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Grazie Davide,Un po' perché è Pirandello, un po' per sfuggire alla noia di Lady Chatterley, tale che a un certo punto ho trovato più interessante leggere una biografia di Freud, ho iniziato anche io questa lettura!
Ho trovato le prime pagine a dir poco meravigliose, tra Leopardi e Dostoevskij (specialmente la parte sull'uomo bruto come maggiormente adatto alla vita mi ricorda parti di "Memorie dal sottosuolo"). E quanto sono attuali le considerazioni su un mondo fatto di continue distrazioni, in cui fermarsi a pensare, fermarsi anche a percepire e analizzare i propri sentimenti, è quasi impossibile, perché tanto c'è una nuova "storia", un nuovo "post", una nuova notizia. "Fuori, è un balenìo continuo, uno sbarbaglìo incessante: tutto guizza e scompare. Che cos'è? Niente, è passato! Era forse una cosa triste; ma niente, ora è passata". Trovo queste frasi una perfetta descrizione dei social networks.
Io ho praticamente sottolineato le prime 10 pagine perché le trovo estremamente interessanti e, come dice Giuseppe, da leggere e rileggere, perché ci si trova sempre qualcosa di nuovo.
Il tema del dominio delle macchine e della tecnica emerge subito prepotentemente: "la macchinetta - anche questa macchinetta, come tante altre macchinette - girerà da sè. Ma che cosa farò l'uomo quando tutte le macchinette gireranno da sè, questo, caro signore, resta ancora da vedere". Questo passaggio mi ha ricordato molto il racconto "The machine stops" (l'ho commentato qui: www.ilclubdellibro.it/forum/24-fantascie...m-forster.html#61714), in cui si ipotizza per l'appunto un mondo in cui le macchine fanno tutto.
Concordo con Giuseppe anche con riferimento al linguaggio e a una ricchezza che mi impone a volte di consultare il vocabolario. Quando si parla tanto di classici e della loro equivalenza rispetto ai contemporanei...
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Grazie Davide,
mi sembra di capire che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Ecco, parlando della forma a volte un po complessa della scrittura di Pirandello, io ho dovuto rileggere varie volte la parte sull'uomo bruto prima di trarne un qualche significato. Però mi piace fare una lettura che impegni anche a ragionare e faccia riflettere.
Anch'io vorrei sottolineare tutto perche questo romanzo mi sembra veramente una miniera di temi interessanti.
Ho finito di leggere il V Capitolo e, per esempio sono rimasto colpito dal conterraneo Simone Pau, un uomo che apparentemente non ha molto, sembra anche un pò matto, ma che invece ci può dare una grande lezione di umanità nel suo dare quel poco che che ha, il suo sapere, tanto che "i ragazzi gli vogliono un gran bene". Con il suo interesse per coloro (come il violinista) che con lui vivono in una società che non li comprende, nella doppia accezione del termine, e quando smaschera l'atteggiamento derisorio di Serafino con un "Come sei imbecille!", mostra di essere molto più lucido di quello che sembra.
Mi piace anche il fatto che l'opera possa suscitare dei collegamenti letterari; e che collegamenti! Mi sono subito andato a leggere il tuo commento e ovviamente ho scaricato il racconto di Forster.
Ho parlato dell'ironia di Pirandello nella presentazione del libro, non sapendo se si sarebbe effettivamente manifestata anche in questo romanzo. Ma ovviamente non si è fatta attendere. Ogni tanto, anche stavolta, scoppio a ridere a leggere certi passaggi tipo:
Nelle osterie si beve; e lui prima sonava, poi beveva. Sonava divinamente; più divinamente sonava, e più beveva;
E' un sorriso sempre dolce amaro, come spesso avviene con Pirandello, che ha a che fare con la miseria umana. E' la tradizione tragicomica siciliana dei pupi che mi ricorda, per esempio, la comicità a volte surreale e demenziale di Franco e Ciccio. Insomma, anche stavolta si riflette su temi seri, ma anche con la giusta leggerezza.
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Davide stai galoppando. Io sono ancora al primo capitolo del secondo quaderno (evidenzio in neretto per evitare la funzione spoiler).
Grazie Davide,
mi sembra di capire che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Ecco, parlando della forma a volte un po complessa della scrittura di Pirandello, io ho dovuto rileggere varie volte la parte sull'uomo bruto prima di trarne un qualche significato. Però mi piace fare una lettura che impegni anche a ragionare e faccia riflettere.
