Martedì, 04 Novembre 2025

Luglio 2022 - Confessioni di una maschera

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18/07/2022 10:19 #59816 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Luglio 2022 - Confessioni di una maschera
Terminato da qualche giorno, il terzo e il quarto capitolo mi hanno fatto entrare un po' di più nella storia, che comunque mi lascia un po' delusa. Questo è uno dei classici per eccellenza della letteratura giapponese, spesso viene anche consigliato a scuola nelle letture estive, mi sarei aspettata molto di più.
Francis si chiede se il personaggio di Sonoko fosse veramente così rilevante come lo spazio che l'autore le dedica, e io direi di sì, senza il suo personaggio il libro sarebbe secondo me praticamente vuoto, il protagonista avrebbe ancora più difficoltà a capire se stesso, cosa sono i sentimenti, quel che vuole dalla vita. 
Rispondendo al confronto con Limonov, io invece come personaggio ho apprezzato più il personaggio di Carrère, sebbene più negativo: il protagonista di Mishima è un debole che non sa prendere in mano la sua vita e vive quindi da infelice, Limonov afferma che ha vissuto una vita di merda, ma in ogni fase della sua storia ha compiuto ogni singola scelta con convinzione e sicurezza ed è quindi secondo me un personaggio più positivo.

Penso che in Confessioni di una maschera determinante sia anche il contesto bellico e la cultura giapponese, che creano un contrasto con la personalità del nostro protagonista. Il panorama della guerra richiede forza e coraggio, la società giapponese voleva dimostrare la sua forza, la convinzione di combattere per un ideale e affermarne la supremazia. Un ragazzo che non sa chi è e chi vuole essere, con le debolezze fisiche che fin da piccolo gli rendono chiaro che in un contesto simile lui non c'entra niente, contrasta particolarmente con il periodo storico che si ritrova costretto a vivere.
 

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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18/07/2022 18:53 #59824 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Luglio 2022 - Confessioni di una maschera

Terminato da qualche giorno, il terzo e il quarto capitolo mi hanno fatto entrare un po' di più nella storia, che comunque mi lascia un po' delusa. Questo è uno dei classici per eccellenza della letteratura giapponese, spesso viene anche consigliato a scuola nelle letture estive, mi sarei aspettata molto di più.


Non sapevo che venisse addirittura consigliato nelle scuole. Ma non sarà un po' troppo complesso? A me, come dicevo, nel bilancio finale delle cose è piaciuto, ma non credo lo consiglierei ai ragazzi.

Penso che in Confessioni di una maschera determinante sia anche il contesto bellico e la cultura giapponese, che creano un contrasto con la personalità del nostro protagonista. Il panorama della guerra richiede forza e coraggio, la società giapponese voleva dimostrare la sua forza, la convinzione di combattere per un ideale e affermarne la supremazia. Un ragazzo che non sa chi è e chi vuole essere, con le debolezze fisiche che fin da piccolo gli rendono chiaro che in un contesto simile lui non c'entra niente, contrasta particolarmente con il periodo storico che si ritrova costretto a vivere.


Verissimo, forse è l'aspetto più affascinante del romanzo. Il protagonista stesso ci suggerisce questo collegamento, anche se ne è terribilmente invischiato. Noi da fuori possiamo vederlo anche meglio. Se si pensa che Mishima è stato un fervente nazionalista, poi, possiamo solo immaginare quante contraddizioni lo abitavano.

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)

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20/07/2022 20:26 - 20/07/2022 20:27 #59860 da Bibi
Risposta da Bibi al topic Luglio 2022 - Confessioni di una maschera
Seconda parte del libro terminata. 
È stata interessante ma diciamo che non riesco, almeno per ora, ad empatizzare con il protagonista. Tutto questa ossessione per le morti violente, il continuo legame tra sangue e desiderio sessuale ripetuto più e più volte mi fanno pensare a un ragazzino sadico di cui starei alla larga.
Al momento non riesco a vederlo con gli stessi occhi di Maria Chiara, che ad esempio ha provato una certa compassione (se sbaglio correggetemi) per lui. Certo, non ho ancora il quadro completo della storia quindi vediamo come va. 

