Martedì, 04 Novembre 2025

Settembre 2023 - Le correzioni

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05/10/2023 13:32 #64349 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Settembre 2023 - Le correzioni
Non mi sono mai chiesta che opinione ho del termine disfunzionale quindi ringrazio per le riflessioni interessanti ma non saprei proprio da che parte propendo. Secondo me un rapporto disfunzionale è dove non di è trovato un equilibrio tra le parti, che tramite compromessi e lavoro su se stessi, permette di vivere il rapporto in armonia. Non uso spesso il termine, ma in effeti potrebbe dare l'accezione di qualcosa di particolarmente negativo; mentre ad esempio secondo me la famiglia descritta da Franzen è sì poco armoniosa, ma non è unica nel suo genere, conosco varie famiglie con dinamiche altrettanto marce e che è impossibile cambiare perchè ormai i figli son grandi e i genitori hanno vissuto tutta la loro vita da adulti così, pur riconoscendo che non sono una gran famiglia, non hanno alcun interesse a migliore, a correggere le cose perchè è così che le conosco e non sentono la mancanza di qualcosa che non hanno avuto. Peggio sono invece le persone come Enid, ovvero le persone all'interno di queste famiglie che pensano di vivere in una famiglia felice, di aver costruito questa grande bella famiglia, a volte forse come reazione di autodifesa per non dover vedere la realtà (probabilmente il caso di Enid) altre semplicemente perchè piene di un ego smisurato.

 

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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05/10/2023 13:33 - 05/10/2023 13:33 #64350 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Settembre 2023 - Le correzioni

Frankie post=64337 userid=8560Io sono un po' indietro con la lettura. Sto leggendo il secondo capitolo ed esaminando le figure di Gary e della moglie Caroline, che vivono nella stessa contrapposizione esistente tra Alfred e Enid. Mi chiedo, ma è mai possibile che Caroline preferisca far sviluppare ai figli "l'immaginazione tecnologica" (sintesi e utilizzo di tecnologie esistenti) e non l'immaginazione infantile (disegni e invenzione di storie). Cosa dice la pedagogia in merito? Cosa ne pensate? (Rif. Pag. 164)
 

Sì, anche io mi ero segnata alcuni passaggi in quel capitolo proprio a proposito della questione tecnologia. Ad esempio viene riportato un pensiero di Gary in cui riflette su alcuni studi che ha letto secondo cui "presto i giocattoli elettronici sarebbero stati così economici e diffusi che l'immaginazione infantile non si sarebbe più esercitata con il disegno o l'invenzione [..]", che è probabilmente quello che spesso già viviamo. Non capisco se il punto di Caroline sia semplicemente far valere la propria ricchezza e quindi volere che i figli possano avere tutto; oppure completa superficialità e mancanza di spirito educativo, quindi per lei un videogioco in più o in meno, una telecamera da migliaia di euro in più o in meno, non ha alcun significato dal punto di vista educativo e le è tutto indifferente; oppure per la patologia a volersi a tutti i costi accaparrare il favore dei figi mettendogli contro il padre e quindi facendo loro vedere come lei invece li capisca mentre il padre non capisce niente e non vuole che loro siano felici; oppure è semplicemente cretina   Riesco a capire che al giorno d'oggi genitori che lavorano a ritmi frenetici, stanno sempre in giro e hanno anche più figli, non possano star sempre a giocare con loro e preferiscano dargli un cellulare in mano per vedere video o giocare; ma direi che non è il caso di Caroline 

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Ultima Modifica 05/10/2023 13:33 da bibbagood.
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07/10/2023 23:28 #64367 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic Settembre 2023 - Le correzioni
Ho finito il secondo capitolo e ho letto un po' i commenti. 
È interessante che molto di voi abbiano sottolineato l'inopportunità del comportamento di Enid quando preme su Gary per fare il Natale a casa. Io in quella situazione non ho ritenuto quasi per nulla sconveniente il suo atteggiamento, ritenendo invece folle il rifiuto aprioristico di Caroline. È bello perché ciò che ciascuno legge parla di noi... 

Mi è piaciuto il capitolo con Gary. Come dicevo, mi ha colpito soprattutto il modo con cui Gary vive la depressione (o il pericolo di depressione), come una sorta di colpa che lo renderebbe "inferiore". Trovo geniale la fine del capitolo in cui l'ammissione della depressione ha un effetto liberatorio. 

