Martedì, 04 Novembre 2025

Luglio 2023 - Quaderni di Serafino Gubbio operatore

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30/06/2023 21:22 - 30/06/2023 21:22 #63825 da guidocx84
Sono aperte le discussioni sul Libro del Mese di Luglio 2023: "I quaderni di Serafino Gubbio operatore" di Luigi Pirandello.

Modera la discussione Giuseppe (Mattia P.).

Buona lettura e buona discussione a tutti! ;)

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain
Ultima Modifica 30/06/2023 21:22 da guidocx84.

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01/07/2023 11:14 #63828 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Luglio 2023 - Quaderni di Serafino Gubbio operatore
Ciao! Ecco la mia solita risposta all'appello con dichiarazione di intenzioni.   Ho deciso di partecipare molto volentieri, aspetto solo di tornare a casa e recarmi in biblioteca, per fortuna copie ce ne sono. Inizierò quindi a metà della settimana prossima, o quella dopo ancora. Ma ci sarò!

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)
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01/07/2023 18:55 #63830 da Mattia P.
Ciao a tutti,

Io ho gia iniziato e ovviamente subito un impatto positivo.
Per me c'è un qualcosa di musicale nel modo di scrivere di Pirandello. Sarò antico, ma mi piace l'uso di termini quali balenio, tramenìo, sbarbaglio...
Ho letto i primi due capitoli in cui mi sembra abbastanza chiara e netta la critica alla società moderna e meccanicizzata.

Ma quanto è attuale quando dice: "... questo fragoroso e vertiginoso meccanismo della vita, che di giorno in giorno sempre più si complica e s'accelera, non abbia ridotto l'umanità in tale stato di follia che presto proromperà frenetica a sconvolgere e distruggere tutto"?
Ma non stiamo veramente distruggendo tutto? Vedi le guerre, vedi l'uso sconsiderato delle risorse del pianeta, vedi una dimensione sempre meno locale e "sociale", nonostante l'abbondanza di social... E la soluzione, potrebbe essere quella di "distruggere tutto... per fare una volta tanto punto e daccapo"? Mah! Certamente  una qualche inversione di tendenza è necessaria.
E già Pirandello si chiedeva, ma cosa succederà quando tutto sarà automatizzato e l'uomo  non servirà più?

Leggere Pirandello è anche, a volte, una specie di rebus. A volte per comprendere una frase bisogna tornarci, quasi fosse una specie di indovinello.

Nel terzo capitolo anche l'incontro di un paesa'  nella figura di Simone Pau di Sassari...:)

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
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01/07/2023 19:36 - 01/07/2023 19:36 #63832 da davpal3
Un po' perché è Pirandello, un po' per sfuggire alla noia di Lady Chatterley, tale che a un certo punto ho trovato più interessante leggere una biografia di Freud, ho iniziato anche io questa lettura!

Ho trovato le prime pagine a dir poco meravigliose, tra Leopardi e Dostoevskij (specialmente la parte sull'uomo bruto come maggiormente adatto alla vita mi ricorda parti di "Memorie dal sottosuolo"). E quanto sono attuali le considerazioni su un mondo fatto di continue distrazioni, in cui fermarsi a pensare, fermarsi anche a percepire e analizzare i propri sentimenti, è quasi impossibile, perché tanto c'è una nuova "storia", un nuovo "post", una nuova notizia. "Fuori, è un balenìo continuo, uno sbarbaglìo incessante: tutto guizza e scompare. Che cos'è? Niente, è passato! Era forse una cosa triste; ma niente, ora è passata". Trovo queste frasi una perfetta descrizione dei social networks.

Io ho praticamente sottolineato le prime 10 pagine perché le trovo estremamente interessanti e, come dice Giuseppe, da leggere e rileggere, perché ci si trova sempre qualcosa di nuovo.
Il tema del dominio delle macchine e della tecnica emerge subito prepotentemente: "la macchinetta - anche questa macchinetta, come tante altre macchinette - girerà da sè. Ma che cosa farò l'uomo quando tutte le macchinette gireranno da sè, questo, caro signore, resta ancora da vedere". Questo passaggio mi ha ricordato molto il racconto "The machine stops" (l'ho commentato qui: www.ilclubdellibro.it/forum/24-fantascie...m-forster.html#61714 ), in cui si ipotizza per l'appunto un mondo in cui le macchine fanno tutto.

