Di questo libro la prima cosa che mi viene a mente è che a ruota vengono descritti tutti i personaggi principali e buttati successivamente nella storia. La Dalloway non la sopporto, questa smania di fare feste riuscite e di fare delle feste riuscite il centro della sua esistenza mi fa pensare che male di questo personaggio. Peter mi sembra poco coraggioso come uomo, pero la relazione/non relazione fra Peter e la Dalloway mi piace, peccato che non abbiano avuto il coraggio di portarla vanti. Septimus, nonostante il suo stato mentale mi è sembrato quello più concreto

(ironia della sorte!) Vi scrivo di questi tre personaggi perchè sono quelli che nel bene o nel male emergono di più nella storia.
C'è una cosa che non mi è chiara: quando si parla della figlia della Dalloway, si fa riferimento a una relazione omosessuale tra Elizabeth e Miss Kilman o è solo stata una mia impressione??
Se così fosse anche in questo libro Virginia riporta un po' della sua vita.
Vi scrivo le frasi che ho sottolineato

Le parole sono più impalpabili dei mattoni, e leggere è un processo più lungo e più complicato del vedere.
Lo sa il cielo soltanto difatti perché la si ami sì tanto, ciascuno a suo modo, la vita, inventandosela magari, costruendola ciascuno intorno a sé, disfacendola daccapo ogni momento.
Si sentiva molto giovane; al tempo stesso, indicibilmente annosa. Tranciava come una lama, faceva tutto a fette; al tempo stesso, restava fuori, a guardare. Aveva la perpetua sensazione, mentre guardava i taxi, di essere sola e lontana, lontana in alto mare e tutta sola, né mai l'abbandonava lo sgomentoo, all'idea di quanto fosse pericoloso vivere, anche un giorno soltanto.
Importa allora - si chiese, procedendo verso Boond Street - che io debba prima o poi, inevitabilmente, cessare di essere? Tutto ciò sarebbe andato avanti, anche senza di lei. Se ne doleva? O non era consolante, invece, pensare che la morte è una fine assoluta? Ma al tempo stesso credere che, in qualche modo, per le strade di Londra, nel flusso e riflusso delle cose, qua, là, lei sopravvivrebbe, sopravvivrebbe Peter, vivrebbero l'uno nell'altra, facendo lei parte - ne era sicurissima - degli alberi intorno, fmiliari.
Qui ci si ferma; qui si ristà. Rigido, lo scheletro dell'abitudine sostiene da solo la struttura umana. E dentro non c'è nulla.
Avevano sempre avuto quello strano potere di comunicare fra loro senza parole.
Il passato t'arricchisce, così pure t'arricchisce l'esperienza, così pure l'aver voluto bene a qualche giovane persona.
E nella grande piazza, ove passano veloci le vetture, e svoltano svelte, vi sono coppiette che indugiano, amoreggiano, al riparo di un albero fronzuto; ti fanno tenerezza, quegli innamorati così silenziosi, assorti, che tu passi quasi in punta di piedi, intimidito, come in presenza di qualche sacra cerimonia, disturbare la quete sarebbe empietà.
E passi oltre, giungi dove le luci sfavillano. (Questa l'ho amata!)
Avrebbe voluto che l tempo ralentasse, poichè le sembrava che nulla durasse abbastanza.
Quando si è giovani, disse Peter, si ha la smania di conoscere un sacco di gente. [...] quando si è maturi, disse Peter, si sta volentieri a guardare, si è in grado di capire, senza peraltro perdere - disse - la capacità di sentire.