Sabato, 06 Settembre 2025

Luglio 2023 - Quaderni di Serafino Gubbio operatore

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05/07/2023 23:36 #63864 da davpal3

michxk.4 post=63861 userid=7064Sono arrivato all'inizio del terzo quaderno.
Finora sto apprezzando parecchio la prosa di Pirandello, che trovo molto elegante e, come ha detto anche Mattia, musicale.
Mi è piaciuta tanto anche la breve riflessione di Serafino sul potere catartico della scrittura, che condivido pienamente. A un certo punto scrive, infatti: "Soddisfo, scrivendo, a un bisogno di sfogo prepotente".
Il discorso sul potere distruttivo della "macchina" mi ha fatto pensare, poi, anche al finale apocalittico de La coscienza di Zeno, purtroppo estremamente (e tristemente) attuale: "Ma l'occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c'è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l'uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l'ordigno non ha più alcuna relazione con l'arto. Ed è l'ordigno che crea la malattia con l'abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati. Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po' più ammalato, ruberà tale esplosivo e s'arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.". 

Grazie Mich per questa bellissima e appropriata citazione di un altro grandissimo visionario, ma lucidissimo, della nostra letteratura.
Il parallelo mi sembra calzare a pennello; intanto in un desiderio implicito, magari anche solo allucinato, che quasi si arrivi alla fine del mondo per poter ricominciare da zero (la catastrofe inaudita vs fare una volta tanto punto e daccapo). Secondariamente,  mi suscita una riflessione sulla relazione tra sviluppo tecnologico e debolezza che io tradurrei da un lato come vulnerabilità e dall'altro come stupidità. Mi spiego. Lo sviluppo tecnologico estremo ci sta portando ad autoestinguerci. Tutti gli esempi del caso fateli voi. In secondo luogo, stiamo diventando più stupidi, o meglio, sempre meno inclini a ragionare e ad essere creativi. Tutto è bell e pronto: hai una domanda? E subito puoi trovare la risposta. Non sai fare qualcosa? C'è sicuramente un tutorial che te lo spiega. Tutto bello, però il cervello si impigrisce e gradualmente perde la sua funzione più elevata: l'atto creativo, il genio.

Anch'io sono giunto al terzo quaderno, ma la bella citazione sulla scrittura me la sono persa o forse non vi sono ancora giunto.
In compenso, non me ne vogliano gli animalisti (so che è un gesto ignobile), ma mi ha fatto sorridere la sorte della povera tartaruga, soprattutto per la maestria che Pirandello usa per descriverla. Che però fa riflettere su come alle volte ci si ritrovi in situazioni che in alcun modo siamo andati a cercare (la vita ci segna; e a chi attacca un vezzo, a chi una smorfia).

Mi è piaciuto molto anche l'inizio del secondo capitolo del terzo quaderno. Questa sorta di rebus che cela una semplice strada di campagna e fa da contrasto alla confusione di tutto ciò che ruota intorno alla KOSMOGRAPH.


Questo trionfo di letteratura italiana che sta diventando questa discussione mi è oltremodo gradito! Sono sicuro che piacerà anche a una certa moderatrice del forum.

@Giuseppe, credo che siamo più o meno allo stesso punto. La descrizione della Kosmograph e del contesto in cui “vive” riprende un tipico schema di Pirandello, che di frequente personifica gli oggetti e attribuisce loro pensieri ed emozioni umane. Si nota spesso nelle sue novelle e mi colpisce ogni volta che lo leggo.
Ringraziano per il messaggio: Mattia P., michael.h04

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08/07/2023 16:45 #63875 da davpal3
Ho finito il terzo quaderno e per me la lettura si conferma molto piacevole.
Pirandello alterna benissimo riflessioni generali e trama; anzi, fa di più, perché teoria e pratica, per così dire, si mescolano perfettamente nella narrazione al punto da renderla sempre godibile e interessante.

Nel terzo quaderno viene proposto il tema della relatività tanto caro all'autore e che viene ripreso in tantissime sue opere ed espresso in forme differenti. Qui Pirandello lo descrive così: "Abbiamo tutti un falso concetto dell'unità individuale. Ogni unità è nelle relazione degli elementi tra loro; il che significa che, variando anche minimamente le relazioni, varia per forza l'unità". Quanto è vero! Quanto cambiamo noi e quanto cambiano gli altri ogni volta che siamo/sono posti in contesti differenti e con diverse persone, al punto che talvolta è difficile riconoscere che siamo/sono sempre gli stessi. Mi vengono in mente le classiche  interviste ai vicini di un assassino: "Ma con noi era sempre gentile, una persona tranquilla, ecc.".