Quanto a Melissa, io vedo in lei solo una ragazza che voleva passarsi lo sfizio di stare con un professore. Anche l'opposizione in classe era più un modo di mettersi in mostra, dato che lei stessa poi dice a Chip che le sue lezioni erano molto belle. 
Melissa, secondo me, è solo l'occasione e non la causa del crollo di Chip. 
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08/10/2023 11:15 #64372 da elis_
Risposta da elis_ al topic Re:Settembre 2023 - Le correzioni
Ero pronta ad arrendermi e abbandonarlo a circa metà della lettura ma ho resistito e, per fortuna, l'ho trovato più piacevole dopo il capitolo "il generator". Il mio problema con questo libro non è tanto la trama, che sulla carta sembra essere nella mia comfort zone, ma principalmente lo stile che ho trovato troppo e inutilmente prolisso e volgare, avrei volentieri fatto a meno di tutte quelle pagine di descrizioni di situazioni e/o personaggi poco rilevanti (per esempio nel capitolo "in mare", il più indigesto, con tutte quelle descrizioni minuziose delle allucinazioni di Alfred e delle vite degli altri viaggiatori sulla nave), mi fanno completamente perdere la concentrazione e l'interesse. Ho apprezzato molto di più, infatti, la storia andando avanti, il capitolo su Denise mi è piaciuto poiché più introspettivo e lineare come narrazione, oltretutto si conferma figlia un po' meno disfunzione tra i tre e mi è piaciuto moltissimo la descrizione del rapporto con il padre. Riguardo ai personaggi, alla fine ho trovato un moto di pietà solo per Al, nulla invece per Enid che si conferma un'egoista e un'egocentrica fatta e finita. Per me l'ultimo capitolo è valso tutta la lettura, è stato proprio come mi aspettavo fosse questa storia: reale, emozionante, dolceamara; c'è più normalità in questa famiglia disfunzionale che in molte altre famiglie felici. Mi è piaciuto come alla fine il cerchio si sia chiuso con la malattia di Al e con la vicinanza dei suoi figli, che hanno trovato il modo per stargli vicino e per rispolverare un rapporto che credevano ormai perso o mai nato, neanche Gary mi ha deluso perché trovo che le sue scelte siano state dettate proprio dall'educazione e dal carattere che ha ereditato, è la fotocopia di Enid e ha agito come tale. Ammetto che è stato faticoso arrivare alla fine di questo libro ma tutto sommato è una lettura che non mi è dispiaciuta!

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08/10/2023 11:26 #64374 da elis_
Risposta da elis_ al topic Re:Settembre 2023 - Le correzioni
Inconsciamente mi sono trovata anch'io ad utilizzare la parola "disfunzionale" e quindi mi tocca dire la mia su questo dibattito :laugh: a me la parola piace proprio per com'è, come diceva Maria Chiara, perché racchiude il concetto in maniera sintetica e lampante di una cosa che non funziona come dovrebbe, ma d'altro canto ha ragione anche Davide a dire che talvolta è riduttivo, come in questo caso: ho bollato come "disfunzionale" la famiglia Lambert però non è esattamente vero, perché comunque trova il modo per "funzionare", anche se al di fuori delle regole comuni, quindi direi che forse più che disfunzionale si potrebbe dire che la loro famiglia ha una struttura malsana, e penso che su questo non ci siano dubbi.
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11/10/2023 10:49 - 11/10/2023 11:02 #64390 da Mattia P.
Risposta da Mattia P. al topic Settembre 2023 - Le correzioni

Ho letto "Il fallimento" e l'ho trovato scorrevole e interessante. Personalmente non mi disturba il fatto che non è chiaro dove l'autore voglia andare a parare. Mi sembra che il fulcro del romanzo sia la descrizione di una famiglia e del contesto, mentre la trama è secondaria.
Dico già che non prenderò parte al dibattito "chi è il personaggio più terribile" e questo perché a me sembrano personaggi veri e credibili, complessi, contraddittori. Certo, generalmente le relazioni sono disfunzionali, ma in fondo credo la maggior parte delle relazioni credo siano così (nella mia esperienza) (in effetti inizia a non piacermi la parola "disfunzionale"). 
Ho adorato alcuni dialoghi. L'atteggiamento di Enid specialmente mi ricorda alcune dinamiche.


