Sempere ha scritto:

No ma i protagonisti delle opere di Fedor sono masochisti;cioè nelle "memorie del sottosuolo "ti spiega per filo e per segno(più o meno) che la sofferenza dell'anima è l'apoteosi del piacere.é splendidamente disturbato!

Pure il tipo di "Delitto e Castigo" non sta messo bene ahahah
Ad ogni modo è vero, superati i pensieri contorti del protagonista, il racconto si fa più leggero.

paragonata al suo monologo anche un'incudine risulta leggera

Sempere ha scritto:

paragonata al suo monologo anche un'incudine risulta leggera

Ahahahahahah


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Sempere ha scritto:

paragonata al suo monologo anche un'incudine risulta leggera

Giusta osservazione

Ieri l'ho finito, rileggendolo dall'inizio. L'ho letto con occhi diversi, con delle consapevolezze di disaggio e con un entusiasmo particolare, da finirlo in una notte...immaginate quanto sono fresca e bella stamattina!! Leggerlo tutto d'un fiato ha dato vita a questi protagonisti, facendomi apprezzare molto la lettura. Ho sentito il peso della solitudine, che il sognatore combatteva nei suo mondi, nati come metodo per sopravvivere a questo suo vivere la vita. Parla di un mondo così lontano e onirico, da sembrare infantile quando si racconta a Nasten'ka. E' stato un po' straziante, ne sentivo la sofferenza sotto la pelle. Mi sono immersa così tanto da essere disturbata e da non accettare la rassegnazione del protagonista.

Finito! Non so che dire, concordo con Elle, oltre al fatto che i personaggi sono pure per me un po' ridicoli (e soprattutto che s****za Naten'ka con quella lettera!), non mi ha entusiasmato.
In alcuni passaggi proprio non sono riuscito a concentrarmi, la mente volava altrove mentre leggevo i discorsi del protagonista, ma fra i due personaggi non so chi sia il peggiore...o l'uomo che non sa decidersi e preferisce starsene solo come un cane e girovagare per la città o Naten'ka o come diamine si chiama , con i suoi tipici capricci da ragazza sciocca (ho provato giusto un po' di compassione leggendo la storia della ragazza e della nonna).
Indubbiamente per l'epoca questo romanzo risultava originale, però non so, non è più compatibile con la realtà dei giorni nostri...insomma, chi è così incosciente da dire ad una ragazza semi sconosciuta di amarla fin dal primo momento che si sono incontrati? Ma per favore! Questa non può essere la costruzione di un amore! Capisco che all'epoca si vivevano e si provavano i sentimenti in modo diverso, ma c'era comunque bisogno di tempo perché una storia d'amore potesse sbocciare (guardate la storia di Heathcliff e Kathy in Cime tempestose ad esempio, o quella fra Elizabeth e Mr Darcy in Orgoglio e Pregiudizio!). Insomma, temo che Dostoevskij non sapeva fino in fondo cosa fosse l'amore, e questo tentativo di scrivere un romanzo sentimentale (che è fra l'altro il sottotitolo del romanzo) a mio avviso non è riuscito bene affatto!
Sconsiglierei questo romanzo per iniziare a conoscere Dostoevskij, io per fortuna l'ho conosciuto leggendo la prima parte di Delitto e Castigo che ho trovato molto bella!

Che bellissima scelta il libro per febbraio. Un libro che ormai so a memoria per quante volte l'ho letto... eh sì, è uno dei miei preferiti, di quelli che ho riletto fino allo sfinimento, fino a stropicciarne la copertina. Ammetto che all'inizio l'approccio non sia facile, ma è Dostoevskij e in generale la letteratura russa ad essere un tantino "pesante". Però quante emozioni, credere fino all'ultimo che l'amore possa sbocciare, veder viver lui (che passava le giornate a non fare molto) nelle notti bianche con lei... romantico al punto giusto, con un finale tutt'altro che banale... "Un minuto intero di beatitudine! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo? ....ahhh che poesia...anche se un minuto, anche se un attimo, va vissuto! eh sì, lui è stato felice!

Remedios ha scritto:

Che bellissima scelta il libro per febbraio. Un libro che ormai so a memoria per quante volte l'ho letto... eh sì, è uno dei miei preferiti, di quelli che ho riletto fino allo sfinimento, fino a stropicciarne la copertina. Ammetto che all'inizio l'approccio non sia facile, ma è Dostoevskij e in generale la letteratura russa ad essere un tantino "pesante". Però quante emozioni, credere fino all'ultimo che l'amore possa sbocciare, veder viver lui (che passava le giornate a non fare molto) nelle notti bianche con lei... romantico al punto giusto, con un finale tutt'altro che banale... "Un minuto intero di beatitudine! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo? ....ahhh che poesia...anche se un minuto, anche se un attimo, va vissuto! eh sì, lui è stato felice!

D'accordo con te Claudia! C'è un misto d'amore e forte sofferenza. Si sente l'odore del tempo e la storia delle notti bianche è perfetta. Chi non ha vissuto qualche notte in bianco, aprendosi con uno sconosciuto sentendosi legati da sofferenze comuni, ma con vissuti diversi.
Avrò un bel ricordo di questa lettura, ne sono sicura