Sabato, 06 Settembre 2025

"Il Signore degli anelli" (trilogia) di J. R. R. Tolkien

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05/09/2021 06:33 #54275 da Petre
Una strana sensazione di fastidio o di malessere scatenata da un evento o qualcosa in particolare. Ad esempio il brano di una canzone posto in un ordine che non ti aspetti, ascoltato in un momento o in un contesto che ritieni inappropriato.  Mi sono servito di una frase di un mio zio che a sua volta si è ispirato a Kubrick e al quale un po' di anni fa preparai un cd con brani dei Pink Floyd. Lui essendosi abituato all' ordine di successione dettato dalla scaletta di Atom Heart Mother, lamentava il fastidio causato dall' ascolto casuale dei brani appunto. Senza entrare nella discussione di "Arancia Meccanica" in questo momento, il protagonista si sottopone ad un trattamento sperimentale, gli vengono somministrati dei farmaci e nel contempo gli vengono mostrate immagini di violenza cruda con la musica di Beethoven in sottofondo. Alla fine del trattamento ha repulsione verso qualsiasi atteggiamento violento che anzi gli procura dolore ma come effetto collaterale non può più provare una parte di emozioni umane e nemmeno ascoltare Beethoven. Nel mio caso mi ha dato fastidio leggere il  Signore degli Anelli che tra l'altro è stato il mio primo libro e ho letto più di una volta, con dei nomi diversi anche se non di diverso significato. Però non metto in discussione Fatica, ammetto che è un mio problema nel senso che fatico ad accettare questo cambiamento nel testo. Anzi ieri ho chiesto un parere ad una persona laureata e specializzata in filologia e tra "Occidenza" e "Ovesturia" non solo ha preferito il primo ma il secondo non lo avrebbe proprio usato. Per persone come Fatica (ma aggiungo anche come Tolkien che era sicuramente un filologo) che sono attratte da questo genere di cose, ed hanno maturato un certo livello di perizia riguardo ad esse, la nuova traduzione può diventare imprescindibile. Certamente i lettori possono comunque apprezzare una traduzione piuttosto che un'altra semplicemente per una mera questione di gusti.

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05/09/2021 07:30 #54276 da Petre
Comunque essendo seriamente e gravemente tolkeniano ci tengo a fare una precisazione. Mi pare di ricordare che è la versione in Italiano del Signore degli Anelli ad avere un linguaggio più aulico in contrasto con quella originale. Infatti quest'opera originariamente doveva essere il seguito de Lo Hobbit e se pure Tolkien la scrisse con un differente stile, non intendeva usare quello stile "alto" che invece aveva adottato per il Sirmarillion (o Quenta Noldorinwa come si chiamava in quegli anni, la storia degli elfi Noldorin insomma). E all'epoca il Sirmarillion fu respinto anche perché non era ritenuto adatto al pubblico inglese. Ci fu più in là negli anni un tentativo di pubblicazione delle opere connesse per volontà dello stesso Tolkien, (mi pare con la casa editrice Collins, vedi la lettera a Milton Woldman) non ricordo se con stili diversi o se Tolkien volesse riscrivere interamente il corpus di leggende. Alla fine non aveva ne lo stile de Lo Hobbit ne di Sirmarillion e fu pubblicato separatamente. Però i nomi degli hobbit tipo Brandidaino (Brandibuck) non hanno nulla a che vedere con Feanor, ecc. I nomi di elfi, nani e uomini erano già stati scritti precedentemente proprio nel Silmarillion o meglio nei primi stadi di esso.

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05/09/2021 11:50 #54278 da Margarethe
Ora ho capito. A parte i nomi com'è il testo? Ricordo che volevo leggere la nuova traduzione, lessi l'incipiti e lo trovai molto difficoltoso, proprio mi si ingarbugliavano le parole, così decisi di leggerlo in lingua originale, molto più semplice, e ancora lo sto facendo, sono a metà circa.

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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07/09/2021 01:25 #54309 da Petre
Innanzitutto chiedo scusa perché ho scritto troppe volte Sirmarillion anzichè Silmarillion. Tornando al Signore degli Anelli, purtroppo in questi giorni sono stato impegnato e non ho letto tantissimo, solo "A proposito di Hobbit" e qualcosa delle Appendici. Non ho letto la versione in lingua originale ma fino ad ora il testo non mi sembra assolutamente complicato, sicuramente non più del precedente in ogni caso. Mi impegnero un pò di più e anzi ho deciso di mettere da parte momentaneamente il libro del mese visto che questa nuova traduzione attende da un pò di tempo. I nomi comunque non sono poca cosa, ad esempio nella vecchia traduzione troviamo Samvise mentre nella nuova Samplicio. Fatica mi sembra obiettivamente più fedele a Tolkien. Dall'altro lato, giusto per fare altri esempi, preferivo Decumano Sud a Quartiero Sud. Confesso che questa nuova traduzione mi sta creando tanti grattacapi per molti motivi. Ad ogni modo prima di iniziare a discutere sulla traduzione è meglio leggere come minimo qualche capitolo, inoltre sarà necessario confrontare la traduzione di Fatica con quella di Alliata. Io avrò bisogno anche di fare ulteriori ricerche a riguardo e di chiedere qualche aiuto. Inizialmente pur senza niente togliere al signor Fatica che come ho detto ha sicuramente svolto un lavoro coscienzioso, mi sentivo di preferire la traduzione della signora Alliata. Dopotutto i nomi ormai sono standardizzati, io a casa ho perfino un atlante e un dizionario sulla Terra di Mezzo. Tuttavia la questione è più complicata del previsto e certamente per quanto possiamo aver amato il testo nella vecchia traduzione, non si può neanche rigettare la nuova a scatola chiusa semplicemente dicendo che il nuovo traduttore non capisce nulla di fantasy. Ci aggiorniamo.
  

