Ieri ho finito il romanzo e devo dire che queste ultime 100 pagine sono state le più noiose di tutto il romanzo perché erano troppe moraleggianti e mi pareva di leggere un sermone
Continuo a pensare che il motore trainante del romanzo sia il vizio o, meglio, la difficoltà ad abbandonarlo. Moll fa quello che fa inizialmente per i soldi ma poi, quando ha già messo da parte un bel gruzzolo, continua a delinquere perché non vuole smettere e lo dice chiaramente anche lei in più punti del romanzo. Per certi versi mi è sembrata come le persone che hanno una dipendenza. Quale sia la dipendenza vera di Moll, però, non saprei direi perché da un lato sembra il vizio come ho già detto, dall'altro lato mi sembra il potere che sa di avere (bellezza, astuzia, modi di fare)... forse è un mix dei due perché comunque più volte ho avuto la sensazione che, vivendo in quel modo, Moll percepisse di essere un donna libera e indipendente, ciò che mai avrebbe potuto essere da sposata in quella società settecentesca e che quindi, a livello inconscio, non volesse lasciare una vita che, per quanto peccaminosa, la faceva sentire padrona di se stessa.
Comunque il finale del romanzo si condensa in una decina di pagine, dove peraltro passano pure anni, e mi è sembrato piuttosto veloce rispetto a tutto il resto della storia. Inoltre, ci sono anche incongruenze perché, per esempio, sappiamo che Moll fa vari figli eppure lei dice di averne solo uno... e gli altri? So che Defoe ha scritto almeno due edizioni di questo romanzo e nella mia edizione Feltrinelli le modifiche erano in qualche modo segnate (anche se spesso hanno mantenuto la prima edizione), eppure per la questione figli non c'era nemmeno una nota. Ho notato un cambiamento anche nello stile di Defoe perché si fa più serio e più moralistico (troppo per i miei gusti) e non si collega bene con quanto leggiamo... mi spiego: la conversione di Moll non è sincera perché la donna si pente (per paura e per pietà verso se stessa) pensando di essere prossima alla morte e, infatti, una volta che viene spedita in Virginia da deportata, continua a dire bugie e a inventare storie come sempre. Certo, non delinque e non si prostituisce, ma il lettore si sarebbe aspettato molta più rettitudine dopo i pianti e le preghiere in prigione! Quindi la vena troppo moraleggiante di Defoe va in conflitto con quanto leggiamo, Moll alla fine è sempre la stessa.
Mi sono chiesta quale fosse l'obiettivo di Defoe con questo romanzo. Da un lato sembra condannare i vizi e il vile denaro, ma alla fine concede un pieno finale felice a Moll nonostante i suoi innumerevoli peccati e la non redenzione... insomma, è evidente la stonatura. La mia idea è che, nonostante gli evidenti intenti moraleggianti del romanzo (che, a questo punto, devo dedurre siano una copertura per renderlo più "digeribile" alla società del tempo), Defoe abbia voluto raccontare la storia di una donna povera che, con astuzia e intelligenza, riesce a cavarsi sempre di impiccio e, con tutti (ma proprio tutti) i mezzi a sua disposizione, raggiunge il suo scopo che è quello di fare la signora ricca (precluso per la sua classe sociale di appartenenza), in barba alla morale e ai precetti religiosi. Insomma, la storia di una donna che sgomita e lotta per cambiare la propria posizione sociale, facendo qualsiasi cosa anche a costo di sguazzare nell'immoralità e nei peccati. La cosa che mi sconvolge è che una storia del genere e con questo tipo di finale sia stata scritta da un puritano! Cosa dire, Defoe mi hai stupito!
Non mi rimane che leggere anche Lady Roxana, a quanto pare più scandaloso di Moll Flanders
Ringrazio tutti i compagni di lettura perché ho finalmente letto questo romanzo che stava sulla mensola da un pezzo!