Concordo con Giuseppe anche con riferimento al linguaggio e a una ricchezza che mi impone a volte di consultare il vocabolario. Quando si parla tanto di classici e della loro equivalenza rispetto ai contemporanei...
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02/07/2023 08:18 #63834 da Mattia P.

Un po' perché è Pirandello, un po' per sfuggire alla noia di Lady Chatterley, tale che a un certo punto ho trovato più interessante leggere una biografia di Freud, ho iniziato anche io questa lettura!

Ho trovato le prime pagine a dir poco meravigliose, tra Leopardi e Dostoevskij (specialmente la parte sull'uomo bruto come maggiormente adatto alla vita mi ricorda parti di "Memorie dal sottosuolo"). E quanto sono attuali le considerazioni su un mondo fatto di continue distrazioni, in cui fermarsi a pensare, fermarsi anche a percepire e analizzare i propri sentimenti, è quasi impossibile, perché tanto c'è una nuova "storia", un nuovo "post", una nuova notizia. "Fuori, è un balenìo continuo, uno sbarbaglìo incessante: tutto guizza e scompare. Che cos'è? Niente, è passato! Era forse una cosa triste; ma niente, ora è passata". Trovo queste frasi una perfetta descrizione dei social networks.

Io ho praticamente sottolineato le prime 10 pagine perché le trovo estremamente interessanti e, come dice Giuseppe, da leggere e rileggere, perché ci si trova sempre qualcosa di nuovo.
Il tema del dominio delle macchine e della tecnica emerge subito prepotentemente: "la macchinetta - anche questa macchinetta, come tante altre macchinette - girerà da sè. Ma che cosa farò l'uomo quando tutte le macchinette gireranno da sè, questo, caro signore, resta ancora da vedere". Questo passaggio mi ha ricordato molto il racconto "The machine stops" (l'ho commentato qui: www.ilclubdellibro.it/forum/24-fantascie...m-forster.html#61714 ), in cui si ipotizza per l'appunto un mondo in cui le macchine fanno tutto.

Concordo con Giuseppe anche con riferimento al linguaggio e a una ricchezza che mi impone a volte di consultare il vocabolario. Quando si parla tanto di classici e della loro equivalenza rispetto ai contemporanei...
 
Grazie Davide,
mi sembra di capire che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Ecco, parlando della forma a volte un po complessa della scrittura di Pirandello, io ho dovuto rileggere varie volte la parte sull'uomo bruto prima di trarne un qualche significato. Però mi piace fare una lettura che impegni anche a ragionare e faccia riflettere.

Anch'io vorrei sottolineare tutto perche questo romanzo mi sembra veramente una miniera di temi interessanti.

Ho finito di leggere il V Capitolo e, per esempio sono rimasto colpito dal conterraneo Simone Pau, un uomo che apparentemente non ha molto, sembra anche un pò matto, ma che invece ci può dare una grande lezione di umanità nel suo dare quel poco che che ha, il suo sapere, tanto che "i ragazzi gli vogliono un gran bene". Con il suo  interesse per coloro (come il violinista) che con lui vivono in una società che non li comprende, nella doppia accezione del termine, e quando smaschera l'atteggiamento derisorio di Serafino con un "Come sei imbecille!", mostra di essere molto più lucido di quello che sembra.

Mi piace anche il fatto che l'opera possa suscitare dei collegamenti letterari; e che collegamenti! Mi sono subito andato a leggere il tuo commento e ovviamente ho scaricato il racconto di Forster.

Ho parlato dell'ironia di Pirandello nella presentazione del libro, non sapendo se si sarebbe effettivamente manifestata anche in questo romanzo. Ma ovviamente non si è fatta attendere. Ogni tanto, anche stavolta, scoppio a ridere a leggere certi passaggi tipo:
Nelle osterie si beve; e lui prima sonava, poi beveva. Sonava divinamente; più divinamente sonava, e più beveva;
E' un sorriso sempre dolce amaro, come spesso avviene con Pirandello, che ha a che fare con la miseria umana. E' la tradizione tragicomica siciliana dei pupi che mi ricorda, per esempio, la comicità a volte surreale e demenziale di Franco e Ciccio. Insomma, anche stavolta si riflette su temi seri, ma anche con la giusta leggerezza.

