Mi ha fatto riflettere però la descrizione della sua lezione riguardo al ruolo delle pubblicità: se un'azienda fa una pubblicità a favore di una causa benefica come la ricerca per il cancro e fa questa pubblicità per guadagnare soldi pubblicizzando indirettamente i propri prodotti, la pubblicitá è moralmente sbagliata? Forse in parte sì perchè per rientra nei casi in cui ci si arricchisce a spese di altri. Però grazie a queste pubblicità molti temi diventano più presenti, le persone ne diventano più consapevoli, e quindi credo in questo caso valga di più il "l'importante è che se ne parli" e se questo vuol dire più guadagni per multinazionali, pazienza. O voi che ne pensate?
Quella discussione infatti era interessante perché c'erano entrambi i lati, e Chip è stato presentato sì come un professore brillante e acuto, ma anche impreparato di fronte alla schiettezza degli studenti che a un certo punto gli fanno notare, anche giustamente, che un sacco di categorie di persone se la passano molto meglio rispetto a prima grazie alla sensibilizzazione, tipo la campagna in oggetto, e quindi c'è poco da fare gli schizzinosi.
Tuttavia io sono anche convinta che il senso critico vada sempre esercitato, altrimenti rischiamo di berci qualunque sciocchezza, basta un buon ufficio di comunicazione e qualunque casino combini finisce sotto al tappeto. Mi viene per esempio in mente la polemica sul fast fashion, con noti brand che di recente hanno cominciato con il cosiddetto "greenwashing", promuovendo i loro prodotti in cotone organico, fibre riciclate ecc. Benissimo, bello: solo che continuano a produrre un esubero di collezioni, e quindi di materiale che di fatto diventerà rifiuto, con il consapevole obiettivo di fare invecchiare rapidamente i trend e di conseguenza fare acquistare di più; solo che continuano serenamente a sottopagare la manodopera in Paesi in cui è legale farlo. E molte altre schifezze. Quindi, a conti fatti, fai meglio o peggio alla società in cui vivi? Se ti poni come paladino dell'etica, allora ti dovresti esporre anche a un esame a 360° gradi, solo che di rado queste aziende raccontano tutto: raccontano solo quello che vogliono raccontare. La pubblicità non è mai neutra, è sempre una comunicazione strategica che ha come fine quello di convincerti a fare qualcosa. Penso che sarebbe sempre bene non dimenticarsene.
Detto ciò penso che il nocciolo del problema dei "criticoni" sia già stato sottolineato da Bea con la frase "
chi deve criticare il pensiero critico a priori non riesce a filtrare e a rendersi conto quando una critica ha senso e quando no". 

 Penso che sia tutta lì la differenza tra la critica intelligente e quella fatta per un generico sentimento di odio verso il mondo. Chip infatti è affidabile solo a metà, avendo un complesso di inferiorità abbastanza evidente. Critica perché è lucido o perché ha della rabbia repressa? Forse dipende dal momento e dall'argomento. La stessa Melissa poi riconosce che il suo corso è stato uno dei più stimolanti, anche se sul momento ha fatto la dura.
Ho avuto la sensazione che il lettore sia portato a considerare tutti i punti di vista dei membri della famiglia e non si riesce ad essere assoluti nel giudizio, perchè in base a quello che si scopre leggendo, il punto di vista cambia, si alternano il disprezzo alla comprensione, alla simpatia e alla pietà. Chi riusciremo a perdonare? Io mi sono fatta una mia idea, ma aspetto a fine mese!
Non vedo l'ora! Ho provato sentimenti molti simili leggendo "Crossroads" e quindi mi aspetto molti colpi di scena e di penna da Franzen! Anche una mia amica che l'ha letto, mentre mi sfogavo riguardo il degrado di Chip, mi diceva: non ti dico niente... era stranamente neutra. 

 Quindi sì, alla fine tireremo dei bilanci.