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07/09/2021 07:49 #54311 da guidocx84
Sto seguendo con interesse questa discussione.
Anche io amante del Signore degli Anelli, capisco i motivi che possono aver condotto ad una nuova traduzione ma ciò che francamente non comprendo (e qui faccio un discorso più generale) è la necessità di tradurre i nomi originali di persone e luoghi.

È una cosa che mi ha sempre indispettito, dai tempi delle scuole medie, quando il mio professore di inglese, che voleva chiamarci tutti con il nostro nome “tradotto”, mi chiamava “Guy”.
Ecco, io non capisco questa necessità. Secondo me andrebbe mantenuto il nome nella lingua originale anche nelle traduzioni. Quindi “Guido” e non “Guy”, così come “Firenze” e non “Florence”.
Spesso l’esercizio contrario non viene fatto (giustamente). Sarebbe inutile impuntarsi nel voler tradurre “Delaware” o “Idaho” dall’americano all’italiano :D
Perché dobbiamo farlo con le persone e le regioni fantastiche inventate da Tolkien?

Rispettando questa regola banale verrebbero mantenuti i nomi di persone e luoghi inizialmente voluti dagli autori e credo che nessuno si scandalizzerebbe perché sarebbe assolutamente normale. Inoltre non si creerebbero differenze tra una traduzione e l’altra.
Quindi, in questo caso, il problema non credo che sia solo della nuova traduzione ma anche della prima.
Certo, la seconda mi fa ancora più indispettire della prima perché a mio modo di vedere insiste nel voler tradurre cose che non ci sarebbe bisogno di tradurre.
Qualcuno sa perché i traduttori fanno così? C’è una ragione specifica per la quale trovano necessario tradurre nomi di persone e luoghi senza mantenere i nomi originali? Grazie ;)

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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07/09/2021 12:01 - 07/09/2021 12:03 #54317 da Margarethe
Vedo due motivi nella necessità di tradurre i nomi. Il primo è legato alla facilità di lettura e alla dimestichezza con la lingua e dunque in un mondo sempre più globalizzato sta cambiando, vedi Pechino che omai al TG chiamano Beijing o William Shakespeare che in vecchie edizioni italiane è chiamato Guglielmo, ma immagino che se leggessimo libri cinesi o polacchi o greci con i nomi originali faremmo molta difficoltà a ricordarceli e pure a capire il suono della parola. Il secondo è legato al significato del nome, infatti uno scrittore non sceglie mai a caso i nomi dei personaggi, ad esempio Samwise è derivato dall'antico inglese samwís, che significa sempliciotto o poco saggio, ecco che Fatica vuole restituirci un significato che gli inglesi leggendo l'originale possono cogliere e gli italiani no, con la volontà quindi di avvicinare l'esperienza di lettura a quella originale. Quindi secondo me in certe situazioni è importante tradurre i nomi. Ricordi il romanzo del cinese che vendeva il sangue? I figli si chiamavano Felice 1, 2 e 3, se li avessero lasciati in originale la nostra esperienza di lettura sarebbe stata molto diversa!

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Ultima Modifica 07/09/2021 12:03 da Margarethe.
Ringraziano per il messaggio: guidocx84

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07/09/2021 14:25 #54330 da guidocx84

Vedo due motivi nella necessità di tradurre i nomi. Il primo è legato alla facilità di lettura e alla dimestichezza con la lingua e dunque in un mondo sempre più globalizzato sta cambiando, vedi Pechino che omai al TG chiamano Beijing o William Shakespeare che in vecchie edizioni italiane è chiamato Guglielmo, ma immagino che se leggessimo libri cinesi o polacchi o greci con i nomi originali faremmo molta difficoltà a ricordarceli e pure a capire il suono della parola. Il secondo è legato al significato del nome, infatti uno scrittore non sceglie mai a caso i nomi dei personaggi, ad esempio Samwise è derivato dall'antico inglese samwís, che significa sempliciotto o poco saggio, ecco che Fatica vuole restituirci un significato che gli inglesi leggendo l'originale possono cogliere e gli italiani no, con la volontà quindi di avvicinare l'esperienza di lettura a quella originale. Quindi secondo me in certe situazioni è importante tradurre i nomi. Ricordi il romanzo del cinese che vendeva il sangue? I figli si chiamavano Felice 1, 2 e 3, se li avessero lasciati in originale la nostra esperienza di lettura sarebbe stata molto diversa!