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02/07/2023 20:21 #63843 da davpal3

Grazie Davide,
mi sembra di capire che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Ecco, parlando della forma a volte un po complessa della scrittura di Pirandello, io ho dovuto rileggere varie volte la parte sull'uomo bruto prima di trarne un qualche significato. Però mi piace fare una lettura che impegni anche a ragionare e faccia riflettere.

Anch'io vorrei sottolineare tutto perche questo romanzo mi sembra veramente una miniera di temi interessanti.

Ho finito di leggere il V Capitolo e, per esempio sono rimasto colpito dal conterraneo Simone Pau, un uomo che apparentemente non ha molto, sembra anche un pò matto, ma che invece ci può dare una grande lezione di umanità nel suo dare quel poco che che ha, il suo sapere, tanto che "i ragazzi gli vogliono un gran bene". Con il suo  interesse per coloro (come il violinista) che con lui vivono in una società che non li comprende, nella doppia accezione del termine, e quando smaschera l'atteggiamento derisorio di Serafino con un "Come sei imbecille!", mostra di essere molto più lucido di quello che sembra.

Mi piace anche il fatto che l'opera possa suscitare dei collegamenti letterari; e che collegamenti! Mi sono subito andato a leggere il tuo commento e ovviamente ho scaricato il racconto di Forster.

Ho parlato dell'ironia di Pirandello nella presentazione del libro, non sapendo se si sarebbe effettivamente manifestata anche in questo romanzo. Ma ovviamente non si è fatta attendere. Ogni tanto, anche stavolta, scoppio a ridere a leggere certi passaggi tipo:
Nelle osterie si beve; e lui prima sonava, poi beveva. Sonava divinamente; più divinamente sonava, e più beveva;
E' un sorriso sempre dolce amaro, come spesso avviene con Pirandello, che ha a che fare con la miseria umana. E' la tradizione tragicomica siciliana dei pupi che mi ricorda, per esempio, la comicità a volte surreale e demenziale di Franco e Ciccio. Insomma, anche stavolta si riflette su temi seri, ma anche con la giusta leggerezza.

Se leggi il racconto di Forster, sono curioso di saperne che ne pensi!
Concordo sulla splendida ironia di Pirandello. Tra i tanti passaggi in cui si manifesta, ho segnato questo: "feci intima e tormentosa conoscenza con tutte le macchine inventate dall'uomo per la sua felicità". Ed in effetti c'è da chiedersi se lo sviluppo tecnologico ci abbia reso più felici (oltre che più "efficienti").
Mi è piaciuta molto la riflessione sulla malvagità e sull'infelicità: "tutti riconosciamo volentieri la nostra infelicità; nessuno, la propria malvagità; e quella vogliamo vedere senz'alcuna ragione o colpa nostra; mentre cento ragioni, cento scuse o giustificazioni ci affanniamo a trovare per ogni piccolo atto malvagio da noi compiuto". Mi sembra un meccanismo psicologico molto diffuso.
Anche la successiva (e magnificamente ironica!) riflessione sulla caccia mi è sembrata bellissima.

Quanto alla trama vera e propria ho finito il secondo Quaderno.

Attenzione: Spoiler!

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03/07/2023 15:00 #63847 da michael.h04
Risposta da michael.h04 al topic Luglio 2023 - Quaderni di Serafino Gubbio operatore
Ho finalmente finito la maturità, quindi oggi mi unisco alla lettura molto volentieri! Intanto ho letto le vostre riflessioni

"Ogni lettore, quando legge, legge se stesso." (Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto)

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03/07/2023 18:59 #63849 da Mattia P.

Grazie Davide,
mi sembra di capire che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Ecco, parlando della forma a volte un po complessa della scrittura di Pirandello, io ho dovuto rileggere varie volte la parte sull'uomo bruto prima di trarne un qualche significato. Però mi piace fare una lettura che impegni anche a ragionare e faccia riflettere.

Anch'io vorrei sottolineare tutto perche questo romanzo mi sembra veramente una miniera di temi interessanti.

