panni dei personaggi e nelle loro storie che mi rifiuto di decentrare la mia immaginazione, distribuendola in vari mondi immaginari.
Spero comunque di poter accedere a IL PARTY entro la prossima settimana.
Buona lettura a tutti.

Ciao solamente Chiara!
Tranquilla, sono nella tua stessa situazione. Anche io non riesco a leggere 2 o più cose contemporaneamente. Mi sembra di fare un torto all'uno o all'altro libro! Hehe!
Che strane le manie del lettore!

Ho iniziato anche io questa lettura e sono a circa un quarto del libro.

La narrazione segue diversi punti di vista, e sottintende fatti successi a questo compleanno che l'autrice si guarda bene dallo svelare. C'è un'indagine di polizia, ma ancora non si sa nulla del perché questa ci sia. C'è il racconto in prima persona di Martin, che ci narra un po' tutta la sua vita, c'è il diario di Lucy. Sul diario: lei sottolinea che quello è il suo diario personale, completamente onesto, mentre al suo psicanalista dice di darne una versione edulcorata.
@Francis lo sto leggendo in inglese e non mi sono accorto affatto della questione che hai sollevato tu sul "voi/you". Nel leggere i prossimi capitoli cercherò di prestarvi attenzione e ti saprò dire se si tratti di un problema di traduzione o meno.

Una coincidenza interessante: sto leggendo questo libro in parallelo con La città dei vivi di Lagioia, e la struttura del romanzo è incredibilmente simile: c'è stato un "crimine", o quantomeno un problema giudiziario, che è nel passato rispetto al presente del libro, e si vanno a indagare le storie personali dei protagonisti. Ma nel libro di Lagioia la vicenda è reale, e si può assumere già conosciuta, mentre qui c'è molto mistero perché nessuno sa cosa sia successo.

Ogni personaggio dà una grande importanza a come viene percepito dagli altri: Lucy e Ben, camaleontici, sono maestri in questo, cercano entrambi di piacere ad ogni costo. La prima lo fa perché, estremamente insicura, vuole la validazione altrui, il secondo lo fa credo per due motivi: in fondo è una persona sola e vuole essere amato non per ciò che possiede, ma anche perché vuole ottenere dagli altri ciò che desidera.

Serena si sforza in continuazione ad apparire superiore: come si veste, come arreda la casa, come educa i bambini, tutto è per lei motivo di distinzione rispetto agli altri. Anche questa è una grande ricerca di attenzioni che passa attraverso il giudizio altrui.

Martin vede il lato negativo di tutto, sin dall'infanzia. Descrive ogni persona che lo circonda attraverso i suoi difetti. E' una persona che fatica a stare al mondo, e in parte si compiace della sua solitudine ed in parte questa è un peso che combatte a modo suo: infatti è lui ad estraniarsi, ma lo fa cercando di farsi notare, infatti è il primo a curare il proprio look e a giudicare gli altri dall'aspetto esteriore. Gli piace isolarsi, ma ho l'impressione che vorrebbe essere il centro attorno a cui Ben dovrebbe ruotare: è geloso della sua compagna, che è stata l'unica ad essergli preferita, se la prende se non viene invitato a dormire a casa sua, avrebbe voluto che Ben lo includesse nelle sue avventure imprenditoriali. Vista anche la difficoltà (almeno iniziale) che ha avuto nel rendere fisica la relazione con Lucy, ho l'impressione che in Martin vi sia un'omosessualità latente.

Sullo stile: non so come sia stato tradotto, ma l'inglese della Day è molto ricercato. Ho vissuto in Inghilterra e leggo quotidianamente in lingua e devo dire che ad ogni pagina mi trovo due/tre parole di cui ignoravo completamente l'esistenza. Era da tanto tempo che un libro in lingua non mi obbligava ad usare il dizionario così tanto.

Ciao a tutti! A volte ritornano
Torno finalmente a leggere un libro del mese con voi. Ho iniziato anche io questo libro attirata dalla trama e già dalle prime pagine devo dire di essere stata catturata dalla narrazione.
Molto ingegnoso l'iniziare con il mistero e svelarlo poco per volta. L'ho già visto anche in altri libri, ma non sempre è ben riuscito. Qui per ora direi che le aspettative sono soddisfatte.

Il personaggio di Martin è da approfondire, l'idea che ho di lui direi che cambia ad ogni capitolo che leggo. In certi capitoli mi dispiace per lui, per la sua vita solitaria, per l'amore mancato della madre, in altri invece mi inquieta parecchio.

Anche io, come Federico, ho avuto l'idea di una omosessualità nascosta o forse, più che omosessualità vera e propria, più una sorta di infatuazione verso Ben, come se lo avesse idealizzato a tal punto, pensando a lui come "l'uomo perfetto", da innamorarsene o di innamorarsi della sua idea.
Certamente però direi che, al momento fino a quanto letto ad ora, qualche problema emotivo/sessuale direi che c'è. Come se fosse una persona anaffettiva, tanto che ha difficoltà ad integrarsi in qualsiasi gruppo di suoi coetanei a scuola.