 
Davide sono d’accordo con te sulla impossibilità di provare antipatia per questi personaggi che cercano come possono di bilanciare tra vita attuale, aspirazioni, famiglia e un pesante retroterra culturale e familiare. Ma è un po’ quello che facciamo tutti. Abbiamo usato la parola “disfunzionale” per poter dare un nome a ciò che è comunque un disagio, una sfera di sofferenza che è presente in vario modo in tutti i personaggi vivono. È un modo di funzionare che hanno sviluppato come difesa a un notevole carico emotivo in ambito familiare che però alla lunga qualche problemino te lo da. Poi è chiaro che si possono usare anche altri termini.

Io ho terminato la lettura diversi giorni fa, ma purtroppo il lavoro non mi ha consentito di commentare prima.
Concordo con Davide anche sul fatto che la trama è secondaria, all’autore interessa calarci in queste vite e a mio parere ci riesce benissimo. Ho trovato un po’ sadico e crudele il modo con cui alla fine si “accanisce” su Alfred. È chiaro che un autore fa quello che vuole e anzi, ben venga quando ci spiazza, ma a me è dispiaciuto. Il messaggio che mi ha passato è che con la fuoriuscita di scena di Alfred, sia Enid che gli altri componenti familiari abbiano trovato un modo migliore di “funzionare”. Avete percepito lo stesso? Mi è sembrato un modo un po semplicistico di risolvere la cosa.

Molto interessante quello che fai notare Maria Chiara sui flussi di coscienza che Franzen ci fa sperimentare in relazione ai vari personaggi. L'autore è talmente bravo e potente in questo senso che più volte mi è capitato di non potermi approcciare alla lettura tutte quelle volte in cui lo stato psicologico del momento non era di estrema serenità. In altre parole, ci vuole fegato a leggere questo romanzo!

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
Ultima Modifica 11/10/2023 11:02 da Mattia P..
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15/10/2023 20:49 #64409 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Settembre 2023 - Le correzioni
Io questa empatia e affetto verso Alfred che hanno riscontrato alcuni di voi invece non l'ho percepita per niente. Riporto un commento di Silvia tra tutti perchè aveva espresso bene alcuni concetti, ma mi riferisco anche ad altre riflessioni vostre riguardo al rapporto tra i figli e la situazione dei genitori e riguardo alla malattia di Alfred.

SilviaM post=64216 userid=7969Io ho apprezzato tanto il realismo di questa vicenda, magari sono stata sfortunata io e di persone così ne ho conosciute, ma spesso mi ricordo che occorre mettersi nei panni degli altri prima di giudicare (e spero che altri lo facciano con me!). Una grave malattia in casa, per esempio, può come dire...far "andare un po' fuori di testa" e si può provare vergogna a parlarne, è più facile far finta che tutto sia normale, si fa fatica a far capire agli altri il peso della propria realtà, magari si eccede nelle richieste o si esagera nell'esprimere i desideri, tanto si diventa vittima della propria quotidianità e non si pensa che la gente "normale" ha i propri affanni e le proprie corse. Secondo me il messaggio è che occorre ridimensionarsi con le priorità, ed è quello che i 3 figli a questo punto non sono riusciti fare. Per me Alfred è la vittima e la descrizione della malattia, con una realtà e ironia amarissime, è lodevole da parte dell'autore. A me è piaciuto così tanto comunque questo libro, che mi sono comprata Crossroads!


