images/rubrica-letteraria/leggiamo-un-libro-l-efficacia-dell-ora-di-lettura-a-scuola.png

"Se vuoi che i tuoi figli siano intelligenti, leggi loro delle fiabe. Se vuoi che siano più intelligenti, leggi loro più fiabe", diceva Albert Einstein. Poche parole, ma un potenziale enorme. Leggere aiuta sin dai primi anni di vita, quando i bambini hanno una plasticità mentale insuperabile, tale da poter assorbire cinquemila parole dalla nascita all'età prescolare (cinque anni). Se questo può sembrare stupefacente, ciò che segue lascerà a bocca aperta.

Una ricerca condotta da un gruppo di studiosi dell'Ohio State University e pubblicata sul Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics mostra che la lettura di almeno un libro al giorno (con figure e caratteri grandi) permetterebbe al bambino di ascoltare nei primi anni di vita un milione e mezzo di parole, entrando così alle scuole elementari con una solida base. Quello che si vuole far intendere è che l'età prescolare è la migliore per la solidificazione delle informazioni, nonostante il vocabolario si possa espandere per tutta la vita.

I benefici della lettura sono estesi e molteplici e un ruolo importante lo assume, inevitabilmente, la scuola, il luogo fulcro dell'apprendimento, nel quale il bambino passerà gran parte del suo tempo. Oltre a sviluppare le abilità cognitive, quest'attività garantisce apertura mentale e stimola l'immaginazione e la curiosità in quanto ogni libro è qualcosa di nuovo, che può colpire o essere d'ispirazione per il bambino così come per l'adulto. Leggere a voce alta, in classe per esempio, aiuta a fare pratica, a sviluppare soft skills come la sicurezza di sé, oltre a rappresentare un momento in cui si condivide la propria voce. Il regalo più grande che la lettura può portare è l'empatia, così tanto sottovalutata ma altrettanto importante anche per le relazioni interpersonali. Tale capacità, definita come comprensione dello stato d'animo altrui, aiuta il bambino innanzitutto a riconoscere le emozioni (proprie e degli altri), e poi a gestirle, favorendo una reazione più equilibrata ai sentimenti (positivi o negativi) intensi.

L'Italia è uno dei Paesi in cui si legge meno, scuole incluse. Le statistiche ISTAT riportano che nel 2022 solo il 39,3% delle persone dai sei anni hanno letto almeno un libro. Una delle cause può essere riconducibile al progressivo sviluppo tecnologico: al giorno d'oggi grandi e piccini sono sommersi da input digitali, i bambini crescono nell'era della digitalizzazione, in cui risulta più facile e intuitivo accedere alle risorse online (video, giochi) piuttosto che sfogliare un libro. È per questo che si ritiene importante introdurre gli alunni al magico potere della lettura cartacea iniziando dal primo luogo di socializzazione: la scuola. Non si vuole escludere l'online e tutto ciò che può offrire, ma affiancare i due mondi.

Ciò che potrebbero attuare le maestre e i maestri (in collaborazione con le politiche scolastiche) sarebbe ritagliare all'interno del proprio programma didattico una pagina dedicata alla lettura di un libro. In alcune scuole è già prevista, ma la sua efficacia dipende dall'effettiva disponibilità di tempo e spazio per questo progetto nonché, laddove ci fosse, dalla quantità di trasporto personale che si sente per questa idea.

Di solito si dà una lista di libri, dalla quale l'alunna o l'alunno sceglieranno il libro da leggere individualmente e sul quale poi compilare una scheda di lettura, che poi l'insegnante valuterà. Questo approccio può andare bene quando il bambino si muove già da solo nel mare dei libri; per l'introduzione alla lettura (come possono rappresentare gli anni della scuola elementare) si può fare di meglio. È consigliato decidere tutti insieme (maestra e alunni) più libri che verranno letti in classe, preferibilmente disponendo le sedie in cerchio (in questo modo la lettura diventa uno spazio in cui insegnante e studente si pongono allo stesso livello, evitando il potere che la normale disposizione cattedra-banchi può lasciar indurre), non solo con la voce della maestra ma passando il libro a tutti i bambini, che a turno leggeranno una pagina. A fine di ogni lettura è stimolante fare un brainstorming: evidenziare i momenti più salienti, le emozioni suscitate, gli spunti di riflessione, i personaggi preferiti. Chi vuole può aggiungere una recensione del libro, scritta o non, dire cosa è piaciuto e cosa invece no, suggerire cambiamenti (l'immedesimazione nell'autore aiuta quel processo di assunzione di prospettiva che si sviluppa in empatia). Si viene così a creare un dibattito di classe in cui si scambiano opinioni e si insegna (ma i bambini sono i primi a impararlo da soli) a rispettarle. Si condividono le idee, uno completa la frase dell'altro, dando una sensazione di pienezza, di collettività, capendo che a volte serve la voce di qualcun altro per dare senso alla propria. Per le classi che hanno bisogno di stimoli più vivaci si può ricreare un teatro in cui si interpretano alcune scene del libro in cui gli attori, ovviamente, sono gli alunni.

L'ora di lettura può essere percepita dai bambini come una pausa dalle lezioni ma in realtà, inconsapevolmente, stanno apprendendo più che in una lezione tradizionale, in quanto vengono interiorizzate non solo nozioni ma anche comportamenti, abilità trasversali e cognitive. Senza dubbio è anche didatticamente utile perché impareranno a maneggiare la sintassi e i tempi verbali, oltre che ad ampliare il proprio vocabolario. Inoltre, le vicende dei personaggi diventano per loro esempi di vita da cui trarre ispirazione o da cui stare alla larga, così come un modo per conoscere culture diverse in un'età in cui non tutti avranno l'occasione di fare viaggi internazionali.

Una volta iniziato questo percorso, saranno i bambini stessi a chiedere: «Possiamo continuare il libro?», «Anticipiamo l'ora di lettura?», «Ok gli aggettivi superlativi, ma Dorothy alla fine riesce a tornare a casa?» e «Ieri sono andato in libreria e ho visto questo libro, lo leggiamo?».

(articolo a cura di Ilaria Sansonetto) 

Fonti:
Logan, Jessica A. R., Justice, Laura M. et al., “When Children Are Not Read to at Home: The Million Word Gap”, in: Journal of Developmental & Behavioral Pediatrics 40(5), 2019, pp. 383-386, online

 

Se vuoi collaborare con la Rubrica Letteraria del Club del Libro, segnalarci iniziative interessanti o semplicemente comunicare con noi, scrivici a:

Mail