E con
Io, Robot, ecco il mio primo post effettivo. Da tempo desideravo leggere questo ciclo di racconti: apprezzo molto la letteratura sci-fi, pur essendo una neofita del genere. Apprezzo come rispecchi le paure e le speranze del genere umano, mentre nel fantasy sono solita intravedere un ché di nostalgico - non a caso l'ambientazione è quasi sempre un'elaborazione di epoche storiche del passato.
I robot mi piacciono molto. Ricordo, da bambina, le lacrime di mia madre di fronte a
L'uomo bicentenario - anche questo ispirato alla penna di Asimov. Ricordo anche il nodo allo stomaco guardando
A.I. Intelligenza artificiale. Ricordo la recente lettura di
Klara e il sole (K. Ishiguro), ma anche di
Macchine come me (I. McEwan). Ma sto divagando.
Che dire? Arrivo un po' in ritardo su questo topic e non voglio ripetere il già detto. Il tema che ho maggiormente sentito è la sostanziale vicinanza tra umanità e robot. E come potrebbe essere altrimenti? La creazione, benché eccellente, non può essere totalmente dissimile dal creatore. Al di là della loro presunta infallibilità, queste macchine perfette sono vittime come noi del paradosso logico, spesso con esito tragico
. Asimov affronta il problema etico con gli strumenti di un uomo di scienza, riassumendolo nelle tre Leggi della Robotica. Ha del filosofico.
Altro tema che mi ha molto presa è quello dell'indagine. Ai protagonisti delle storie si presentano problemi, che vengono affrontati attraverso il metodo deduttivo: si parte sempre elencando fatti generali e assodati ("il robot non può fare così, o finirebbe per andare contro la Prima Legge") e da questi il campo si restringe fino alla soluzione del caso. Gli investigatori concludono il più delle volte con una spiegazione, rivelando al lettore "come ci sono arrivati". Questo lo fa Dupin, l'eroe della
Rue Morgue di E. A. Poe, e ovviamente Sherlock Holmes. Ho letto che al detective di Doyle Asimov ha dedicato un'antologia di racconti,
Sherlock Holmes through time and space. Il bello dei libri è che basterebbe leggerne anche soltanto tre: è più che sufficiente a tessere la costellazione.