Non avevo letto nulla di Sand pur amando particolarmente la letteratura francese dell'800, quindi mi ha fatto molto piacere scoprire questa autrice. Devo dire però che, nonostante il mio parere sia positivo su questo romanzo che tratta con delicatezza temi importanti come il pregiudizio e l'emarginazione, siamo lontani anni luce dai capolavori di Maupassant, Zola e Balzac.
Proprio la Sand pare abbia fatto un paragone tra la sua opera e quella di Balzac, come viene riportato nell'introduzione:
"Sand è con l’eterno amico François Rollinat; su una rustica panca, conversano di politica («le rivoluzioni non sono letti di rose») e di letteratura; è lui che consiglia a Sand un romanzo agreste: i sogni pastorali sono richiesti dagli spiriti più affaticati dalle sventure pubbliche; «se le cose stanno così» dice Sand all’amico,«torniamo alle vecchie abitudini, e cioè alle nostre pastorellerie...» [..] Aveva trattato con Hetzel un prezzo già ridotto rispetto al solito. «Merito più di Balzac» aveva scritto all’editore. «Non che abbia il suo talento» aveva precisato con deliziosa
modestia, «ma mi sono sempre amministrata meglio. Non sono mai stata come lui costretta a dissipare il mio cervello per necessità» – Sand si riferisce ai debiti di Balzac – «e quindi sono sempre stata pagata di più»."
Ricordo molto poco di quel che ho studiato di letteratura francese al liceo, giusto vaghi ricordi su Zola, e avendo letto recentemente Maupassant posso provare a immaginare un paragone, mentre di Balzac e Papa Goriot ricordo poco e nulla, quindi non saprei; però leggendo l'introduzione a La piccola Fadette mi sembra l'autrice avesse altre motivazioni ed obiettivi rispetto a quel che magari si può trovare negli altri tre autori.
Forse il fatto che George Sand abbia scritto
centotrenta romanzi

di cui tipo il 90% è in Italia praticamente sconosciuto, mentre degli altri tre c'è solo l'imbarazzo della scelta tra le opere famosissime di ciascuno, può dire già qualcosa sul confronto della diversa popolarità di questi due gruppi