Mi introduco nei vostri commenti, anche se ho finito il libro da un po', ma le sensazioni che mi ha lasciato questa lettura sono davvero ancora molto fresche e mi sembrano un po' diverse.
Più o meno al punto del capitolo "Il mare", io non avevo sviluppato questa avversione per Enid. Certo, sicuramente una mamma/moglie con difetti, ancorata al passato e alle abitudini, con tutte quelle vecchie cose tenute in casa, forse nemmeno così tanto curata, artefatta in tanti atteggiamenti e bisognosa della conferma sociale e rassicurazione di vicini e amici che stima e a cui vorrebbe assomigliare un po' di più... ma non con tutta questa forza manipolatrice dopotutto, infatti la vita le sfugge tra le mani, si ritrova con un marito che non riesce a gestire e che peggiora sempre di più, senza che i figli le diano una mano concreta o che si rendano conto delle difficoltà quotidiane; figli, nipoti e nuora che preferiscono fare altro piuttosto che considerare la loro compagnia. Enid vorrebbe continuare a vivere (cene, crociere...) ma deve affrontare una malattia durissima, di cui forse non ha ancora realizzato i risvolti pratici. Per me ci sono in risalto l'egoismo dei figli e la mancanza di comprensione della malattia del padre, tutti che corrono, ma nessuno che si ferma a considerare che forse qualche giorno/istante in più di compagnia, un po' di moderazione e un'asticella un po' più elevata sui valori della famiglia non guasterebbero, anche se per farlo ognuno deve rinunciare un po' alla sua corsa e alla propria ricerca di felicità, ma forse per ottenerla basterebbe donarsi un po' di più agli altri.
Per me il personaggio più ingiustificabile è la moglie di Gary, manipolare i figli verso l'altro genitore o verso i familiari è la cosa più meschina che posso pensare, per cui imperdonabile.
Io ho apprezzato tanto il realismo di questa vicenda, magari sono stata sfortunata io e di persone così ne ho conosciute, ma spesso mi ricordo che occorre mettersi nei panni degli altri prima di giudicare (e spero che altri lo facciano con me!). Una grave malattia in casa, per esempio, può come dire...far "andare un po' fuori di testa" e si può provare vergogna a parlarne, è più facile far finta che tutto sia normale, si fa fatica a far capire agli altri il peso della propria realtà, magari si eccede nelle richieste o si esagera nell'esprimere i desideri, tanto si diventa vittima della propria quotidianità e non si pensa che la gente "normale" ha i propri affanni e le proprie corse. Secondo me il messaggio è che occorre ridimensionarsi con le priorità, ed è quello che i 3 figli a questo punto non sono riusciti fare. Per me Alfred è la vittima e la descrizione della malattia, con una realtà e ironia amarissime, è lodevole da parte dell'autore. A me è piaciuto così tanto comunque questo libro, che mi sono comprata Crossroads! buona continuazione....
La verità è come un leone: non avrai bisogno di difenderla; lasciala libera. Si difenderà da sola.
Sant'Agostino d'Ippona