Infatti quello che fate notare è corretto: dove sta il confine tra lo stile forbito dell'autore e lo stile forbito del traduttore?
Perché tradurre menomo invece di minimo, per esempio? Puro gusto estetico?

Comunque sto procedendo molto speditamente, perché il modo di scrivere mi affascina!

Io invece sono circa a metà del capitolo terzo e mi sto un po' annoiando. Tra ieri e oggi ho fatto una pausa.

Il primo e il secondo capitolo mi hanno catturata di più. Mi interessa il linguaggio ricercato con cui l'autore esplora la propria psiche, il distacco, le immagini che conserva così nitide nella memoria. Nel terzo capitolo si passa dall'adolescenza all'età adulta di Kocchan, dove un ruolo importante ha la guerra in corso. L'atmosfera militare si percepiva sin dai giorni di scuola, ma ora la guerra è più vicina e le riflessioni del nostro protagonista sulla morte, da cui è così attratto, si complicano.

Ogni tanto faccio fatica a seguirlo, perché oltre a riferire i fatti e le sensazioni che prova il protagonista analizza, sviscera, interpreta, a volte forse un po' troppo? Lo chiedo con candore. Credo ci sia un limite a quanto una persona può auto-analizzarsi, e mi chiedo semplicemente se a volte non ci siano delle proiezioni delle riflessioni che l'autore fa successivamente, da adulto, giudicando a posteriori il passato.

In generale, al punto in cui sono ora trovo i suoi discorsi un po' ripetitivi, ma andrò avanti lo stesso, il libro è breve e vorrei finirlo.

Mi hai illuminata!
Mi sono iscritta al circuito biblioteche cittadino, ho prenotato il libro, ed il giorno dopo sono andata a prenderlo. Non solo non ci avevo pensato prima, ma non mettevo piede in una biblioteca da quando ho terminato l'università, ovvero il lontano 2010!
Grazie per la dritta inconsapevole!

Prego, Gisella! Le biblioteche sono luoghi meravigliosi e che consentono ai lettori forti di non andare in bancarotta, frequentiamole tutti appassionatamente! 

lettereminute post=59698 userid=6958

Ogni tanto faccio fatica a seguirlo, perché oltre a riferire i fatti e le sensazioni che prova il protagonista analizza, sviscera, interpreta, a volte forse un po' troppo? Lo chiedo con candore. Credo ci sia un limite a quanto una persona può auto-analizzarsi, e mi chiedo semplicemente se a volte non ci siano delle proiezioni delle riflessioni che l'autore fa successivamente, da adulto, giudicando a posteriori il passato.
 

Devo ammettere che più ci si addentra nel capitolo 3 (troppo lungo, tra l'altro!!!), più si avverte questa sensazione. 
Io personalmente trovo bellissime le descrizioni della guerra, viste dal punto di vista nipponico e quindi sicuramente particolari e diverse da come siamo abituate a conoscerle. 
Il rapporto con Sonoko è molto bello, sin dal momento del primo "incontro", quando  L'ho trovato un momento di estrema sensibilità.
L'attaccamento morboso alla morte mi ha fatto quasi vomitare in un'occasione!!! Mi riferisco a questo:    Disturbante...
Continuo a leggere ed apprezzo molto, ma condivido questo lieve senso di fatica...

Sono circa a metà del capitolo terzo...
Sicuramente un capitolo lungo e riflessivo; a tratti troppo.
Sono stata rapita però da un episodio "minore"

Gisella, la tua è una riflessione molto bella!
Spesso dimentichiamo quanto siano ormai distanti gli anni della Seconda guerra mondiale...
Ne parliamo sempre come di "storia contemporanea", vicina a noi, ma in effetti gli anni Quaranta erano ben ottant'anni fa!!!
Mi viene da pensare, ad esempio, ai testimoni di quegli eventi, che ormai stanno a poco a poco venendo sempre più a mancare. Soprattutto quelli che possono parlare in prima persona delle atrocità vissute in quegli anni... Sono memorie da raccogliere e preservare, perché ormai quegli anni sono tanto distanti e spesso potremmo rischiare di non ricordarci cos'hanno significato per la società e il mondo. 
Grazie per avermi ispirato questa riflessione!!!

