Sono al 95% della ""La piccola Fadete"
Mentre leggevo le quasi ultime pagine e spero la conclusione di questo romanzo, ho dovuto sorridere dentro di me, per l'intelligenza dell'autrice, che presenta un vero è proprio spaccato di psico-pedagogia oltremodo moderna.
La piccola Fadete è in colloquio con Sylvivet, il gemello che sembra tanto dolce e amato più degli altri figli, dai genitori, fragile, bisognoso di cure. Invece è un tiranno che ricatta tutta la famiglia compreso il gemelli facendosi credere malato. Invece Fadette lo smaschera, gli dice che è un egoista, una persona malvagia, un ricattatore, uno che non ama nessuno.
Io trovo questo incontro, fra Sylvivet e Fadette, mirabile e modernissimo, se poi si pensa che parliamo di un ambiente del 1850.
Potremmo definire psicologia di attacco, alla disperata, certo uno psicoterapeuta oggi non si comporterebbe così, il suo lavoro di portare a coscienza del "malato" le sue pecche, richiederebbe un certo periodo di sedute e un certo tempo. Pur tuttavia, oggi ci sono delle psicoterapie brevi, che durano sei mesi, in cui lo psicoterapeuta porta allo scoperto il "rimosso" perturbante in poco tempo. Il rischio è la negazione del paziente, e ciò vorrebbe dire la non sua accettazione dei suoi difetti e quindi la non "guarigione"
Eppure la Sand, mette in atto un vero e proprio "attacco" nei confronti di Sylvivet che a quanto pare non pone troppa "resistenza"
Anche MaKarenko, pedagogista russo del 1900 ha dovuto usare, suo malgrado, dei metodi, che lui stesso non approvava, nei confronti di ragazzi "tosti" sbandati, senza famiglia, che gli erano stati affidati dal governo per una rieducazione.
A volte un insegnante, un pedagogo, si trova a giocare tutto per tutto, per portare fuori dalla follia un persona che pare non abbia più vie di scampo se non quelle di rifugiarsi della follia, negandosi, escludendosi, dal suo contesto familiare, nel caso di Sylvivet, o dal contesto sociale nei nostri casi odierni, possiamo chiamarla la "desocializzazione".
Il tema dei gemelli, scelto dalla Sand, per farci partecipi del suo modo di definire la nostra personalità, cioè duplice, doppia, divisa, lato oscuro e lato visibile, è confacente a ciò che ella vuol comunicare al lettore nella sua storia, "pastorale", che all'apparenza potrebbe sembrare una favola per bambini, ma che se letta da adulti consapevoli è un "paniere di cibo" altamente educativo e formativo, che non manca mai di disvelare la verità su fatti e persone, in un contesto sì ottocentesco e che ci può sembrare "superato" ma che viceversa non lo è affatto.
Non sono ancora arrivata alla fine, mi manca ancora il 5%, quindi non so come andrà a finire, ma non me ne importa molto. Comunque sarà, non cambierà nulla nel mio giudizio, su una autrice che veramente mi ha saputo coinvolgere e farsi seguire per tutte le pagine del suo bel romanzo.
"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)