Come interpretate il motivo per cui smette 
Attenzione: Spoiler!
Io sono rimasta un po' perplessa. 

La frase finale del secondo capitolo però mi è piaciuta e mi ha lasciato dentro un senso di tristezza, ve la riporto: "Quand'anche dovesse essere una mascherata pura e semplice e niente affatto la mia vita, era venuto ugualmente il momento in cui bisognava ch'io mi mettessi in cammino, che trascinassi avanti i miei torpidi piedi." 
 
Ultima Modifica 20/07/2022 20:27 da Bibi.

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21/07/2022 07:49 #59870 da Francis
Risposta da Francis al topic Luglio 2022 - Confessioni di una maschera

Bibi post=59860 userid=1269
Come interpretate il motivo per cui smette 

Attenzione: Spoiler!
Io sono rimasta un po' perplessa. 
 

Quel momento mi ha colpito, ho pensato leggendo: "Ecco che il personaggio acquista di profondità". Perché fa un grande passo avanti. 
Nella direzione sbagliata, è chiaro.   Ma è pur sempre un momento di "crescita personale".
Kochan è talmente complessato - ne abbiamo dimostrazione dalla prima all'ultima pagina - che l'invidia per un ragazzo bello e atletico gli instilla dentro un sentimento d'odio! Io ci leggo un lampante esempio di complesso di inferiorità.
Secondo me Bibi ha trovato la chiave che apre le porte alle strane fantasie di Kochan. E' l'invidia che sta alla base dei suoi sadici sogni
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23/07/2022 11:31 #59921 da vanna
Risposta da vanna al topic Luglio 2022 - Confessioni di una maschera
Lettura completata.Anche a me, soprattutto all'inizio il libro è sembrato noioso,lento,il linguaggio talvolta verboso,le descrizioni sovrabbondanti in certi passi, più di un certo numero di pagine al giorno non riuscivo a leggerle,ma penso che tutto questo abbia contribuito in parte a creare quell'atmosfera pesante,triste,grigia che si respira in tutto il libro in perfetta armonia con il dolore profondo dell'animo del protagonista che,dopo essermi documentata sull' autore,non è altro che il suo alter ego.
Il giovane Kochan si adopera con stratagemmi a celare la sua vera identità scoprendosi fin da piccolo non attratto dall' altro sesso per cui si è imposto una maschera per presentarsi al mondo come gli altri coetanei, un ragazzo normale come le convenzioni sociali dell' epoca richiedevano. Alla fine della confessione mi ha colpito il travaglio interiore di questo giovane che si mette continuamente alla prova con il suo corpo per sperimentare emozioni e desideri propri della gran parte degli adolescenti,ma nonostante i compromessi e le contraddizioni il suo disagio aumenta.Tutte le immagini di sangue e morte che via via si incontrano nella narrazione non sono altro che un rifugio dal malessere esistenziale.
L' opera è uscita più di 70 anni fa e penso che all' epoca non solo in Giappone ma anche da noi l' omosessualità era ancora un tabù,del resto ancora oggi,nonostante le conquiste raggiunte nei diritti, sembra una realtà difficile da accettare, è un concetto che crea ancora pregiudizi,timori e discrinazioni.E' già difficile ammetterla a se stessi figuriamoci farsi accettare.
Tutto sommato il libro mi è piaciuto nonostante la prolissità,la pacatezza della narrazione che sembrano essere una delle caratteristiche della letteratura giapponese; il dolore interiore di Kochan, le sue insicurezze, la prigione della maschera,sullo sfondo di  guerra mi hanno lasciato un segno.
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23/07/2022 18:25 #59933 da Francis
Risposta da Francis al topic Luglio 2022 - Confessioni di una maschera
Volevo condividere questa riflessione:
mi ha molto colpito il fatto che un autore giapponese vissuto tra il 1925 e il 1970 abbia utilizzato proprio il quadro del "San Sebastiano" di Guido Reni per identificare l'oggetto della propria omosessualità.
Il nostro tempo considera quasi il martire cristiano Sebastiano (parliamo del III sec. d.C.) come il patrono degli omosessuali. Ci sono degli studi a riguardo e sembra che si sia imposta questa idea in relazione alle fattezze androgine dei dipinti e delle opere d'arte raffiguranti il santo dal Rinascimento in poi. 
Mi viene in mente "Il martirio di San Sebastiano", musica di Debussy basata su uno scritto di D'Annunzio... Debussy utilizzava sempre queste figure androgine e non può essere un caso che abbia musicato proprio uno scritto relativo a Sebastiano, anche se il personaggio androgino per eccellenza di Debussy è Pelleas, della meravigliosa opera "Pelléas et Mélisande" su libretto di Maeterlinck.
Cioè, mi ha molto stupito che un autore giapponese, per giunta tanto nazionalista come anche voi sottolineate, abbia scelto proprio il quadro di Reni raffigurante Sebastiano per identificare la propria omosessualità...

