Era da diverso tempo che volevo leggerlo e adesso che l'ho iniziato, mi rendo conto che è molto bello. La presentazione di Calvino è interessantissima e le prime pagine mi affascinano; il protagonista prova "una sensazione strana" guardandosi intorno e così anche il lettore, si accenna all'ambivalenza del castello-taverna o taverna-castello e infine si scopre il mutismo da parte della "eletta compagnia". Per me Calvino in queste poche pagine dimostra di essere uno scrittore geniale! Insomma dà carta bianca al lettore e gli configura la possibilità di sbizzarrirsi insieme a lui nella creazione dei diversi racconti. Queste sono almeno le mie prime impressioni....

personalmente ho trovato molto coinvolgente il concetto di romanzo, o meglio di meta narrazione, che costruisce Calvino:
l'incrocio di parole e immagini, i riferimenti ad altre storie e altri romanzi; allo stesso tempo, la libertà lasciata al lettore di creare le proprie storie e le proprie connessioni.

Credo che si scorga chiaramente la ricerca che secondo Calvino doveva portare al superamento del romanzo tradizionale italiano e che lo avvicinava alle idee del Gruppo 63

Appena giunto al termine devo dire che l'ho trovato molto coinvolgente e intrigante, sebbene in alcune parti risulti un tantino capzioso. Dalla seconda parte in poi ("la taverna dei destini incrociati") le storie si intersecano talmente tanto che, ammetto mio malgrado, mi sono perso e ho dovuto rileggere più volte alcuni brani. Deduco di non aver compreso appieno gli incroci che le storie sembrano indicare, né le immagini che Calvino ha voluto evocare di volta in volta. Credo che tra qualche anno lo rileggerò per verificare alcuni dettagli che al momento voglio lasciare sul vago. Altissima letteratura, ma da studiare più che da leggere.

Condivido pienamente i vostri commenti anche se devo ancora iniziare la seconda parte.
Leggevo che Calvino fu anche membro dell'OuLiPo fondato da Queneau, per cui credo che dopo questo libro, leggerò qualcosa di Perec altro membro dell' Ouvroir de Littérature Potentielle.
Comunque per il momento i racconti mi trasportano e sembrano quasi una danza infinita... e non vedo l'ora di proseguirlo!

Dalla seconda parte in poi ("la taverna dei destini incrociati") le storie si intersecano talmente tanto che, ammetto mio malgrado, mi sono perso e ho dovuto rileggere più volte alcuni brani.

in effetti, la seconda parte è più vorticosa e, quindi, più difficile da seguire, almeno con riferimento al filo delle storie raccontate

Blache_Francesca ha scritto:

Leggevo che Calvino fu anche membro dell'OuLiPo fondato da Queneau

non solo, Calvino è stato il traduttore di I fiori blu di Queneau

Grazie! Non lo sapevo, vuol dire che leggerò sia in francese che la sua traduzione.
L'ho quasi finito e mi piace sempre molto. Ci sono infiniti spunti!
Mi piace l'idea di sospensione in cui vertono i viandanti "sospesi in un viaggio nè terminato nè da terminare". In questo modo le storie sono infiniti e anche i destini.... L'assenza di favella consente al lettore di sbizzarrirsi. Che bello!

Ho finito il libro e anche se avrei molte cose da dire in proposito mi soffermerò sulla questione che secondo me Calvino pone alla fine della seconda parte; quale possa essere il ruolo dello scrittore nella nostra società e come redigere un libro. La domanda la fa a se stesso e al lettore per cui credo che sia il senso vero e proprio di tutte le storie del libro apparentemente determinate dalle carte dei tarocchi.
Mi è piaciuta anche l'idea accennata nella Presentazione: "Pensai di affiancare alla Taverna e al Castello (...) "Il Motel dei destini incrociati". Alcune persone scampate a una catastrofe misteriosa trovano rifugio in un motel semidistrutto, dove è rimasto solo un foglio di gionale bruciacchiato : la pagina dei fumetti. I sopravvissuti, che hanno perso la parola per lo spavento, raccontano le loro storie indicando le vignette, ma non seguendo l'ordine di ogni strip: passando da una strip all'altra in colonne verticali o in diagonale. Non sono andato più in là della formulazione dell'idea così come l'ho esposta ora. Il mio interesse teorico ed espressivo per questo tipo d'esperimenti si è esaurito. E' tempo (da ogni punto di vista) di passare ad altro."
Peccato....

però Se una notte d'inverno un viaggiatore è successivo di alcuni anni...quindi ha giocato un po' anche su questo, perchè la ricerca non l'ha abbandonata