Allora, rispondo in ordine sparso a ciò che ho letto, mettendoci un po' delle mie esperienze personali di mamma (EX) lavoratrice...

Innanzitutto, in Italia il periodo di astensione facoltativa (che va fino all'anno del bambino) può essere preso o dalla mamma o dal papà. Il periodo di astensione obbligatoria no, per ovvi motivi... si tratta solo di tre/quattro mesi dopo il parto, giusto il tempo di riprendersi e capire in quale nuovo mondo si è approdate... credetemi, non è semplice nè fisicamente nè emotivamente. Non esageriamo nel pretendere parità tra uomo e donna che non hanno senso!!
A me sembra davvero che qualcuno tra noi venga da un altro pianeta. Io personalmente ho dovuto lavorare fino a 20 giorni prima del parto e al termine della maternità obbligatoria sono rientrata. Non ho potuto prendermi la maternità facoltativa (per motivi di organizzazione dell'ufficio ma anche perché non potevo permettermela economicamente, visto che è il 30% dello stipendio... giusto in tema di politiche a sostegno delle lavoratrici-madri...) e ho dovuto litigare con il mio titolare per gli orari dei permessi per l'allattamento... "conciliare vita professionale e familiare" è una gran cazzata, consentitemelo. Io poi non volevo conciliare un bel niente, volevo godermi il mio bambino e non l'ho potuto fare.
Lavorare e avere dei figli è possibile, ma questo non vuol dire "conciliare", non vuole dire fare entrambe le cose come si vorrebbe, non significa nulla. I sacrifici si fanno ed io li ho fatti, ma questo non vuol dire "conciliare", vuol dire "piegarsi"... e poi tutto questo ha portato alla mia scelta, ora che mi sono trasferita, di non andare più a lavorare perché io, la mamma a metà, non la volevo più fare. Quindi gran bel risultato... ecco le famose 4 donne su 5 che diceva Emi, io sono una di quelle!

In secondo luogo, ci sono realtà in cui i bambini te li porti a lavoro, non è fantascienza! Naturalmente in Italia si contano sulle dita di una mano, ma qui in Germania a quanto ho capito è pieno di asili nelle aziende e nelle fabbriche. Questo è bellissimo per le mamme, è bellissimo per i bambini, è bellissimo anche per il datore di lavoro che ha lavoratrici decisamente più gratificate e meno isteriche... questo sì che sarebbe un "conciliare"!
Terzo punto, non c'azzecca niente il discorso delle tasse. La maternità non la pagano i datori di lavoro, ma la paga l'inps. Sì, è il datore di lavoro che materialmente versa una somma alla dipendente in maternità, ma questa somma gli diventa un credito d'imposta... quindi paga lo stipendio alla sua dipendente anche se non lavora, ma poi pagherà meno tasse perché quello stesso stipendio gli viene detratto dalle tasse che dovrebbe pagare. Perciò, il problema lo vedo fino a un certo punto: è noioso dover pagare due stipendi, uno alla dipendente in maternità ed uno alla sostituta, ma in fin dei conti questi soldi poi "ritornano".
Certo ognuno ha i suoi interessi: i ragazzi che cercano un lavoro e si sentono "svantaggiati", i titolari che vorrebbero un mondo di donne sterili... ma mettetevi anche nei panni di noi mamme, non avete idea di quanto sia complicato.