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Ottimo, il giusto distacco per poter meglio districarsi in questa vicenda...lettereminute post=63906 userid=6958
Allora, a me la Nestoroff, per ora sta antipatica. Semplicemente perchè sembra che al suo atteggiamento da diva non corrisponda una sua reale capacità recitativa e artistica. Cioè io posso perdonare, per fare un parallelo, per esempio, tutto a John Lennon, che pure aveva un bel caratterino, in virtù del suo genio artistico. Ma se il caratterino è solo il frutto di un ego inflazionato, be' allora...
A me non sta né simpatica né antipatica. In questo, Pirandello/Gubbio mi ha attaccato il suo distacco e la sua neutralità. Ho finito il Terzo Quaderno provando molta pena sia per la tigre che per il violinista. Questa tigre mi pare la proverbiale pistola di Cechov: sparerà, o azzannerà... Tra l'altro, ho appreso che uno dei titoli inizialmente vagliati da Pirandello per questo romanzo era proprio "La tigre", quindi senza fare spoiler (anche perché non so come va a finire) io quella tigre la terrei d'occhio.
Molto apprezzata anche la parte iniziale di questo capitolo con la storia del beccaccino esploratore. Sono discorsi che oggi non esiteremmo a definire antispecisti, di attualità: tolgono l'uomo dal centro dell'universo, in cui si è messo. Sempre con molto garbo.
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E come darle torto (alla moglie)? Anch'io nei suoi panni sarei stata gelosa! Troppo carismaNel Quarto quaderno Pirandello si sofferma molto sulla famiglia Cavalena e particolarmente sulla gelosia della moglie. Ci sono, come al solito, frasi meravigliose (ad esempio questa: "la verità è che nel suo ispido reclusorio, senza volerlo, egli s’è purtroppo abituato a conversar con se stesso, cioè col peggior nemico che ciascuno di noi possa avere"), però ciò che più mi ha colpito, gossippariamenfe parlando, è la dovizia di particolari del rapporto tra i coniugi e della descrizione della gelosia, considerato che lo stesso Pirandello fu perseguitato dalla gelosia della moglie, poi rinchiusa in un centro psichiatrico. Mi chiedo quanto della propria esperienza abbia trasposto nel libro.
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E come darle torto (alla moglie)? Anch'io nei suoi panni sarei stata gelosa! Troppo carismaNel Quarto quaderno Pirandello si sofferma molto sulla famiglia Cavalena e particolarmente sulla gelosia della moglie. Ci sono, come al solito, frasi meravigliose (ad esempio questa: "la verità è che nel suo ispido reclusorio, senza volerlo, egli s’è purtroppo abituato a conversar con se stesso, cioè col peggior nemico che ciascuno di noi possa avere"), però ciò che più mi ha colpito, gossippariamenfe parlando, è la dovizia di particolari del rapporto tra i coniugi e della descrizione della gelosia, considerato che lo stesso Pirandello fu perseguitato dalla gelosia della moglie, poi rinchiusa in un centro psichiatrico. Mi chiedo quanto della propria esperienza abbia trasposto nel libro.
Io sto percorrendo il quarto quaderno, ma ancora non sono giunto a questa parte.
Tuttavia il materiale di godimento e di riflessione (che sto sottolineando) è strarrippante.
"Potevano parlare — sì, essi, tutt’e quattro — perché erano persone, rappresentavano ciascuno una persona, la propria; io, no: ero una cosa: ecco, forse quella che mi stava su le ginocchia, avviluppata in una tela nera."
Qui il tema della reificazione delle persone. Non sono più una persona, ma mi si identifica con quello che faccio, con il mio ruolo.
E prosegue:
"Tu non sei nella tua professione, ma ciò non vuol dire, caro mio, che la tua professione non sia in te! Leva dal capo a questi miei signori colleghi ch’io non sia professore. Sono il professore, per loro: un po’ strambo, ma professore! Noi possiamo benissimo non ritrovarci in quello che facciamo; ma quello che facciamo, caro mio, è, resta fatto: fatto che ti circoscrive, ti dà comunque una forma e t’imprigiona in essa. Vuoi ribellarti? Non puoi."
