È innegabile che la presenza dell'autrice del libro che stiamo leggendo e discutendo qui sul forum aggiunga ancora più emozione alla lettura... da quando partecipo è la prima volta e mai avrei immaginato che potesse accadere!!
Nel contempo riscontro con grande piacere, leggendo il suo post, le medesime sensazioni positive percepite al raduno (a cui purtroppo non ho partecipato) e riportate da Graziella e Guido...
Pertanto mi accingo a commentare senza veli...
Sono all'80% del romanzo, non l'avevo votato, il tema forte mi aveva dissuasa dallo sceglierlo, ma sono lieta di aver aderito alla lettura.
La tecnica narrativa per me è vincente: l'antitesi delle due donne funziona.
Nadia però per me prevale nettamente su Emily, per quanto alquanto estrema nelle sue scelte di vita privata, l'ho trovata abbastanza credibile, forte e fragile, anestetizza il suo dolore come può, le è stato insegnato a non piangere e si è costruita una corazza difficile da intaccare.
Professionale, vincente, tiene testa a tutti,
(epici i momenti con Standford!)
ma rivela, a mio parere, la sofferenza più difficile da superare: quella che neanche a chi la prova è consentito di riconoscere e accettare...una gabbia da cui è impossibile liberarsi.
Non sono riuscita a condannarla per come interagisce con i genitori di Matt e per come affronta la vicenda, nonostante io l'abbia desiderato, e ne sono rimasta stupita.
Emily è un iceberg, nel senso che è costretta a nascondere sotto la superficie un turbinio di emozioni che non può esternare senza abdicare al ruolo che le è stato imposto anche da Will.
Come un'esile barchetta al centro di una tempesta si appiglia all'unica certezza: il suo amore per Matt.
È stata lei ad ispirarmi tenerezza materna, e istinto di protezione, ho sofferto per lei più che per il piccolo, la tragedia che incombe sulla sua vita mi ha scaraventato in pieno volto il dramma di un'esistenza fatta di non vissuti, è agghiacciante la consapevolezza di una madre non solo di dover sopravvivere al proprio figlio, ma di rassegnarsi al fatto di non vederne mai un sorriso o di udirne una parola...
Will è il mio eroe! Sebbene sia piuttosto egocentrico nell'approccio alla situazione: non ho apprezzato il suo decisionismo ed il suo relegare Emily ad un ruolo circoscritto seppur fondamentale...
Ma indubbiamente l'ho ammirato per l'abnegazione, la resilienza e la forza con cui affronta i Titani armato solo della sua fede e della speranza...
Per cui, per me, l'obiettivo è pienamente raggiunto: questo romanzo attanaglia, sconcerta, indigna, riscalda il cuore, induce a riflettere su ciò che più ci atterrisce: il confine sottile tra etica e scienza tra ciò che si deve, ciò che si può, ciò che è giusto...
Vado avanti nella lettura ed esprimo la mia gratitudine a Graziella per averla proposta.
All'autrice i miei complimenti per la spontaneità del suo approccio alla discussione oltre che, ovviamente, per questo libro che sta riscuotendo un meritatissimo consenso!