Per gli appassionati di Gabriel García Márquez è il momento di correre su Netflix, per chi non lo ha già fatto. A dicembre 2024 è infatti uscita la serie tv colombiana tratta dal romanzo Cent’anni di solitudine, e sulla piattaforma trovate la prima stagione di otto episodi.
È la prima volta che il capolavoro di Márquez arriva sullo schermo, e lo fa con grande eleganza e con una forza travolgente. I registi, Alex García López (The Witcher) e Laura Mora (The Kings of the World), e gli sceneggiatori non hanno osato sconvolgere l’opera, rimanendo profondamente fedeli e usando anche una voce narrante che accompagna spesso le scene e le racconta attraverso le parole di Márquez stesso.
La storia si svolge a Macondo, dove avvengono le vicende di sette generazioni della famiglia Buendía, che per cent’anni vanno incontro alle superstizioni, al realismo magico, a eventi incredibili e fuori da ogni immaginazione, ma soprattutto a un destino già scritto. Macondo è la città immaginaria ispirata al luogo dove veramente nacque l’autore, di cui potete leggere nell’articolo Aracataca e la casa di Gabriel Garcia Marquez.
Una grande responsabilità sicuramente, far rivivere quello che insieme a Don Chisciotte è il libro più famoso della letteratura in lingua spagnola.
La serie su Netflix è stata prodotta con la collaborazione della famiglia Márquez, con un cast composto principalmente da attori colombiani. Tra i protagonisti, Javier Cámara nel ruolo di José Arcadio Buendía e Patricia Castañeda come Ursula, nonché l’eccezionale Claudio Cataño nel ruolo di Aureliano Buendia, il personaggio che ha dato vita a uno degli incipit più famosi della letteratura:
"Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio".
Non era semplice catturare l’essenza del realismo magico del libro di Márquez, eppure quest’opera è stata trattata con cura, con i guanti bianchi per non sgualcirla, e soprattutto per non cambiarla. Perché Márquez non si può, non si deve cambiare. E allora complimenti ai registi e agli sceneggiatori e un invito a tutti ad entrare nell’immaginaria Macondo, immergendovi nelle vicende della famiglia Buendía, guardando la serie Netflix e leggendo (o rileggendo) il romanzo.
(articolo a cura di Vanessa Del Chiaro Tascon)
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