Proseguo nella lettura e leggo i vostri commenti con molto piacere

L' ho da poco iniziato ho letto circa il 42% abbastanza velocemente , scorre e la struttura del libro contribuisce a creare un po' di suspence per il mistero che magari si scoprirà alla fine.Martin , personaggio complicato che si porta addosso ferite pregresse e non superate , cerca di riscattarsi grazie all' amicizia con Ben .
Concordo con Anna e Federico sull'omosessualita' latente ma bisogna proseguire nella lettura per capire meglio anche se la storia mi sembra vada un po' a rilento

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Ho cercato di difendere Martin il più possibile ma ho ceduto a metà narrazione.

Ho apprezzato molte cose del libro, a partire dallo stile elegante e scorrevole della scrittrice. La divisione in capitoli su piani temporali e voci narranti alternanti non mi ha convinto del tutto ma funziona.

La personalità di Martin l'ho trovata ben costruita: estremamente razionale e lucido su tutto ciò che non riguarda Ben, relega la sua sfera emotiva al suo rapporto con lui, senza possibilità di evadere altrove. Lucy è la prima a subirne le conseguenze. Ho empatizzato con lei, nonostante le sue scelte. E qui un altro elemento del libro che ho apprezzato: nessuno è vittima. Ognuno dei personaggi si costruisce una confort zone sulle proprie mancanze (l'autostima per Lucy, l'affetto di Ben per Martin, il coraggio di tagliare i ponti per Ben) che si rivelerà col passare degli anni sempre più scomoda.

Unico neo...il finale. Aspetto che qualcun' altro lo finisca per confrontarmi;)

Federico ha scritto:

Sullo stile: non so come sia stato tradotto, ma l'inglese della Day è molto ricercato. Ho vissuto in Inghilterra e leggo quotidianamente in lingua e devo dire che ad ogni pagina mi trovo due/tre parole di cui ignoravo completamente l'esistenza. Era da tanto tempo che un libro in lingua non mi obbligava ad usare il dizionario così tanto.

Una curiosità, visto che lo stai leggendo in lingua originale. In italiano l'adolescente Ben si rivolge spesso a Martin con un "vecchio mio". Non proprio un'espressione giovanile, e sembra una forzatura di traduzione. Riesci a ritrovare l'intercalare in originale?

Ciao a tutti,

Ho finito il capitolo intitolato "2 Maggio" e sono quindi a circa il 10% del libro. La lettura è gradevole, la Day scrive bene e con un tono spiritoso e ironico. I personaggi mi sembrano ben caratterizzati, anche se rientrano facilmente in dei cliché. PO, protagonista intelligente ma vittima degli eventi alla Hugh Grant, Lucy che ricorda Emily del Favoloso Mondo, poi c'è la svampita new age Serena e il riccone Ben.

Anche l'ambientazione del country side inglese mi piace molto, visto che ci vivo da tre anni.

Mi sembra di essere un po in ritardo rispetto al gruppo, quindi aspetto prima di leggere i vostri commenti. Buon proseguo.

Sono arrivata al 41% del libro e devo dire che scorre abbastanza velocemente e in modo piacevole! Ho inoltre letto i vostri commenti, vi trascrivo le mie opinioni:

Riguardo l'omosessualità latente, sono d'accordo, ma direi che è molto più di questo: è ovvio che Martin sia proprio infatuato di Ben (ne ho avuto la conferma quando dice che di notte, sotto le coperte, pensa a "capelli ricci, torace muscoloso e mascelle con barba incolta adolescenziale") però è molto più di questo, è una vera e propria ossessione, ai limiti della follia. Si intrufola nella sua stanza per scoprire che musica ascolta solo per avere un pretesto per parlargli, il fatto che osservi ogni minuscolo dettaglio del comportamento di Ben, o anche quando sembra quasi offeso dal fatto che Wikipedia non menzioni la sua amicizia con Ben, come se fosse il suo maggior successo! Credo che Martin in realtà abbia quest'ossessione per Ben perché rappresenta tutto ciò che vorrebbe essere e vorrebbe avere, vuole disperatamente piacergli perché la sua approvazione vorrebbe dire essere simile a lui, essere degno di quel mondo che tanto agogna. Mi dà l'impressione che forse potrebbe arrivare a fare patti col diavolo se ciò significasse diventare lui. Ovviamente complice di tutto ciò la mancanza di affetto genitoriale, però penso che fin dall'infanzia Martin si sia sempre sentito superiori agli altri, imprigionato in una vita che non sente sua. Altro elemento che suggerisce questa gelosia è l'episodio della penna rubata nel registro delle uscite, dice chiaramente che il gesto lo infastidisce perché i ragazzi lo fanno per capriccio, perché credono che tutto gli sia dovuto e ci sarà sempre qualcuno che rimedierà ai loro errori, lusso che a lui non è concesso.

Credo inoltre che abbia di base un qualche disturbo psichiatrico, a metà strada tra la mania e la sociopatia, mi ha messo i brividi quando ha menzionato le diverse sfumature che può assumere un tè! Così come quando dice che osservare dall'esterno ha dei vantaggi perché perché ti permettere di conoscere il gruppo e quindi di controllarlo..

Inizialmente mi sforzavo di capire e compatire Martin ma adesso credo che ci sia del male in fondo alla sua personalità, che non può essere completamente giustificato dalla sua infanzia difficile.