Fantastico, perchè qui Pirandello evidenzia un'importante verità di tipo pedagogico: ciò che fai ti da' una forma. E' la famosa formazione, processo che ci accompagna per tutta la vita.
Veramente impressionante perchè sembra aver letto manuali di pedagogia e averli tradotti in letteratura.
"Doveri, responsabilità, una sequela di conseguenze, spire, tentacoli che t’avviluppano e non ti lasciano più respirare. Non far più niente, o il meno possibile, come me, per restar liberi il più possibile? Eh sì! La vita stessa è un fatto! Quando tuo padre t’ha messo al mondo, caro, il fatto è fatto. Non te ne liberi più finché non finisci di morire."
Cio' a dire che la vita ti segna, in primis a cominciare dalla nascita perche nasci da quel padre e da quella madre e poi per continuare con tutto ciò che Pirandello elenca. Ma c'è chi, come i clochard, scelgono di ribellarsi a questo meccanismo che spesso stritola, spinti verso un desiderio di infinita libertà. Forse anche come Simone Pau.
E poi sempre la solita ironia, a far calare i toni:
"Sorridevo perché m’immaginavo al cospetto di Dio Creatore, al cospetto degli Angeli e delle anime sante del Paradiso, dietro il mio grosso ragno nero sul treppiedi a gambe rientranti, condannato a girar la manovella, anche lassù, dopo morto."
A volte in queste immagini narrative, Pirandello mi ricorda Terzani.
E ancora si ritorna sull'esistenziale:
"La filosofia è come la religione: conforta sempre, anche quando è disperata, perché nasce dal bisogno di superare un tormento, e anche quando non lo superi, il pórselo davanti, questo tormento, è già un sollievo per il fatto che, almeno per un poco, non ce lo sentiamo più dentro."
Insomma, ripeto, una costante fonte di stimolazione. Per me è il top. Proseguirò, se non disturbo, ancora un po con il commento di altro materiale che ho messo da parte. Ora mi tocca scappare, mannaggia.
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A mio avviso la grandezza di Pirandello, e forse di tutti i grandi autori, sta nella loro permanente attualità e nella possibilità di cogliere tante chiavi di lettura.
Mi chiedo comunque cosa avrebbe pensato di questo nostro mondo, di internet, sei social , perfino dei forum!
però ciò che più mi ha colpito, gossippariamenfe parlando, è la dovizia di particolari del rapporto tra i coniugi e della descrizione della gelosia, considerato che lo stesso Pirandello fu perseguitato dalla gelosia della moglie, poi rinchiusa in un centro psichiatrico. Mi chiedo quanto della propria esperienza abbia trasposto nel libro.
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A mio avviso la grandezza di Pirandello, e forse di tutti i grandi autori, sta nella loro permanente attualità e nella possibilità di cogliere tante chiavi di lettura.
Mi chiedo comunque cosa avrebbe pensato di questo nostro mondo, di internet, sei social , perfino dei forum!
Dai, magari i forum li avrebbe salvati... sono più riflessivi! Dopotutto anche i nostri eroi (Leopardi in primis, giacché ne abbiamo parlato di recente) intrattenevano fitte corrispondenze con altri scrittori e lettori, commentando entusiasticamente quel che leggevano... avrebbero apprezzato un forum!
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Non lo sapevo! Tra l'altro, anche in queste descrizioni c'è tanta finezza psicologica: Cavalena, il marito oggetto di gelosia, ogni tanto compie delle vere e proprie fughe, oppresso com'è; però, dopo poco che fugge già si pente e si sente smarrito, segno che i due ormai sono in un incastro simbiotico. Tra l'altro, mi ha colpito come la moglie sia gelosissima del marito, paranoica, ma non per questo attaccata a lui dal punto di vista affettivo (lo svaluta e lo disprezza continuamente). Classico rapporto simbiotico, chissà la povera Luisetta che le è toccato patire con questi due a modello. ):
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so che non val nulla quella donna; ma le dà prezzo ora tutto quello che ho sofferto e soffro per lei. Non è amore, è odio, è il sangue che s’è versato per lei! E poiché s’è voluto affogare in questo sangue per sempre la mia vita, bisogna ora che vi stiamo tuffati tutti e due insieme, aggrappati, io e lei, non io solo! Non posso più star solo così!
