È il 1965 quando Gabriel Garcia Marquez in viaggio con la sua famiglia su una strada di Acapulco in Messico, vede finalmente davanti a sé la storia che lo inseguiva da tutta la vita, quella che aveva iniziato a scrivere da ragazzo, senza riuscire a finirla, abbandonandola perché come lui stesso disse, gli stava troppo grande.
Marquez voleva scrivere una storia dove tutta la magia della terra dove era nato, la superstizione della gente, gli arcaismi delle nonne, prendessero vita diventando una realtà inoppugnabile, un libro in cui i morti tornano in vita, i vivi parlano con i fantasmi, piove ininterrottamente per quattro anni, undici mesi e due giorni, e le belle ragazze salgono al cielo come spiriti circondate da lenzuola bianche.
Il successo di Cent'anni di solitudine è noto, solo nei primi tre anni dopo la pubblicazione vende 600.000 copie. Ma qual è la storia dietro al romanzo?
Gabriel Garcia Marquez nasce in Colombia ad Aracataca nella casa dei nonni, il colonnello liberale Nicolás Márquez Mejía e la moglie Tranquilina Iguarán Cotes. Iguarán è proprio il cognome di uno dei personaggi principali di Cent'anni di solitudine, Ursula Iguaran, la moglie di Jose Arcadio Buendia, la donna che supera di molto i cento anni di età ed è l'unica che può veder vivere tutta la stirpe Buendia per oltre un secolo.
Il romanzo di successo del Gabo è quindi una miscela di ricordi di infanzia vissuti ad Aracataca, i racconti intrisi di magia e superstizione delle donne della casa, e dall'altro lato la memoria del nonno, il colonnello Nicolás Márquez, che un giorno lo porta nella compagnia bananiera a conoscere qualcosa che lui non aveva mai visto, il ghiaccio.
Proprio da qui nascerà uno degli incipit più belli della storia della letteratura: "Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio."
E non si potrebbe non scorgere le tracce del nonno di Marquez proprio in questo personaggio, Aureliano Buendia. Basta ripercorrere qualche passo della storia della Colombia. Nel 1899 in Colombia scoppia una guerra civile tra il partito liberale e quello conservatore al potere, chiamata la guerra dei mille giorni, che comporterà il distaccamento dello Stato del Panama, allora provincia della Colombia, come stato indipendente. Il nonno del Gabo, all’età di trentacinque anni si arruola per combattere con i liberali. Non ha però fortuna, i liberali perdono disastrosamente la guerra e nel 1902 viene firmato un trattato di pace in una zona bananiera vicino il paese di Cienaga, il nonno sconfitto torna dalla sua famiglia, una sorte molto vicina a quella del Colonnello Aureliano Buendia. Ogni pezzo del mosaico si ricompone e va a formare il romanzo del Premio Nobel colombiano.
Anni dopo, nel 1927, nasce Gabriel Garcia Marquez con il cordone ombelicale girato intorno al collo, e viene lasciato a vivere nella casa dei nonni. Cresce tra storie di magia e di fantasmi raccontate dalla nonna e gli esperimenti del nonno che fabbricava pesciolini d'oro nel suo studio. Diventa grande e si iscrive all'Università Nazionale della Colombia, nel 1954 comincia a scrivere per il giornale El Espectador, diventando poi anche corrispondente. Ha così la possibilità di viaggiare in Europa, dove pubblica Foglie Morte e Nessuno scrive al colonnello, e arriva a visitare anche la Russia. Nel 1958 torna in Colombia e sposa Mercedes Raquel Barcha. Qualche anno dopo gli viene offerto un posto nel giornale Prensa Latina, appoggiato dalla rivoluzione cubana e fondato da Jorge Ricardo Masetti e Fidel Castro, lavora così nella sede di Cuba e successivamente come corresponsabile in quella di New York. Ma è a New York che la vita diventa più dura, Marquez sente di essere controllato dalla CIA e minacciato dai controrivoluzionari.
Molti anni dopo, nel 2015 il Washington Post ottenne le prove del fatto che lo scrittore veniva effettivamente spiato e vi era un rapporto su di lui dell'FBI che era rimasto segreto fino a quel momento. Il figlio Rodrigo dichiarò: "Considerando il fatto che era un ragazzo colombiano a New York che stava cercando di aprire un'agenzia di stampa cubana, sarebbe stato strano se non fosse stato spiato. La cosa divertente è che dopo qualche mese non venne ritenuto abbastanza radicale dalla stessa agenzia, non un vero comunista, e così perse il lavoro.
Ed è per questi motivi che si trasferisce in Messico, facendo inizialmente lavori di poca importanza, per riviste minori, lavorando anche come sceneggiatore, con la carriera di scrittore sempre più lontana, ma con la storia della famiglia Buendia, già pensata e poi abbandonata da giovane, ancora nella testa. Fino a quando, in viaggio per una vacanza con la sua famiglia, a bordo di una Opel bianca, tutto il realismo magico della sua infanzia prende vita.
In una lettera all'amico Mendoza scrive: "ne deduco che quando uno ha una storia che lo perseguita, pian piano gli si gonfia da sola nella testa, per molto tempo, e il giorno che scoppia bisogna sedersi alla macchina da scrivere".
Quando il Gabo torna a casa comincia a scrivere senza sosta chiudendosi nello studio. Passano diciotto mesi, in cui la moglie fa tutto quello che può per mandare avanti la famiglia. Lui stesso scherzando scrive al suo amico Pilinio Apuleyo Mendoza: "Mercedes sopporta da uomo, ma dice che se poi il romanzo non funziona, mi manda a fare in culo".
E dopo diciotto mesi, finisce quello che lui chiama "il romanzo dove succede tutto", dal titolo Cent'anni di solitudine. È l'agosto del 1966 quando con la moglie si recano all'ufficio postale di Città Del Messico per spedire a Buenos Aires il manoscritto da 590 pagine. Solo lì si accorgono che per mandare l'intero manoscritto servono 82 pesos e loro ne hanno solo 53. Per rientrare nella cifra aprono il pacco, lo dividono in due parti e inviano solo la metà all'editore, accorgendosi dopo, di aver mandato la metà finale. Paco Porrùa, editore sudamericano che riceve il manoscritto a Buenos Aires, dopo aver letto la seconda parte, manda subito loro i soldi per spedirgli anche l'altra. Il 5 giugno 1967 il romanzo viene pubblicato dalla casa editrice Editorial Sudamericana a Buenos Aires, e di lì a poco in tutto il resto del mondo.
(articolo a cura di Vanessa Del Chiaro Tascon)
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