Per me Alfred non è in nessun modo la vittima. Ha conosciuto la malattia in tarda età, ha potuto godere per la maggior parte della sua vita delle possibilità che decideva di avere e di dare alla famiglia. Alfred è quello che conosciamo di meno, non sappiamo praticamente niente della sua vita, quindi mi limito solo a quel che ci viene riportato. Bè, tantissime persone conoscono la malattia in prima persona o direttamente con una persona che si ha accanto ben prima di quando è capitato a lui. Quindi riguardo alla malattia non mi sento minimamente di considerarlo vittima. E di riflesso non mi viene minimamente di giustificare Enid perchè poverina deve vivere una vita difficile. Le vittime secondo me sono molto di più i figli, non credo affatto che debbano ridimensionare le loro priorità. Premettendo che secondo me non ci sono problemi di serie A e di serie B e che se una cosa ci fa star male è un problema e basta e che non è che bisogna minimizzarlo perchè problemi di altre persone possono sembrare oggettivamente più importanti (tipo avere il Parkinson), il mettere da parte i propri problemi e ridimensionare le priorità semplicemente perchè si pensa che è quello che gli altri si aspettano da noi, crea soltanto più problemi e infelicità. Stare accanto alle persone per sensi di colpa, nel senso che se si pensasse a se stessi e non a loro ci si sentirebbe in colpa, fa sí che si vive nel rancore, nel rimpianto e in linea di massima nell'infelicità, creando appunto rapporti...disfunzionali. Se si é così di carattere, ottimo, ma se questo comportamento è indotto da genitori come Enid, che ti inculcano il senso di colpa perchè pensano solo a loro stesse, allora vengono fuori figli che o  per istinto di sopravvivenza e autoprotezione scappano come fanno loro tre, oppure figli che non hanno una propria vita perchè l'hanno passata a pensare agli altri senza riuscire a godersi niente.
Con questo non voglio assolutamente criticare la posizione di Silvia o di chi ha visto in Alfred la vittima, anzi, trovo come sempre molto affascinante come le esperienze di ciascuno di noi ci facciano vivere i personaggi dello stesso libro in modo così diametralmente opposto. Io sarei felicissima di avere come unico problema di avere il Parkinson all'età di Alfred mentre mi metterebbe molta più angoscia e tristezza dover vivere la vita misera dei tre figli. Non dico che sia bello avere il Parkison o vedere il proprio marito cambiare così, bensì semplicemente che tra i due gruppi vedo nei figli le vittime e non nei genitori

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17/10/2023 09:15 #64420 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Settembre 2023 - Le correzioni

Ma è un po’ quello che facciamo tutti. Abbiamo usato la parola “disfunzionale” per poter dare un nome a ciò che è comunque un disagio, una sfera di sofferenza che è presente in vario modo in tutti i personaggi vivono. È un modo di funzionare che hanno sviluppato come difesa a un notevole carico emotivo in ambito familiare che però alla lunga qualche problemino te lo da. Poi è chiaro che si possono usare anche altri termini.


In ritardo, commento la risposta di Giuseppe, molto puntuale anche sulle definizioni, la parola "disfunzionale" è stata la guida di questo libro (non mi aspettavo altrimenti!) ma con ammissione di umiltà: difficile che nessuno di noi abbia almeno qualche lato disfunzionale... magari piccolo e trascurabile, magari massivo come nelle vite di questi tre incasinatissimi figli.

 Stare accanto alle persone per sensi di colpa, nel senso che se si pensasse a se stessi e non a loro ci si sentirebbe in colpa, fa sí che si vive nel rancore, nel rimpianto e in linea di massima nell'infelicità, creando appunto rapporti...disfunzionali. Se si é così di carattere, ottimo, ma se questo comportamento è indotto da genitori come Enid, che ti inculcano il senso di colpa perchè pensano solo a loro stesse, allora vengono fuori figli che o  per istinto di sopravvivenza e autoprotezione scappano come fanno loro tre, oppure figli che non hanno una propria vita perchè l'hanno passata a pensare agli altri senza riuscire a godersi niente.


Questo è vero, eppure, oggettivamente, Chip non compie una grossa maturazione alla fine del libro proprio perché resta? Che effetto ti ha fatto, quella di una persona colpevolizzata e quindi indotta a rimanere, o quella di una persona un po' più responsabile che prende la situazione in mano, per quel che può? Per me è il "per quel che può" la chiave, alla fine non resta a martirizzarsi, ma invece che fare toccata e fuga tre giorni resta due/tre settimane (se ricordo bene), fa qualche lavoretto in casa, segue il padre al posto della madre che oggettivamente è anziana e non ce la fa più. Secondo me si è lustrato parecchio la dignità, pur senza stravolgere il proprio carattere: però, dal fondo in cui si era cacciato, si è ritirato su facendo delle cose per bene.