Mi piace molto anche la descrizione dell'ambiente cinematografico. E' una parte divertente che mi richiama alla mente alcune scene della serie tv Boris (in particolare con riferimento ai rapporti tra le persone, ad es. tra attori e altri lavoratori).
Ringraziano per il messaggio: Mattia P.

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08/07/2023 23:25 - 08/07/2023 23:26 #63878 da Mattia P.

Ho finito il terzo quaderno e per me la lettura si conferma molto piacevole.
Pirandello alterna benissimo riflessioni generali e trama; anzi, fa di più, perché teoria e pratica, per così dire, si mescolano perfettamente nella narrazione al punto da renderla sempre godibile e interessante.

Nel terzo quaderno viene proposto il tema della relatività tanto caro all'autore e che viene ripreso in tantissime sue opere ed espresso in forme differenti. Qui Pirandello lo descrive così: "Abbiamo tutti un falso concetto dell'unità individuale. Ogni unità è nelle relazione degli elementi tra loro; il che significa che, variando anche minimamente le relazioni, varia per forza l'unità". Quanto è vero! Quanto cambiamo noi e quanto cambiano gli altri ogni volta che siamo/sono posti in contesti differenti e con diverse persone, al punto che talvolta è difficile riconoscere che siamo/sono sempre gli stessi. Mi vengono in mente le classiche  interviste ai vicini di un assassino: "Ma con noi era sempre gentile, una persona tranquilla, ecc.".

Mi piace molto anche la descrizione dell'ambiente cinematografico. E' una parte divertente che mi richiama alla mente alcune scene della serie tv Boris (in particolare con riferimento ai rapporti tra le persone, ad es. tra attori e altri lavoratori).

 

Ho appena finito anch'io il terzo quaderno e confermo la sublimità della lettura.
Ovviamente, non ho potuto anch'io non notare l'autocitazione dell'autore con il suo tema principe. Un tema che a me affascina sempre proprio per la complessità di relazioni che dalle molteplici identità di ognuno di noi possono scaturire. Ma anche per i condizionamenti (non m'aspettavo avrebbe...), i malintesi (pensavo fossi...), le sorprese che non solo i molti noi, ma anche gli infiniti modi con cui essi alchimicamente si combinano sono in grado di ingenerare. Tutto ciò è estremamente interessante  e ci porta a non capire come si faccia a stimare Tizio o a detestare Caio.

Ma Pirandello, nei panni di Gubbio, cerca di sottolineare come questo sia buono. Cioè se tutti la odiano, la Nestoroff, questa è per lui una ragione  fortissima per non odiarla. E poi, a seguire, il passaggio di notevole profondità: "Sempre, nel giudicare gli altri, mi sono sforzato di superare il cerchio de’ miei affetti, di cogliere nel frastuono della vita, fatto più di pianti che di risa, quante più note mi sia stato possibile fuori dell’accordo de’ miei sentimenti". Che io leggo come: "ho sempre cercato di non farmi condizionare dai miei pregiudizi, perchè la vita è difficile e dunque ci vuole compassione anche per quelle persone, note stonate, che non ci vanno tanto a genio".

Mi chiedo anche se Pirandello, quando dice che "Ogni unità è nelle relazioni degli elementi tra loro; il che significa che, variando anche minimamente le relazioni, varia per forza l'unità", si renda conto di quanto è avanti! Egli cita la psicologia della Gestalt, della forma organizzata, ma anche la teoria generale dei sistemi di Bertalnffy nel suo assioma principe per cui il tutto e più della somma delle sue parti; è proprio qualcos'altro.

Mi fa piacere anche l'indignazione per la povera tigre e come egli la motiva.

Infine, seppur grande appassionato di cinema, ho veramente apprezzato la difesa strenua del teatro, suo grande amore, e come riesce a descriverne l'essenza, che sta nella vita vera di persone in carne ed ossa che interagiscono tra loro e insieme si emozionano per l'arte che insieme realizzano, attori e pubblico.

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
Ultima Modifica 08/07/2023 23:26 da Mattia P..
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08/07/2023 23:46 #63879 da davpal3



Ma Pirandello, nei panni di Gubbio, cerca di sottolineare come questo sia buono. Cioè se tutti la odiano, la Nestoroff, questa è per lui una ragione  fortissima per non odiarla. E poi, a seguire, il passaggio di notevole profondità: "Sempre, nel giudicare gli altri, mi sono sforzato di superare il cerchio de’ miei affetti, di cogliere nel frastuono della vita, fatto più di pianti che di risa, quante più note mi sia stato possibile fuori dell’accordo de’ miei sentimenti". Che io leggo come: "ho sempre cercato di non farmi condizionare dai miei pregiudizi, perchè la vita è difficile e dunque ci vuole compassione anche per quelle persone, note stonate, che non ci vanno tanto a genio".


