Mercoledì, 31 Dicembre 2025

Agosto 2020 - Il grande mare dei sargassi

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07/08/2020 21:03 #45201 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Agosto 2020 - Il grande mare dei sargassi

Sì, questo lo capisco e ha reso l'idea, però io non trovo corretto snaturare un personaggio altrui. Avrebbe potuto fare una storia "sua", senza prendere in prestito quella di altri.

Mi sembra invece interessante il fatto che gli scrittori sperimentino e rompano con lo stile precedente.
Anzi, può essere molto innovatore e utile.
Certamente ogni lettore ha le sue preferenze, ma perché rifiutare a priori un modo diverso di scrivere?
Perché non provare a lasciarsi andare a qualcosa di diverso?
Inoltre, mi sembra che ogni termine venga spiegato e se non lo è letteralmente (anche questo è voluto per non spezzare una magia creata dall'autrice ) lo si intuisce.
Infine, siamo tenuti a capire per forza tutto? Il controllo da parte nostra deve essere assoluto?
"Riusare" Rochester è così disarmante? E perché?
È lecito "limitare" la fantasia?

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08/08/2020 00:45 - 08/08/2020 00:49 #45202 da mulaky
Risposta da mulaky al topic Agosto 2020 - Il grande mare dei sargassi

Blache_Francesca ha scritto: Mi sembra invece interessante il fatto che gli scrittori sperimentino e rompano con lo stile precedente.
Anzi, può essere molto innovatore e utile.
Certamente ogni lettore ha le sue preferenze, ma perché rifiutare a priori un modo diverso di scrivere?
Perché non provare a lasciarsi andare a qualcosa di diverso?
Inoltre, mi sembra che ogni termine venga spiegato e se non lo è letteralmente (anche questo è voluto per non spezzare una magia creata dall'autrice ) lo si intuisce.
Infine, siamo tenuti a capire per forza tutto? Il controllo da parte nostra deve essere assoluto?
"Riusare" Rochester è così disarmante? E perché?
È lecito "limitare" la fantasia?


E' un interrogatorio! :laugh: :laugh: :laugh:

Allora, ognuno scrive come vuole e su questo non si discute. Si possono trovare grossi difetti o lievi imperfezioni, tutto il contrario, ecc. ma qui si va sempre a gusti. Contesto alll'autrice la poca chiarezza dei termini che no, non si capiscono. Le uniche due cose che si capiscono (o almeno che io ho capito) sono state patois (dialetto) e il termine delle veranda che al momento mi sfugge. Pure Margarethe ha scritto di aver cercato alcuni termini, tra cui quello che riguardava la magia nera e la veranda. Forse tu sei abituata a questi termini perché, se ho ben capito, hai letto altra letteratura ambientata in questi luoghi, più o meno nello stesso periodo storico. Io no.
Poi, sinceramente, se i termini fossero chiari, che motivo avrei di scrivere di non averli capiti? Non sono bipolare :laugh:

Si deve capire per forza tutto?
A me piace sciogliere tutti i nodi perché lasciare le cose a metà, in aria, mi dà un senso di incompiuto e di lavoro fatto male. Non è questione di aver il controllo perché nel romanzo il controllo lo ha sempre l'autore dato che è lui a narrare la storia, nei modi e nei tempi che preferisce. Però, se da autore mi poni una serie di interrogativi o mi mostri situazioni fumose, strane, ambigue, poi mi devi spiegare cosa volevi intendere altrimenti io penso che tu-autore non abbia le idee chiare o che narri in modo un po' sciatto/incompleto o che hai aggiunto cose tanto per fare scena.

Infine il discorso Rochester che, ribadisco, è scollegato allo stile. Lo stile è una cosa, usare i personaggi altrui è un'altra cosa. E non c'entra nulla la limitazione alla fantasia.
Il problema, cioè quello che per me è un problema, è che si prende un personaggio (vabbé più di uno in realtà) creato da altri e si cambia nella personalità spacciando una storia come prequel. E' proprio una questione professionale, morale, etica: non ti puoi fare bella con il lavoro intellettuale di altri, in questo caso di Charlotte Bronte. Non è giusto, per me, attingere a una storia già nota, cambiare un personaggio che non era così nelle intenzioni della sua creatrice e farci una storia che presenti come antefatto. Se cambi la personalità di un personaggio altrui, non stai facendo un omaggio alla creatrice, né un esercizio di stile: stai snaturando l'idea della creatrice, cioè in pratica non la stai rispettando.

La storia raccontata dalla Rhys è interessante, intendiamoci, offre spunti di riflessione e infatti ci stiamo scambiando vari pareri anche se talvolta non siamo della stessa opinione (è il bello degli scambi)... ma perché non raccontare una storia, sempre con queste tematiche, al 100% farina del proprio sacco? Avrebbe potuto narrarci di Marie e Frank (nomi a caso), due personaggi sconosciuti, la storia funziona lo stesso se ci pensi.
E' troppo brutto pensare che la scelta dell'autrice di collegarsi a Jane Eyre faccia presuppore una logica di marketing? Oh, l'ho già scritto, sono una brutta persona ma temo che la Rhys abbia fatto questo calcolo per far parlare di sé :dry:

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

Otello - William Shakespeare
Ultima Modifica 08/08/2020 00:49 da mulaky.