Ho finito di leggere il V Capitolo e, per esempio sono rimasto colpito dal conterraneo Simone Pau, un uomo che apparentemente non ha molto, sembra anche un pò matto, ma che invece ci può dare una grande lezione di umanità nel suo dare quel poco che che ha, il suo sapere, tanto che "i ragazzi gli vogliono un gran bene". Con il suo  interesse per coloro (come il violinista) che con lui vivono in una società che non li comprende, nella doppia accezione del termine, e quando smaschera l'atteggiamento derisorio di Serafino con un "Come sei imbecille!", mostra di essere molto più lucido di quello che sembra.

Mi piace anche il fatto che l'opera possa suscitare dei collegamenti letterari; e che collegamenti! Mi sono subito andato a leggere il tuo commento e ovviamente ho scaricato il racconto di Forster.

Ho parlato dell'ironia di Pirandello nella presentazione del libro, non sapendo se si sarebbe effettivamente manifestata anche in questo romanzo. Ma ovviamente non si è fatta attendere. Ogni tanto, anche stavolta, scoppio a ridere a leggere certi passaggi tipo:
Nelle osterie si beve; e lui prima sonava, poi beveva. Sonava divinamente; più divinamente sonava, e più beveva;
E' un sorriso sempre dolce amaro, come spesso avviene con Pirandello, che ha a che fare con la miseria umana. E' la tradizione tragicomica siciliana dei pupi che mi ricorda, per esempio, la comicità a volte surreale e demenziale di Franco e Ciccio. Insomma, anche stavolta si riflette su temi seri, ma anche con la giusta leggerezza.

Se leggi il racconto di Forster, sono curioso di saperne che ne pensi!
Concordo sulla splendida ironia di Pirandello. Tra i tanti passaggi in cui si manifesta, ho segnato questo: "feci intima e tormentosa conoscenza con tutte le macchine inventate dall'uomo per la sua felicità". Ed in effetti c'è da chiedersi se lo sviluppo tecnologico ci abbia reso più felici (oltre che più "efficienti").
Mi è piaciuta molto la riflessione sulla malvagità e sull'infelicità: "tutti riconosciamo volentieri la nostra infelicità; nessuno, la propria malvagità; e quella vogliamo vedere senz'alcuna ragione o colpa nostra; mentre cento ragioni, cento scuse o giustificazioni ci affanniamo a trovare per ogni piccolo atto malvagio da noi compiuto". Mi sembra un meccanismo psicologico molto diffuso.
Anche la successiva (e magnificamente ironica!) riflessione sulla caccia mi è sembrata bellissima.

Quanto alla trama vera e propria ho finito il secondo Quaderno.

Attenzione: Spoiler!

 
Davide stai galoppando. Io sono ancora al primo capitolo del secondo quaderno (evidenzio in neretto per evitare la funzione spoiler).
Purtroppo, per ora, sono impegnato con un concorso e non posso leggere quanto vorrei.
Ovviamente ti darò un feedback sul racconto. Magari pubblico dove hai postato tu.

Bellissima però anche la scena bucolica  di Sorrento. Mi ha infuso una pace...
Mi ha colpito anche la frase sull'abbattimento della targhetta e la personificazione della morte che Pirandello vi associa. Ho pensato che è una bella allegoria del fatto che un lutto del genere, effettivamente, può distruggerti definitivamente. Cancellare, annullare l'identità di una persona. Fisicamente ci si è ancora, ma moralmente non si esiste più. E allora, simbolicamente, si toglie la targhetta.

Mi ha colpito la frase riferita alla vita: "Nè il non averne più da godere per loro rese più facile il compito ai due vecchi, perchè ai vecchi si sa che è grave il peso d'ogni cosa, che non abbia più nè senso nè valore per essi"
Invidio quella libertà che hanno le persone di una certa età di mandare al diavolo tutto ciò che per loro non è importante. Sentono che il tempo  per loro si riduce e tutte le cose devono essere dense di SENSO e VALORE. Bando alle ciance, come si suol dire! Eppure questi due anziani trovano vita, senso e valore nell'occuparsi dei loro nipoti; bellissimo.

Mi fa piacere che anche giovani come  michxk.4 (giovane anche nel nickname scelto) si uniscano alla nostra lettura per avere un punto di vista  più "moderno" su opere (almeno anagraficamente) meno moderne.