Mi piacerebbe sentire qualche vostra idea in merito... 
Forse non è così interessante come collegamento... Ma è un particolare che a me ha colpito molto...

PS: due giorni fa sono andato a vedere il nuovo allestimento della Galleria Nazionale dell'Umbria e mi è venuto in mente proprio lì di scrivere questo messaggio nel topic, perché ovviamente, come in tutte le pinacoteche che si rispettino, non poteva mancare anche lì un Sebastiano mezzo ignudo e puntellato di frecce (nello specifico opera del pittore perugino Sante di Apollonio del Calandro, sec. XV... ho fatto la foto al cartellino del quadro apposta per potervelo scrivere, perché questo nome non lo avrei mai ricordato!!!)

...in medio stat virtus...

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03/08/2022 16:44 - 03/08/2022 16:45 #60115 da pallina
Risposta da pallina al topic Luglio 2022 - Confessioni di una maschera
Ciao a tutti!
un po' in ritardo e sforzandomi tantissimo a non mollare a metà la lettura, eccomi qui a commentare questo libro. L'ho apprezzato per avermi fatto conoscere qualcosa della cultura giapponese e sono rimasta sorpresa che dei simboli così occidentali come S. Sebastiano (grazie Francis per la chicca che è considerato il patrono degli omosessuali, non lo sapevo) e Giovanna d'Arco arrivino fino al paese del Sol levante, così distante da noi sia geograficamente che culturalmente. Interessante anche la visione sulla guerra.
Totalmente confuso, almeno per me, il suo orientamento sessuale: potrebbe sembrare un omosessuale, ma sono d'accordo con Robi quando afferma che lei ci vede molta invidia nel suo comportamento. Lui è attratto da uomini che sono il suo opposto, fisicamente (e culturalmente?), ma quello che realmente lo stuzzica è l'idea di vederli sconfitti, non prova nemmeno ad immaginare un futuro con loro o che, oniricamente, possa avvenire un qualsiasi tipo di contatto/rapporto; il suo primo istinto è quello di vederli uccisi e sanguinanti. Per me questa non è attrazione ma invidia pura che scaturisce in queste visioni oniriche abbastanza splatter. Incomprensibile il rapporto con Sonoko: non la vuole ma la cerca e sembra voglia instaurare con lei quell'affinità intellettiva che aborriva nel rapporto con gli uomini. Il finale non mi ha lasciato nulla, non capisco dove volesse andare a parare.
Concordo in pieno con Bea per questo suo commento, fortuna che c'era la "storia" con Sonoko e non lo paragonerei a Limonov: anche lì c'erano scene al limite dello splatter e i comportamenti del protagonista erano molto discutibili, ma lui era vivo, non si lasciava scorrere la vita addosso.

