Sabato, 06 Settembre 2025

Aprile 2014 - Il muro invisibile

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21/04/2014 09:10 #11987 da Charlotte4787
Risposta da Charlotte4787 al topic R: Aprile 2014 - Il muro invisibile
Io sono a metà e devo dire che, per ora, mi sta piacendo... devo confessare che ero pittusto scettica sia perchè, cara Elle, temevo un Walden 2 la vendetta.... sia perchè l'argomento "questi poverei ebrei" come lo ribattezzo io ogni tanto è un po' trito e ritrito... però il di più in questo libro è dato da due aspetti: 1) l'inghilterra 2) non siamo nel bel mezzo di un campo di concentramento...
Mi piace molto come viene descritto lo "scandalo" del rapporto tra ragazza ebrea-ragazzo cristiano e ci permette di capire come haimè, purtroppo, le credenze spesso e volentieri portino a creare delle barriere "invisibili" ma allo stesso tempo mooolto ma molto difficili di abbattere... è proprio vero che i muri della mente sono ben peggiori dei muri fisici...

Un confine è sempre una tentazione ( J. Cook )

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22/04/2014 17:57 #12003 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic R: Aprile 2014 - Il muro invisibile
Ennesima chicca di Francis che ci racconta la storia del primo ghetto d'Europa... pensate, istituito a Venezia nel '500. Torna la rubrica di approfondimento "Dentro il libro"!

"Dentro il libro" - Il ghetto di Venezia: primo "muro non invisibile" della storia

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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22/04/2014 17:58 #12004 da Gerotto
Risposta da Gerotto al topic Aprile 2014 - Il muro invisibile
Ok, mi sembra di capire dai vostri commenti che si lo posso leggere. Non si tratta di un libro "rivolta budella" che ti fa star male per settimane!
Bene, inizio con la lettura ;) Speriamo bene.

Ilenia

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22/04/2014 22:05 #12005 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Aprile 2014 - Il muro invisibile

Forse l'autore non è riuscito a mettere abbastanza distanza tra la storia e la sua esperienza... è come se i sentimenti e le emozioni che prova per quello che scrive influenzassero troppo il procedere della storia. Voi che ne pensate?


Sì,per questo secondo me la narrazione diventa un po´ troppo romanzesca(romanzata?) più che autobiografica, è come quando col passare del tempo rimangono solo alcuni dettagli dei ricordi e il contorno viene arricchito di fatti,ingigantito o distorto proprio perchè si lavora di fantasia,e quindi secondo me l´autore si lascia andare ai ricordi,ma in modo piuttosto libero e non preoccupandosi di cosa realmente sia successo e cosa invece è stato cambiato dalla sua memoria nel corso di tutti questi anni. Però appunto,alla fine non è un´autobiografia prettamente storica e il fatto che spesso sembrasse tutto un po´ troppo costruito non mi è pesato tanto!