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08/08/2020 07:23 #45203 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Agosto 2020 - Il grande mare dei sargassi
Grazie Mulaky per avermi risposto.

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08/08/2020 08:25 #45204 da mulaky
Risposta da mulaky al topic Agosto 2020 - Il grande mare dei sargassi

Blache_Francesca ha scritto: Grazie Mulaky per avermi risposto.

Ma prego, Francesca, figurati!
Siccome ieri era tardissimo ed ero stanca, non so se si è capito che sto semplicemente conversando scambiandomi pareri, anche contrastanti (come è giusto che sia, ognuno di noi ha sensibilità, idee, gusti e vissuto diversi). Ci tengo a specificarlo perché magari per iscritto gli atteggiamenti possono fraintendersi dato che non ci si conosce e non vorrei si creassero problemi (che io non ho) :blush:

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

Otello - William Shakespeare

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08/08/2020 09:01 #45205 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Agosto 2020 - Il grande mare dei sargassi

Ma prego, Francesca, figurati!
Siccome ieri era tardissimo ed ero stanca, non so se si è capito che sto semplicemente conversando scambiandomi pareri, anche contrastanti (come è giusto che sia, ognuno di noi ha sensibilità, idee, gusti e vissuto diversi). Ci tengo a specificarlo perché magari per iscritto gli atteggiamenti possono fraintendersi dato che non ci si conosce e non vorrei si creassero problemi (che io non ho) :blush:

Certo ho capito benissimo. E ho fatto queste domande, perché avendo letto altri tuoi post, mi è sembrato di capire che sei aperta al confronto.
Lessi più di 30 anni fa Jane Eyre (ne avevo 22) e ciò che ne hai scritto mi ha fatto venire la voglia di rileggerlo!
Alla prossima!

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09/08/2020 17:10 #45220 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Agosto 2020 - Il grande mare dei sargassi
L'obeah era la magia della luce segreta.

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10/08/2020 13:33 #45226 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic Agosto 2020 - Il grande mare dei sargassi
@Mulaky Più che prendere in prestito lei voleva proprio dare una storia a quel preciso personaggio, non ho idea se sia stata una trovata di marketing, può essere, ma non sarebbe stato lo stesso con un altro personaggio. Poi non ci trovo nulla di sconvolgente, esistono tanti casi di prequel/sequel che sono molto amati , anche se più che altro in altri generi, come fantasy e fantascienza. Non si tratta di snaturare, ma di offrire un'altra prospettiva: dopotutto i libri servono proprio a insegnare l'empatia, a immedesimarsi in tanti personaggi, a cambiare punto di vista.
Per quanto riguarda la ricerca dei termini, io la vedevo in modo positivo! Adoro quando un libro mi sprona a informarmi, a studiare, ad andare oltre il libro stesso, quando il cervello deve lavorare per trovare le interpretazioni varie di ciò che è successo. Inoltre mi vengono in mente capolavori della letteratura in cui viene dato spazio all'immaginazione, all'interpretazione, in cui sei tu che devi capire perché un personaggio ha agito in un modo, e non è lo scrittore a darti la pappa pronta. A me piacciono, a meno che non si tratti di un libro di biologia o un giallo. Soprattutto i libri dal '900 in poi, che possono rifarsi a una sorta di flusso di coscienza, di linea logica che segue il pensiero, spesso non spiegano ogni singola cosa. La difficoltà e la bellezza stanno proprio nell'entrare nel flusso, a volte è impossibile perché magari non siamo in sintonia con lo scrittore, ma quando ci riusciamo è bellissimo perché ritroviamo la nostra stessa maniera di pensare.

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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11/08/2020 22:12 #45246 da Blache_Francesca
Risposta da Blache_Francesca al topic Agosto 2020 - Il grande mare dei sargassi
Proseguo con la lettura.
Sono a p.126 e due cose mi stupiscono particolarmente:
-la fortissima presenza delle figure di padri (ne cito solo due: il padre e il patrigno di Antoinette e il padre di Rochester) che determinano i destini e i percorsi dei figli
-l'enorme problema dell'identità (Inghilterra /Antille) con tutte le difficili conseguenze che comporta per chi lo vive
Cosa ne pensate?