Concordo su tutto.
Personalmente quella frase io l’ho intesa leggermente diversamente (come è normale che sia, essendo noi diversi, direbbe Pirandello!). L’ho intesa soprattutto come avversione alla tendenza comune, e in certa misura anche naturale, a difendere o assumere il punto di vista dei nostri amici, cari, familiari o persino connazionali, risultando incapaci, ogniqualvolta siamo coinvolti emotivamente, di dare giudizi oggettivi.

Quanto al cinema, è interessante notare come i tempi siano cambiati. Pirandello criticava il cinema a favore del teatro e adesso invece quanto spesso si lamenta la crisi dei cinema come segno di una crisi della cultura. Intendo che il cinema è adesso percepita quasi come una forma espressiva vecchia o comunque “tradizionale” e da difendere, mentre per Pirandello era una sorta di sciagura.
Ringraziano per il messaggio: Mattia P.

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09/07/2023 10:55 #63881 da guidocx84
Oggi ho iniziato anche io l’ascolto del libro e sin dalle prime pagine mi ha colpito quanto fosse attuale l’argomento di cui Pirandello ci parla mediante l’operatore cinematografico Serafino.

Questo rapporto tra l’uomo e la macchina, fonte di dibattito sin dagli anni della rivoluzione industriale, continua e si rinnova da quegli anni. Oggi parliamo principalmente di AI ma generalizzando, il problema è sempre lo stesso.

Rispetto agli anni in cui è stato scritto il libro, le cose secondo me sono anche molto peggiorate ed esattamente nella direzione in cui immaginava Pirandello.

Sono ancora all’inizio del libro ma per adesso promette molto bene.

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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09/07/2023 22:38 #63885 da Mattia P.

Oggi ho iniziato anche io l’ascolto del libro e sin dalle prime pagine mi ha colpito quanto fosse attuale l’argomento di cui Pirandello ci parla mediante l’operatore cinematografico Serafino.

Questo rapporto tra l’uomo e la macchina, fonte di dibattito sin dagli anni della rivoluzione industriale, continua e si rinnova da quegli anni. Oggi parliamo principalmente di AI ma generalizzando, il problema è sempre lo stesso.

Rispetto agli anni in cui è stato scritto il libro, le cose secondo me sono anche molto peggiorate ed esattamente nella direzione in cui immaginava Pirandello.

Sono ancora all’inizio del libro ma per adesso promette molto bene.
 

Ciao a tutti,

Bene Guido, son contento che ti sei unito alla lettura. Tu potresti darci anche un parere un po più tecnico, forse, sull'impatto delle nuove tecnologie e sulla loro pervasività nella nostra vita attuale. Io penso che le tecnologie, oggi come allora, abbiano segnato non solo in male, ma anche in bene la nostra vita. Come sempre l'esito dipende dall'uso che se ne fa.
Il cinema, per esempio, è per me una forma d'arte irrinunciabile, ma come ha fatto notare Davide, stanno emergendo nuove forme espressive (le fiction? i youtuber? mah?) che magari lo soppianteranno o lo ridimensioneranno fortemente. Per come la penso io, la qualità dei film al cinema si è notevolmente ridotta: tanta fuffa ed effetti speciali, ma poche idee e povertà di contenuti. Ci sono ovviamente tante realtà anche indipendenti, che continuano a cercare di realizzare prodotti culturali validi.

Ti chiederei anche un feedback sull'ascolto in vece della lettura. Forse da un lato, la musicalità della scrittura si giova dell'espressività di un buon lettore, ma personalmente penso che farei fatica a seguire una lettura audio di questo testo. Ho spesso bisogno di ritornare sul testo per poterlo comprendere e "assaporare".

Per tornare alla fine del quaderno terzo, vorrei segnalare questa frase: "Non c'è miglior mezzo per consolare un infelice, che mostrargli e fargli toccar con mano, che non è solo". La trovo molto bella e vera.
E la proferisce il sardo Simone Pau in riferimento al suo amico suonatore di violino. Mi commuove, per così dire, l'atteggiamento di Simone Pau verso il prossimo. Sembra quasi voler dire a coloro che si spacciano per grandi artisti: guardate qua, ora vi mostro della vera arte. E che si tratta di arte autentica, lo dimostra il gran finale della sua sonata: "Alla fine questa nota si distese, si sviluppò, s’abbandonò, liberata dall’affanno, in una linea melodica, limpida, dolcissima e intensa, vibrante d’infinito spasimo: e una profonda commozione allora invase noi tutti, che in Simone Pau si rigò di lagrime". Mi ha fatto pensare a David Gilmour dei Pink Floyd.

