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Il debutto dei supereroi americani

Le storie e i personaggi dei primi fumetti visti nell’articolo Una storia a fumetti: come nascono, erano fondamentalmente umoristici, e infatti, in America venivano chiamati "comics". Negli anni Trenta però nacquero anche i fumetti di avventura e di fantascienza. Alcuni esempi sono Tarzan, Flash Gordon, Mandrake.

Tarzan è il protagonista creato da Edgar Rice Burroughs, un uomo allevato dalle scimmie nella giungla africana, noto per la sua forza e abilità fisica. Flash Gordon, ideato da Alex Raymond, è un eroe intergalattico che combatte il malvagio imperatore Ming. Mandrake, il mago creato da Lee Falk, usa la sua abilità di ipnotizzatore per risolvere i crimini e affrontare i nemici.

Superman: dal cattivo all’eroe

Ma è l’uomo mascherato, Superman, ad essere considerato il capostipite di tutti i supereroi creati dai disegnatori americani.

Prima di diventare l'eroe che tutti conosciamo, Superman fece la sua prima apparizione non ufficiale nel 1933 in una storia autoprodotta dai creatori Jerry Siegel e Joe Shuster, intitolata "The Reign of the Superman". Ma qui viene il bello: in quella versione, Superman era un cattivo che acquisiva poteri con un esperimento scientifico, e li usava per scopi egoistici e malvagi! Successivamente, Siegel e Shuster rielaborarono l'idea, trasformando Superman in un alieno ma anche in un eroe altruista e simbolo di speranza, dando vita al personaggio che debuttò ufficialmente nel 1938.

Siegel e Shuster vendettero i diritti di Superman alla casa editrice DC Comics per soli 130 dollari nel 1938. Una cifra bassissima, considerando il successo che ebbe poi il personaggio. Superman fu il primo supereroe ufficiale dei fumetti a debuttare in un albo a fumetti vero e proprio: Action Comics #1, nel giugno del 1938. Quel numero oggi vale milioni di dollari nelle aste!

Quando arrivò in Italia negli anni '50, il nome Superman venne considerato troppo americano e poco adatto al contesto culturale italiano dell’epoca così, l’editore italiano Mondadori decise di rinominarlo Nembo Kid. Nembo richiamava le nuvole e rimandava quindi proprio alla figura di un uomo volante. Solo negli anni '70, con un clima culturale più aperto, il nome Superman fu finalmente ripristinato anche nelle edizioni italiane.

Il fumetto impegnato

Negli anni Settanta si è affermato anche un tipo di fumetto impegnato, che utilizza la satira e l’ironia per portare avanti una critica alla società. Molti dei fumetti satirici di quel periodo hanno protagonisti dei bambini che guardano con candore e ingenuità il mondo degli adulti senza comprenderlo.

C’è ad esempio Mafalda che contesta tutto, l’odiata minestra, ma anche la bomba atomica, il razzismo, la fame nel mondo, l’egoismo di un’epoca che ha come unico valore il denaro. Nasce in Argentina nel ’36 dal fumettista conosciuto come Quino e nasce inizialmente per… pubblicizzare una lavatrice!

Quino fu incaricato di creare una striscia pubblicitaria per una marca di elettrodomestici, la Mansfield. Il progetto fu bocciato, ma Mafalda rimase nel cassetto… finché non tornò nel 1964 sulla rivista argentina Primera Plana.

Proprio per i suoi contenuti antimilitaristi, femministi e progressisti, Mafalda è stata osteggiata da vari regimi autoritari, incluso quello argentino negli anni più bui della dittatura. Ma questo non ha fermato la sua diffusione.

Una delle sue frasi più famose era proprio: "Oggi ho fatto il mio dovere di cittadina: mi sono indignata."

Tra i fumetti impegnati impossibile non citare i Peanuts ("Noccioline") creati da Charles Shultz che offrono un ritratto poetico della condizione infantile, in cui si riflettono le insicurezze, le nevrosi e le paure del mondo degli adulti. È stato uno dei primi fumetti a parlare (in modo velato) di ansia e insicurezza.

