Ho appena terminato la mia seconda lettura dell'anno:
Le notti bianche, di Dostoevskij. Lascio un breve commento, come breve (una settantina di pagine) è anche il racconto.
La vita è un sogno, o i sogni aiutano a vivere meglio? E’ la classica domanda cui tutti, prima o poi, siamo chiamati a dare una risposta.
Ne
Le notti bianche due sconosciuti, un uomo e una donna, s’incontrano per caso una sera, cominciano a chiacchierare e per quattro notti si danno poi appuntamento nello stesso posto e alla stessa ora, per confessar le proprie pene e aprire vicendevolmente il loro cuore.
Ciò che li accomuna l'animo romantico. E sognatore. Con un’unica, fondamentale, differenza: se lui è letteralmente prigioniero dei suoi castelli in aria, lei – meno ingenua di quanto voglia o possa apparire – continua a tenere saldamente almeno un piede sulla terra.
Lei è infelice, perché il suo amore pare averla abbandonata; lui invece, che l’amore sente sbocciare, sembra assaporare per la prima volta un momento di autentica felicità.
Ma sogno e realtà appartengono a mondi differenti, e possono convivere solo per un breve istante ...
Inizialmente, questo racconto mi è parso di una semplicità disarmante, tale da lasciare un po' spiazzati. Tanto che a un certo punto mi son chiesto: sto leggendo davvero Dostoevskij, oppure Harmony?

Poi, riflettendoci su, ho scoperto che non è per niente facile dare un giudizio. Perché questo scrittore non è mai superficiale, e ti costringe a pensare e scavare in fondo all'anima, ponendo domande e insinuando continuamente un dubbio:
"Dio mio! Un minuto intero di felicità! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?". Ecco: pareva un'affermazione, e invece c'è il punto di domanda. E noi siamo portati nuovamente costretti a pensare, e a dubitare ...
Per il momento preferisco dunque astenermi dall'esprimere un voto definitivo: perché mi accorgo che l'opera potrebbe ingannare sin dal titolo, confondendo le idee al lettore così come confonde i giorni e le notti dei due protagonisti. Ed alla fine io non so ancora se ciò che ho letto l'ho vissuto realmente, o è stato tutto un sogno. Meglio dunque che ci dorma su ancora un po' ...