bibbagood post=59816 userid=1044Terminato da qualche giorno, il terzo e il quarto capitolo mi hanno fatto entrare un po' di più nella storia, che comunque mi lascia un po' delusa. Questo è uno dei classici per eccellenza della letteratura giapponese, spesso viene anche consigliato a scuola nelle letture estive, mi sarei aspettata molto di più.
Francis si chiede se il personaggio di Sonoko fosse veramente così rilevante come lo spazio che l'autore le dedica, e io direi di sì, senza il suo personaggio il libro sarebbe secondo me praticamente vuoto, il protagonista avrebbe ancora più difficoltà a capire se stesso, cosa sono i sentimenti, quel che vuole dalla vita. 
Rispondendo al confronto con Limonov, io invece come personaggio ho apprezzato più il personaggio di Carrère, sebbene più negativo: il protagonista di Mishima è un debole che non sa prendere in mano la sua vita e vive quindi da infelice, Limonov afferma che ha vissuto una vita di merda, ma in ogni fase della sua storia ha compiuto ogni singola scelta con convinzione e sicurezza ed è quindi secondo me un personaggio più positivo.

Penso che in Confessioni di una maschera determinante sia anche il contesto bellico e la cultura giapponese, che creano un contrasto con la personalità del nostro protagonista. Il panorama della guerra richiede forza e coraggio, la società giapponese voleva dimostrare la sua forza, la convinzione di combattere per un ideale e affermarne la supremazia. Un ragazzo che non sa chi è e chi vuole essere, con le debolezze fisiche che fin da piccolo gli rendono chiaro che in un contesto simile lui non c'entra niente, contrasta particolarmente con il periodo storico che si ritrova costretto a vivere.
 

Non capisco il successo di pubblico e, soprattutto, come possano consigliarlo nelle scuole: sarebbe interessante scoprire il perchè di questa scelta.
Ho anche letto la vita dell'autore su wikipedia e non mi aspettavo nulla di diverso sulla sua fine, anche se mi ha lasciata stupita il fatto che abbia avuto due figli.
Ultima Modifica 03/08/2022 16:45 da pallina. Motivo: typo error

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04/08/2022 09:01 - 04/08/2022 09:04 #60124 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Luglio 2022 - Confessioni di una maschera
Ciao, il tuo intervento mi ha fatta ripensare alle pagine lette in luglio, e ho provato ragionarci sopra a lettura metabolizzata. :)

Capisco che il protagonista di "Confessioni di una maschera" possa risultare sgradevole, anche perché l'immaginario che abita la sua testa è altamente disturbante. Per questo l'ho paragonato a Limonov: anche lui è un personaggio disturbante. Eppure i due racconti mi hanno lasciato delle sensazioni molto diverse, a pelle. Perciò ero curiosa di individuare le differenze.

Intanto c'è la differenza molto ovvia che Limonov è descritto da una terza persona (Carrère) mentre Kocchan è un alter ego dell'autore, quindi è Mishima che apre se stesso (per quanto può). L'altra differenza che ho percepito è che Kocchan, alla fine dei conti, non ha fatto del male a una mosca. Sì, ha illuso la povera Sonoko, però è durata pochi mesi, non ha commesso niente di grave o irreparabile, e la ragazza si è ripresa abbastanza rapidamente. Se c'è una vittima qui è Kocchan stesso, che è prigionero e aguzzino, che non osa stabilire un contatto intimo e si condanna a una solitudine che non può che inasprire e confondere il suo mondo interiore.

Sinceramente non ci vedo tutta questa superiorità nel personaggio di Limonov: ha vissuto, certo. E quindi? Che cos'ha ottenuto, alla fine? E quante macerie si è lasciato dietro? I comportamenti di Limonov non erano soltanto discutibili, erano antisociali. Comprensibili, dato il contesto in cui è nato e dall'aria che ha respirato, ma egoisti e antisociali. Il fatto che li abbia messi in atto non lo rende più coraggioso, solo con meno scrupoli.

Non capisco il successo di pubblico e, soprattutto, come possano consigliarlo nelle scuole: sarebbe interessante scoprire il perchè di questa scelta.


Su questo sono d'accordo, è una tale mattonata! :D E poi è una lettura difficile da affrontare in autonomia... letto ora l'ho apprezzato, sono sincera, ma ai tempi della scuola l'avrei mollato senza passare dal via.