Una cosa che non c'entra molto, invece, vorrei raccontare e condividere: contemporaneamente, per un esame in Conservatorio, sto leggendo la Vita di Mozart di Stendhal. Coincidenza delle coincidenze, ad un certo punto parla proprio di Guido Reni! E ovviamente ho subito pensato di scriverlo qui nel topic!
Stendhal fa un ragionamento molto opinabile, dal mio punto di vista (forse giustificato dalla sua epoca?). In pratica lui dice questo: se si confrontano le opere di Mengs e di Reni, il primo è un perfetto e scrupoloso seguace dei dettami accademici, mentre il secondo è un autore che dipingeva anche tre opere al giorno per pagarsi i debiti. Tuttavia l'opera peggiore di Reni è comunque il doppio migliore della migliore di Mengs. Allora a che serve l'impegno di una persona senza talento? Tanto vale che lascia perdere... (Il paragone gli viene tra le composizioni di Mozart e quelle di un conte che nemmeno nomina... Stendhal in questo libro riporta un'unica fonte... Terribile!)
E' stata una frase che mi ha fatto molto riflettere e con cui non concordo assolutamente!
Non c'entra nulla con la nostra lettura del mese, ma mi è piaciuta la coincidenza di beccare in un altro libro proprio il pittore di cui parla Mishima, che è una sorta di alone dietro tutto il suo romanzo...

Letto il primo capitolo e sinceramente sono un po' preoccupata, visto che dite che dal terzo la narrazione rallenta,ma a me sembra noiosissimo già adesso   Data la fama di questo romanzo, mi aspettavo molto meglio, per ora l'unica nota positiva che riconoscerei al libro è il periodo in cui è stato scritto e la storia dell autore.

bibbagood post=59720 userid=1044Letto il primo capitolo e sinceramente sono un po' preoccupata, visto che dite che dal terzo la narrazione rallenta,ma a me sembra noiosissimo già adesso 

 Data la fama di questo romanzo, mi aspettavo molto meglio, per ora l'unica nota positiva che riconoscerei al libro è il periodo in cui è stato scritto e la storia dell autore.

Sono sicuro che a te allora farà l'effetto opposto! 
Nel capitolo primo la narrazione non c'è, in pratica, ed è per questo che a me è risultato così interessante! Sono una serie di quadri, di immagini: il ricordo della nascita, il film su Cleopatra, il libro su Giovanna d'Arco... tanti piccoli tasselli meravigliosamente descritti!
Il problema per me è arrivato proprio quando il libro ha cominciato ad essere narrativo! Nel capitolo secondo ancora c'era quella dimensione onirica interessante, ma il terzo è stato davvero lento.
Bello, nelle descrizioni, come ho già scritto (l'episodio del pianoforte, le descrizioni dei bombardamenti...), però qualcosa non va...


Comunque io l'ho terminato.
Il giudizio è buono, ma con qualche riserva. 
Dal punto di vista narrativo avrei migliorato un po' la scorrevolezza, ma questo dipende dallo stile dell'autore...
Dal punto di vista del contenuto, avrei approfondito tanti spunti... La storia con Sonoko fagocita in pratica tutto il racconto... E' davvero un elemento così importante? Alla fine ho pensato: "Ok, ma a parte lei?"
Mi è venuto da pensare che forse sono stato fuorviato dalla quinta di copertina, che creava altre aspettative... Che ne pensate?
Aspetto che finiate di leggerlo per sapere i vostri commenti! 

Anche io ho finito il primo capitolo e mi ritrovo molto nelle parole di Francis. Mi è piaciuta moltissimo la scrittura "per immagini", che è a mio parere l'unico vero modo di raccontare l'infanzia. Ho apprezzato moltissimo la capacità di Mishima di raccontare il senso di turbamento e, direi, "oscuri presagi" che accompagnano l'infanzia. 
Trovo molto interessante che l'autore faccia risalire a quel periodo gli "embrioni" del senso di oppressione prodotto  dai doveri e dalle aspettative sociali. 
L'unica pecca è che l'edizione che ho preso dalla biblioteca contiene una traduzione dall'inglese e non dall'originale, il che va contro tutti i miei principi 

ha scritto:

L'unica pecca è che l'edizione che ho preso dalla biblioteca contiene una traduzione dall'inglese e non dall'originale, il che va contro tutti i miei principi 

è l'unica traduzione che c'è in italiano, non ci sono altre edizioni.

Ho quasi finito il secondo capitolo, che mi sta piacendo leggermente di più (anche se la mia principessità avrebbe fatto volentieri a meno di certe scene  ), ma non ho capito perchè lui non vuole che si creino legami intelletuali, con i quali tutto l interesse verrebbe meno. Di solito è il contrario, rappresentando l'attrazione intellettuale una forte componente erotica, e non ho capito perchè invece lui preferisca rimanere sul superficiale.

bibbagood ha scritto:

ha scritto:

L'unica pecca è che l'edizione che ho preso dalla biblioteca contiene una traduzione dall'inglese e non dall'originale, il che va contro tutti i miei principi 

è l'unica traduzione che c'è in italiano, non ci sono altre edizioni.

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