Guido, non posso che concordare con il tuo post,ma più che infastidirmi su come reagissero nei primi anni del Novecento le donne ebree nei confronti di una contaminazione cristiana della famiglia, la lettura mi ha fatto pensare a come sia possibile che cent´anni dopo, dopo tutte le esperienze fatte in questo secolo, stiamo come cento anni fa,anzi,sicuramente peggio. Come esperienze intendo ovviamente il Nazismo ( e a questo proposito penso che le convinzioni espresse dalle lettere di Arthur mentre sta in guerra siano molto deprimenti :( ), la Shoha, lo stalinismo, tutti i vari genocidi avvenuti e che continuano ad avvenire(cambogia,cecenia,georgia,armenia);ma anche l´esperienza della globalizzazione,il fatto di avere nelle università centinaia di corsi che aprono ad altre realtà religiose,culturali,storiche,politiche. Bo,sembra che comunque non serva a niente,rimane comunque vincente la dottrina "All animals are equal but some animals are more equal than others" e l´unica cosa che conta è semplicemnte stare un passo avanti agli altri in modo tale da avere una posizione predominante per avere il diritto di giudicarli. Almeno cent´anni fa tali convinzioni erano date da un profondo senso religioso e da una forte osservanza delle tradizioni in cui ci si riconosceva; il razzismo (inteso in senso generico) di oggi a cosa risponderebbe?Non sono d´accordo neanche io sul 4 capitolo,ma penso che si possa giustificare la mentalità ristretta di un gruppo di donne analfabete,emarginate dalla società in quanto ebree,che possono avere quasi esclusivamente contatti con ebrei e alle quali fin da piccole sono state raccontante sempre le stesse storie con gli stessi precetti ai quali tutti la famigllia si atteneva. Mentre invece non trovo molte giustifcazioni al razzismo di oggi. Il senso religioso non esiste,a mio parere comincia ad essere estremamente labile anche in Palestina e Israele,perchè un tale odio non può avere basi religiose; dubito fortemente che le critiche ad omosessuali e a loro matrimonio siano dovute a un forte attacamento alle tradizioni e alla difesa della classica famiglia italiana,perchè con la globalizzazione si è rinunciato a talmente tante cose tradizionali che mi sembra che in realtà la vena populista e nazionalista esca fuori solo quando fa comodo. Ma vabeh,è un discorso troppo ampio,tutto ciò per dire che più che la scenata di cent´anni fa tra due famiglie di religione diversa,mi stupisce molto di più che un secolo dopo sia molto peggio. In quanto a esperienze personali,io vengo dai Parioli,uno dei quartieri più fascisti di Roma, strapieno di manifesti di Casa Pound (spero in altre regioni italiane non sia cosi conosciuto), e di esempi sconcertanti te ne posso fare tantissimi ;)

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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23/04/2014 17:24 #12008 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic Aprile 2014 - Il muro invisibile

Forse l'autore non è riuscito a mettere abbastanza distanza tra la storia e la sua esperienza... è come se i sentimenti e le emozioni che prova per quello che scrive influenzassero troppo il procedere della storia. Voi che ne pensate?


Sì,per questo secondo me la narrazione diventa un po´ troppo romanzesca(romanzata?) più che autobiografica, è come quando col passare del tempo rimangono solo alcuni dettagli dei ricordi e il contorno viene arricchito di fatti,ingigantito o distorto proprio perchè si lavora di fantasia,e quindi secondo me l´autore si lascia andare ai ricordi,ma in modo piuttosto libero e non preoccupandosi di cosa realmente sia successo e cosa invece è stato cambiato dalla sua memoria nel corso di tutti questi anni. Però appunto,alla fine non è un´autobiografia prettamente storica e il fatto che spesso sembrasse tutto un po´ troppo costruito non mi è pesato tanto!

Guido, non posso che concordare con il tuo post,ma più che infastidirmi su come reagissero nei primi anni del Novecento le donne ebree nei confronti di una contaminazione cristiana della famiglia, la lettura mi ha fatto pensare a come sia possibile che cent´anni dopo, dopo tutte le esperienze fatte in questo secolo, stiamo come cento anni fa,anzi,sicuramente peggio. Come esperienze intendo ovviamente il Nazismo ( e a questo proposito penso che le convinzioni espresse dalle lettere di Arthur mentre sta in guerra siano molto deprimenti :( ), la Shoha, lo stalinismo, tutti i vari genocidi avvenuti e che continuano ad avvenire(cambogia,cecenia,georgia,armenia);ma anche l´esperienza della globalizzazione,il fatto di avere nelle università centinaia di corsi che aprono ad altre realtà religiose,culturali,storiche,politiche. Bo,sembra che comunque non serva a niente,rimane comunque vincente la dottrina "All animals are equal but some animals are more equal than others" e l´unica cosa che conta è semplicemnte stare un passo avanti agli altri in modo tale da avere una posizione predominante per avere il diritto di giudicarli. Almeno cent´anni fa tali convinzioni erano date da un profondo senso religioso e da una forte osservanza delle tradizioni in cui ci si riconosceva; il razzismo (inteso in senso generico) di oggi a cosa risponderebbe?Non sono d´accordo neanche io sul 4 capitolo,ma penso che si possa giustificare la mentalità ristretta di un gruppo di donne analfabete,emarginate dalla società in quanto ebree,che possono avere quasi esclusivamente contatti con ebrei e alle quali fin da piccole sono state raccontante sempre le stesse storie con gli stessi precetti ai quali tutti la famigllia si atteneva. Mentre invece non trovo molte giustifcazioni al razzismo di oggi. Il senso religioso non esiste,a mio parere comincia ad essere estremamente labile anche in Palestina e Israele,perchè un tale odio non può avere basi religiose; dubito fortemente che le critiche ad omosessuali e a loro matrimonio siano dovute a un forte attacamento alle tradizioni e alla difesa della classica famiglia italiana,perchè con la globalizzazione si è rinunciato a talmente tante cose tradizionali che mi sembra che in realtà la vena populista e nazionalista esca fuori solo quando fa comodo. Ma vabeh,è un discorso troppo ampio,tutto ciò per dire che più che la scenata di cent´anni fa tra due famiglie di religione diversa,mi stupisce molto di più che un secolo dopo sia molto peggio. In quanto a esperienze personali,io vengo dai Parioli,uno dei quartieri più fascisti di Roma, strapieno di manifesti di Casa Pound (spero in altre regioni italiane non sia cosi conosciuto), e di esempi sconcertanti te ne posso fare tantissimi ;)