Eccome se lo ricordo! Mi piacque tantissimo quel libro. Quando ci ripenso sorrido sempre :)

Ho capito cosa intendi. Quando i nomi portano con sé un significato come nell’esempio che hai fatto, posso capire che un traduttore voglia provare a trasmettere lo stesso significato anche nella lingua di destinazione.

Però trovo che lo sforzo a volte non paghi in termini di benefici. Molte volte i nomi che ne vengono fuori sono quasi ridicoli.

Lasciare i nomi originali accompagnandoli da una nota esplicativa potrebbe essere un’alternativa.

Comunque mi sorge un dubbio: se con questa traduzione i nomi tradotti in italiano sembrano più fedeli a quelli originali (almeno da un punto di vista semantico), nella precedente traduzione che criterio avranno utilizzato?

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07/09/2021 19:51 #54341 da Petre
L'esempio di Sam è corretto, però non mi sembra che il nome precedente nascondesse le caratteristiche del personaggio. Uno dei temi di questa opera è che molte volte persone semplici e umili possono fare la differenza laddove i grandi falliscono, anzi sono i "piccoli" le vere ruote del mondo. Bisogna dire molto chiaramente che il professor Tolkien non era una persona disposta a scendere a compromessi per ciò che concerne la sua opera, e se non avesse ritenuto buona la traduzione della signora Alliata non avrebbe dichiarato di esserne entusiasta (e non dimentichiamo che Tolkien era un filologo di professione). Lui stesso pose il veto su qualsiasi illustrazione della Disney per Lo hobbit, perché riteneva Walt Disney "corrotto senza speranza". Allo stesso tempo non mi pare di ricordare che non gradisse l'idea che altri traduttori potessero cimentarsi con la sua opera, anzi il suo progetto iniziale era di creare delle lingue immaginarie con alle spalle un mondo e una mitologia per dare al tutto anche una parvenza di storicità (l'atmosfera generale ovviamente doveva essere squisitamente inglese), e avrebbe lasciato spazio ad altri che si sarebbero inseriti nello schema generale per continuarne l'opera. Una cosa non avrebbe tollerato, che qualcuno strumentalizzasse la sua opera per fini politici. Questo tema meriterebbe a mio parere una discussione a se, e purtroppo mi sembra di capire da ciò che ho letto (non su questo forum) è questo il caso.  Mi prendo ancora del tempo per dare la mia preferenza, comunque per adesso ho l'impressione che ambedue le traduzioni siano valide. Qualche cosa la preferisco della prima qualche altra cosa dell'altra. Certamente dopo cinquanta anni una revisione di un testo che continua ad affascinare così tante persone non è più procrastinabile, è anche vero che dopo tutto questo tempo se pur leggo "un anello per vincerli", io Gandalf lo immagino comunque pronunciare "un anello per domarli" (che ci posso fare!).
Per il momento vi auguro buona lettura.

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08/09/2021 11:19 #54351 da guidocx84
Petre, per uscire dalla nostra “bolla di comunicazione” e sentire un’altra voce del coro che ha terminato la lettura del primo volume della nuova traduzione, consiglio la lettura di questo articolo: www.lucaricatti.it/nuova-traduzione-de-il-signore-degli-anelli/
L’ho trovato molto interessante ed effettivamente, oltre a riscontrare ciò che ha anticipato Greta sul tentare di mantenere il significato dei nomi originali, ho scoperto tanti altri motivi per i quali si è pensato che fosse arrivato il momento di una nuova traduzione. Ti dirò, la lettura di questo articolo mi ha quasi invogliato a leggere la nuova traduzione :D

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08/09/2021 13:37 #54356 da Petre
Si avevo già letto questo articolo come anche qualche altra notizia sul sito della società tolkeniana italiana, altro si può trovare sul sito associazione studi tolkeniani e via discorrendo. Sul web naturalmente si sono sbizzarriti, per non parlare dei dipartimenti di lettere e filosofia di varie università. Non mi aspettavo niente di meno, visto che il Professore ha certamente lasciato il segno. Comunque io fin dall' inizio non sono riuscito a schierarmi per nessuna delle due traduzioni anche perché alla prima traduzione sono legato, la seconda ha certamente delle migliorie nonostante l'effetto "arancia meccanica" soprattutto per i nomi. Una nuova traduzione era inevitabile, lo stesso Tolkien ha rielaborato più volte le antiche leggende. Poi la signora Alliata all'epoca della prima traduzione era molto giovane, quindi ci può stare che la sua non sia la migliore e lei stessa probabilmente adesso potrebbe fare di meglio. Però dire che ci sono cinquecento errori a pagina quando la traduzione è stata apprezzata da Tolkien in persona è come minimo provocatorio. Non mi aspettavo e non condivido il ritiro della vecchia traduzione dal mercato, avremmo avuto il diritto di scegliere quale preferire. La signora Alliata lo ha fatto evidentemente per una questione di orgoglio ma così mi chiedo se non si sia semplicemente condannata all'oblio.  

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