 

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
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05/07/2023 19:07 - 05/07/2023 19:09 #63861 da michael.h04
Risposta da michael.h04 al topic Luglio 2023 - Quaderni di Serafino Gubbio operatore
Sono arrivato all'inizio del terzo quaderno.
Finora sto apprezzando parecchio la prosa di Pirandello, che trovo molto elegante e, come ha detto anche Mattia, musicale.
Mi è piaciuta tanto anche la breve riflessione di Serafino sul potere catartico della scrittura, che condivido pienamente. A un certo punto scrive, infatti: "Soddisfo, scrivendo, a un bisogno di sfogo prepotente".
Il discorso sul potere distruttivo della "macchina" mi ha fatto pensare, poi, anche al finale apocalittico de La coscienza di Zeno, purtroppo estremamente (e tristemente) attuale: "Ma l'occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c'è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l'uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l'ordigno non ha più alcuna relazione con l'arto. Ed è l'ordigno che crea la malattia con l'abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati. Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po' più ammalato, ruberà tale esplosivo e s'arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.". 

"Ogni lettore, quando legge, legge se stesso." (Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto)
Ultima Modifica 05/07/2023 19:09 da michael.h04.
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05/07/2023 22:47 #63862 da Mattia P.

michxk.4 post=63861 userid=7064Sono arrivato all'inizio del terzo quaderno.
Finora sto apprezzando parecchio la prosa di Pirandello, che trovo molto elegante e, come ha detto anche Mattia, musicale.
Mi è piaciuta tanto anche la breve riflessione di Serafino sul potere catartico della scrittura, che condivido pienamente. A un certo punto scrive, infatti: "Soddisfo, scrivendo, a un bisogno di sfogo prepotente".
Il discorso sul potere distruttivo della "macchina" mi ha fatto pensare, poi, anche al finale apocalittico de La coscienza di Zeno, purtroppo estremamente (e tristemente) attuale: "Ma l'occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c'è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l'uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l'ordigno non ha più alcuna relazione con l'arto. Ed è l'ordigno che crea la malattia con l'abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati. Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po' più ammalato, ruberà tale esplosivo e s'arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.". 

Grazie Mich per questa bellissima e appropriata citazione di un altro grandissimo visionario, ma lucidissimo, della nostra letteratura.
Il parallelo mi sembra calzare a pennello; intanto in un desiderio implicito, magari anche solo allucinato, che quasi si arrivi alla fine del mondo per poter ricominciare da zero (la catastrofe inaudita vs fare una volta tanto punto e daccapo). Secondariamente,  mi suscita una riflessione sulla relazione tra sviluppo tecnologico e debolezza che io tradurrei da un lato come vulnerabilità e dall'altro come stupidità. Mi spiego. Lo sviluppo tecnologico estremo ci sta portando ad autoestinguerci. Tutti gli esempi del caso fateli voi. In secondo luogo, stiamo diventando più stupidi, o meglio, sempre meno inclini a ragionare e ad essere creativi. Tutto è bell e pronto: hai una domanda? E subito puoi trovare la risposta. Non sai fare qualcosa? C'è sicuramente un tutorial che te lo spiega. Tutto bello, però il cervello si impigrisce e gradualmente perde la sua funzione più elevata: l'atto creativo, il genio.

Anch'io sono giunto al terzo quaderno, ma la bella citazione sulla scrittura me la sono persa o forse non vi sono ancora giunto.
In compenso, non me ne vogliano gli animalisti (so che è un gesto ignobile), ma mi ha fatto sorridere la sorte della povera tartaruga, soprattutto per la maestria che Pirandello usa per descriverla. Che però fa riflettere su come alle volte ci si ritrovi in situazioni che in alcun modo siamo andati a cercare (la vita ci segna; e a chi attacca un vezzo, a chi una smorfia).

Mi è piaciuto molto anche l'inizio del secondo capitolo del terzo quaderno. Questa sorta di rebus che cela una semplice strada di campagna e fa da contrasto alla confusione di tutto ciò che ruota intorno alla KOSMOGRAPH.

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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

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Avatar di Marialuisa Marialuisa - 16/10/2025 - 17:22

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Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

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Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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