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
Ringraziano per il messaggio: davpal3

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09/07/2023 22:56 - 09/07/2023 22:56 #63887 da davpal3
Io trovo meravigliosamente ironica la parte in cui Serafino parla degli Inglesi, il cui gusto domina il cinema. Gli Inglesi sono forse ai tempi nostri sostituiti dagli Americani e soprattutto dalle piattaforme di streaming (Netflix). Le sarcastiche critiche nella ultima  stagione di Boris in proposito sono geniali , così come l'ultimo film di Nanni Moretti, Il sol dell'avvenire (tra le altre cose, ad esempio, si ironizza sulla necessità che lo spettatore sua coinvolto entro i primi due minuti). Ma insomma mi sembra che mutatis mutandis tutto fosse stato già esposto da Pirandello.
Ultima Modifica 09/07/2023 22:56 da davpal3.
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11/07/2023 20:03 #63899 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Re:Luglio 2023 - Quaderni di Serafino Gubbio operatore
Ho iniziato anche io la lettura qualche sera fa, e oggi ho finito il Secondo Quaderno. Il primo l'ho trovato interessante, ma mi sono dovuta riabituare alla lingua utilizzata (cent'anni fa e più! A pensarci!) e sono partita un po' lenta, con poca attenzione. Il secondo mi ha conquistata a partire dalla descrizione minuziosa, piena di atmosfera della casa di campagna sorrentina, dove vediamo letteralmente crescere dei personaggi che poi saranno comprimari, forse protagonisti della storia di Serafino.

Il gioco letterario utilizzato da Pirandello è brillante, prima disorienta allontanandosi dalla scena conosciuta nel Primo Quaderno, ma non te ne preoccupi troppo perché la narrazione culla; e non ti lascia in sospeso a lungo, ti ritrovi presto con i fili annodati. Mi ha sorpresa e mi è piaciuto il distacco compassionevole con cui Serafino analizza la femme fatale della storia, l'attrice Varia Nestoroff. Il quadro che dipinge è doppio, ma non banale. Ho apprezzato la profondità psicologica di una diva per ora solo descritta, ma descritta senza superficialità (è fredda e perfida con gli uomini, ma anche innamorata e speranzosa; desidera essere amata, ma come si accorge di essere un premio, ammirata solo per il suo corpo, si arrabbia e assume comportamenti oppositivi per vendetta).

Per come la penso io, la qualità dei film al cinema si è notevolmente ridotta: tanta fuffa ed effetti speciali, ma poche idee e povertà di contenuti. Ci sono ovviamente tante realtà anche indipendenti, che continuano a cercare di realizzare prodotti culturali validi.

Potrei dire lo stesso dei libri... la macchina editoriale è diventata una potente macchina d'intrattenimento, e se nelle storie non ci sono effetti speciali, c'è comunque tanta fuffa, tanta maniera, tante formule ripetute per creare prodotti di consumo (si sa che va quello, e quello si produce in serie: si pensino ai prodotti young e new adult, un certo tipo di romance ecc.).

Gli Inglesi sono forse ai tempi nostri sostituiti dagli Americani e soprattutto dalle piattaforme di streaming (Netflix). Le sarcastiche critiche nella ultima  stagione di Boris in proposito sono geniali , così come l'ultimo film di Nanni Moretti, Il sol dell'avvenire (tra le altre cose, ad esempio, si ironizza sulla necessità che lo spettatore sua coinvolto entro i primi due minuti).


L'algoritmooo! :D

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)
Ringraziano per il messaggio: davpal3, Mattia P.

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12/07/2023 22:14 #63905 da Mattia P.

lettereminute post=63899 userid=6958Ho iniziato anche io la lettura qualche sera fa, e oggi ho finito il Secondo Quaderno. Il primo l'ho trovato interessante, ma mi sono dovuta riabituare alla lingua utilizzata (cent'anni fa e più! A pensarci!) e sono partita un po' lenta, con poca attenzione. Il secondo mi ha conquistata a partire dalla descrizione minuziosa, piena di atmosfera della casa di campagna sorrentina, dove vediamo letteralmente crescere dei personaggi che poi saranno comprimari, forse protagonisti della storia di Serafino.