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Ciao a tutti,Oggi ho iniziato anche io l’ascolto del libro e sin dalle prime pagine mi ha colpito quanto fosse attuale l’argomento di cui Pirandello ci parla mediante l’operatore cinematografico Serafino.
Questo rapporto tra l’uomo e la macchina, fonte di dibattito sin dagli anni della rivoluzione industriale, continua e si rinnova da quegli anni. Oggi parliamo principalmente di AI ma generalizzando, il problema è sempre lo stesso.
Rispetto agli anni in cui è stato scritto il libro, le cose secondo me sono anche molto peggiorate ed esattamente nella direzione in cui immaginava Pirandello.
Sono ancora all’inizio del libro ma per adesso promette molto bene.
Bene Guido, son contento che ti sei unito alla lettura. Tu potresti darci anche un parere un po più tecnico, forse, sull'impatto delle nuove tecnologie e sulla loro pervasività nella nostra vita attuale. Io penso che le tecnologie, oggi come allora, abbiano segnato non solo in male, ma anche in bene la nostra vita. Come sempre l'esito dipende dall'uso che se ne fa.
Il cinema, per esempio, è per me una forma d'arte irrinunciabile, ma come ha fatto notare Davide, stanno emergendo nuove forme espressive (le fiction? i youtuber? mah?) che magari lo soppianteranno o lo ridimensioneranno fortemente. Per come la penso io, la qualità dei film al cinema si è notevolmente ridotta: tanta fuffa ed effetti speciali, ma poche idee e povertà di contenuti. Ci sono ovviamente tante realtà anche indipendenti, che continuano a cercare di realizzare prodotti culturali validi.
Ti chiederei anche un feedback sull'ascolto in vece della lettura. Forse da un lato, la musicalità della scrittura si giova dell'espressività di un buon lettore, ma personalmente penso che farei fatica a seguire una lettura audio di questo testo. Ho spesso bisogno di ritornare sul testo per poterlo comprendere e "assaporare".
Per tornare alla fine del quaderno terzo, vorrei segnalare questa frase: "Non c'è miglior mezzo per consolare un infelice, che mostrargli e fargli toccar con mano, che non è solo". La trovo molto bella e vera.
E la proferisce il sardo Simone Pau in riferimento al suo amico suonatore di violino. Mi commuove, per così dire, l'atteggiamento di Simone Pau verso il prossimo. Sembra quasi voler dire a coloro che si spacciano per grandi artisti: guardate qua, ora vi mostro della vera arte. E che si tratta di arte autentica, lo dimostra il gran finale della sua sonata: "Alla fine questa nota si distese, si sviluppò, s’abbandonò, liberata dall’affanno, in una linea melodica, limpida, dolcissima e intensa, vibrante d’infinito spasimo: e una profonda commozione allora invase noi tutti, che in Simone Pau si rigò di lagrime". Mi ha fatto pensare a David Gilmour dei Pink Floyd.
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so che non val nulla quella donna; ma le dà prezzo ora tutto quello che ho sofferto e soffro per lei. Non è amore, è odio, è il sangue che s’è versato per lei! E poiché s’è voluto affogare in questo sangue per sempre la mia vita, bisogna ora che vi stiamo tuffati tutti e due insieme, aggrappati, io e lei, non io solo! Non posso più star solo così!
Hai ragione Davide, questo ragionamento che Pirandello porta alla luce tramite il Nuti è davvero sinistro, lo stesso che sta alla base delle violenze di oggi. Tu porti come esempio l'ultima, vergognosa sentenza; io ti cito a memoria le dichiarazioni deliranti (come delirante è il Nuti) dei violenti verso le donne: non può lasciarmi, io e lei dobbiamo rimanere insieme, non può farmi questo e pensare di cavarsela così ecc. La base è la stessa: l'incapacità a lasciare andare, a considerarsi come esseri separati, e anche di ricevere un colpo al proprio ego (es. venire insultati, lasciati, rifiutati) senza considerarla una ferita mortale.