Anch'io vorrei sottolineare tutto perche questo romanzo mi sembra veramente una miniera di temi interessanti.
Ho finito di leggere il V Capitolo e, per esempio sono rimasto colpito dal conterraneo Simone Pau, un uomo che apparentemente non ha molto, sembra anche un pò matto, ma che invece ci può dare una grande lezione di umanità nel suo dare quel poco che che ha, il suo sapere, tanto che "i ragazzi gli vogliono un gran bene". Con il suo interesse per coloro (come il violinista) che con lui vivono in una società che non li comprende, nella doppia accezione del termine, e quando smaschera l'atteggiamento derisorio di Serafino con un "Come sei imbecille!", mostra di essere molto più lucido di quello che sembra.
Mi piace anche il fatto che l'opera possa suscitare dei collegamenti letterari; e che collegamenti! Mi sono subito andato a leggere il tuo commento e ovviamente ho scaricato il racconto di Forster.
Ho parlato dell'ironia di Pirandello nella presentazione del libro, non sapendo se si sarebbe effettivamente manifestata anche in questo romanzo. Ma ovviamente non si è fatta attendere. Ogni tanto, anche stavolta, scoppio a ridere a leggere certi passaggi tipo:
Nelle osterie si beve; e lui prima sonava, poi beveva. Sonava divinamente; più divinamente sonava, e più beveva;
E' un sorriso sempre dolce amaro, come spesso avviene con Pirandello, che ha a che fare con la miseria umana. E' la tradizione tragicomica siciliana dei pupi che mi ricorda, per esempio, la comicità a volte surreale e demenziale di Franco e Ciccio. Insomma, anche stavolta si riflette su temi seri, ma anche con la giusta leggerezza.
Se leggi il racconto di Forster, sono curioso di saperne che ne pensi!
Concordo sulla splendida ironia di Pirandello. Tra i tanti passaggi in cui si manifesta, ho segnato questo: "feci intima e tormentosa conoscenza con tutte le macchine inventate dall'uomo per la sua felicità". Ed in effetti c'è da chiedersi se lo sviluppo tecnologico ci abbia reso più felici (oltre che più "efficienti").
Mi è piaciuta molto la riflessione sulla malvagità e sull'infelicità: "tutti riconosciamo volentieri la nostra infelicità; nessuno, la propria malvagità; e quella vogliamo vedere senz'alcuna ragione o colpa nostra; mentre cento ragioni, cento scuse o giustificazioni ci affanniamo a trovare per ogni piccolo atto malvagio da noi compiuto". Mi sembra un meccanismo psicologico molto diffuso.
Anche la successiva (e magnificamente ironica!) riflessione sulla caccia mi è sembrata bellissima.
Quanto alla trama vera e propria ho finito il secondo Quaderno.
Attenzione: Spoiler!Il personaggio di Nestoroff mi ricorda un po' Nastasja de "L'idiota" di Dostoevskij. Bella, fragile e circondata da eventi tragici. Ma vedremo come evolverà la storia...
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Grazie Mich per questa bellissima e appropriata citazione di un altro grandissimo visionario, ma lucidissimo, della nostra letteratura.michxk.4 post=63861 userid=7064Sono arrivato all'inizio del terzo quaderno.
Finora sto apprezzando parecchio la prosa di Pirandello, che trovo molto elegante e, come ha detto anche Mattia, musicale.
Mi è piaciuta tanto anche la breve riflessione di Serafino sul potere catartico della scrittura, che condivido pienamente. A un certo punto scrive, infatti: "Soddisfo, scrivendo, a un bisogno di sfogo prepotente".
Il discorso sul potere distruttivo della "macchina" mi ha fatto pensare, poi, anche al finale apocalittico de La coscienza di Zeno, purtroppo estremamente (e tristemente) attuale: "Ma l'occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c'è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l'uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l'ordigno non ha più alcuna relazione con l'arto. Ed è l'ordigno che crea la malattia con l'abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati. Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po' più ammalato, ruberà tale esplosivo e s'arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.".
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Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori
Avete votato per il libro del mese di Settembre? Avete tempo fino al 16, vi aspetto qui!
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Non tutti insieme è... buahahahah!
Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller?
Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum
Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie
Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC
Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨
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