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
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Ultima Modifica 04/08/2022 09:04 da lettereminute.
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05/08/2022 21:07 - 05/08/2022 21:07 #60138 da Perfitz
Risposta da Perfitz al topic Luglio 2022 - Confessioni di una maschera
Buonasera a tutti!!! Ci sono anche io...sebbene in ritardo. Devo dire che un po' a fatica, fra il caldo ed il lavoro, sono riuscita finalmente a finire il libro del mese...in effetti mi ha un po' deluso. Il protagonista, per quanto mi sforzassi di capire il suo stato d'animo, non è riuscito proprio a lasciarmi un buon ricordo, l'ho trovato a tratti saccente ed egocentrico, speravo che la storia con Sonoko avrebbe portato a qualcosa (non mi riferisco ad una relazione in senso stretto ovviamente, ma almeno ad una finale e catartica accettazione del suo vero Io). Il protagonista sembra che stia lì in attesa di qualcosa non ben definito, o molto probabilmente sono io che non sono riuscita a coglierlo data la mia avversione al personaggio  , conosce ed analizza le persone attorno a lui senza però che queste lo colpiscano effettivamente, quasi come se volesse infilarle a forza in una cornice definita e con una didascalia che ne descriva i tratti fondamentali, privandoli di ogni attrattiva. Inizialmente mi aveva affascinato il personaggio di Omi, ma quando il protagonista stava per scalfirne la superficie, si interrompe bruscamente lasciandolo lì, come semplice ricordo, una sorta di foto sbiadita. Il finale stesso mi ha lasciato perplessa...nessuna decisione presa, nessuna svolta, un semplice punto. Non mi dispiace la letteratura giapponese, forse un po' contorta, ma tutto sommato piacevole...prima o poi proverò a leggerlo nuovamente, magari il tempo mi permetterà di vedere le cose in una prospettiva diversa! 
Ultima Modifica 05/08/2022 21:07 da Perfitz.

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08/08/2022 20:01 - 08/08/2022 20:02 #60156 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic Luglio 2022 - Confessioni di una maschera
Ho finito il libro. Mi è piaciuto molto.
Secondo me gli aspetti negativi, che alcuni hanno già evidenziato, derivano dal fatto che si tratta di una traduzione di una traduzione. Oltre a ciò, secondo me questo libro conferma la mia tesi sul rapporto con le letterature straniere. Alcune cose non si capiscono a pieno (almeno io non le ho capite) perché radicate in un contesto culturale diverso (tra l'altro lo dice Beatrice a un certo punto nei commenti).
Passiamo ai tantissimi lati positivi
Innanzitutto, a mio avviso è un romanzo dostoevskijano. Non a caso si apre con una citazione di Dostoevskij. Il tormento interiore, la tendenza all'indecisione e all'autodistruzione, la passione per il sadismo e il masochismo, sono tutti tratti delle opere dell'autore russo. Probabilmente questo è il motivo per cui mi è piaciuto
Questo è uno dei romanzi che a mio avviso assumono un significato particolare alla luce della vita (in questo caso soprattutto della morte) dell'autore. Le sue riflessioni sulla morte e l'attrazione verso di essa non mi sembrano retoriche, ma reali.
Il rapporto con Sonoko secondo me è centrale nel romanzo, e non trovo che ad esso siano state dedicate troppe pagine (per me la lettura è stata addirittura appassionante ). Il rapporto con lei, infatti, illumina la controversa natura di Kochan (o come si scrive)/Mishima e il conflitto tra attrazione sessuale (omosessuale, sadica) sentimento "romantico" o "platonico", tra essere e dover essere. Lo dice lui a un certo punto, parlando della contrapposizione tra corpo e anima.
Attenzione: Spoiler!

Anche io, come altri, ho trovato interessante il punto di vista giapponese della guerra, che in fondo è uguale per tutti gli esseri umani.
Quanto al confronto con Limonov, io trovo un elemento in comune: il carattere difficile e generalmente infelice dei rapporti personali, oltre che qualche traccia (o qualcosa di più) di narcisismo. Poi forse ce n'è anche un altro: erano entrambi nazionalisti.

 
Ultima Modifica 08/08/2022 20:02 da davpal3.
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Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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