A questi ne seguiranno poi altri, in Italia in particolare, il fumetto impegnato ebbe una storia importante: autori come Hugo Pratt con il suo Corto Maltese (1967) portano nei fumetti la geopolitica, la poesia, la filosofia o fumetti come Lupo Alberto di Silver che, sebbene più leggero affrontava temi sociali attraverso le avventure di animali antropomorfi. Una curiosità che non tutti sanno su questo personaggio: il colore blu di Lupo Alberto nacque da un errore di stampa. Il personaggio, infatti, doveva essere grigio e striato, ma il blu divenne così iconico che fu mantenuto.

La valanga giapponese

Il Giappone è il Paese che produce il più alto numero di fumetti. Detiene circa il 43% delle vendite mondiali di fumetti, dominando il settore con i suoi manga. A seguire gli Stati Uniti con una quota del 16% del mercato globale.

Le origini dei manga risalgono al XII secolo, quando venivano utilizzati i rotoli di pergamena chiamati emaki. Questi rotoli illustrati raccontavano storie attraverso disegni e testi, e uno degli esempi più famosi è il Chōjū Jinbutsu Giga, che rappresentava animali antropomorfi come rane e conigli impegnati in attività umane.

Passione manga: ma come sono fatti?

Come tutti sanno si leggono da destra verso sinistra e hanno i caratteri allineati alle nuvolette in colonne verticali. E si differenziano dagli altri fumetti sia per lo stile ma anche per i temi. Uno dei temi più presenti nei manga è la vita sentimentale degli adolescenti. Gli intrighi amorosi, le emozioni, i rapporti affettivi sono l’argomento principale delle storie ambientate nelle scuole e nei collegi ma ci sono anche scenari diversi, come la Rivoluzione francese, la corte del re Sole, l’impero di Napoleone. Il mondo degli affetti è presente anche nelle storie d’azione tra cui primeggiano le avventure di fantascienza o di quel genere chiamato jidaimono, l’equivalente del nostro western, di cui sono protagonisti i romin (i samurai senza padrone) e i ninja (esperti di arti marziali).

I manga privilegiano la dimensione visuale: il disegno è talmente eloquente che può essere spesso compreso anche senza l’aiuto delle nuvolette o delle didascalie. Le espressioni dei personaggi sono sempre tradotte in modo eccessivo (bocche smisuratamente aperte, smorfie caricate etc). Se i manga enfatizzano le espressioni in compenso non accentuano quasi per niente le caratteristiche fisiche dei personaggi che risultano tutti molto simili tra loro, li distinguono spesso dei dettagli come la capigliatura, le lentiggini o un cappello.

Dal Giappone storie e personaggi iconici

Molti manga sono diventati famosi in tutto il mondo, uno di questi è Lupin III, creato da Monkey Punch, ha fatto il suo debutto nel 1967: è un ladro gentiluomo protagonista furti, travestimenti e fughe spettacolari, noto per il suo ingegno e fascino.

Uno dei manga più amati dai più piccoli è Doraemon di Fujiko F. Fujio del 1969, che ha avuto un enorme impatto sulle generazioni di bambini in Giappone e nel resto del mondo. Il manga segue le avventure di Nobisuke Nobi e il suo amico robot Doraemon, che proviene dal futuro per aiutarlo a risolvere i problemi della sua vita.

In tempi più recenti nasce poi One Piece, creato da Eiichirō Oda, è stato pubblicato per la prima volta nel '97. Da allora, è diventato uno dei manga più popolari al mondo, con una storia che segue le avventure di Monkey D. Rufy e la sua ciurma nella ricerca del leggendario tesoro "One Piece". Famoso per il suo entusiasmo il personaggio è approdato anche su Netflix e chissà dove altro arriverà. D'altronde come dice lui stesso.

Non importa quanto sia difficile il viaggio, continueremo a navigare! – Monkey D. Rufy

 (articolo a cura di Vanessa Del Chiaro Tascon)

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