Concordo su tutto. Gli anni passano ma tutto rimane uguale. Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale la gente si guardava bene dal dire certe cose... oggi sono tornate fuori perché è passato del tempo ed il tempo fa dimenticare. Inoltre si prova ad indottrinare le nuove generazioni che, non avendo vissuto certe situazioni, si fanno abbindolare dalle storielline raccontate da certi personaggi...

Detto questo, e volendo tornare al libro, secondo me è proprio l'aspetto eccessivamente romanzato del libro che non me lo sta facendo piacere più di tanto. Mi addormenta! Non riesco a leggere più di 5 pagine consecutive senza crollare... è durissima! :laugh: :laugh: :laugh: :laugh: :laugh:

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24/04/2014 08:02 #12011 da La_Vivy
Risposta da La_Vivy al topic Aprile 2014 - Il muro invisibile
Allora...io l'ho finito un paio di giorni fa però sinceramente pensavo che mi avrebbe entusiasmato di più.
L'ho trovato un pò artificioso, come giustamente parecchi di voi hanno già fatto notare, ma forse questa sensazione deriva dal fatto che l'autore ha scritto il romanzo in età molto avanzata, pertanto non è stata una cosa voluta...mah!
All'inizio avevo un pò di timore nel leggere il romanzo, perchè pensavo parlasse anche dello sterminio degli ebrei (guerra, olocausto e infanticidi sono gli unici argomenti di cui non leggo niente e non guardo film perchè mi fanno stare malissimo) ma in realtà la storia d'amore raccontata mi ha fatto commuovere. Nel complesso è un libro che si legge volentieri, ma non mi ha lasciato molti spunti su cui riflettere come invece mi aspettavo.

"I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita, ma se leggevi loro le favole"

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24/04/2014 17:37 #12012 da Gerotto
Risposta da Gerotto al topic Aprile 2014 - Il muro invisibile
Finito. Devo dire che ho molto apprezzato il fatto che sia un po' romanzato e nonostante alcuni temi forti (la povertà, il rapporto con il padre, le differenze religiose) ho trovato molto interessante come li affronta l'autore. Privo di pregiudizi e soprattutto non giudica: non giudica gli ebrei, non giudica i cristiani, non giudica suo padre.... Il tono personale ma allo stesso tempo leggero mi ha fatto molto apprezzare la lettura.