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12/08/2020 09:55 #45253 da SARA1984
Risposta da SARA1984 al topic Agosto 2020 - Il grande mare dei sargassi
ho letto un pò i vostri commenti e mi inserisco in punta di piedi solo per dire un mio pensiero ....non so il perchè ma io sonon arrivata alla fine pensando che è la storia di bertha che ho letto il naturale svolgersi degli eventi prima del'arrivo in inghilterra e della follia ...non so se riesco a spiegarmi ma lo trovato talemte linere con la storia della bronte che non mi sono soffermata poi su null'altro ...ho ripreso in mano Jane Eyre per leggerlo con senno di poi
I seguenti utenti hanno detto grazie : Margarethe

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18/08/2020 19:44 #45308 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic Agosto 2020 - Il grande mare dei sargassi
Ho terminato l'autobiografia della Rhys, ed è... strana :laugh: come il romanzo, lascia le cose un po' in sospeso e ti fa venire voglia di saperne di più, oppure ti dà ai nervi :pinch: . Anche se non ci sono elementi magici, mi ha ricordato un po' quando leggevo Cent'anni di solitudine e Márquez buttava là cose assurde con una semplicità disarmante, come se non ci fosse assolutamente niente da spiegare.
Comunque non c'è niente di spettacolare nella vita della Rhys: diventa scrittrice praticamente per caso, cercando di vendere degli articoli di suo marito tradotti in inglese da lei. L'editrice le chiede se abbia mai scritto qualcosa, lei le porta delle pagine di diario scritte di getto in 3 giorni come sfogo, e holpà pubblicata (con tutte le modifiche dell'editore). Anche i successivi romanzi nascono come esercizi terapeutici per sfogarsi. Poi sparisce per un bel po' tra guerra, povertà, alcol, il marito in prigione. Un'editrice la va a cercare e la convince a scrivere, a terminare Il grande mare dei Sargassi. Per questi motivi usa molto il flusso di coscienza e ci sono tantissimi elementi autobiografici.

All her writing, she used to say, started out from something that had happened, and her first concern was to get it down as accurately as possible. But "I like shape very much" - and again, "a novel has to have a shape, and life doesn't have any"

Blache_Francesca ha scritto: Proseguo con la lettura.
Sono a p.126 e due cose mi stupiscono particolarmente:
-la fortissima presenza delle figure di padri (ne cito solo due: il padre e il patrigno di Antoinette e il padre di Rochester) che determinano i destini e i percorsi dei figli
-l'enorme problema dell'identità (Inghilterra /Antille) con tutte le difficili conseguenze che comporta per chi lo vive
Cosa ne pensate?


Questi che citi tu sono in effetti probabilmente i temi più importanti. Il padre lo odiava, lo dice esplicitamente, era un uomo molto distante, che lei non aveva compreso a pieno, che probabilmente se la faceva con le serve e che forse non stava bene nei Caraibi, ma era lì solo per dovere, si era sposato per interesse come Rochester, perché al fratello maggiore era andata l'eredità. Tutto è forse in questa biografia, la Rhys mi dà l'idea di non aver vissuto la vita in modo molto consapevole. Sarà anche colpa dell'alcolismo e della vecchiaia, ma non ricorda i nomi delle persone che sono state importanti per lei, non si rende conto della guerra incipiente, la sua vita sembra scorrerle tra le dita, è un po' persa insomma.

Per quanto riguarda l'identità, lei non appartiene a nessun luogo. La sua infanzia è tutta invidia verso le nere che sono più belle, possono ballare, partecipare alle feste, non hanno la pressione costante del matrimonio, mentre lei deve sempre comportarsi da miss perfetta. Inoltre da bambina aveva sentito sua madre dire che le bambine nere sono più carine. Ci sono vari tentativi di diventare amica di persone di colore, che però la odiano, come vediamo anche nel libro. Così da ragazzina va in Inghilterra dalla zia, inseguendo un sogno che si rivela fasullo: un disappointed love. L'Inghilterra è fredda e grigia e nessuno la accetta per via dell'accento. Cerca di diventare attrice ma finisce ballerina di fila, si fa mantenere da uomini ricchi, infine sposa uno solo per scappare e andare in Francia. In tutto questo soffre il fatto di dover sempre dipendere dagli uomini, anche se non si impegna troppo per essere indipendente. è debole, scappa di fronte alle difficoltà.
Tutto questo è rappresentato nel romanzo dall'uomo bianco inglese che si porta via Antoinette. Inoltre si ispira per Rochester anche alle storie del nonno, che a quanto pare era un uomo molto geloso e sospettoso. In Dominica è anche testimone dello sfruttamento delle donne di colore, che pur libere vengono pagate pochissimo.

Altri elementei autobiografici sono: Christophine, la zia, il pappagallo, la rivolta, l'incendio, la casa, la pietra per montare a cavallo, l'amore per la natura, il vestito bianco, le ghirlande di frangipane, il convento, gli atti di bullismo, la malattia mentale della madre e le accuse di pazzia a lei stessa.
La solitudine si sente molto, a causa dei genitori che non se ne curano molto fin da bambina, e che si porta dietro per tutta la vita. Da bambina si abbandona completamente ai libri. è carina questa citazione:
Before I could read, almost a baby, I imagined that God, this strange thing or person I heard about, was a book.

Della propria vita pensa questo: I must write. If I stop writing my life will have been an abject failure. It is that already to other people. But it could be an abject failure to myself. I will not have earned death.

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Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

I seguenti utenti hanno detto grazie : Blache_Francesca, Mattia P.

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