Il gioco letterario utilizzato da Pirandello è brillante, prima disorienta allontanandosi dalla scena conosciuta nel Primo Quaderno, ma non te ne preoccupi troppo perché la narrazione culla; e non ti lascia in sospeso a lungo, ti ritrovi presto con i fili annodati. Mi ha sorpresa e mi è piaciuto il distacco compassionevole con cui Serafino analizza la femme fatale della storia, l'attrice Varia Nestoroff. Il quadro che dipinge è doppio, ma non banale. Ho apprezzato la profondità psicologica di una diva per ora solo descritta, ma descritta senza superficialità (è fredda e perfida con gli uomini, ma anche innamorata e speranzosa; desidera essere amata, ma come si accorge di essere un premio, ammirata solo per il suo corpo, si arrabbia e assume comportamenti oppositivi per vendetta).

Per come la penso io, la qualità dei film al cinema si è notevolmente ridotta: tanta fuffa ed effetti speciali, ma poche idee e povertà di contenuti. Ci sono ovviamente tante realtà anche indipendenti, che continuano a cercare di realizzare prodotti culturali validi.

Potrei dire lo stesso dei libri... la macchina editoriale è diventata una potente macchina d'intrattenimento, e se nelle storie non ci sono effetti speciali, c'è comunque tanta fuffa, tanta maniera, tante formule ripetute per creare prodotti di consumo (si sa che va quello, e quello si produce in serie: si pensino ai prodotti young e new adult, un certo tipo di romance ecc.).

Gli Inglesi sono forse ai tempi nostri sostituiti dagli Americani e soprattutto dalle piattaforme di streaming (Netflix). Le sarcastiche critiche nella ultima  stagione di Boris in proposito sono geniali , così come l'ultimo film di Nanni Moretti, Il sol dell'avvenire (tra le altre cose, ad esempio, si ironizza sulla necessità che lo spettatore sua coinvolto entro i primi due minuti).


L'algoritmooo! :D

Ciao a tutti,

Allora, a me la Nestoroff, per ora sta antipatica. Semplicemente perchè sembra che al suo atteggiamento da diva non corrisponda una sua reale capacità recitativa e artistica. Cioè io posso perdonare, per fare un parallelo, per esempio, tutto a John Lennon, che pure aveva un bel caratterino, in virtù del suo genio artistico. Ma se il caratterino è solo il frutto di un ego inflazionato, be' allora...

Per tornare al cinema, verissimo dire che gli inglesi di allora sembrano gli americani di oggi. Però io ritengo che gli americani, per molti anni, sono stati dei gran produttori di buon cinema. Taxi Driver, per esempio, oggi verrebbe considerato cinema d'essai. Ma allora era il cinema pop. Oggi cos'è un esempio di cinema pop americano? Forse fatica a essere credibile anche quello d'autore!

Sono giunto al momento in cui "Pirandello", nei panni di Serafino, incontra l'amore. E che romanticone sa essere...

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
Ringraziano per il messaggio: davpal3

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13/07/2023 14:28 #63906 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Luglio 2023 - Quaderni di Serafino Gubbio operatore

Allora, a me la Nestoroff, per ora sta antipatica. Semplicemente perchè sembra che al suo atteggiamento da diva non corrisponda una sua reale capacità recitativa e artistica. Cioè io posso perdonare, per fare un parallelo, per esempio, tutto a John Lennon, che pure aveva un bel caratterino, in virtù del suo genio artistico. Ma se il caratterino è solo il frutto di un ego inflazionato, be' allora...


A me non sta né simpatica né antipatica. In questo, Pirandello/Gubbio mi ha attaccato il suo distacco e la sua neutralità. Ho finito il Terzo Quaderno provando molta pena sia per la tigre che per il violinista. Questa tigre mi pare la proverbiale pistola di Cechov: sparerà, o azzannerà... Tra l'altro, ho appreso che uno dei titoli inizialmente vagliati da Pirandello per questo romanzo era proprio "La tigre", quindi senza fare spoiler (anche perché non so come va a finire) io quella tigre la terrei d'occhio.

Molto apprezzata anche la parte iniziale di questo capitolo con la storia del beccaccino esploratore. Sono discorsi che oggi non esiteremmo a definire antispecisti, di attualità: tolgono l'uomo dal centro dell'universo, in cui si è messo. Sempre con molto garbo. :)

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)
Ringraziano per il messaggio: davpal3, Mattia P.

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Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

Avatar di mulaky mulaky - 13/07/2025 - 17:10

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