Terminato il terzo capitolo, mi fermo a commentare e rispondere a un po´delle vostre riflessioni.
Oltre ai libri che avete già citato, a me ricorda anche molto 
L'
incolore Tazaki Tsuruku e i suoi anni di pellegrinaggio di Murakami, sia per il gruppo di 4 amici con cambiamenti temporali tra presente e passato per riflettere su come son cambiate le cose, sia soprattutto perché anche nel libro di Murakami seguiamo la vicenda dal punto di vista dell´amico più fragile, come mi sembra sia qui Fried.
I 4 amici son molto diversi tra loro e forse come hanno detto bibi e alice Fried e Churchil rappresentano un po´gli estremi, ma secondo me capita spesso nelle amicizia formatesi durante la scuola e che resistono nel tempo, perchè da una parte ci si completa e da giovani si è molto più flessibili ad avere accanto persone diverse da noi, sia perchè al di là di quel che si è diventati ci sono altre cose che ci legano, ovvero il passato in comune, e quindi le divergenze di carattere in qualche modo passano in secondo piano. Per quello nel libro viene anche detto esplicitamente che da grandi è più difficile riuscire a costruire legami simili, secondo me perchè manca questo passato insieme e quindi ci si affida solo alla persona che si è diventati e che si è in quel momento ed è molto più facile perdere interesse o lasciare andare; e poi perchè siamo meno flessibili, ci confrontiamo con troppe preoccupazioni e problemi per "sprecare" tempo a cercare legami con cui non ci sentiamo in sintonia da subito, tendiamo a circondarci molto di più di persone simili a noi, con interessi simili, con caratteri simili. Credo che da piccoli le amicizie capitino un po´per caso, mentre da adulto te le scegli. Io ho amicizie storiche del tempo della scuola, ma è capitato spesso in questi anni di dirci chiaramente che se ci conoscessimo adesso con alcuni di loro non diventerei mai migliore amica, abbiamo vite e stili di vita troppo diversi, quel che ci lega è essere cresciuti insieme e quindi riuscire a essere completamente se stessi (che non è poco!). E a questo proposito mi ritrovo anche in quello che viene detto sempre nel primo capitolo, ovvero che spesso con alcuni gruppi di amici ci si sente di appartenere a qualcosa solo quando si è insieme, quando si è insieme in gruppo si sente quel legame con tutte le fasi che hanno formato quel gruppo e quindi il sentimento di appartenenza (ad esempio a volte si rimane amici con alcune persone giusto perchè fanno parte del gruppo, ma singolarmente non si ha in realtà alcun rapporto). Viceversa molte delle amicizie che ho costruito negli ultimi anni sono persone con cui mi trovo in perfetta sintonia per carattere e interessi.
Rispetto all´età, io ho 33 anni e neanche a farlo apposta per me son stati proprio i 32 anni, come detto nel libro, a rappresentare un punto di svolta
. È sicuramente un caso dovuto a vari fattori, ma mentre fino a 30-31 anni continuavo ad approcciarmi alla mia vita con una sorta di leggerezza, convinta che dipendesse da me cambiare cose della mia vita che non mi piacevano, che avevo possibilità di scelta ( e in effetti ero anche molto soddisfatta della mia vita), improvvisamente ho cominciato a percepire come le possibilità si assottigliassero, con che leggerezza avessi compiuto alcune scelte, e il peso che sento ogni volta che adesso ne devo compiere un´altra. È una fase che c´è chi vive prima (ho molti amici che già al 25esiamo compleanno hanno cominciato a stressarsi col tempo che passa
) e chi dopo, ma è stato curioso che per me ha coinciso proprio con quel che è scritto nel libro