Certo che il rifiuto fa male a tutti, ma non tutti reagiamo con la volontà di annullare l'altro; e nel caso degli uomini violenti verso le donne c'è sia un'incapacità totale di tollerare la frustrazione che un retaggio culturale duro a morire, quello che ti autorizza internamente a sfogare questa frustrazione sulla donna, perché "non si doveva permettere". Infatti se un amico ti tradisce (sempre una ferita all'orgoglio), guarda caso non te ne esci con l'idea di ammazzarlo. Se una donna ti fa uno sgarbo sì. (Ovviamente parlo sempre per statistica)
Per inciso, nel mio ultimo post parlavo di simbiosi pensando alla madre e al padre di Luisetta, ma anche in queste parole si trova: bisogna ora che vi stiamo tuffati tutti e due insieme, aggrappati, io e lei, non io solo! Non posso più star solo così!
A proposito di Luisetta, comunque, che ho finito il Quinto Quaderno: mi ero appena chiesta che conseguenze ci sarebbero state sulla sua psiche, venendo allevata da due genitori così... e ora ha giustappunto sbroccato di brutto!![]()
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Non lo sapevo! Tra l'altro, anche in queste descrizioni c'è tanta finezza psicologica: Cavalena, il marito oggetto di gelosia, ogni tanto compie delle vere e proprie fughe, oppresso com'è; però, dopo poco che fugge già si pente e si sente smarrito, segno che i due ormai sono in un incastro simbiotico. Tra l'altro, mi ha colpito come la moglie sia gelosissima del marito, paranoica, ma non per questo attaccata a lui dal punto di vista affettivo (lo svaluta e lo disprezza continuamente). Classico rapporto simbiotico, chissà la povera Luisetta che le è toccato patire con questi due a modello. ):
Altro tema sicuramente scottante questo sollevato da Pirandello. Penso che la capacità di fronteggiare e uscire dalle cosiddette relazioni tossiche debba essere coltivata già dalla tenera età con una sana educazione alle emozioni e all’affettività. Molte donne si ritrovano in situazioni di dipendenza psicologica che poi degenera perche non hanno imparato a dare voce alle proprie emozioni. La situazione sembra loro tutto sommato normale, fino a quando non succede il peggio.Mi sembra che sia una perfetta descrizione della “logica” che sta dietro a molte violenze contro le donne e specialmente ai femminicidi. Sono passato 100 anni, ma ancora questa logica non ci abbandona ed ha un riconoscimento sociale, se pensiamo che pochi giorni fa un omicida ha ricevuto una pena minore perché la vittima è stata considerata “disinibita” e si è ritenuto che lo avesse “usato” per i propri fini.
Assolutamente. Oggi per esempio, nel mondo della scuola si parla di Competenza Digitale che viene definita dall’Unione Europea come “la capacità di utilizzare le tecnologie digitali con dimestichezza, spirito critico e responsabilità per il lavoro, per apprendere e per partecipare alla società”. Sulla dimestichezza siamo d’accordo, ma lo spirito critico? E la responsabilità? Nell’osservare le reazioni di certi bambini anche molto piccoli di fronte al divieto di usare lo smartphone non ho potuto non vederci una reazione ad una vera e propria dipendenza…Credo che forse manchi un po' di educazione all'uso delle tecnologie ma non in senso pratico (anche perché i nativi digitali, la gen Z, ecc. sono già molto avanti). Intendo educazione proprio in merito a cosa comporta utilizzare o non utilizzare una certa tecnologia. Penso ad esempio ai bambini imbambolati davanti allo schermo dello smartphone (datogli dagli stessi genitori per farli stare calmi a tavola). Anni fa probabilmente il problema era lo stesso con la televisione. A me ad esempio non mi facevano stare più di un tot. di tempo al giorno alla TV. Ma negli anni '90 ci saranno stati sicuramente ragazzi piantati davanti alla TV da mattina a sera. Nonostante però alcuni studi stiano segnalando i rischi di lasciare i bambini in giovane età con lo smartphone, mi pare che ve ne sia comunque un abuso preoccupante.
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Palermo a Settembre?
Non tutti insieme è... buahahahah!
Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller?
Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum
Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie
Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC
Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨
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