Finalmete dopo più di tre mesi sono riuscita a portare a termine quest'immensa opera, che non a torto viene definita uno dei capolavori della letteratura francese.
La storia intorno a cui si sviluppa il romanzo non mi è piaciuta particolarmente: le avventure di Jean Valjean sono al limite dell'assurdo, hanno del miracoloso e per questo poco credibili; la storia d'amore tra Marius e Cosette è insulsa, degna di un romanzo d'appendice rosa (nel senso dispregiativo del termine); il finale poi è banale e strappa lacrime.
La grandiosità del romanzo si cela altrove. Huogo scrive un romanzo storico, politico, sociale e religioso.
Vi è un exursus storico che parte dal 1815, in piena Restaurazione, dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo. Ci sono dei salti a ritroso, si parla della rivoluzione francese, dei suoi ideali, del suo fallimento, dei tragici avvenimenti del 1793 e del periodo del Terrore francese. Si arriva ai moti rivoluzionari del 1833.
Questa quinta tappa è quella che mi è piaciuta di più, le pagine dedicate alle barricate sono per me memorabili. I personaggi incontrati nelle tappe precedenti qui diventano eroi, in qualche modo tutti espiano le loro colpe e in qualche modo si salvano. Penso a Gravoche, Eponine, Eljoras, Marius, addirittura Javert, per non parlare di Jean Valjean che eroe lo è sin dall'inizio del romanzo e che in quest'ultima parte "Il forzato si trasforma in Cristo".
La quinta tappa è anche quella in cui Hugo svela più nettamente il suo pensiero e l'intento che vuole perseguire con I miserabili. Sarà Eljoras che dall'alto della barricata proclama l'alba di nuovi ideali, una nuova spinta liberatrice, dopo il fallimento degli ideali della Rivoluzione francese, dell'impero napoleonico e del ritorno all'ancien regime. La lettura di questa opera mi è servita per fare un bel ripasso di storia e per approfondire la figura di Hugo il quale credeva sinceramente che il XVIII secolo sarebbe stato il secolo della libertà suprema. Si percepisce il suo pensiero dal pathos con cui scrive delle barricate e appunto nella figura di Eljoras.
I miserabili è anche, e forse soprattutto, un romanzo religioso. La religione è intesa da Hugo come la salvezza che viene dal basso, dagli strati sociali inferiori. Il Dio di Hugo è quello che emerge dalla sofferenza umana, dal fango (ecco spiegata la lunga digressione sulle fogne). Questo tipo di religiosità la si percepisce sin da subito nel personaggio di Monsieur Bienvenue e caratterizzerà il personaggio di Jean Valjean che vive la sua vita come un'espiazione e la fede in maniera salvifica. L'intera vita di Jean Valjean riflettendoci è una memorabile esperienza religiosa.
MEMENTO AUDERE SEMPER