ziaBetty post=70655 userid=96Io sto leggendo in lingua originale e concordo, stile pomposo, sto facendo abbastanza fatica. Ma confido che migliorerà, soprattutto dal momento in cui Effi conoscerà il suo futuro amante
(non è spoiler perché lo abbiamo già letto dappertutto che è un libro sull´adulterio
).
Trattandosi per me d'una rilettura, forse io sto leggendo il romanzo col senno del poi e sarà anche per questo - anche se già la prima volta non m'era affatto dispiaciuto - che lo giudico attraverso altri occhi. Sarebbe anche il motivo per cui non dovrei esprimere commenti prima che gli altri abbiano a loro volta concluso la lettura. Non vorrei perciò ora smorzare le residue speranze (non solo di Elisa) affermando che le aspettative che si nutrivano riguardo alla lettura di questo romanzo potrebbero andare deluse, come di fatto in parte sembra già che stia accadendo
.
Non mi sorprende: il fatto è che quell'essere generalmente accomunato ad
Anna Karenina e
M.me Bovary , a mio avviso, finisce per mettere il lettore sulla cattiva strada (com'era d'altronde accaduto anche a me) e per nuocere ad un romanzo che è tutt'altro che un libro sull'adulterio, per quanto questo sia l'avvenimento che tutti aspettano e che effettivamente si concretizzerà. Ma lo stesso Autore lo definiva un avvenimento "banale", di poco conto: non starò a spiegarne ora i motivi, che a chi riuscirà a terminare il libro diverranno poi probabilmente chiari, ma questo appunto significa che non è ciò su cui bisognerebbe focalizzare l'attenzione.
Per descrivere un altro suo romanzo -
Il signore di Stechlin - Fontane d'altra parte scrisse:
"è la storia di un vecchio che muore e di due giovani che si sposano…”. Potrebbe mai una simile presentazione invogliare qualcuno alla lettura? No di certo - e probabilmente nemmeno alla scrittura - se tutto l'interesse dev'essere riservato solo a quel che effettivamente accade. Ma di quali o quanti eventi eccezionali, o romanzeschi (e dunque degni d'essere raccontati) è costellata la nostra vita? A ben guardare, pochi; spesso, anzi, nessuno. Uno scrittore considerato il miglior rappresentante del Realismo tedesco non potrà dunque che attenersi alla realtà e a descrivere quel che chiamiamo la banalità del quotidiano.
Ma per sfuggire alla banalità occorrerebbe a volte anche andare più in profondità. Leggo ad esempio di un'Effi che non si capisce come possa annoiarsi e stancarsi d'una vita in fondo agiata, accanto ad un marito più vecchio e che è stato amante della madre: non doveva in fondo essere questo fatto all'epoca "assolutamente accettabile" ? Accettabile per chi? Perché noi, che oggi ci scandalizziamo per il fenomeno delle spose bambine di taluni paesi del Medio Oriente, non pensiamo allora che per loro quei matrimoni possano essere in fondo assolutamente accettabili?
Sì, d'accordo, magari il paragone è troppo forte: Effi, in fondo, non sposa un orco. Ma di fronte ad Instetten resta pur sempre una sposa-bambina. Una bambina che non ha mai vissuto al di fuori del giardino di casa, che non ha avuto un'adeguata educazione, che non ha alcuna esperienza della vita, che ha paura dei fantasmi, che avrebbe tutto il diritto all'incoerenza, al divertimento e - soprattutto - alla libertà. Libertà che le è invece di fatto negata, falla famiglia, dal marito, dallo stato sociale e dalle convenzioni. E solo questo fatto dovrebbe giustificare qualunque sua mancanza nel ruolo di figlia, moglie e della donna che ancora non è.
Tutto queste considerazioni, ovviamente, non vogliono togliere a nessuno il diritto di poter dire che la lettura di questo romanzo sia effettivamente una barba