E poi non riesco a non provare compassione per Enid. Però non la vedo come la vittima... secondo me parlare di aguzzini e vittime in questa situazione non ha senso, perché tutti si scambiano agevolmente il ruolo nel triangolo persecutore-vittima-salvatore (sì... altra caratteristica dei rapporti disfunzionali :D ). Esempio: nell'ultimo capitolo Enid, immersa nel ruolo di crocerossina di Alfred (salvatore) dà noia a Gary in continuazione perché la aiuti in casa (da salvatore a persecutore) e Gary (vittima) acconsente, pur a malavoglia (da vittima a salvatore), ma quando le suggerisce di vendere una casa così impegnativa Enid rifiuta (vittimizzandosi); a quel punto è Gary a perdere la pazienza, risponderle male, ritirare il proprio aiuto e mollarla da sola, completando il giro (da vittima a salvatore a persecutore).

Ma a parte quest'altra immersione nell'abilità psicologica di Franzen, se ci si stacca e li si guarda tutti nel loro complesso, è chiaro che nessuno è troppo colpevole né troppo vittima. Io capisco Bea quello che dici sui figli che non devono patire i capricci dei genitori, ma allo stesso tempo non sono più vittime (appunto): possono ricostruirsi e prendere le loro scelte da adulti, invece di impantanarsi in copioni ripetitivi... Gary con la moglie bambina-tiranna; Denise alla disperata ricerca di un'identità e di validazione; Chip immerso nel ruolo del fallito... che però forse alla fine ne esce! Non a caso, assumendosi delle responsabilità da adulto, senza fare l'eroe ma soprassedendo sulle differenze semplicemente perché è la cosa giusta da fare, e non svicola più.

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)

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19/10/2023 16:03 #64431 da SilviaM
Risposta da SilviaM al topic Settembre 2023 - Le correzioni
Che bel libro è stato questo!, ma mi sta piacendo anche Crossroads, decisamente il mio genere, questo di Franzen. Nel mio messaggio iniziale parlavo di chi alla fine avremmo perdonato...ognuno si sarà sentito diverso, belli tutti questi commenti così diversi e pieni di spunti, quindi un grande libro! Io ho perdonato decisamente Chip, che ha trovato un po' di serenità ad aiutare e rimanere con i suoi genitori più a lungo e ha attraversato guerra e disagi per riuscire a farlo. Ho perdonato un pochino Gary, perchè dà un piccolo aiuto (monta un accessorio in doccia...) soddisfacendo una esigenza  e una richiesta di sua mamma, e torna dopo Natale con il figlio. Ho perdonato Enid, perchè accetta dopo tribolazioni interne la diversità di sua figlia ed è grata a tutti e tre per l'aiuto. E decisamente perdono Alfred, che ha messo davanti a soldi e carriera l'onore di sua figlia. Per me gli ultimi due capitoli sono stati la chiusura di un cerchio perfetto in questa storia e la lettura mi ha davvero molto soddisfatta. E insomma, non è facile staccarsi dal proprio retaggio culturale, soprattutto da anziani, soprattutto se la cultura è bassa. Per me il concetto è: i figli sono giovani adulti, in salute e con scelte multiple e prospettive davanti, più avvantaggiati dei genitori per modernità e mezzi. Le scelte sbagliate sono una responsibilità personale di cui ciascuno deve farsi carico. I genitori sono più anziani e ti hanno cresciuto, forse hanno limiti, forse sono malati, forse si dimenticano le cose e forse si accentuano i difetti con l'età, ma la riconoscenza dei figli dovrebbe essere innata e molto umile, e venire dal profondo. C'è chi ci riesce facilmente e chi no. Spero di riuscire a farlo io con i miei genitori..spero ci riusciranno i miei figli con me .

La verità è come un leone: non avrai bisogno di difenderla; lasciala libera. Si difenderà da sola.
Sant'Agostino d'Ippona
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19/10/2023 20:47 #64432 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic Settembre 2023 - Le correzioni
Che bel pensiero Silvia, grazie! :) Davvero molto conclusivo. Se ti sta piacendo anche "Crossroads" e hai voglia di parlarne, se clicchi qui trovi il topic dove ne discutemmo tempo fa. Sono molto curiosa del tuo parere!

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
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Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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