Ilenia

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25/04/2014 08:59 #12019 da Charlotte4787
Risposta da Charlotte4787 al topic Aprile 2014 - Il muro invisibile
Finito! Che dire? A me è piaciuto! E per questo gli do un bel 8! Brava Elle!!
Certo un po' romanzato, ma forse proprio tale aspetto ha reso la lettura più scorrevole e appassionante. A volte, infatti, le biografie rischiano di essere dei veri mattoni!
Concordo con Guido e Bibbagood... quello su cui fa riflettere questo libro è proprio la realtà drammatica attuale dove certi pregiudizi non si sono affatto smorzati e spesso hanno radici più effimere di una volta... nella realtà dell'autore dopotutto di base vi era una scarsa cultura che veniva soppiantata dalla religione e dalle credenze popolari... oggi, invece, la cultura, grazie alle scuole pubbliche (e a tanti strumenti come internet etc.) è un po' più di facile accesso (anche se non del tutto e non come dovrebbe essere... si pensi alle costosissime università, nonchè al fatto che per accedere a musei, mostre etc. spesso le tariffe sono proibitive).
Inoltre a me quello che a segnato è stata la figura del padre.
Lavorando in uno studio che si occupa di diritto di famiglia a 360 gradi, cioè dalle separazioni alle successioni alle adozioni sino ai maltrattamenti in famiglia, bhe le problematiche intrafamiliari sono all'ordine del giorno...bene anche il padre di Harry mi ha dimostrato un'altra cosa: sono passati quasi 100 anni, ci sono stati movimenti come il femminismo, ma, purtroppo, indipendentemente dalla religione, la donna è ancora oggi in una condizione di subordine/sottomissione all'uomo... quando arriveremo all'auspicata uguaglianza??

Un confine è sempre una tentazione ( J. Cook )

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26/04/2014 18:58 #12041 da Marti1456
Risposta da Marti1456 al topic Aprile 2014 - Il muro invisibile
Ho finito il libro ieri sera e devo dire che mi è piaciuto davvero molto, è stata una lettura decisamente scorrevole e piacevole. Il finale un po' strappalacrime, ma ho colto proprio la nostalgia e l'amore che Bernstein provava per la sua strada, nonostante tutto :)
...è un libro che mi ha lasciato qualcosa: quando si parla di persecuzioni e di razzismo verso gli ebrei si pensa sempre ai campi di concentramento (giustamente) ma è stato comunque molto interessante scoprire anche questo pezzo, seppur spiacevole, di storia.

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27/04/2014 09:46 #12051 da Chan
Risposta da Chan al topic Aprile 2014 - Il muro invisibile
Concordo con Giudo e LaVivy: io addirittura lo trovo un po' melenso. Nonostante l'autore rievochi momenti dell'infanzia vissuti con terrore (i contatti col padre) o con tristezza (la punizione della sorella), alla fine dà l'impressione di relegare gli accadimenti ai "bei tempi andati", dove non si aveva niente ma la vita era autentica, nel generico "si stava meglio quando si stava peggio".
Come ha detto la Vivy forse per l'autore è passato troppo tempo e probabilmente i ricordi hanno acquistato colori diversi, come è normale che accada quando si invecchia. E' questo che intendevo quando ho scritto che l'autore - secondo il mio punto di vista- non riesce a mettere distanza tra quello che scrive e la sua esperienza: i ricordi (che sono in questo caso la materia principale dalla quale partire per la stesura del romanzo) nonostante i suoi sforzi passano sempre e comunque attraverso il filtro dell'emozione personale e l'autore finisce spesso col "ricordare i tempi passati" più che narrare e farci rivivere la sua esperienza.
Capisco che molti di voi abbiano trovato in questo libro spunti di riflessione su argomenti come stereotipi, pregiudizi, arcaicità di certi preconcetti - o sull'autodeterminazione della donna come ha scritto Charlotte- ma personalmente non sono riuscita ad "accedere a quel livello di interpretazione"; proprio perché non mi ha coinvolto e mi è sembrato piuttosto meccanico non sono riuscita a trovare concetti o situazioni che mi ,per così dire, illuminassero o mi dessero una diverso punto di vista.

Messaggio per Charlotte :P ho visto che lavori in uno studio che si occupa di diritto di famiglia: magari già lo conosci, ma volevo consigliarti un libro di Simonetta Agnello Hornby "Vento scomposto". La famiglia protagonista del romanzo viene coinvolta in uno scandalo sessuale dove il padre viene accusato, a torto, di aver molestato la figlia 5enne. E' interessantissimo secondo me perché cerca di andare oltre alla classica visione da scoop giornalistico e mette in evidenza il dolore e lo sgretolarsi di una coppia (ancor prima di una famiglia) di fronte a un simile fatto, nonostante si riveli poi assolutamente infondato. L'ho trovato davvero un libro carino
Scusate il fuori argomento :laugh: :laugh:

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Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

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